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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 14:38 
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E razzetti il fratello minore di arnautovic...

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"Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita". Avv. Prisco


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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 14:47 
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scherma imbarazzante a ste olimpiadi
voto ad ora 2 essendo generosi

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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 15:33 
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io sto iniziando a temere molto pure l'atletica a questo punto, soprattutto dopo il ritiro inatteso della palmisano di ieri... spero tanto di sbagliarmi...

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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 15:59 
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Socrate ha scritto:
redguerrier ha scritto:
La Carini si ritira dalla boxe a 25 anni.
Mamma mia qua si sta caricando il tormentone polemico italiota dell'estate. Non oso immaginare cosa accadrà se la Khelif dovesse vincere l'oro.




A leggere i commenti sulla pagina di eurosport france il tormentone non è solo italiota, così come a tutti quanti ha fatto schifo la cerimonia d'apertura, ma voi progressisti fate così sposate la narrativa del più forte (ah già presumere che esista una "parte forte" è da complottari, mica come nel resto del mondo dov'è tutto manovrato da Putin da dentro una campana d'avorio) e poi vi ergete sul pulpito a giudicare "i devianti" e di fatto il redpensiero se ti lamenti della cerimonia d'apertura è solo perché sei un cattobigotto e hai problemi con la sessualità (ergo su per giù quindi attributi che riguardano più del 80% del pianeta e naturalmente le culture non occidentali sono barbare arretrate e non vanno ascoltate).

C'avete questa mentalità elitista e antidemocratica per cui voi siete la norma equidistante e chi non concorda con voi devia dalla norma, è un'estremista, è un italiota, è un putiniano, è un complottaro, è un'analfabeta funzionale.
Potete levarvelo dalla testa voi non siete la norma, siete voi la minoranza con la presunzione di imporre la norma al resto del mondo e squalificare chiunque non la pensi come voi, la minoranza totalitaria che non ammette obiezioni.
Siete voi gli estremisti, la cerimonia d'apertura è estremista, avete cooptato certi termini alla vostra narrativa ma ora gli equilibri di opinione sono cambiati, potete ancora illudervi di essere gli illuminati che cianciano di abolizione del suffragio universale perché schierati dalla parte più comoda e sedicente intelletuale ma non siete minimamente la maggioranza e ne hanno tutti le palle piene, non solo gli italioti.


Quindi, per ricapitolare. Se la maggioranza (vera o presunta che sia) è affine al tuo pensiero allora è composta da eroi che non si vogliono piegare al pensiero dominante e quindi sta incontrovertibilmente dalla parte giusta.
Se invece (come nel caso del "novaxismo" e co. bella) la stessa maggioranza è (a tuo dire o in base alla tua percezione) contraria alle tue idee e ai tuoi principi allora diventa una maggioranza fatta di pecoroni che hanno paura di schierarsi contro il potere costituito e che non ragionano con la propria testa ma si fanno imporre il modo di pensare dalle élite.
Bel modo di ragionare e di interpretare il senso della "maggioranza", complimenti (ma non è che mi stupisca eh). Qui se c'è uno che non sa dove sta di casa la democrazia e il rispetto delle opinioni altrui quello sei tu (e lo dimostri non solo quando si parla di cose serie ma anche quando si discute su cose futili e "secondarie").
Non posso nemmeno definirti fascista, sarebbe un complimento.

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Di Lazio ci si ammala inguaribilmente.

Giorgio Chinaglia

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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 16:02 
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Le ragazze della pallanuoto stanno andando bene finora.

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Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra e il mio seno, cui volta a volta ciascuno s'è scontrato, è fatto per ispirare al poeta un amore eterno e muto come la materia.

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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 16:17 
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non penso che il record di medaglie sia a rischio, ma ad inizio olimpiade si parlava di oltre 15 ori e oltre 55 medaglie
ecco, siamo per ora lontani da quei numeri

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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 17:23 
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Reg. il: ven 11 gen 2013
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esser ha scritto:
io sto iniziando a temere molto pure l'atletica a questo punto, soprattutto dopo il ritiro inatteso della palmisano di ieri... spero tanto di sbagliarmi...


Scordati i cinque ori di Tokyo.

Per me arriveranno quattro medaglie, di oro forse uno (Fabbri), mentre sono scettico su Tamberi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Giochi olimpici di Parigi 2024
MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 17:29 
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Reg. il: dom 28 lug 2013
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Quella strana idea per cui i corpi degli atleti devono essere tutti uguali

Il ritiro della pugile italiana Angela Carini è stato preceduto e seguito da una quantità scriteriata di commenti, polemiche, insulti sessisti verso la sua avversaria. Forse l’incontro è durato troppo poco, solo 46 secondi, perché pare non ci siano state critiche durante. L’Italia ha parlato di cose che non meritavano discussione, come l’identità di genere della sfidante di Carini, Imane Khelif, algerina, cisgender ma accusata di essere transgender senza prove. Chi contesta la decisione del Cio di far gareggiare Khelif riprende soprattutto le parole di Carini, che dopo l’incontro ha detto: «Mi sono fermata perché ho sentito un forte dolore al naso. Il secondo colpo l’ho sentito fortissimo e ho capito che o mi fermavo da sola o mi sarei potuta fare male per davvero. Ho capito che forse era meglio essere intelligente e matura». Come a indicare un’avversaria troppo forte.

La decisione di Carini è certamente legittima, è un ottimo esempio di consapevolezza e conoscenza dei propri limiti. Ma chi usa quest’argomentazione per contestare la liceità della partecipazione di Khelif è costretto a un’acrobazia logica e intellettuale senza senso. Intanto perché queste critiche seguono una polemica costruita sul nulla, cioè sulla notizia falsa — falsa. — della transessualità della pugile algerina, che invece è intersessuale, come la mezzofondista sudafricana Caster Semenya, cioè presenta caratteristiche biologiche sia maschili sia femminili. Un po’ come altre polemiche inventate e cavalcate negli ultimi giorni, sulla presunta Ultima Cena queer che non lo era, o il fantomatico vitello dorato blasfemo che in realtà è il toro di bronzo del Trocadéro. E poi, per sostenere una tesi del genere bisogna ignorare, o far finta di non sapere, che i corpi degli atleti, soprattutto a un livello così alto, sono sempre fuori dall’ordinario, pezzi unici. E sono quegli stessi corpi — insieme a molti altri fattori come la dedizione, la tecnica e così via — a determinare l’eccezionalità di chi è in cima alla piramide sportiva.

Michael Phelps aveva una grande capacità di recupero dovuta alla minore produzione di acido lattico rispetto alla media, e questo gli consentiva di effettuare più gare in brevi periodi. Sappiamo anche che Fausto Coppi era bradicardico, aveva meno di 40 battiti al minuto in condizione di riposo, un enorme vantaggio nelle salite e in altre situazioni di massimo sforzo. Queste condizioni che creano differenze tra gli atleti dello stesso genere sono già accettate e metabolizzate dalla comunità sportiva, fanno parte del gioco.

Lo sport esalta il corpo umano, le sue abilità, le sue diversità. Anche chi non ha un vantaggio fisico clinicamente riconosciuto può avere una netta superiorità fisica rispetto alla concorrenza. Una superiorità genetica o naturale, si potrebbe dire usando dei termini inevitabilmente un po’ scivolosi. Serena Williams è considerata la tennista più forte di sempre perché alle doti tecniche univa un corpo che le ha dato accesso livelli di potenza e resistenza mai visti prima. LeBron James, Usain Bolt e Cristiano Ronaldo hanno costruito le loro carriere da numeri uno partendo da corpi che avevano forza, elasticità, esplosività e velocità — tutte insieme — irraggiungibili per gli altri. Sono speciali, sicuramente non comuni. Ma non per questo iniqui o illegali. Lo stesso vale per Léon Marchand, Katie Ledecky, Simone Biles che abbiamo visto dominare a Parigi nelle loro discipline. Anche il corpo di Victor Wembanyama è un’opera inedita: 225 centimetri, apertura alare da pterodattilo (quasi due metri e mezzo), gambe lunghissime e un’elasticità fuori dal comune che gli permette di muoversi per il campo come se fosse più basso di 20 o 30 centimetri. È un enfant prodige, certo, ma è anche un freak, il cocco di Madre Natura. Qualcuno ha pensato di escluderlo dai tornei?

Può darsi che Carini ieri sia salita sul ring, come si dice, già sconfitta. Non perché Khelif non dovesse partecipare. Ma perché ricevere alla vigilia di un match i messaggi compassionevoli di chi ti dice spacciata contro un’avversaria che in realtà, seguendo appunto una balla colossale, sarebbe stato un avversario, potrebbe destabilizzare chiunque. Lei dice di no; resta il fatto che i due colpi dell’avversaria Carini li ha sentiti, e ha scelto di fermarsi. Nulla di troppo strano, in realtà: fin qui è un incontro di boxe come un altro.

La forza dei pugni di Khelif è una delle certezze della sua boxe, quella che la rende una delle candidate per l’oro. Ma è un fattore legittimo, che Khelif non si è procurata in maniera subdola o illegale. Dopotutto, ha combattuto diversi incontri e solo Carini si è ritirata contro di lei. L’algerina di certo non è imbattibile e ha già partecipato e perso alle Olimpiadi del 2021. Se avesse avuto un vantaggio tale da renderla insuperabile, forse oggi il suo record sarebbe diverso. E qui si potrebbe aprire un’altra polemica, perché, come scrive Angelo Carotenuto nei suoi articoli su Lo Slalom e su Domani, l’inclusione è accettata solo a patto che l’atleta giudicata “diversa” resti ai margini, se vince diventa un problema. Ma la questione è anche meno sottile di così.

Va ricordato che Khelif è stata ammessa alle Olimpiadi perché rientra nei parametri che danno accesso alle competizioni femminili, come confermato anche dal Cio dopo le polemiche per la sua inclusione. E quindi ha diritto a partecipare. Protestare con lo stesso comitato olimpico poco senso, dal momento che la presenza di Khelif non è stata imposta da nessuno. È sicuramente una questione complessa che non ha ancora trovato una linea comune nel mondo dello sport, diviso in una miriade di federazioni e organizzazioni autonome sul fronte regolamentare.

Negli anni si è trovato un elemento comune per decidere se un’atleta trans può competere come donna o no: il testosterone, che segna la differenza principale tra uomini e donne a livello ormonale. Ma ogni decisione sul tema atterra almeno su due terreni, quello medico-scientifico e quello politico-istituzionale. Sul piano scientifico sappiamo che il testosterone è un parametro piuttosto fallace nel valutare le atlete, nel senso che da solo non permette di individuare una correlazione tra i suoi livelli e i risultati sportivi. Perché ancora non siamo in grado di determinare la memoria muscolare e gli effetti di questo ormone sul lungo periodo. Lo stesso portavoce del Cio Mark Adams ha detto al Guardian: «Tutti vorremmo una risposta unica: sì, no, sì, no, ma è più complesso di così».

L’ultimo studio rilevante in merito, ad esempio, arriva dall’Università di Brighton ed è stato pubblicato sul British Journal of Sports Medicine la scorsa primavera. Il documento spiega che le atlete transgender mostrano una maggiore forza nella presa rispetto alle cisgender, ma una funzione polmonare inferiore, con una quantità di ossigeno utilizzata durante l’esercizio inferiore; le atlete trans hanno anche punteggi peggiori di donne e uomini cisgender in diversi test di salto e sulla potenza della parte inferiore del corpo. Questo aiuta a spiegare perché ci sono pochissime atlete transgender d’élite e le loro scarse partecipazioni a gare internazionali sono state spesso dei buchi nell’acqua, come la sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard, che ai Giochi di Tokyo venne eliminata al primo esercizio con tre nulli.

Le cure ormonali abbassano enormemente le performance e in molti casi chi ha fatto la transizione dopo la pubertà, e quindi ha una struttura fisica tipica maschile, non è necessariamente avvantaggiato. Come dimostra anche il caso della nuotatrice trans Lia Thomas. A livello collegiale è passata dalle competizioni maschili a quelle femminili senza grandi risultati sportivi: alle finali Ncaa di due anni fa vinse una gara e ne perse due, e quella che vinse la chiuse con un tempo di 10 secondi più lento del primato americano detenuto da Katie Ledecky. Difficile pensare che potesse portare in vasca prestazioni da torneo maschile. E seppure ci fosse un vantaggio di qualche tipo, bisognerebbe riconoscere la liceità della partecipazione di un’atleta alle competizioni nel momento in cui questa rientra negli standard richiesti da chi organizza. Altrimenti che alternativa hanno?

Spostare l’asticella del testosterone per creare competizioni più giuste, qualunque cosa si intenda, è una scelta arbitraria e in quanto tale è politica almeno in senso lato: se non rispecchia degli interessi, asseconda dei pregiudizi. Nel 2011 la World Athletics aveva individuato una regola aurea: i livelli di testosterone dovevano essere contenuti entro i 10 nanomoli per litro di sangue in modo continuativo per almeno 12 mesi prima della gara. Questa soglia poi è stata abbassata, forse perché permetteva a troppe atlete transgender di gareggiare tra le donne. Quindi è stata dimezzata, nel 2018 e poi dimezzata ancora, fino a 2,5 nanomoli per litro di sangue, lo scorso anno. La conseguenza di questa strumentalizzazione dei parametri è che sempre più donne non transgender non saranno in grado di rispettare lo standard e dovrebbero rimanere fuori dalle competizioni. In teoria. Solo che queste regole sembrano valere solo per una certa categoria di persone, sono una clava nelle mani delle istituzioni storicamente conservatrici, governate da chi non ha una visione inclusiva dello sport, ma brandisce i regolamenti con l’obiettivo lasciare fuori qualcuno. È la storia di Caster Semenya, quella che alcuni vorrebbero per Imane Khelif. È la storia di Lia Thomas, che a Parigi non c’è perché non ha potuto partecipare alle qualificazioni: non rientrava nei nuovi criteri della World Aquatics, pensati per bandire le nuotatrici trans con segni della pubertà maschile oltre i 12 anni.


https://www.rivistaundici.com/2024/08/02/imane-khelif-pugile-algeria-parigi-2024/

Per tornare sul tema e cercare di non avere un approccio ideologico (ma capisco che per Socrate e amichetti vari è un concetto difficile da comprendere).

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MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 17:40 
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accursio ha scritto:
Scordati i cinque ori di Tokyo.


da mo che li ho accantonati...

accursio ha scritto:
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io lo sono ancora di piu su jacobs, tortu e la velocita in generale...

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MessaggioInviato: ven 2 ago 2024, 18:03 
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Intanto ennesima figuraccia nel pugilato con l'eliminazione di Lenzi ai quarti...e stavolta non si può nemmeno dare la colpa agli arbitri...

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