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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 8:39 
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Reg. il: mer 28 lug 2004
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Lotito é finito
Grazie mille. Gloria a iodice.

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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 9:08 
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Reg. il: lun 4 giu 2012,
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Janacek ha scritto:
Lotito é finito
Grazie mille. Gloria a iodice.


mah secondo me invece finira in una bolla di sapone come al solito...

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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 11:25 
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Reg. il: lun 20 feb 2012
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intanto chi " difende " ( :rofl ) lotito ha portato degli argomenti
chi spara a zero invece dice " il sistema è marcio" "come state messi" "avrei criticato anche un altro"
bravi , ma questo non cambia il fatto oggettivo che il bacino di utenza influenza i diritti tv
che non sia il primo dei problemi non significa niente , è ovvio che ci sono prima ben altre cose da risolvere
la prossima volta che leggo quaunto sarebbe bella una serie A con le squadre più importanti me ne ricorderò


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 11:32 
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Reg. il: lun 4 giu 2012,
Alle ore: 15:19
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a me sembra che la cosa piu grave che ha detto lotito non è stata quella se sia piu conveniente o meno economicamente che squadre come carpi o frosinone vadano in A ma che lui lasci intendere che si possa essere in grado di decidere a tavolino chi possa essere promosso e chi no e mi pare strano che nessuno abbia dato abbastanza risalto alla notizia finora...

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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 11:38 
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Reg. il: lun 20 feb 2012
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giusto per citare qualcuno per cui le idee di lotito sono pazzesche

http://www.forum-calcio.com/viewtopic.php?f=22&t=76876&start=70

come si permette l'udinese di andare in champions?
il merito sportivo :roll


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 11:38 
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Reg. il: lun 20 feb 2012
Alle ore: 18:19
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esser ha scritto:
a me sembra che la cosa piu grave che ha detto lotito non è stata quella se sia piu conveniente o meno economicamente che squadre come carpi o frosinone vadano in A ma che lui lasci intendere che si possa essere in grado di decidere a tavolino chi possa essere promosso e chi no e mi pare strano che nessuno abbia dato abbastanza risalto alla notizia finora...


non gli è stato dato abbastanza risalto?
comunque indubbiamente se le cose stessero come dici tu non ci sarebbe alcuna giustificazione , ma prima si deve dimostrare


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 11:59 
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Reg. il: gio 21 set 2006
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Sylvandor ha scritto:
Sux ha scritto:
Quindi il problema non è che un Presidente dice di voler agire nelle sedi opportune (Lega di B) per sfavorire determinate squadre perchè la loro promozione va contro i suoi interessi, ma è che queste dichiarazioni sono state prese a "tradimento"?

Poi a me personalmente di Lotito è sempre interessato poco, quindi mi cambia poco che sia lui e non un altro ad averlo detto.


Ma dov'è che Lotito dice di "voler agire nelle sedi opportune per sfavorire determinate squadre?"

Io vedo un dirigente sconosciuto fino ad oggi, tale Iodice, che oltre ad aver visto fallire diverse società in cui è stato (Gallipoli, Nocerina), pubblica in modo illecito una telefonata con una persona che ha chiamato lui. Ha commesso un reato, perchè senza la magistratura non puoi divulagre nulla, tanto più che NON C'è RILEVANZA PENALE nelle parole utilizzate da Lotito. A me sembra che sto Iodice voglia farsi pubblicità, intanto si è beccato la prima querela dalla Sambenedettese, e penso che ne arriveranno altre.

Sono semplici chiacchiere da bar e probabilmente il 95% dei dirigenti di serie a la pensa come lotito, solo che è stato intercettato (anzi no...) lui. Non ha mai detto che vuole favorire alcuni o danneggiare altri, dove lo avete sentite ste cose. C'è una sindrome di complottismo in italia che è spaventosa.



"Ho detto ad Abodi (presidente della Lega di B, ndr): Andrea, dobbiamo cambiare... Se me porti su il Carpi... Una può salì... Se mi porti squadre che non valgono un c..".

La differenza fra le chiacchiere da bar e le discussioni fra un presidente di A molto vicino al presidente della Lega calcio ed un altro dirigente non te la devo spiegare io.
Poi immagino che tu sei un garantista della prima ora sempre e comunque, giusto?


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 12:09 
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Reg. il: ven 6 dic 2013,
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JC ha scritto:
chi spara a zero ......., "avrei criticato anche un altro"
bravi




per curiosità, visto che in questo caso ti riferisci a me,dove avrei sparato a 0 ?

Almeno io qualche dato sulla Premier,sui ricavi delle Big straniere le ho portate a supporto del mio ragionamento sulla secondarietá del problema bacini d' utenza .

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IO NON VIVO NEL PASSATO MA TRAGGO FORZA DALL'ANCESTRALITA' DEGLI ANNI 80 PER VIVERE IL PRESENTE ED AFFRONTARE IL FUTURO. (epico)


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 13:33 
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Reg. il: mar 3 mag 2011,
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Ragazzi ha fatto un esempio parlando di quelle due società perchè sono in testa alla classifica di b, non ha mai datto che non devono salire in A. Fatela finita con sto complottismo. Ha detto che in questo modo il sistema sta saltando, io mi farei più domande su questo. E se Lotito oggi è finito io sono il primo a godere. Invece questo serve non per parlare male di lotito, che tutti odiano ma i voti in lega ce li ha lui, ma per gettare #@*§ sulla Lazio. Fate fuori lotito non toccate la Lazio.

E vorrei due parole sul fatto che lotito e tavecchio hanno messo nero su bianco riforme che tutti vogliono da anni e che nessuno è mai riuscito a mettere in campo.


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MessaggioInviato: sab 14 feb 2015, 13:35 
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Reg. il: mar 3 mag 2011,
Alle ore: 14:40
Messaggi: 5259
E per tutti quelli che vogliono il sistema premier e lo stile nba, vi riposto questo articolo dettagliato che da ragione a lotito, le frasi fatte contano zero.

Lotito: un americano a Roma

Le parole del presidente della Lazio su Carpi e Latina sono la semplice conseguenza della contraddizione di sistemi incompatibili tra loro. Quello basato sui ricavi, e quello di promozione e retrocessione

Neanche il tempo di terminare la lettura del lancio di agenzia, ovvero del tweet o del post su Facebook, e questa mattina già erano partiti gli insulti a Claudio Lotito, il presidente della Lazio, membro del comitato di presidenza della Federazione Calcio, consigliere federale in quota Lega Calcio. Tra le altre cose, Lotito, nei dialogo telefonico con il direttore generale dell’Ischia, Pino Iodice, registrato da quest’ultimo e pubblicato da Repubblica, ha sottolineato il pericolo derivante dall’eventuale promozione in serie A di squadre come Carpi, Frosinone o Latina, aggiungendo «Ho detto ad Abodi: se me porti su il Carpi... se me porti squadre che non valgono un c... noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?» e «Con la mia bravura ho portato i diritti tv a 1,2 miliardi: se ci portano Latina, Frosinone, chi li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, il Frosinone, il Carpi... e questi non se lo pongono il problema».

Apriti cielo. La facilità di stroncatura e appoggio offerta dai social media - cosa ci vuole a battere un #IoStoCon (o #IoStoContro) seguito da nome di persona? Niente, e fa oltretutto sentire molto nobili - ha immediatamente fatto precipitare il livello del dibattito, sempre che ce ne fosse uno. Dirigente antipatico a mezzo mondo critica squadrina che sta costruendo la cosiddetta 'favola' (cosa sarebbe di questa parola senza il suo abuso da parte dei nostri media)? Come osa? Giù con gli insulti, alla larga riflessioni e analisi.

Eppure è troppo facile così, troppo davvero. Le parole di Lotito non possono piacere, è ovvio. Ma non sono altro che il frutto di una contraddizione pluridecennale che in momenti come questi trova uno sfogo dialetticamente controverso. Non sono passati molti anni, infatti, da quando alcuni dei dirigenti più smaliziati del calcio italiano sventolavano come esempio, come ambizione programmatica, il cosiddetto modello NBA: sapendo di rivolgersi a media impreparati sull’argomento, trovavano facile e acritica eco alle proprie parole e ai propri concetti. Volutamente imprecisi, tanto nessuno se ne sarebbe accorto.

In realtà, questi propagandisti dalla maglia a strisce verticali volevano un compromesso, ma non volevano farlo sapere. Del cosiddetto/presunto modello NBA volevano infatti gli introiti sul fronte televisivo e le opportunità di marketing (per club che consentono la vendita di maglie taroccate al di fuori dei propri stadi?), ma glissavano sul fatto che le leghe professionistiche americane si basano su un concetto che è esattamente opposto rispetto a quelle calcistiche europee, specialmente dell’Europa mediterranea. Ovvero, ricavi di alto livello ma uguali per tutti, e soprattutto ridistribuzione delle ricchezze, senza privilegi per i club più forti o dal bacino di utenza maggiore. Anche perché il sistema americano prevede l’ingresso solo di chi dimostri a priori di avere solidità economica, potenziale media presenze, area di “cattura” di nuovi spettatori, impianti e progettualità a lungo termine. Un Carpi, ma anche un Chievo, non potrebbe mai far parte di una lega professionistica all’americana in senso compiuto, difettando in quasi tutte le caratteristiche sopraelencate.

Ma nelle leghe italiane si entra per merito sportivo, non per parametri, applicati semmai solo post-factum, a capienze e logistica degli stadi.

Per cui ecco la contraddizione di lungo corso cui accennavamo: una lega calcistica moderna non può prescindere da meccanismi e regolamentazioni che portino a innalzarne il livello sui fronti che non vengano messi in discussione da una promozione o di una retrocessione, ma al tempo stesso accoglie una parte dei propri iscritti proprio grazie al sistema medesimo di salita e discesa nate dai risultati sul campo.

Lotito ha dunque parlato come se fosse un dirigente di una lega di modello americano - in cui Carpi, Frosinone, Latina non proverebbero nemmeno a entrare - ma applicando concetti («se me porti su il Carpi...») da lega calcistica tradizionale, in cui una parte fondamentale delle sorti di un club nasce dai risultati sul campo (o quasi, vedi Calciopoli, in cui tra l’altro fu coinvolta anche la Lazio). Da qui lo scandalo e le polemiche: su Lotito, reo di avere pronunciato quelle frasi, che rappresentano però il parere, quasi certamente, della stragrande maggioranza dei club di serie A.

Anche qui però c’è una contraddizione, l’ennesima: sul piano sportivo, a Juventus o Roma non può che far piacere incontrare due volte l’anno il Carpi o il Latina, squadre presumibilmente non attrezzate per rubare (?) punti alle grandi, mentre sul piano logistico e commerciale (oltre che televisivo) giocare in stadi piccoli e spesso vuoti porta solo a danni, anche sul fronte dell’immagine.

E se per evidenziare la contraddizione che porta a ragionamenti come quelli di Lotito, ispidi ma nati da una logica, non è calzante l’esempio americano, si può ricorrere a quello della Premier League, che è una sorta di via di mezzo. Lassù, ovviamente, si arriva nella massima serie tramite promozione, e se ne esce tramite retrocessione. Ma anche in un campionato dove sono presenti squadre con stadi da 76.000 e altre con impianti da 23.000 una parvenza di equilibrio è data da una ridistribuzione degli introiti televisivi più equa di quella italiana: lo scorso anno il divario tra il club in testa alla classifica dei ricavi e quello all’ultimo posto è stato solo di 1,57, ovvero per 100 sterline ricevute dal 20°, 157 sono finite al 1°. Tanto, ma non tantissimo, e comunque meno che altrove.

Questo permette anche a una classe media di svilupparsi e - posto che le scelte di mercato siano sagge - di mantenersi a galla nel bene o nel male, al di là del forte indebitamento di alcune società dopo scelte edilizie e strategiche rischiose. Ne parleremo presto in una serie di speciali chiamati Lost Souls, ma la forza del calcio di Premier League sta nel consolidamento di realtà altrimenti soggette a troppi pericoli. Queens Park Rangers-Leicester City, quest’anno, ha avuto 18.054 spettatori, in Premier League; lo scorso anno, in Championship ovvero un gradino più in basso, ne aveva avuti 17.713; e se si giocasse ancora in Championship, nel 2015-16, ne avrebbe 16.000 o 17.000. Una differenza irrisoria: con un sistema sufficientemente solido, una promozione o una retrocessione incidono relativamente poco sulla struttura di un club, al di là del minimo di 99 milioni di sterline annui che il nuovo contratto televisivo porterà, ed è il motivo per cui un influente dirigente di Premier League potrà anche sperare di vedere promossi lo Sheffield Wednesday o il Leeds United, cioé squadre di grande seguito, ma non trema al pensiero che al loro posto salgano Burnley o Reading, perché è raro che club del genere importino un basso livello organizzativo o agonistico. Insomma, ad eccezione delle 4-5 grandi, perennemente stabili, il calcio inglese può esprimere a rotazione 20-25 club in grado di militare nella massima serie senza danneggiarne immagine e solidità, ed è questo il più grande risultato esteriore raggiunto lassù.

E attenzione, casomai venisse una certa tentazione: quando parliamo tutti - a ragione - della magia della FA Cup, della bellezza di confronti tra Cambridge United e Manchester United, ricordiamo che si tratta di occasioni saltuarie che proprio in quanto tali costruiscono una narrativa e un epos particolare. Ma nemmeno i più illuminati dirigenti di Premier League vorrebbero misurarsi ogni settimana con la squadrina da 6000 spettatori e con gli spogliatoi da oratorio. E se lo ammettessero, non sarebbe un insulto.
di Roberto Gotta

fonte foxsports


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