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 Oggetto del messaggio: Ferenc Puskas
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Il sinistro più terrificante dell'umanità, un repertorio tecnico eccezionale, una carriera lunghissima e costellata di successi di ogni tipo (gli manca solo il titolo mondiale, che i tedeschi gli tolsero non senza polemiche), protagonista in sole tre squadre in tutta la carriera, ma tutte e tre capaci di illuminare la scena del calcio come mai era stato prima. Questo è stato Ferenc Puskas.

Nasce il 2 aprile 1927 a Budapest come Purczeld, ma nel 1937 il padre decide di cambiare il cognome della famiglia. Cresce nella Honved, la squadra dell'esercito, e a 16 anni debutta in prima squadra. Fin dagli esordi è già un fenomeno: dribbling stretto, sinistro al fulmicotone, visione di gioco, personalità, tiro. Ha tutto per diventare un gigante. Puskas scala presto tutti i gradi dell'esercito: prima sottotenente, poi capitano, maggiore e colonnello, che diventerà uno dei suoi soprannomi. Con la Honved fa sfracelli: vince 6 titoli nazionali, conquista 4 volte la classifica dei marcatori (nel 1947-48 arriva alla mostruosa cifra di 50 reti - in tutto chiude a 352 in 341 partite, spalmate su 12 stagioni), ma soprattutto si fa portatore, insieme ai compagni, di un calcio nuovo, destinato a cambiare il calcio. Prima del Santos di Pelè e dopo il Torino di Mazzola, anche la Honved di Puskas organizza delle tournèe in giro per l'Europa, incantando e vincendo, in un'epoca che è ancora priva di competizioni internazionali per club.

In compenso, con i Mondiali brasiliani del '50 sono riprese le competizioni per le nazionali. Da stella della Honved a guida dell'Ungheria, il passo è breve. Puskas debutta in nazionale nel 1945, segna 84 reti in 83 partite e si rende protagonista di imprese memorabili. Realizza due reti contro l'Inghilterra a Wembley e la prima è ancora ricordata come una delle più belle di ogni epoca: finta a Billy Wright, palleggio dal destro al sinistro senza far toccare terra al pallone, missile scagliato nell'angolo opposto della porta di Merrick. Nella Coppa Internazionale vinta nel '53, Puskas si laurea capo-cannoniere con 10 reti ed è uno dei protagonisti anche della meravigliosa cavalcata che porta gli ungheresi a fregiarsi dell'oro olimpico nel '52 (battuta in finale la Jugoslavia per 2-0). L'Ungheria resta imbattuta per 4 anni e mezzo, dal '50 al '54, disintegrando il precedente record dell'Italia Anni '30. L'imbattibilità cade contro ogni pronostico nella finale del Mondiale '54, con la Squadra d'Oro sconfitta 3-2 dalla Germania Ovest. Puskas, nonostante una caviglia gonfia, è il migliore dei suoi: segna una rete e ne infila pure un'altra, annullata inspiegabilmente.

La sconfitta mondiale segna nello spirito il progetto rivoluzionario dell'Ungheria. Un'altra rivoluzione, quella del popolo magiaro nel '56, schiacciata nel sangue dai carrarmati sovietici, porta alla fine di quel meraviglioso progetto. Puskas è in tournèe all'estero con la Honved e decide - come molti suoi compagni - di non rientrare. La Federazione Ungherese squalifica i fuggiaschi e la Fifa è costretta a confermare il veto: nessuno di loro potrà più giocare a calcio, all'Est come all'Ovest. Puskas scende in Italia, a Sanremo, e medita il ritiro. Ma c'è un Paese, la Spagna franchista, che non intrattiene rapporti diplomatici nè con l'uno nè con l'altro blocco, chiamando a sè gli esuli ungheresi: è il Real Madrid a scommettere forte su di lui, non riuscendo a scritturare l'astro nascente Pelè.

Siamo nel 1958. Il Colonnello ha 31 anni, presenta una fiera pancetta e in molti lo danno per bollito. Il Real detta legge in Europa da oramai tre stagioni: il suo comandante, in campo e fuori, è Alfredo Di Stefano. Chi si adegua, trova la gloria. Chi non lo fa, viene liquidato a tempo di record. Puskas, a differenza del brasiliano Didì, capisce come funziona e trova con Di Stefano un'intesa mirabolante. Insieme diventano la coppia più micidiale mai vista su un campo di calcio. Al primo anno, Puskas vince subito la Coppa dei Campioni e si ripete la stagione successiva, nel 1959-60, con 12 reti complessive - che gli valgono il titolo di capo-cannoniere dell'edizione - e 4 in finale (record tutt'oggi imbattuto) nel 7-3 all'Eintraht Frankfurt. Quell'anno vince anche la classifica capo-cannonieri della Liga e la Coppa Intercontinentale. Con il Real, Puskas conquista altre 3 volte il titolo di Pichichi (in tutto in maglia merengue realizza 157 reti in 182 partite), 5 campionati spagnoli e sfiora altri due successi in Coppa Campioni, fermato in finale prima dal Benfica e poi dall'Inter. A 40 anni conclude la sua avventura madridista e si ritira.

Da allenatore, vince due titoli greci con il Panathinaikos (perdendo nel '71 la finale di Coppa Campioni contro l'Ajax di Michels) e uno australiano. Smette nel '93 dopo aver guidato per un breve periodo la sua Ungheria. Nel 2002, lo stadio di Budapest, il Nepstadion, viene intitolato a lui. Puskas muore il 17 novembre 2006, dopo una lunga malattia.

Il francese Kopa, che gli ha giocato a fianco al Real Madrid, lo ha indicato come il più forte giocatore da lui mai veduto. Adalberto Bortolotti ha scritto: «Se si volesse costruire pezzo per pezzo il giocatore ideale, suo sarebbe il piede sinistro». Per molte corrente di pensiero, Ferenc Puskas è ancora oggi il più grande calciatore europeo di ogni tempo, anche se la maggioranza degli storici tende a mettergli davanti l'olandese Johan Cruyff, più vicino a noi nel tempo e dotato di maggior appeal mediatico. Le classifiche - come sempre - lasciano il tempo che trovano, perché un giocatore come Puskas, che per 20 anni ha modellato il calcio da protagonista assoluto in tre delle più straordinarie squadre di sempre (Honved - Ungheria - Real Madrid) non è catalogabile. Lui è stato semplicemente il Calcio.

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«...ricorda che se anche i nostri dirigenti ci danno per spacciati e dicono che sarebbero contenti anche se perdessimo 4-0, a me non interessa. Io oggi scendo in campo per vincere e voglio che quelli che scendono con me oggi abbiano lo stesso obiettivo. Se vedo qualcuno che non combatte questa battaglia, alla fine della partita dovrà vedersela con me. Fatti forza Ruben, quei duecentomila là fuori non giocano, guardano solamente».

Il capitano Obdulio Varela al giovane Ruben Moran prima della finale del Mondiale 50, Brasile 1 Uruguay 2


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Questa la mia scheda su di lui.



Ferenc Puskas

2/4/1927 Ungheria.

Eta': 26 - 167 cm.

Nazione : Ungheria.


Seconda punta/ centravanti/ trequartista centrale.

N.110


Ferenc Puskas è considerato il miglior giocatore ungherese di tutti i tempi e tra i primissimi
della storia del calcio mondiale , c'e anche chi lo considera il miglior giocatore mai apparso
sulla faccia della terra.
Puskas e' una stella cometa che attraversa la storia del calcio.
A 16 anni è titolare (mezzala sinistra) del Kispest, la squadra allenata dal padre...i tifosi
gli costruiscono un tappetto rosso solo per lui , per quando deve scendere in campo.
Nel 1943 passa alla Honved. Nel 1945 debutta in nazionale e va subito in gol.
Il suo bagaglio tecnico è immenso.
La sua carriera, anche militare, è fulminea. Puskas, senza mai entrare in una caserma, senza mai imbracciare
un fucile, sale tutti i gradi: capitano, maggiore e infine colonnello.
Nella Honved e in nazionale è il numero uno assoluto.
Un autentico fuoriclasse con l’aggiunta di un naturale e immenso carisma che lo consacra capo dello spogliatoio.
Puskas, usando il solo piede sinistro, riesce a colpire il pallone con un’incredibile potenza e precisione.
E' considerato il miglior tiratore della storia del calcio , inquadra la porta da qualsiasi posizione , il suo
sinistro e' un'arma terrificante , i suoi tiri sono cannonate che non lasciano scampo , ma anche sul piano tecnico
il suo sinistro non ha rivali.
Piomba in area come una belva usando la potenza e la destrezza , lo scatto e la fantasia , la tecnica e l'astuzia.
E’ il cervello del gruppo, sa concludere , ma ha anche l'intelligenza e la genialita' del suggeritore , mitici
i suoi assist filtranti , possiede il dono del regista sontuoso.
Puskas rende la Honved la squadra di club probabilmente piu' forte del mondo , ma purtroppo ancora non esistevano
le coppe , con il club ungherese vince 6 campionati aggiudicandosi per 4 volte il titolo di capocannoniere.
In totale giocò 354 partite nella serie A ungherese, segnando ben 357 gol.
Giocò nella Nazionale ungherese dal 1945 al 1956, segnando 83 gol in 84 incontri, record ungherese e record tra tutte
le grandi nazionali.
Quella grande Ungheria gioca con il W M..il centravanti arretrato Nandor Hidegkuti crea gli spazi risucchiando i centrali
avversari per quelle che sono le vere bocche da fuoco della squadra : Puskas e testina d'oro Sandor Kocsis che risolvono
tutte le azioni , Puskas quelle di piede e Kocsis quelle di testa.
Con L'Ungheria rimase imbattuto per 4 anni di fila dando con la sua squadra lezioni di calcio e spettacolo leggendari
su tutti i campi .
Vinse le olimpiadi del 1952 da massimo protagonista.
Nel 1953 L'Ungheria vince anche la coppa internazionale , una sorta di Europeo ante litteram.
Nel Novembre 53 gli allora imbattuti sul suolo interno inglesi organizzarono un'amichevole a Wembley tra l'Inghilterra e
L'Ungheria , sara' un' umiliazione per gli inglesi che vengono sconfitti per 6-3, ma lo scarto sarebbe potuto essere di 10 gol
visto il giuoco espresso in campo dai magiari ,
in quella partita PUskas segna anche uno dei piu' bei gol della storia del football.

L'evento, comunque, fu sensazionale. Una partita senza precedenti in cui, secondo le testimonianze, l'intensità fu tale
che la palla non uscì fuori dal terreno di gioco per tutto il primo tempo tranne in occasione dei gol.

Pochi mesi dopo la rivincita a Budapest , gli inglesi vengono asfaltati per 7-1....tra tutte e due le sfide il colonnello
segna 4 gol.
Sia L'Ungheria che la Honved vengono invitate in tutto il mondo a fare amichevoli
e le folle accorrono da tutti i lidi per vedere un calcio di un' altra galassia , e' cosi anche per l'inaugarazione dello stadio
olimpico di Roma dove L'Ungheria batte l'Italia 3-0 con 2 gol di Puskas.
Per i Mondiali del 1954 L'ungheria e' quindi la normale grande favorita , nelle prime 2 partite contro la Corea del Sud
e la Germania Ovest gli ungheresi vincono con caterve di gol e Puskas va sempre a segno , ma nel secondo match contro i teutonici
il rude difensore Liebrich entra proibitoriamente su Puskas procurandogli un serio infortunio alla caviglia che lo toglie
dal campo.
Gli Ungheresi arriveranno non senza fatica alla finale anche senza il loro capitano , la finale e' propio contro i tedeschi,
Puskas che comanda piu' ancora dell'allenatore Sebes decide di essere guarito e di poter giocare la finale , Sebes non puo'
far altro che accettare la decisione del suo capitano , Puskas va subito in gol nei primi minuti e l' Ungheria va presto
avanti di 2 gol...ma i tedeschi piano piano incredibilmente rimontano , mentre appare evidente che l'infortunio di Puskas
non e' assorbito e il colonnello comincia a zoppicare penosamente in campo..non aiutato neanche dal tempo che ha reso il
terreno fradicio di pioggia.
I tedeschi si portano sul 3-2...Puskas
in extremis trova la forza di agguantare il pareggio che viene annullato per dubbio fuorigioco..E' LA FINE...incredibilmente
la squadra piu' forte del mondo...ricordata ancora oggi da molti come la nazionale piu' forte di tutti i tempi crolla propio
sul momento piu' bello.
Nel 1956 i carri armati sovietici invadono l'Ungheria , Puskas in tourne' all'estero non tornera' piu' in patria , la Fifa
lo squalifica per 2 anni che passa in Italia a Bordighera.
Nel 1958 a 31 anni , dopo 2 di inattivita' e 20 kg in piu' viene acquistato dal Real Madrid , Puskas si mette di buona lena
ad allenarsi , dimagrisce e torna ad essere un giocatore...non ha piu' la mobilita' dei tempi d'oro ma mantiene ancora un buon
scatto sul breve , il genio , la tecnica e il suo sinistro devastante , oltre al fiuto per il fondo della rete e l'intelligenza.
viene messo a giocare da prima punta.
I tifosi lo ribattezzano “El Canoncito bum”, i compagni “Cicle”, gomma da masticare, per quell’arte, tutta sua, di tenere
la palla incollata al piede.
Con la squadra spagnola vinse sei campionati e tre Coppe dei Campioni negli anni 1959, 1960 e 1966.
Nell'edizione del 1960, nella quale gli spagnoli si imposero all'Eintracht Francoforte per 7-3, Puskas segnò 4
reti nella finale, cosa non riuscita a nessun altro calciatore nella storia della Coppa dei Campioni.
Da segnalare anche la sua tripletta nella finale di coppa campioni persa nel 1962 contro il Benfica.
E' capocannoniere della liga per 4 volte e vince anche la prima edizione della coppa intercontinentale da massimo protagonista
nel 1960.
Venne naturalizzato spagnolo e giochera' con le furie rosse 4 partite disputando anche i Mondiali cileni del 1962.
Con il Real Puskas gioca sino a 39 anni.
In maglia bianca gioca e segna ( solo considerando la liga ) 179 partite e 155 gol.
Nel 1966, il colonnello Ferenc Puskas si ritira dal calcio giocato.
Di lui Alfredo Di Stefano disse << e' il miglior giocatore del mondo , ricevuta la palla nei pressi dell'area mi guarda e mi dice :
<< Gol >> ed esplode un terrificante tiro imprendibile per potenza e precisione>>.

Luis Miramontes Suarez, recentemente eletto miglior calciatore spagnolo del secolo, parlando di lui si infervora e ricorda :

"Puskas giocava nel Madrid, io nel Barcelona, ma era stato naturalizzato spagnolo dopo la rivoluzione ungherese ed abbiamo
giocato assieme in nazionale :mai visto uno che tirasse come lui !
Alla fine dell’allenamento rimaneva ad allenare i portieri calciando dal limite dell’area : uno spettacolo, trovava sempre
la porta; gridava –‘derecha media!’ – e un bolide si insaccava a mezza altezza sulla destra -‘izquierda baja’- e con un
rasoterra impressionante impegnava il portiere sulla sinistra ! Mai visto nulla di simile né prima né dopo !" .
Luis Suarez Miramontes raccontava queste cose in una puntata di "Sfide" e proseguiva accalorandosi come un qualsiasi
innamorato di calcio : "Una volta mi disse –‘Gallego’- mi chiamava così e anche Amancio perché venivamo da La Coruna in
Galizia- ‘vieni che ora vamos a picchiare il palo …’ e da venti metri cominciò a tirare verso la porta e su venti tiri
colse i pali o la traversa forse diciotto volte !!".
Luis Suarez Miramontes ha raccontato così la sua storia e nei suoi occhi, gli occhi di colui che è stato il miglior
calciatore spagnolo di sempre, di colui cui volevano seriamente dedicare una vetrata nella Sagrada Familia, erigenda
cattedrale di Barcellona, c’è ancora oggi, quasi cinquanta anni dopo, la stessa meraviglia e scuote la testa e apre
le braccia come a dire "io l’ho visto".
Il capitano inglese Billy Wright dopo essere stato umiliato sul prato verde dal colonnello disse :
"il nome di Puskas è degno della fama imperitura e merita qualsiasi superlativo".

Nel 2002, in occasione del suo 75° compleanno, il governo decide di intitolare a Puskas il principale stadio di Budapest:
il “Nepstadion”, stadio del popolo, si chiamerà “Ferenc Puskas Stadion”.
Puskas partecipa alla cerimonia in suo onore, calcia persino il pallone, mentre 75 bambini lo incitano e gli battono
le mani.
E lui, il vecchio grande colonnello dell’Ungheria e della Spagna, piange commosso.
Puskas muore nel 2006 a 79 anni dopo lunga malattia e un morbo di parkinson.
Adesso il colonello e' definitivamente nella leggenda.

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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Reg. il: dom 10 apr 2005
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Un Gigante del calcio, dai numeri e dall'impatto sulla storia impressionanti, senza aggettivi.
Era giusto rendergli un doveroso tributo. Si parla tanto di Pelè, Di Stefano, Maradona e Cruyff. Meno di Puskas. E non è giusto. Stella della Honved-Grande Ungheria, la prima squadra moderna, e poi del Grande Real, la squadra simbolo della Coppa dei Campioni, quella che - per dirla alla Beccantini - «ha unito l'Europa in largo anticipo sulla politica». Insomma, Puskas è un Mito. Se non ci fosse stato lui, se non ci fossero stati l'Ungheria e il Real, oggi commenteremmo di sicuro un altro sport.

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«...ricorda che se anche i nostri dirigenti ci danno per spacciati e dicono che sarebbero contenti anche se perdessimo 4-0, a me non interessa. Io oggi scendo in campo per vincere e voglio che quelli che scendono con me oggi abbiano lo stesso obiettivo. Se vedo qualcuno che non combatte questa battaglia, alla fine della partita dovrà vedersela con me. Fatti forza Ruben, quei duecentomila là fuori non giocano, guardano solamente».

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Reg. il: dom 10 apr 2005
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Vorrei mettere sul Forum le foto che ho scattato nell'estate 2009 al Puskas Stadion a Budapest e quelle nel museo che si trova dentro lo stadio... Ma non capisco come si fa... :roll

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caricale qui e poi copia l'url.

http://tinypic.com/

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grazie epico ;) Vediamo se funziona


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Ultima modifica di Marco Bode il ven 13 gen 2012, 19:32, modificato 1 volta in totale.

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Reg. il: dom 10 apr 2005
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L'immagine non si vede... :roll

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http://oi41.tinypic.com/30u8mtl.jpg

http://oi41.tinypic.com/2je7i2h.jpg

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Reg. il: mer 18 mag 2005
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devi fare copia e incolla di tutto l'url per il forum.

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Reg. il: lun 27 ago 2007
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Probabilmente non hai messo l'url adatto.
Quando carichi la foto, dovrebbe darti un po' di url, devi andare a tentativi.

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!


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