La lotta contro il doping ha subito ieri un duro colpo: Andrus Veerpalu, il più grande specialista della tecnica classica del nuovo millennio, trovato positivo ormai due anni fa alla vigilia dei mondiali di Holmenkollen, è stato scagionato dal TAS per “vizi procedurali”.
Positivo due anni fa. Ricapitoliamo i fatti: alla vigilia dei mondiali di Holmenkollen, Veerpalu annuncia improvvisamente il ritiro dall’attività agonistica, decisione sorprendente in quanto il fuoriclasse estone sarebbe stato uno dei possibili favoriti nella 15 km a tecnica classica, la “sua” gara, quella che in carriera gli ha regalato due ori olimpici (Salt Lake City 2002 e Torino 2006) e uno mondiali (Liberec 2009). Poche settimane dopo esplode la bomba: Veerpalu è risultato positivo all’ormone della crescita in un test antidoping effettuato a fine gennaio. L’estone probabilmente, per evitare scandali ed espulsioni, aveva così deciso di ritirarsi prima del grande evento.
Veerpalu innocente? Veerpalu si è sempre dichiarato innocente, tanto che le sue dichiarazioni immediatamente dopo la sentenza sono eloquenti: “Sono contento che sia stata fatta giustizia, anche se nessuno potrà cancellare quello che ho passato negli ultimi due anni”. Veerpalu in patria è un eroe come potrebbe essere in Italia un Alberto Tomba o un Marco Pantani, senza stare a scomodare i calciatori miliardari. La fiducia di due milioni di persone (tanti sono gli abitanti della repubblica ex sovietica) era stata tradita dal suo campione più amato, che adesso può tirare un sospiro di sollievo.
Il Milan andava da Fuentes?
Veerpalu alle Olimpiadi. La squalifica di Veerpalu è stata immediatamente cancellata: i tre anni di sospensione sarebbero scaduti esattamente il giorno della conclusione delle Olimpiadi di Sochi. Adesso l’estone ha la possibilità di tornare addirittura per i Giochi, anche se a 42 anni è difficile immaginarlo competitivo in uno sport in continua evoluzione e nel quale scalpitano ragazzi che potrebbero essere suoi figli. Più probabile che metta la sua esperienza al servizio di una qualche squadra, magari proprio quella estone che da quando ha perso lui, Jaak Mae e Kristina Smigun di fatto è praticamente scomparsa dal circus.
Il fallimento del test contro l’ormone della crescita. La notizia, al di là della fiducia e della credibilità ritrovate da Veerpalu, è però un colpo bassissimo alla lotta contro il doping. L’ormone della crescita è infatti una delle sostanze più difficili da individuare, nonché una delle più usate da coloro che praticano sport di fatica e resistenza. Se il test al quale Veerpalu era risultato positivo non può garantire l’effettiva presenza di HGH nel corpo umano (la sentenza dichiara esplicitamente che “il test non è riuscito a soddisfare il livello di prova per evitare il rischio di falsi positivi“), ecco che le possibilità di “barare” aumentano a dismisura. E per tentare di scovarla bisogna ricominciare da capo, dando la possibilità a diversi atleti di poter assumere questa sostanza illecita senza possibilità di essere scoperti per chissà quanto tempo. Insomma, accettiamo il verdetto e “ripristiniamo” Veerpalu fra i monumenti dello sci di fondo, ma attenzione ai numerosi bluff ai quali andremo incontro prossimamente e non solo in questo sport.
http://teladoiolamerica.net/2013/03/27/ ... umere-hgh/Notizia pazzesca e clamorosamente taciuta dai media italiani