Il ritorno degli Zar: storie di rubli, mal di pancia e top player 04.09.2012 15.20 di Andrea Losapio Twitter: @losapiotmw © foto di Giuseppe Celeste/Image Sport Hulk e Axel Witsel. Due calciatori così diversi, ma con una storia molto simile fra loro, almeno nell'epilogo della propria avventura nella Superliga: pagati, poco, rispettivamente dal Porto e dal Benfica sono stati ceduti, a molto, allo Zenit di San Pietroburgo. Operazione da ottanta milioni di euro, con il brasiliano valutato circa 48 - il Chelsea aveva aggiunto un accordo a inizio mercato per il suo approdo, salvo poi virare su altri obiettivi - e il belga 32, un solo anno dopo l'arrivo a Lisbona. Hulk è stato uno degli uomini mercato e lo Zenit aveva già pronta l'offerta da tempo. L'attaccante verdeoro, che ora formerà un triangolo acuminatissimo con il miglior giocatore russo attualmente sul mercato (Kerzhakov) e mister 30 milioni di euro subito dopo la conquista dell'Europa League (Danny). Vien da sé che sia difficile pronosticare quello che tre giocatori di questo calibro possano fare davanti, soprattutto contro un Milan orfano di Thiago Silva e Nesta. Un bel banco di prova per tutti. Axel Witsel è stato, da tempo, segnalato come uno dei migliori prodotti del calcio belga degli ultimi decenni. Capace di attaccare e difendere allo stesso tempo, è un centrocampista box to box - da area ad area, letteralmente - che spesso finisce sul tabellino dei marcatori. La Roma lo voleva seriamente, qualcuno ha provato anche ad accostarlo ai giallorossi ma a certe cifre era davvero improponibile. Anche perché il Benfica, non più tardi della stagione scorsa, aveva concluso il suo acquisto per 13,5 milioni di euro e nessuno aveva intenzione di dargliene di più. Logica conseguenza che non potesse davvero sbarcare in Italia. Questa situazione è lo specchio più fedele della realtà che vive il calcio del Belpaese, quello che nei primi anni novanta faceva incetta di campioni - anche strapagandoli, in certi casi - salvo poi arrendersi a una recessione fortissima nel nostro paese. Incapace, fra le altre cose, di esportare a prezzi dignitosi: Alexis Sanchez e Pastore a parte, le grandi squadre estere vanno a cercare giocatori da Porto e Benfica, botteghe carissime che però riescono a commerciare e sponsorizzare meglio il loro prodotto. Hulk e Witsel quindi affascinati dal potere abbacinante del rublo, in una stagione che li vedeva già protagonisti sul mercato. Il mal di pancia di Cristiano Ronaldo difficilmente lo porterà all'Anzhi, ma c'è da farsene una ragione: i top player non vivono più in Italia, e difficilmente lo faranno per un po' di tempo. CR7, d'altro canto, avrebbe comunque più possibilità di finire in Daghestan: e lo chiamiamo campionato minore. Rispetto a chi? tmw

Da leggere e rileggere, grande Losapio (che peraltro conosco).