Salernitano1987 ha scritto:
Brera aveva ragione : Bisogna assecondare il proprio retaggio etnico.
Noi non saremo mai Pasdaran del controllo della palla, che gli Spagnoli portano all'inverosimile per ovviare alla loro mediocrità nella fase di non possesso.
In Italia produciamo un Pirlo ogni 20/30 anni. Quelli hanno Pedri che a 18 anni è titolare nel Barcellona e nella Roja.
Però è una "profezia che sia autoavvera". Nel senso che loro avranno in futuro squadre che giocheranno come la Spagna vista contro di noi proprio perché fin da ragazzini li impostano così, la loro scuola calcistica e il loro credo calcistico ormai sono quelli da un pezzo. Noi invece avremo giocatori difensivamente tignosi e attenti al sodo perché abbiamo un altro tipo di cultura e di impostazione, anche se ormai il calcio si sta globalizzando e queste differenze si attenuano: il vero catenaccio sarebbe improponibile anche in Italia, ormai, tendiamo anche noi verso quella direzione (sia pure mantenendo in parte il nostro marchio di fabbrica e la nostra visione) e la Nazionale di Mancini ne è stato un esempio evidente.
C'è da dire che un tipo di impostazione come la loro favorisce la produzione di giocatori tecnici (perché se la tua attenzione è spasmodicamente incentrata sul palleggio e sul giocare sempre la palla...), così come in passato è stato per Brasile e Argentina – tant'è che nella storia del calcio i maggiori fuoriclasse raramente sono stati italiani, forse il nostro punto più alto fu Meazza – e a questo finora abbiamo cercato di sopperire con altre qualità; appunto grinta, abnegazione, cura della fase difensiva, tattica, spirito di gruppo, ecc. Quindi se la Nazionale di Mancini diventa un modello e fa scuola da noi, magari ne potremmo godere i frutti vedendo sfornare qualche giocatore di qualità in più dai vivai, che spesso è quello che ci è mancato, specie in tempi recenti.