Francesco82 ha scritto:
In parte concordo con ciò che dici, chi vince ha sfruttato meglio le regole del gioco e alla fine, in questo senso, ha meritato.
Ciò che resta negli occhi degli appassionati, però, più che la vittoria in sé è il modo in cui ci arrivi. Perché diversamente potremmo tutti fregarcene di 'sto sport, aspettare giugno e guardare l'albo d'oro: il nome indicato è il migliore e quindi ha meritato e quindi chissenefrega del resto.
Come in molte altre cose della vita, il percorso è la parte migliore, e tutte le squadre leggendarie sono tali non solo per i trofei, ma anche per come li hanno conquistati.
Da questo punto di vista, del Chelsea fra qualche anno non fregherà nulla a nessuno, tolti i suoi tifosi, perché in quelle partite si è vista "solo" una squadra di carattere capace di sfruttare al meglio ogni circostanza favorevole.
Sono d'accordo, ma questo non vuol dire che abbiano senso frasi del tipo: "Abbiamo perso ma non lo meritavamo, perché abbiamo costruito più palle-gol, abbiamo attaccato di più, abbiamo preso due pali e cinque traverse ecc."
Bisognerebbe sgombrare il campo da ogni discorso incentrato sui "meriti", perché è solo un comodo alibi abusato dagli addetti ai lavori per giustificare le proprie mancate vittorie.
La squadra che davvero
merita di vincere è quella che vince nella realtà. (Purché lo faccia in modo regolare.)
Come diceva Franco Rossi, il calcio non è la ginnastica artistica: non c'è una giuria che decide chi è stato più elegante, preciso, conforme a determinati schemi.
L'unico "merito" è buttarla dentro una volta in più degli avversari.
(O subire un gol in meno, secondo la scuola critica "femminista" breriana...)