Tratti da gazzetta.it
Domenicali, -6 al via
"Kimi, è l'annata chiave"
Domenica scatta in Australia il Mondiale di F.1, parla il responsabile della Ferrari: "Per il titolo vedo anche Massa Fortissimo. La Brawn non corrisponde alle norme. Il futuro Fia? Io stimo Todt"
MARANELLO (Modena), 23 marzo 2009 - Tre titoli mondiali in due stagioni. Il quarto — quello che doveva essere di Massa — svanito a 300 metri dal traguardo di Interlagos. Stefano Domenicali, 43 anni, ragazzone con l’aria attentamente cordiale, politico di vocazione e linguaggio, ma intellettualmente onesto e leale, può essere contento di ciò che è riuscito a fare in poco tempo. Senza Schumacher, senza Brawn, senza Martinelli, senza tanti altri. Ma con elementi più freschi che finalmente hanno potuto mostrare il proprio valore, cominciando da front-men come Aldo Costa, Luca Baldisserri, Gilles Simon, Mattia Binotto. Domenicali è per la Ferrari ciò che Lippi è per la Nazionale: un gestore-amalgamatore di uomini spesso difficili o addirittura impenetrabili. Vita dura, di sacrifici, di rinunce. Ma anche di immense emozioni e gioie. Quelle che spera di tornare ad assaporare sin da domenica a Melbourne.
Si ricomincia. Con un peso in meno per la Ferrari, ossia quel regolamento che premiava solo, ai fini del titolo, chi avrebbe vinto di più.
"Mi è parso imbarazzante quanto è accaduto negli ultimi giorni. Noi volevamo un divario maggiore tra il primo classificato e gli altri, invece tutto resta come nel 2008, pazienza".
Ma oggi ci troviamo nel paradosso che, avendo la Fota (l’associazione dei team) delegato Ross Brawn come responsabile della parte tecnica, lo stesso Brawn ha realizzato per la sua macchina un profilo estrattore che almeno 7 squadre su 10 contestano. Per la Ferrari è regolare o no?
"Noi siamo convinti che certe interpretazioni che sono state applicate non corrispondano alla natura del regolamento. E ci aspettiamo che sul diffusore la federazione chiarisca la sua posizione il più presto possibile. Se quell’estrattore è illegale non deve essere usato, se è legale spetterà alle altre squadre, noi compresi, cercare di adeguarsi quanto prima, perché in quell’area della vettura si creano prestazioni".
Brawn, sottile esploratore delle pieghe dei regolamenti, per anni è stato uno dei punti di forza della Ferrari: adesso che è contro di voi, temete la sua furbizia interpretativa?
"Temo tutti coloro che hanno grandi capacità ed esperienza. Temo Brawn perché è una persona in gamba. Conosciamo bene i suoi punti di forza, sappiamo in quale aree può dare un contributo importante".
Si potrà evitare che il risultato del GP d’Australia venga sancito 15 giorni dopo da una Corte d’Appello come paventano Mosley ed Ecclestone?
"C’è bisogno di un grande senso di responsabilità da parte di tutti. Spero che la questione si possa risolvere prima".
Su quali certezze poggia il 2009 della Ferrari?
"Sull’abitudine al combattimento. Poi abbiamo due piloti che, per un motivo o per l’altro, sanno di dover fare una buona stagione. La macchina come progetto sembra interessante e ha una buona possibilità di sviluppo".
I timori?
"L’affidabilità che abbiamo pagato in passato. Capire come gestire le gomme, perché se in qualifica salvo sorprese si useranno sempre le morbide, in gara ci sarà più differenza tra i due tipi. Poi dovremo sviluppare la macchina in assenza di test".
E il fatto di sapere da subito la quantità di benzina a bordo delle altre macchine?
"Cambia poco. Ci sarà un elemento più importante che influenzerà le strategie: la velocità nella pit lane elevata a 100 orari dovunque. Quindi soste più veloci. Inoltre si torna alla Safety-Car libera, in cui ognuno potrà entrare ai box quando vorrà".
E i sorpassi?
"Le macchine sono state cambiate in funzione di questi. Ce ne saranno di più che in passato? Ho molti dubbi. Attenzione: c’è anche il rischio di tanti mini-incidenti, con l’ala davanti che è diventata più larga".
Lo stato di salute di Massa?
"Molto buono. E’ arrivato a completa maturazione. Un anno fa partiva tra i dubbi, oggi affronta il Mondiale per vincerlo. E può farcela".
Raikkonen?
"Lo vedo motivato e più magro, mi dicono, di 3 chili. Ha la percezione che per lui, come pilota e uomo Ferrari, sarà una stagione importante. E’ abbastanza intelligente per capirlo".
E anche per voi per valutare il suo futuro, no?
"Sicuramente".
L’elemento chiave del 2009?
"Mantenere la calma nei momenti difficili. Prendiamo il kers: c’è chi l’avrà e chi no, per motivi di peso, di affidabilità e altro. Non so se farà una differenza in termini assoluti. Relativi sì. E poi lo sviluppo: mesi di galleria del vento possono dare davvero dei grandi vantaggi, quest’anno".
La Ferrari disputerà tutti i gran premi con il kers?
"Mai dire mai, però al momento intendiamo utilizzarlo sempre".
Ci saranno contendenti al titolo, oltre a Ferrari e McLaren?
"La Toyota che è cresciuta molto, la Bmw, la Red Bull che ha un bel progetto di macchina".
In che modo la sua impronta è stata diversa da quella di Jean Todt?
"Parliamo di persone di età e approcci diversi. Io ho curato molto l’attenzione verso tutte le risorse e quelli che mi circondano. Confronto aperto, ma le decisioni alla fine le prendo io".
Si litiga molto in Ferrari?
"Si discute. Litigare no".
Chi è il più amico tra i nemici?
"Nell’ultimo anno i rapporti con tutti i cosiddetti nemici sono migliorati. Io ho una relazione molto aperta con Flavio Briatore, ci sentiamo più volte al giorno. Dal punto di vista tecnico parlo molto anche con Martin Whitmarsh della McLaren".
E quelli con cui è più difficile legare?
"Oggi con Ron Dennis il rapporto è tornato normale. Prima, da una parte e dall’altra, era difficile persino il saluto".
Per il futuro della Formula 1, è meglio una federazione internazionale nelle mani di Mosley o di Todt?
"A titolo personale ritengo Todt una persona che sa interpretare bene il ruolo che deve esercitare, in tutti i contesti. Avendoci lavorato accanto conosco meglio lui di Mosley. Se faccio il gioco della torre non butto giù sicuramente Jean".
Gli stipendi della Gestione Sportiva, nella bufera della crisi, sono diminuiti?
"Non li abbiamo aumentati. Ma gli ingaggi che si sono toccati in un passato anche recente non si rivedranno più".
Si riferisce a Schumacher?
"Anche ad altri".
Hamilton non si illude
"Siamo ancora indietro"
Il campione del mondo sul GP d'Australia che domenica apre la stagione: "Al momento ci manca qualcosa, ma sono fiducioso: ho completa fiducia nella McLaren"
MILANO, 22 marzo 2009 - A una settimana dal via del Mondiale Lewis Hamilton guarda con pessimismo al Gp di Melbourne, ma con fiducia alla nuova stagione. Probabilmente scoraggiato dai test invernali, il campione del mondo mette le mani avanti: "Ho guidato una McLaren negli ultimi due anni e in entrambe le stagioni il team ha sviluppato una macchina fantastica. Al momento la vettura di quest’anno è un po’ indietro rispetto alle altre in termini di sviluppo, - ha detto al "Guardian" il pilota inglese - ma sono assolutamente fiducioso che riusciremo a crescere e ad essere ancora più competitivi nel corso della stagione. Ho completa fiducia nella mia squadra, stanno lavorando duro e compiendo grandi sforzi. Anch’io farò la mia parte, lavorerò con Kovalainen per migliorare il passo della vettura". In relazione al Gran premio di Australia chiarisce: "Farò di tutto per partire in prima fila, ma se non dovessi riuscirci darò comunque tutto in gara".
SAGGEZZA - Hamilton sa che ripetersi sarà difficile e spiega: "Ho vinto il titolo lo scorso anno perché ho avuto una grande opportunità, un’ottima macchina e uno splendido team che ha svolto un lavoro straordinario. Devo pensare però al fatto che non può andare sempre così, alcuni vincono una volta, altri due o tre. Io non so quanti titoli vincerò, ma so che sono più determinato che mai". Gli aspetti positivi comunque non mancano: "Non ho più stress che arrivano da ogni parte: le cose vanno bene, gli sponsor sono contenti, il mio capo è contento e devo riuscire a sfruttare tutta questa energia positiva". Qualcuno lo paragona a Michael Schumacher: "Michael ha ottenuto dei successi incredibili e io non sono qui per battere i suoi record. - le parole di Hamilton - Sin da bambino dicevo che avrei voluto correre in Formula 1, poi diventare campione del mondo e magari ricalcare le orme di Ayrton Senna, che ha vinto 3 titoli mondiali. Penso anche ad Alain Prost e Sir Jackie Stewart: hanno vinto tutti più di un campionato e mi piacerebbe far parte di questo gruppo, sarebbe splendido".
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Il colonnello Van Bommel 
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