redguerrier ha scritto:
arres82 ha scritto:
Viva il biotestamento.
Però l'obiezione di coscienza in questo caso mi perplime parecchio.
Capisco il fatto di voler salvare vite, ma un medico che fa obiezione di coscienza sta costringendo a vivere una persona che vuole morire.
Il malato ha preso in piena coscienza una scelta radicale per la sua vita. Però la sua vita è nelle mani di un'altra persona che sceglie al suo posto.
Il malato vuole morire.
Il medico lo obbliga a vivere.
Ecco, la domanda che mi viene è: ma chi ti credi di essere per obbligare un'altra persona a vivere? Mi pare un grande atto di presunzione.
Però è un discorso complicato, e di certo non mi sono espresso bene.
Esatto, è proprio quello che sto cercando di dire da inizio discussione.
Un poveraccio deve continuare a vivere (e a far vivere) una vita di sofferenza solo perchè uno che se la sente calla (o che si è iscritto a medicina per salvare il mondo e se vede qualcuno morire corre in bagno a piangere alla Scrubs) decide per lui che quella cosa è sbagliata.
Un conto è consigliare, che va benissimo, un conto è costringere.
Capisco anche che non si può costringere un medico ad uccidere qualcuno, anche se è in certi casi la morte appare come una salvezza, ma per le sue bizze (perchè di questo si tratta, bizze religiose e/o emotive) non si guarda al malato che continua a soffrire e, nel peggiore dei casi, è costretto ad andarsene chissà dove o ad aspettare chissà quanto per vedere la sua decisione realizzarsi.
Il problema è che non sono bizze, ma convinzioni etiche ovvero l'architrave su cui si basa la vita di un uomo.
Non è facile come la metti tu. Facile dirlo non dovendo farlo, no?
Tu ti metti nei panni dei pazienti, ma non fai altrettanto con il medico. Questo è scorretto.
Se i medici che non praticano l'aborto sono il 90%, come dice Fuzz (statistiche prese da dove?), bisognerebbe chiedersi il perché non obbligare la gente a mandar giù #@*§ che non vuole ingoiare.