Dopo l'analisi di Deus, graditissima, ci tengo anch'io a spiegare come ho costruito la squadra.
Innanzitutto, sono partito da un'idea: la zona mista, italianissima. O forse da Bruno Conti, la più grande ala tornante di sempre, che volevo assolutamente in squadra e per metterlo a proprio agio ho scelto tale modulo. Che poi è anche un omaggio a Bearzot.
Deciso che Conti l'avrei preso, anche a costo di fare follie, ho scelto dei giocatori idonei a presidiare i ruoli chiave: il terzino fluidificante non poteva essere che Facchetti. Il libero, Picchi: che con Facchetti ha giocato proficuamente (per usare un eufemismo). Centrali, Samuel e Panucci: calciatori che mi son sempre piaciuti molto, hanno anche giocato insieme a Roma e pertanto si conoscono. Le alternative si chiamano Favalli e Petruzzi, forse poco reclamizzati, ma sapranno farsi valere.
Tra i pali, Zenga mi è parso la soluzione ideale. Alle sue spalle, Ballotta porta un mostruoso quantitativo di esperienza.
Centrocampo tutto romanista, con Gianni e Conti che si conoscono alla perfezione, così come De Rossi e Perrotta (incursore su cui punto molto, e che spero possa sorprendere). Cois è un jolly prezioso, Lentini un'alternativa credibile.
In attacco ho puntato moltissimo su Di Stefano, credo la più grande individualità presente nel torneo, e soprattutto il calciatore su cui costruirei sempre la mia squadra (altro che Pelé o Maradona). Di fianco a lui c'è il connazionale Milito. In panca, perché avevo finito i soldi e perché volevo un paio di veri bomber, ecco Moscardelli e Riganò. Che magari diventan titolari e mi fanno vincere il torneo.