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Pioli-Milan, è finita: stagione buttata, non servirà Ibra

Ho la netta sensazione che la storia tra Stefano Pioli e il Milan sia finita ieri sera con la sconfitta sanguinosa in Champions League, contro il Borussia Dortmund. E non tanto e non solo per il pesante risultato, ma soprattutto perché la squadra sembra letteralmente sfuggita al controllo del tecnico. Penso all'infortunio che ha azzoppato Thiaw, al rigore sbagliato da Giroud, alle amnesie difensive, alla pochezza della manovra offensiva.

Dopo lo scudetto, generosamente regalato due anni fa dall'Inter, Pioli si è convinto di essere un allenatore più bravo di quanto non fosse davvero, si è snaturato per diventare più moderno, ha perso molta della sua proverbiale umiltà, allontanatosi sempre più da un modello collaudato per andare a sondare esperimenti che non gli appartengono.

Ora, qualcuno di voi, eccepirà a proposito della colpa di un rigore sbagliato. Eppure è l'allenatore a scegliere i rigoristi, lui a dargli serenità o meno, lui a spronarli di fronte alle prove supreme. Sono quasi certo che il Milan non vada verso la eliminazione dalla Champions per colpa dell'errore di Giroud.

Tuttavia l'allenatore è l'equilibratore degli umori, oltre che lo stratega assoluto. E Pioli, da molto tempo, non è né l'uno, né l'altro. Non so fino a quanto duri, ma la storia è già finita e anche nel peggiore dei modi possibili. Al novanta per cento il Milan ha buttato la stagione e a nulla servirà ingaggiare Ibrahimovic o qualche altro stregone. Bisogna ricominciare dal calcio, quello che al Milan è scomparso da tempo.

https://www.calciomercato.com/news/piol ... ibra-57141

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Maldini: "Io e Massara non siamo stati allontanati per il mercato: decisione presa molti mesi prima. Milan merita un presidente e una dirigenza che facciano solo gli interessi del club"

Paolo Maldini, ex capitano ed ex direttore dell'area tecnica rossonera fino a giugno, ha parlato per la prima volta del suo licenziamento in una lunga intervista concessa a Repubblica in edicola questa mattina. L'addio di Maldini e di Ricky Massara aveva alimentato polemiche nell'ambiente dei tifosi rossoneri. Un'intervista-fiume in cui Maldini ha affrontato il tema del suo addio e non ha risparmiato Cardinale, Scaroni e Furlani soprattutto dalle sue stoccate. Così spiega la rottura del silenzio dopo sei mesi dal suo licenziamento: "Avrei parlato troppo di pancia. Ma ora è maturo il tempo per analizzare quanto è accaduto con quella serenità che la distanza temporale permette. Mi piace essere onesto e prendermi le mie responsabilità, ma vorrei che le cose venissero considerate nella loro effettività e valutate nella maniera giusta.

L'addio

Il racconto dell'addio, datato 5 giugno 2023, parte con una premessa da parte di Maldini: "Sarò per sempre grato a Leonardo, che mi ha chiamato nel 2018, al fondo Elliott, che mi ha fatto firmare il primo contratto e a Redbird che me lo ha rinnovato, anche se con qualche difficoltà". Questo il punto di vista di Maldini sul giorno del licenziamento: "Gerry Cardinale mi ha chiamato per colazione e dopo un commento sull’addio al calcio giocato di Zlatan mi ha detto che voleva cambiare e che io e Ricky Massara eravamo licenziati. Gli ho chiesto perché e lui mi ha parlato di cattivi rapporti con Furlani. Allora io gli ho detto: ti ho mai chiamato per lamentarmi di Furlani? Mai. C’è stata anche una sua battuta sulla semifinale di Champions persa con l’Inter, ma diciamo che le motivazioni mi sono sembrate un tantino deboli. Le cosiddette assumptions, gli obiettivi sportivi ed economici di inizio stagione, erano state clamorosamente superate: si ipotizzava l’eliminazione dalla Champions, la qualificazione per la Champions successiva e il passaggio di un turno in Europa League". Un allontanamento che Maldini critica nelle modalità: "Se la proprietà vuole cambiare l'organigramma ne ha il diritto. Anche in questo caso, però, le modalità sono importanti e tante cose non sono andate come sarebbe stato doveroso, per rispetto delle persone e dei loro ruoli. Ho dovuto discutere per trovare un accordo e per non rinunciare ai miei diritti, ma avevo detto subito all’ad Furlani che l’ultima cosa che avrei voluto era un contenzioso con il club: vi rendete conto, gli ho spiegato, che sarebbe la seconda causa di una leggenda del club al gruppo proprietario del Milan in due anni, dopo quella (persa!) con Boban? Una cosa è certa: il mio amore per il Milan sarà sempre incondizionato"

Il rapporto con Cardinale

Per prima cosa Maldini risponde al proprietario rossonero Gerry Cardinale che lo aveva definito come un'individualista: "Confonde l’individualismo con la volontà di essere responsabile nel prendere le decisioni previste dal mio ruolo e magari nel pagarne le conseguenze. Chi ha giocato a calcio ad alto livello ha meno paura di fallire, essendo stato giudicato per tutta la vita ogni tre giorni. Questo rappresenta un grande vantaggio e ha un grande impatto su un’azienda, ma può non essere gradito a chi non è aperto al confronto e non condivide neppure l’idea anche di rispondere dei propri errori, che per me è normalissima, sana". Poi parla del suo rapporto con Cardinale in due anni in società: "Cardinale l’ho incontrato di sfuggita in occasione di qualche partita di Champions, ma nell’arco di un anno ho avuto solo una chiacchierata su come andasse la gestione sportiva. Mi ha scritto 4 messaggi per i vari passaggi del turno, senza neanche chiamarmi. La prima cosa che mi ha detto, quando ci siamo conosciuti, è stata che dovevamo fidarci l’uno dell’altro. Io mi sono fidato e sinceramente come è andata è noto a tutti. Io credo che la decisione di licenziare me e Massara fosse stata presa molti mesi prima. E a posteriori mi vedo costretto a riconsiderare il rapporto con alcune persone, che lavoravano con me e che sicuramente, mi riesce difficile immaginare il contrario, erano già al corrente di quella decisione". Dunque il tema mercato, che secondo Maldini è stato usato per spiegare il suo allontanamento e quello di Massara: "È stato veicolato il concetto che io e Massara siamo stati allontanati perché non condividevamo obiettivi e strategie di mercato: niente di più lontano dal vero. Se parliamo delle condizioni di ingaggio, non ho mai avuto potere di firma neanche per i prestiti. Ogni giocatore che è stato preso è stato scelto da me, Boban e Massara, ogni scelta condivisa con l’ad e con la proprietà. Ma la firma era sempre di qualcun altro che avallava l’operazione. Più o meno sono 35-40 i giocatori del nostro ciclo e io non ho firmato i contratti per nessuno di loro, neanche per quelli in prestito. Anzi, tante soluzioni proposte non sono state approvate: mi è stato detto di no tantissime volte. Capita. A volte mi dicevano semplicemente di no, a volte veniva ridimensionato il budget. Nelle riunioni sentivo spesso: “Io non capisco niente di calcio”, ma alla fine c’era sempre un però. Preciso che tutti i giocatori che sono arrivati sono stati approvati da me: non mi è stato mai imposto niente e nessuno, anche perché me ne sarei andato il giorno dopo. Per lo stesso ingaggio di Zlatan, a suo tempo, erano servite parecchie riunioni”. Nello specifico parla anche dell'ingaggio di De Ketelaere: " Dopo avere acquistato circa 35 giocatori ci viene contestato l’ingaggio di De Ketelaere, che peraltro aveva 21 anni, un’età in cui non sempre l’adattamento è immediato. Chi ha giocato a calcio sa che non sempre si è strutturati a quell’età per sostenere un salto così importante come quello fatto da Charles: i ragazzi vanno aspettati, aiutati, coccolati e ripresi, continuamente".

Pioli, Scaroni, Ibra

Nel corso della lunga chiacchierata, c'è stato modo anche di parlare di Stefano Pioli che, per prima cosa, viene elogiato da Maldini: "Stefano andrebbe ringraziato sempre dai tifosi milanisti, il suo lavoro è stato fondamentale per la crescita dei giovani calciatori che sono arrivati al Milan, li ha fatti giocare e li ha aiutati a diventare quello che sono adesso, è stata una figura chiave delle nostre fortune. Vorrei ricordare però che l’allenatore è una tra le persone più sole del mondo del calcio. Dargli compiti che esulano dai suoi lo renderà sempre più solo, se non verrà supportato". Poi il chiarimento sulla sua volontà di sostituirlo con Pirlo a fine anno: "Ci stavamo già confrontando per la stagione successiva. Siamo stati noi a rinnovare il suo contratto fino al 2025, perché lo meritava. Se ci fosse stata, come negli anni passati, un’unità di intenti e visioni con gli obiettivi societari, non vedo perché l’avremmo dovuto cambiare". Non altrettanto dolci le parole per il presidente Paolo Scaroni che avrebbe detto che senza Maldini il gruppo dirigenziale è unito: "Mi dà fastidio come si raccontano le cose. Il Milan merita un presidente che faccia solo gli interessi del Milan, insieme a un gruppo dirigenziale che non lasci mai la squadra sola. Non mi ha mai ha chiesto se ci fosse stato bisogno di due parole di incoraggiamento ai giocatori e al nostro gruppo di lavoro, in pubblico o in privato. Mai ho ricevuto supporto nei tanti momenti difficili. Anzi. In tribuna l’ho visto spesso andare via quando gli avversari pareggiavano o passavano in vantaggio, magari solo per non trovare traffico. Mentre me lo ricordo puntualissimo in prima fila, quando abbiamo vinto lo scudetto. Posso dire che la stessa cosa è avvenuta anche con i due Ceo Gazidis e Furlani”. Infine una battuta su un possibile ritorno di Ibrahimovic: "Non conosco i termini della questione, né l’eventuale ruolo, leggo che sarebbe indicato come consigliere personale di Cardinale. Quello che gli posso suggerire è di seguire il mio stesso percorso: all’inizio sarebbe logico osservare e imparare prima di agire".


https://www.milannews.it/primo-piano/maldini-io-e-massara-non-siamo-stati-allontanati-per-il-mercato-decisione-presa-molti-mesi-prima-milan-merita-un-presidente-e-una-dirigenza-che-faccia-516328

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Ibrahimovic torna al Milan, Red Bird: 'Rafforzerà la cultura vincente'

Sei mesi e sei giorni dopo le lacrime di San Siro nella sera del suo addio al calcio giocato, Zlatan Ibrahimovic torna al Milan. Lo fa in una nuova veste, quella di 'senior advisor' della proprietà, Redbird Capital, e del management rossonero.

Senza gli scarpini ai piedi e l'odore dell'erba del Meazza, senza il boato della Curva Sud e l'adrenalina dei big match ma riassaporando il profumo di casa, proprio nei giorni in cui Pioli e la squadra si giocano una bella fetta di stagione. "Il mio amore per i rossoneri - racconta Zlatan - non avrà mai fine e l'opportunità di far parte del loro futuro in modo significativo è qualcosa che avrei solo potuto sognare. Per me e la mia famiglia, questo è davvero un ritorno a casa, nel caro club dove ho concluso la mia carriera da giocatore e ora sto iniziando il mio prossimo capitolo".


Dopo settimane di colloqui, confronti, incontri, scelte a lungo ponderate, finalmente arriva un po' di chiarezza sul nuovo ruolo di Ibrahimovic al Milan. Zlatan non ha una carica specifica, non entra nell'organigramma del club rossonero, ma avrà compiti largamente operativi e sarà consulente dell'ad Furlani e del presidente Scaroni. Avrà un ruolo "attivo nelle operazioni sportive e commerciali del club" contribuendo "a rafforzarne la cultura vincente". "Il suo mandato - si legge nel comunicato - includerà lo sviluppo dei giocatori e la formazione per alte prestazioni, la promozione del marchio globale e degli interessi commerciali del Milan, incluso il nuovo stadio".

Parole che sembrano descrivere incarichi a 360 gradi, largamente operativi, quasi ricalcando le orme di Paolo Maldini, ex direttore dell'area tecnica rossonera. Almeno per il momento Ibrahimovic non sembra essere tornato per diventare l'uomo immagine del club, il semplice 'ambassador', bensì un advisor attivo concretamente nella realtà della società rossonera. "Portare un leader come Ibra nella dirigenza Milan come consulente sottolinea il nostro impegno per il futuro successo del nostro club a beneficio dei nostri giocatori e dei nostri tifosi", conferma anche Furlani parlando appunto di ingresso dello svedese nel management del club. Se e quanto sarà coinvolto nelle scelte societarie, dal calciomercato agli aspetti prettamente sportivi, lo si capirà con il tempo. Per ora la dirigenza del Milan accoglie con soddisfazione il ritorno dell'ex campione svedese. "Il rispetto che Zlatan ha suscitato come giocatore, la sua presenza globale tra i fan di questo sport - dice il numero uno di RedBird Gerry Cardinale - e le sue diverse competenze come imprenditore sono una combinazione potente sia per AC Milan che per RedBird". La collaborazione con la proprietà statunitense si estenderà ad ogni ambito dallo sport, media e intrattenimento, come già accaduto con altri "atleti e artisti di grande successo a livello mondiale che sono in grado di prosperare nell'ecosistema RedBird" spiega Cardinale. È l'inizio della terza vita in rossonero di Ibrahimovic, senza gli scarpini ma sempre da grande protagonista.


http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/calcio/2023/12/11/ibra-torna-al-milan-red-bird-rafforzera-cultura-vincente_f2eaf976-8aef-45be-9334-702ec6783bb3.html

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Già sono ridicole le polemiche arbitrali sulle ultime partite, ma quando si fanno polemiche arbitrali su un periodo di 15 anni la ridicolaggine passa di livello e diventa interplanetaria.

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
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quante occorrono a far la parola: cretino!


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Lenglet-Milan, a queste condizioni si fa: i dettagli

L’esperienza in Premier League del difensore francese Clement Lenglet non sta regalando grosse soddisfazioni. Lo scorso anno ha giocato per il Tottenham, trovando però la squadra di Conte nella peggiore annata degli ultimi tempi. Quest’anno invece non trova molto spazio nell’Aston Villa, nonostante l’ottimo rendimento generale.

Il cartellino di Lenglet è sempre di proprietà Barcellona, squadra che però non sembra fare affidamento sulle qualità e sull’esperienza del francese. Per questo non ha avuto grossi dubbi a cederlo a titolo temporaneo. Ma la situazione del classe ’95 potrebbe cambiare molto presto, proprio a causa dello scarso minutaggio a Birmingham.

Il Milan infatti si è interessato al cartellino di Lenglet. Come è noto il club rossonero ha bisogno di rinforzi nella sessione invernale, viste le tante defezioni a lungo termine in difesa. Il profilo del francese 28enne è sicuramente molto apprezzato, soprattutto perché è uno dei pochi centrali mancini in circolazione.

Secondo gli aggiornamenti della Gazzetta dello Sport, Clement Lenglet avrebbe preso la sua decisione. A gennaio vorrebbe cambiare maglia, lasciare l’Aston Villa dove non si sente apprezzato e ha giocato praticamente soltanto nelle gare di Conference League.


https://www.milanlive.it/2023/12/20/len ... -dettagli/

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MessaggioInviato: dom 24 dic 2023, 14:49 
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Anche Tomori fuori per due mesi.

Praticamente l'unico centrale disponibile per lungo tempo è Kjaer (che si rompe sempre).

Pioli e staff devono essere presi a calci da tempo e invece stanno ancora a fare danni.


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MessaggioInviato: mar 2 gen 2024, 21:06 
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Incontro terminato fra il Milan e gli agenti di Terracciano: si attende l'ok del Verona, il punto

Si è appena concluso l'incontro, a Casa Milan, fra il club rossonero e gli agenti di Filippo Terracciano. Gli uomini mercato del Milan hanno organizzato l'incontro con l'obiettivo di chiudere l'operazione con l'Hellas Verona in tempi stretti, col giocatore che piace alla società rossonera tanto da volerlo portare fin da subito a Milanello per metterlo a disposizione di Stefano Pioli.

Le parti hanno avuto un contatto positivo, anche se l'ultima parola spetterà ovviamente al Verona. L'operazione, secondo quanto raccolto, potrebbe definirsi sulla base di 5 milioni di euro più bonus. In caso di addio del classe 2003, si tratterebbe della seconda cessione in poche ore da parte del club scaligero che nelle primissime ore di calciomercato ha venduto Isak Hien all'Atalanta.


https://www.tuttomercatoweb.com/serie-a/incontro-terminato-fra-il-milan-e-gli-agenti-di-terracciano-si-attende-l-ok-del-verona-il-punto-1918271

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MessaggioInviato: mer 3 gen 2024, 3:27 
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Ufficiale il rientro dal prestito (al Villareal) di Matteo Gabbia.

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