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Si potrebbe scrivere un bel libro per descrivere il reciproco affetto tra Careca e i napoletani, un libro pieno di momenti di gioia per i colori azzurri. E per capire veramente quello che Careca significa per i tifosi del Napoli sarà opportuno iniziare dall'ultima pagina.
Andiamo quindi all'ultima pagina di questo libro, all'ultimo ricordo di Careca nel Napoli: il 23 febbraio 1999, in uno stadio San Paolo con oltre 50.000 persone, Antonio Careca dà il suo addio al calcio. Sceglie Napoli, e non il Brasile o un altro posto per giocare la sua ultima partita. Ed è spettacolo. Cinquantamila e più persone gridano il suo nome e cantano il celebre coro a lui dedicato "O Carè, Carè, Carè, tira la bomba, tira la bomba...". In un periodo così triste per i tifosi del Napoli, la nostalgia per il grande attaccante brasiliano è grandissima. Ci sono tifosi di tutte le età, tra cui un gran numero di bambini che, accompagnati dal padre, vedono per la prima volta quel Careca di cui tanto hanno sentito parlare. E al gol di Careca, lo stadio esplode quasi fosse un gol decisivo, come il suo gol a Stoccarda nella finale di Coppa UEFA. Careca e Napoli, un grande amore.
Antonio Careca de Oliveira Filho nasce il 5 ottobre 1960 ad Araraquara in Brasile. Dopo aver giocato molte stagioni in Brasile ed aver vinto più volte campionato paulista e titolo di capocannoniere con la maglia del São Paulo, viene ingaggiato dal Napoli ed esordisce in serie A il 27 settembre 1987 in Pisa-Napoli 0-2.
È l'inizio di una favola: Careca in tutta la sua permanenza in azzurro segnerà 96 gol in 222 partite.
Il Napoli ha appena vinto il suo primo scudetto, guidato da Diego Maradona, ed è chiamato adesso a difendere il titolo e a disputare la Coppa dei Campioni. Purtroppo, il primo anno di Careca a Napoli non è un anno felice per la squadra azzurra, visto che il Napoli viene subito eliminato dalla Coppa dei Campioni per opera del Real Madrid e perde lo scudetto nelle ultime giornate, nonostante i 13 gol di Careca.
Nel 1989 Careca è tra i protagonisti della vittoria in Coppa Uefa: sono decisivi i suoi gol al Bayern Monaco e allo Stoccarda. Memorabile il suo pallonetto con cui il Napoli segna il gol del 3-1 a Stoccarda. E pensare che Careca era sceso in campo con 39 di febbre! Anche in campionato, la sua intesa con Maradona è perfetta, e vedere il Napoli giocare è puro spettacolo. Realizza ben 19 reti, tra cui la storica tripletta a Torino contro la Juventus in Juventus-Napoli 3-5. Il Napoli arriva secondo in campionato, alle spalle di una fortissima Inter.
Nel 1990 Careca finalmente riesce a ottenere il titolo di campione d'Italia: è il secondo scudetto del Napoli, un titolo sofferto fino all'ultima domenica. La coppia d'attacco Maradona-Careca è straordinaria. A Napoli è sempre spettacolo: il Napoli vince 16 delle 17 partite in casa, con un solo pareggio contro la Sampdoria. Al San Paolo cadono tutte le grandi: il Milan, la Juventus, l'Inter, la Roma, sono tutte sconfitte dallo straordinario attacco napoletano. Da ricordare il suo gol alla Roma quasi dalla linea di fondo, e quello a Bologna alla penultima giornata che ha spianato la strada per lo scudetto.
La stagione successiva, il 1990/91, è la stagione della squalifica di Maradona, e l'inizio del declino del Napoli dei trionfi. Gli azzurri, dopo aver vinto la Supercoppa Italiana in Napoli-Juventus 5-1 (con due gol di Careca), disputano un campionato modesto e la squalifica di Diego segna la fine di un'epoca. Il Napoli infatti non riuscirà neanche a qualificarsi per le coppe europee.
Careca rimane per altre due stagioni nel Napoli, guidando la squadra con Gianfranco Zola a un ottimo quarto posto nel campionato 1991/92. L'anno successivo invece, nonostante l'ottima intesa con Daniel Fonseca, il Napoli e Careca non disputano un buon torneo e dopo l'eliminazione in coppa UEFA contro il Paris St. Germain, il Napoli chiude il campionato nella parte bassa della classifica.
Termina così l'avventura napoletana di Antonio Careca, un campione indimenticabile e rimpianto dai tifosi del Napoli. Mai come in quest'ultimo periodo la nostalgia per il Napoli dei trionfi si fa sentire. Ed è tutta in quel coro dello stadio nel giorno della sua partita d'addio: "O Carè, Carè, Carè, tira la bomba, tira la bomba..."
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