Per chi ha visto il finale di Fringe, ho trovato questo post molto interessante e praticamente concordo in tutto:
Secondo noi tutta la serie si basa sull'affermazione di un concetto, solo all'apparenza banale e contraddittorio: esiste il libero arbitrio, ma nessuno di noi ha la libertà di modificare il proprio destino. L'universo (inteso come insieme di tutti i possibili universi paralleli e linee temporali) non evolve in modo casuale, ma secondo un'armonia (una "logica divina" direbbero i credenti) che tende sempre al costante riequilibrio. Questo concetto è rimarcato dalle parole finali di Walter: "la natura odia i paradossi e tende sempre a rimediarvi" e lo possiamo constatare in tanti episodi che hanno caratterizzato tutta questa serie, ne cito giusto alcuni:
- il piano fallito di William Bell di distruggere l'universo per crearne uno nuovo (nessuno di noi può decidere del destino dell'universo, sarebbe paradossale, coerentemente con la logica di "libero arbitrio" che ho spiegato prima)
- la sopravvivenza di entrambi gli universi paralleli (rosso e blu) nonostante Peter abbia azionato la macchina che in teoria avrebbe dovuto distruggerne uno (idem come sopra)
- la "morte" di Olivia nella terza stagione, necessaria per contrastare il piano di Bell (era destino infatti, come aveva predetto Settembre, che Olivia "morisse" in ogni caso per rimettere le cose a posto in quella linea temporale)
- la morte di Settembre, necessaria per permettere a Walter di resettare il tempo accompagnando il bambino-osservatore nel futuro (era destino che fosse Walter a farlo, come gli aveva preannunciato il bambino stesso)
- la disfatta degli Osservatori grazie alla sopravvivenza del bambino-anomalia (era destino che accadesse, ma anche "logico" per non incorrere in un nuovo paradosso, nonostante la probabilità dello 0,0001% di successo, come avevano calcolato loro stessi nel futuro)
Questi ed altri eventi sono serviti agli autori per dimostrarci che al di là dei calcoli probabilistici, della fredda logica e razionalità, della spietata sete di conoscenza umana e del nostro desiderio di onnipotenza (il "non aver paura di oltrepassare il limite", motto di Bell e Walter prima della sua "redenzione", ma anche il piano freddo e razionale degli osservatori del futuro ne sono chiari esempi) le nostre vite, o meglio i nostri destini, sono segnati. Ed il bambino-osservatore, super evoluto sia dal punto di vista dell'intelligenza razionale che di quella emotiva, sembra voler simbolicamente insegnarci che nessuno può modificare il destino dell'universo. Il suo gesto di far silenzio rivolto ad Olivia sembra confermare ciò, come se le avesse voluto dire che l'indicazione su cosa fare le sarebbe comunque arrivata perchè erano predestinati a rimettere le cose a posto (infatti Astrid ha l'illuminazione proprio in quel momento). Inoltre, gli autori ci fanno capire che il bambino indica sia a Nina che a Walter tramite una comunicazione emotivo-telepatica che non dovranno affatto preoccuparsi delle sorti dell'universo, poichè il piano messo a punto dagli Osservatori in un modo o nell'altro fallirà e l'equilibrio verrà ripristinato. Ne è certo, anche se forse non può sapere cosa accadrà esattamente nei dettagli. Molti questa certezza, contro ogni logica e probabilità matematica, la chiamano "fede" o "speranza"... ed il bambino-osservatore direi che la impersonifica alla perfezione.

La serie termina con un apparente paradosso non risolto: vediamo la scena finale in cui dopo il reset del tempo Peter si ritrova con Olivia e la figlia Etta al parco. Tutti ci siamo chiesti: come è possibile che Peter si trovi con Olivia nell'universo blu se Settembre a quel punto non è mai esistito? E' molto semplice: nessuno di noi in realtà sa cosa sarebbe realmente accaduto se Settembre non avesse distratto Walternativo nell'universo rosso la sera della scoperta della cura. Possiamo solo dedurre che, senza la modifica introdotta da Settembre, Walternativo avrebbe sicuramente scoperto la cura per salvare suo figlio. Stop. Non sappiamo se poi ci sarebbe realmente riuscito, ovvero se era suo destino riuscirci. La risposta in realtà ce l'abbiamo proprio con il finale di Fringe: siccome gli autori ci fanno vedere Peter in compagnia di Olivia nell'universo blu allora dobbiamo dedurre che Walternativo, pur non essendo stato distratto da Settembre, non è riuscito a salvare Peter (il classico "imprevisto" di cui la nostra logica razionalità non tiene mai conto

) e quindi è intervenuto Walter che ha varcato la soglia e ha "rapito" Peter per salvarlo da morte certa. I due non sono quindi annegati nel lago perchè il loro destino era di sopravvivere ed il paradosso non c'è, come ci mostra il finale di questa splendida serie.
