comunque mi riferivo più che altro a Grattachecco, che più volte ha definito Galliani un incapace tout-court.
wop82 ha scritto:
A voler esser realmente critici bisognerebbe dire che dal punto di vista dei principi contabili e dell'autonomia economico-finanziaria, anche quando i club milanesi trionfavano, erano gestiti in maniera pessima, oltre a non avere una strategia sostenibile sul lungo termine.
sai, dipende dagli obiettivi.
se per vent'anni la mission è stata "vincere, non importa quanti soldi spendi", direi che non si può imputare a Galliani il fatto di non aver tenuto in ordine i conti, dal momento che non gli è stato richiesto. E col portafoglio gonfio ha vinto più di tutti.
dal 2009 la mission è cambiata (troppo repentinamente e senza coerenza, ma questo è un altro discorso che abbiamo già affrontato) ed effettivamente non si può certo dire che Galliani abbia raggiunto gli obiettivi. Non è stato facilitato dai suoi capi, vedi casi Ronaldinho/Kakà e Tevez/Pato per citare i più clamorosi, ma i suoi errori sono evidenti.
Sulla questione obiettivi sono pienamente d'accordo.
Un amministratore serve a portare a termine quanto richiesto dagli azionisti. Certo lui avrebbe potuto alzare il ditino e far notare che la gestione non era esattamente virtuosa, ma chi glielo faceva fare.
Infine i dividendi del Milan non mai stati di natura finanziaria, ma d'immagine e politici
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