Ecco il testo della cronaca di Renzo De Vecchi sulla partita del River "Il confronto torinese interessava per le divergenti caratteristiche dei due complessi in campo, l’uno formato a mosaico e sistemista, l’altro organico e classicamente metodista. Però la tattica difensiva della squadra argentina, pur mantenendosi elastica come predilige il vecchio metodo, non trascura determinati marcamenti, col terzino destro sul centravanti, col terzino sinistro sull’ala destra, col sostegno destro sull’ala sinistra, il centromediano sull’interno sinistro e col sostegno sinistro sulla mezz’ala destra [ … ]. Niente schemi fissi e prestabiliti come nel sistema, ma soltanto un pronto adattamento tattico alle esigenze della partita, grazie alle prerogative tecniche dei singoli [ … ]. L’attività della prima linea, libera e spigliatissima, è affidata alla intraprendenza ed alla fantasia dei singoli. E siccome la classe è di sigla superiore per almeno tre dei cinque componenti, la manovra che ne deriva riesce fluida ed entusiasmante, con spumeggiare di virtuosismi, grande varietà di palleggi, dovizia di finte e di passaggi imprevedibili di tacco, il tutto non disgiunto da uno spiccato senso pratico [ … ]. Lo spettacolo offerto dal River Plate, per finezza tecnica e fiuto tattico, ha suggerito molte deduzioni, non ultima quella che il sistema e il metodo contano poco quando il complesso dei giocatori è di una classe tale da consentire la più ampia libertà di manovra ed il raggiungimento dei più brillanti risultati. Gli ammiratori del bel gioco [ … ] hanno ritrovato allo stadio torinese della loro squadra la realtà dei loro sogni, in questo cavalleresco River Plate, autentica espressione del giuoco latino, ricchissimo d’estro e di talento, morbido di riflessi, scintillante e realizzatore. Gli assi della compagine argentina sono stati identificati in Soria, Rossi, Jacono, Di Stefano, Labruna e Loustau (anche gli altri però raggiungono un alto livello di classe e rendimento). Il terzino sinistro Soria è un colpitore coi fiocchi e un atleta magnificamente dotato; il centrosostegno Rossi è il vero perno della squadra, il fervido ispiratore delle azioni, l’infaticabile propulsore delle manovre offensive, che all’occorrenza sa prontamente ripiegare. Il sostegno destro Jacono, piccolo di statura ma quadrato e massiccio, è un mastino; esso non rallenta mai la sua azione, che tende di preferenza verso il centromediano, ma con la variante di precisi allunghi al centro-attacco o alla mezza sinistra. Il centravanti Di Stufano, l’interno sinistro Labruna e l’estrema sinistra Loustau hanno fornito un esempio pratico di giuoco vivido, sagace e sconcertante. Tutta una serie di ricami, con finte, scambi, arresti e riprese, il tutto con una spontaneità ed una tempestività da sbalordire [ … ]”. Non so onestamente quanti altri giornalisti italiani abbiano potuto vedere il River della Maquina in azione.
|