Salve a tutti, è il primo topic che apro, mi meraviglio che in questa sezione zeppa di storia e leggende manchi l'uomo che più di ogni altro ha onorato il calcio italiano, Enzo bearzot, il CT dell'Italia più forte e più bella di sempre, quella del quadriennio 1978-82, provo io a raccontarvi la sua incredibile storia:
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INIZI:
Vincenzo Bearzot (così all’anagrafe) nasce a Joannis, frazione di Aiello del Friuli il 26 settembre 1927. Bearzot inizia a tirare i primi calci ad Ajello, il suo ruolo è quello di mediano laterale, possiede un gran fisico ed un temperamento che sopperiscono una tecnica non proprio sopraffina. Dal punto di vista calcistico dice di vedersi nel mediano del Torino Ciccio Sentimenti III. Bearzot disputa una buona carriera con le maglie di Pro Gorizia, Inter, Catania, Torino. Il 27 novembre 1955 colleziona il suo unico gettone azzurro nel match giocato a Budapest contro la Grande Ungheria, tocca proprio a lui marcare il mitico Puskas, la partita finsice 2 a 0 per i magiari. Bearzot chiude con 229 gettoni e 8 reti con a maglia granata. Proprio nella sua ultima stagione di calciatore (1963-64) sulla panchina granata siede il grande Nereo Rocco che avrà un fortissimo ascendente su di lui.
PRIME ESPERIENZE DA ALLENATORE:
Nel 1964 Bearzot passa sotto l’ala protettiva di Rocco e diventa allenatore delle giovanili del Torino, poi fa da vice a sia allo stesso Rocco che a Fabbri fino alla stagione 1967-68. Nel 1968/69 allena in Serie C il Prato, poi entra in federazione come vice di Valcareggi e responsabile dell'Under 23 che annovera gente come Franco Causio, Claudio Gentile, Gaetano Scirea, Giancarlo Antognoni.
VERSO ARGENTINA 1978:
Dopo i deludenti mondiali di Germania 1974 Valcareggi viene accantonato e al suo posto diventa CT il vecchio Fuffo Bernardini che porta al suo fianco Bearzot, il quale diventa responsabile a tutti gli effetti nel 1975 all'età di 48 anni. Bearzot attua un forte ringiovanimento della squadra e decide di puntare sui due blocchi, quello Juve e quello Torino, le due squadre più forti del campionato e che giocano un calcio all'avanguardia praticando la cosiddetta zona-mista (due marcatori a uomo, un libero staccato e centrocampo a zona). Il girone di qualificazione è il Gruppo 2 con Lussemburgo e Finlandia (due sparring partner), Inghilterra e Italia. Gli inglesi sono testa di serie, l’Italia è 45° nel Ranking Fifa (!!), tutti pensano che gli azzurri vedranno da casa i mondiali in terra argentina, invece gli uomini di Bearzot battono la temibile Inghilterra a domicilio (2-0) e alla fine, arrivano primi nel girone a pari punti proprio con l'Inghilterra che però ha segnato meno. Questo dato conferma che Bearzot è stato un allenatore offensivista e non difensivista... Nonostante il successo gli azzurri arrivano con poco credito ai mondiali, la stampa, che non ama particolarmente il vecio, accusa bearzot di voler portareuna nazionale senza esperienza (in pratica un’Under 23 eccetto che per Benetti, Zoff, Bellugi e Betttega) e tutti pensano ad un’eliminazione precoce, è invece solo l'inizio della leggenda.
ARGENTINA 1978:
L’Italia bearzottiana è inserita in un girone sulla carta proibitivo che comprende Argentina (padroni di casa e superfavoriti), Ungheria (ottima squadra, paragonabile all’attuale Croazia), Francia (squadra giovane ed emergente con un certo Platini) e Italia (considerata la cenerentola del gruppo). La prima partita, contro la Francia, Bearzot stupisce tutti e butta nella mischia il centravanti del Lanerossi Vicenza Paolo Rossi (con una sola presenza in azzurro) e il terzino sinistro Cabrini, riserva nella Juve. L'Italia passa sotto dopo 44 secondi ma reagisce e schianta i francesi nella loro metacampo, alla fine à 2 a 1 con retti di Rossi e Zaccarelli. Nella seconda partita l'Italia gioca una partita sublime contro i magiari: segna tre gol, colpisce pali e traverse, mostra un gioco frizzante e sbarazzino. Nel terzo match Bearzot colpevolmente non fa turn-over ma l'Italia sconfigge con 1 a 0 (gol da manuale del calcio di Bettega) i padroni di casa argentini, costretti ad emigrare a Rosario. France Football definisce l'Italia la miglior squadra del torneo. nel secondo gruppo l'Italia è inserita con Olanda, Germania e Austria, una sola squadra passa in finalissima. Contro la Germania un'Italia fantastica costringe i tedeschi ad un umiliante catenaccio, l'arbitro non vede un rigore solare per l'Italia (si vede che gli uomini di Bearzot incominciavano a dar fastidio a Videla e soci), Maier salva il risultato con 3-4 parate pazzesche, finsice 0 a 0. Nella seconda partita l'Italai supera di misura l'Austria con rete di Rossi, ma palesa una certa stanchezza, che emerge tutta nel match contro l'Olanda: gli azzurri nel primot empo sono apdroni assoluti e passano con Bettega, poi, nella ripresa due conclusioni diaboliche dalla distanza ribaltano la partita e portano gli Orange di Happel (il portasfiga degli azzurri) in finale. Ma tutti sono concordi, l'Italia di Bearzot meritava di vincere quel falsatissimo mondiale argentino.
EURO 1980:
Dopo il Mondiale argentino l’Italia si prepara per gli Europei di casa con una lunga serie di amichevoli prese forse un po’ troppo sottogamba. Il 23 marzo 1980 scoppia lo scandalo scommesse nel quale sono implicati Paolo Rossi e Bruno Giordano, Bearzot deve inventarsi l'attacco. Dopo un deluente pareggio contro la Spagna (quanto pesa l'assenza di Rossi!) l'Italia supera 1 a 0 l'Inghilterra con rete di Tardelli, poi un catenaccio d'altri tempi del Belgio di Guy This (consulente tecnico dei belgi era, ma guarda un po', Ernst happel...) nega agli azzurri la finale. ininfluente la finalina persa ai rigori contro la Cecoslovacchia
VERSO SPAGNA 1982:
Smaltita la delusione post-Europeo l’Italia si rituffa nelle qualificazioni in vista del Mundial di Spagna 1982. Gli azzurri sono inseriti con Lussemburgo, Danimarca, Jugoslavia e Grecia. L'Italia parte a razzo con tre vittorie consecutive, poi improvvisamente cala anche se il primo posto e la qualificazione non sono messe in discussione. Bearzot dopo due amichevoli perse malamente contro Francia e Germania Est, incomincia ad essere duramente attaccato dalla stampa. Da Roma spingono per la chiamata di Pruzzo, da Milano acclamano Beccalossi, un po' tutti accusano il Vecio di essere filo-juventino, servo di Boniperti, raccomandato da Bernardini eccetera eccetera. Berazot è conscio che giocatori come Pruzzo, Beccalossi snaturerebbero il gioco fatto di trame palla a terra della sua nazionale e va avanti per la sua strada. Nei mesi che precedono il Mundial, la contestazione a Bearzot è sempre più violenta: la sua casa in via Washington 107, riconoscibile dalle scritte sul marciapiede in vernice bianca "A morte Bearzot", il Vecio inoltre è costretto a cambiare telefono, a trasferirsi in un’altra abitazione. Il picco di provocazioni e violenza è nei giorni che precedono la partenza degli azzurri per la Spagna: Bearzot e alcuni giornalisti vengono addirittura alle mani dopo un violento alterco, una tifosa in aeroporto gli urla “scimmione #@*§”. In caso di disfatta ai mondiali, il capro espiatorio è già bello pronto e si chiama Enzo Bearzot.
SPAGNA 1982:
Ciò che lascia perplessi nelle convocazioni è l’ostinazione con la quale il CT punta sul quarantenne Zoff (da tutti considerato bollito, in primis dal presidente della Lega Matarrese), su Paolo Rossi e le convocazioni a sorpresa del diciottenne Bergomi e di Selvaggi. Dopo uno striminzito 1 a 0 contro il Braga scoppia il finimondo, il presidente federale Sordillo sbotta: “Se giochiamo così è meglio tornare a casa". In realtà è Bearzot che ha capito tutto e gli altri che non hanno capito un #@*§: ricordando il calo di quattro anni prima sta volta il suo staff medico gli suggerisce una partenza più soft per poi esplodere nella seconda fase. Infatti, l'Italia disputa tre partite mediocri tutte finite in pareggio contro Polonia, Perù (bruttissimo in particolare il secondo tempo) e Camerun. L'Italia passa ma nello stivale le polemiche sono fortissime: l’opinione pubblica vuole le dimissioni del CT in favore di Liedholm, Fascetti (allenatore del Varese mica del Real Madrid!) sentenzia: “Mi vergogno di appartenere alla categoria di Bearzot”, in ritiro Mario Sconcerti e Tardelli quasi vengono alle mani... Il gruppo, tutto compatto attorno al CT opta per uno storico silenzio stampa, solo il capitano Zoff (cioè uno che non parla mai!) può parlare con la stampa. L’Italia è inserita nel Gruppo 2 con Brasile e Argentina, le due grandi favorite per la vittoria finale, l’Italia è un vaso di coccio tra vasi di ferro, nessuno punta una lira sulla silenziosa squadra bearzottiana, sola contro tutto e tutti. In realtà è qui che inizia il bello: contro l'Argentina Bearzot mette in mostra il suo primo capolavoro tattico: nel primo tempo blocca i 4 attaccanti argentini, nella ripresa con un uno-due micidiale firmato Tardelli-Cabrini fa fuori l'Argentina, che segna con Passarella un gol inutile. Adesso sotto contro l'imbattibile Brasile, nessuno punta una Lira sull'Italia contro i marziani del Brasile, invece al Sarrià accade l'incredibile. Bearzot estrae dal cilindro una sorta di 5-3-2 due lustri prima dell’avvento del famigerato Parma di Scala. Il piano dell’Italia è di puntare sulle fasce per cercare di aprire il Brasile, intento che riesce al 5° minuto quando Rossi, su cross di Cabrini, porta avanti gli azzurri. poi una girandola di emozioni che passano alla leggenda del football: pareggio di Zico, vantaggio di Rossi, pareggio di Falcao, rete decisiva di Rossi, l'Italia va in semifinale, incredibile! Contro la Polonia, priva di Boniek, è una formalità e finisce 2 a 0 per l'Italia con doppietta del redivivo Paolo Rossi, sempre più Pablito. nella finale contro la Germania Bearzot spiazza ancora una volta tutti e schiera un 5-3-2 sulla falsariga di quello schierato contro il Brasile: Zoff; Gentile, Cabrini; Bergomi, Collovati, Scirea; Conti, Oriali, Rossi, Tardelli, Graziani. Dopo un primo tempo a reti inviolate con tanto di rigore sbagliato da Cabrini, nella ripresa gli azzurri si sbloccano e con Rossi-Tardelli-Altobelli si portano a casa la coppa, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo! La vittoria causerà una sorta di elettroshock sul movimento calcistico italiano: scoppia negli italiani l’amore per il calcio, le scuole calcio si riempiono di piccoli aspiranti campioni come mai in precedenza, non è un caso che il trionfo del 2006 sia nato sulla scia di calciatori che hanno iniziato a dare i primi calci proprio nel lontano 1982 (Totti, Nesta, Cannavaro, Zambrotta…) e che da bambini sognavano di diventare come Zoff, Gentile, Rossi, Conti.
EURO 84:
Bearzot ha il torto di proseguire la sua avventura come Ct e firma un allungamento del contratto fino a Italia 90, ma è ormai chiaro che il suo ciclo sia finito. Alle qualificazioni per l'Europeo di Francia 1984 ha il torto di puntare su un gruppo spompato e sazio, sia fisicamente che mentalmente che veine messa sotto da Romania e Danimarca (poi rivelazione a Euro 1984). Però c'è da aggiungere Non è facile per Bearzot assemblare una nazionale competitiva perché in alcuni ruoli chiave scarseggiano i giocatori italiani di classe tagliati fuori dai vari Zico, Falcao, Brady, Rumenigge…
VERSO MESSICO 1986:
Il primo problema di Bearzot è il portiere. Inizialmente viene provato il sampdoriano Bordon, poi, dalla gara contro Cipro del 22 dicembre 1983 gioca il portiere della Fiorentina Giovanni Galli, simile per caratteristiche a Super Dino, che si contenderà la amglia fino all'ultimo con Tancredi. Bearzot decide anche di accantonare Scirea (poi ripescato), Antognoni e Collovati, è la fine di un ciclo. Fa discutere l’impiego in mediana di Baresi e la contemporanea presenza di Righetti nel ruolo di libero. L'Italia si prepara per i mondiali messicani con una lunga serie di amichevoli e tourneé inutili in Nord America e Messico,ma nessuno si aspetta nulla dall'Italia.
MESSICO 1986:
Le convocazioni di Bearzot per i Mondiali messicani fanno ancora una volta discutere: fuori Franco Baresi dentro Tricella, convocati anche gli attempati Collovati, Tardelli (ormai in fase calante con l’Inter) e Paolo Rossi (che l’anno dopo darà l’addio al calcio). La squadra è un mix mal riuscito tra le vecchie glorie del Mundial (Cabrini, Scirea, Conti) e nuove facce mai del tutto affermate, solo 7 convocati su 22 erano in rosa a Spagna 1982, questo per smontare il mito di Bearzot attaccato ai suoi eroi di Spagna, semplicemente mancavano alternate in quell'Italia... L'esordio vede l'Italia pareggiare 1 a 1 contro la Bulgaria disputando una buona partita. nel secondo match contro l'Argentina finisce 1 a 1, il terzo vede gli azzurri superare a fatica la Corea del Sud (3-2) con doppietta di uno scatenato Spillo Altobelli. Agli ottavi però ci capita la temibile Francia, finisce 2 a 0 con un'Italia mai in partita. E' sipario sulla carriera di Bearzot, che si dimette dopo 104 partite in azzurro.
ULTIMI ANNI:
Bearzot dopo gli sfortunati mondiali messicani resta inizialmente dietro le quinte come consulente del nuovo CT Vicini, ma lentamente si defila sempre di più. Si fanno rare anche le sue apparizioni televisive, lui si rifugia nella sua casa di Milano o nella sua tenuta estiva ad Auronzo di Cadore in compagnia della moglie, dell’inseparabile pipa e della musica jazz, la sua grande passione. Il 23 dicembre 2010 Enzo Bearzot muore lasciando un vuoto incolmabile nel cuore suoi ex giocatori e di molti italiani.