ciccio graziani ha scritto:
AJeX-97 ha scritto:
Per me la cosa veramente da suicidio è che l'Ungheria non ha più avuto occasioni, a quest'ora ci saremmo trovata con una vera e propria nobile decaduta, con una stella sulla maglia e una formazione di livello molto basso (l'Italia del 2010 in misura minore più o meno

), una specie di Pro Vercelli, e questa è la cosa che mi fa rosicare come un castoro quando ci penso, alla fine il Brasile s'è rifatto e sono i pentacampeones, mentre l'Ungheria non è nulla, una stella sulla maglia poteva cmq far prendere tutt'altra piega al movimento ungherese degli ultimi 50 anni.
E poi dai la clamorosità sta nel fatto che il Brasile era in casa e a loro piace fare i melodrammatici.
Questo anche per causa del regime comunista che dopo la repressione del 1956 obbligò i vari Puskas, Czibor, Kocsis ad emigrare, forse nel 1958 quell'Ungheria avrebbe potuto ottenere la rivincita (anche se quel brasile era forse superiore). Di quello squadrone restarono soltanto Boszik e Grosics che furono in campo anche nel 1962 a mondiali cileni...
x Marco Bode: ritengo Hidegkuti un grande giocatore ma non un fuoriclasse, in quel ruolo spesso Sebes gli preferiva Palotas...
Non è proprio esatto, Sebes trovò la chiave del gioco con Hidegkuti al posto di Palotas. L'Ungheria non riusciva a decollare alla fine degli Anni 40, Sebes non era convinto della disposizione dell'attacco. Il candidato numero uno era il grande Bamba Deak, però epurato dal regime. Occorreva trovare una soluzione: Palotas, pur avendo eccezionali medie realizzative, non convinceva Sebes. Che ripiegò su Hidegkuti. Ma quest'ultimo era un'ala destra in origine e mal si adattava al ruolo di centravanti arretrato che Sebes aveva studiato per lui. In più, sembrava ci fosse un problema di testa: Hidegkuti sembrava avere paura quando vestiva la maglia rossa della nazionale e non riusciva così a rendere al meglio. Alla vigilia di una tournèe in Finlandia, Sebes annunciò la formazione con il tridente Kocsis-Palotas-Puskas scelto per scendere in campo dal via. All'ultimo momento un impegno improvviso costrinse Sebes a rinunciare alla trasferta. Diede così le direttive al suo vice Mandi e a quest'ultimo (e a Puskas, che come dice epico era il “re” della squadra) diede una busta, pregando loro di aprirla solo negli spogliatoi, prima del match. Puskas e Mandi eseguirono e aprirono la busta poco prima del fischio iniziale: dentro c'era scritto “centravanti al posto di Palotas giocherà Hidegkuti”. Mandi fece così chiamare Hidegkuti di tutta fretta, quest'ultimo scese dalle tribune, si cambiò, giocò e segnò due reti. Da quel momento non ci fu Ungheria senza Hidegkuti e nelle migliori occasioni, lui divenne un punto di riferimento imprescindibile, il “mago” offensivo della squadra, il regista di tutta la manovra. Lo stesso Hidegkuti spiegò il perché di un così straordinario e repentino cambiamento: «La sera prima, convinto di non giocare, mi coricai tranquillo e riuscii a dormire». La sua era soprattutto una paura psicologica. Vinta quella, l'Ungheria divenne Grande e innovativa, con il suo famoso attacco a M, con Hidegkuti alle spalle dei due interni Kocsis e Puskas.