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 Oggetto del messaggio: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 13:31 
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Reg. il: gio 21 apr 2005
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Chi si astiene conta 0. Se vale alle politiche deve valere ai referendum.
Persino nella sede della soka gakkai, l'associazione più inclusiva e mondialista che ci sia, aveva scritte solo in catalano. Mi sembra emblematico

La gente vuole chiaramente l'indipendenza, e in una democrazia seria il volere popolare non può che essere assecondato


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 13:31 
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ilDave ha scritto:
Se sia la Ferrari che la 500 sono rosa e con i palloncini attaccati alle maniglie delle porte, sono entrambe delle pagliacciate.

Bè, il valore rimane diverso :asd


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 13:54 
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Reg. il: sab 18 ago 2007
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Enri ha scritto:
Chi si astiene conta 0. Se vale alle politiche deve valere ai referendum.
Persino nella sede della soka gakkai, l'associazione più inclusiva e mondialista che ci sia, aveva scritte solo in catalano. Mi sembra emblematico

La gente vuole chiaramente l'indipendenza, e in una democrazia seria il volere popolare non può che essere assecondato


Ma che ne sai!? sei ripartito con la tuttologia?
Chi si astiene conta 0, ma quando in Italia la gente sta casa è un chiaro sintomo del distacco dalla politica. Bah...

Un referendum in cui la gente ha votato anche più volte e che non raggiunge il quorum come fa ad essere rappresentativo della volontà popolare? Lo è perché lo dici tu o perché continuano a ripeterlo i separatisti?

Agli atti cè solo una cosa: meno delle metà della popolazione ha votato, perciò non vedo quale diritto abbiano di dichiarare l'indipendenza.

Poi sui diritti storici della Catalogna di staccarsi o meno, non mi esprimo. Mi limito a dire che tu parli di stato nazionale e lingua, come se il Veneto, o il Regno delle Due Sicilie non fossero stati indipendenti, tra l'altro con storie più lunghe e gloriose di quelle catalane, e non avessero proprie realtà linguistiche (Sia il Veneto che il Siciliano, o il Napoletano hanno proprie tradizioni letterarie, anche più nobili di quelle del catalano). Quindi non esiste 500 o Ferrari, esistono solo diverse rappresentazioni della realtà.

La vera differenza è che in Catalogna hanno da secoli qualcuno con cui prendersela - la monarchia spagnola e il franchismo - mentre da noi lo Stato è sempre stato un'entità astratta in cui i Savoia hanno rappresentato poco e nulla e Roma sarà anche ladrona, ma non rappresenta un potere centrale oppressivo (forse giusto durante il fascismo).

Concordo con l'ottima analisi di Visitor che come sempre è molto lucido sulle questioni internazionali.


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 14:40 
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Non basta la volontà di un popolo, chiaramente non oppresso, per staccarsi da uno stato. Lo trovo folle e pericoloso.
Il tutto senza dimenticare che alla fine le motivazioni principali sono economiche, si cavalca il mito dell'identità catalana per meri interessi economici.
Si ignora poi che molte multinazionali stanno lì anche perché la Catalogna finora è Spagna. Ciao Spagna ciao Catalogna. Ciao ricchezza o comunque ridimensionamento.
Nulla di nuovo sotto il sole della storia comunque: una minoranza organizzata e rumorosa che decide le sorti di un popolo.

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Romario era più forte di testa (di Cristiano Ronaldo) anche se era un nano.....
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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 15:32 
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Reg. il: sab 21 gen 2017
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Logan ha scritto:
Non basta la volontà di un popolo, chiaramente non oppresso, per staccarsi da uno stato. Lo trovo folle e pericoloso.
Il tutto senza dimenticare che alla fine le motivazioni principali sono economiche, si cavalca il mito dell'identità catalana per meri interessi economici.
Si ignora poi che molte multinazionali stanno lì anche perché la Catalogna finora è Spagna. Ciao Spagna ciao Catalogna. Ciao ricchezza o comunque ridimensionamento.
Nulla di nuovo sotto il sole della storia comunque: una minoranza organizzata e rumorosa che decide le sorti di un popolo.



Stesso motivo si potrebbe dire del Veneto o di altri presunti e possibili stati, ma è pur vero che questo vali a parti inverse: la Spagna e l'Italia non vorrebbero l'indipendenza (per quanto in Veneto non voglia esserci, vogliono solo l'autonomia) per un motivo economico. E il motivo economico, per una persona fredda e viscida come sono io, è un ottimo motivo

In ogni caso, come con la Scozia, credo che si negozieranno nuovi accordi tra Madrid e Barcellona e tutti contenti.

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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 15:42 
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Reg. il: gio 21 apr 2005
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odisseo ha scritto:
Enri ha scritto:
Chi si astiene conta 0. Se vale alle politiche deve valere ai referendum.
Persino nella sede della soka gakkai, l'associazione più inclusiva e mondialista che ci sia, aveva scritte solo in catalano. Mi sembra emblematico

La gente vuole chiaramente l'indipendenza, e in una democrazia seria il volere popolare non può che essere assecondato


Ma che ne sai!? sei ripartito con la tuttologia?
Chi si astiene conta 0, ma quando in Italia la gente sta casa è un chiaro sintomo del distacco dalla politica. Bah...

Un referendum in cui la gente ha votato anche più volte e che non raggiunge il quorum come fa ad essere rappresentativo della volontà popolare? Lo è perché lo dici tu o perché continuano a ripeterlo i separatisti?

Agli atti cè solo una cosa: meno delle metà della popolazione ha votato, perciò non vedo quale diritto abbiano di dichiarare l'indipendenza.

Poi sui diritti storici della Catalogna di staccarsi o meno, non mi esprimo. Mi limito a dire che tu parli di stato nazionale e lingua, come se il Veneto, o il Regno delle Due Sicilie non fossero stati indipendenti, tra l'altro con storie più lunghe e gloriose di quelle catalane, e non avessero proprie realtà linguistiche (Sia il Veneto che il Siciliano, o il Napoletano hanno proprie tradizioni letterarie, anche più nobili di quelle del catalano). Quindi non esiste 500 o Ferrari, esistono solo diverse rappresentazioni della realtà.

La vera differenza è che in Catalogna hanno da secoli qualcuno con cui prendersela - la monarchia spagnola e il franchismo - mentre da noi lo Stato è sempre stato un'entità astratta in cui i Savoia hanno rappresentato poco e nulla e Roma sarà anche ladrona, ma non rappresenta un potere centrale oppressivo (forse giusto durante il fascismo).

Concordo con l'ottima analisi di Visitor che come sempre è molto lucido sulle questioni internazionali.

Ok, quindi se alle politiche l'affluenza non supera il 50% le elezioni non sono valide perchè non c'è quorum?
Hanno la stessa valenza, chi è stato a casa peggio per lui, votare è un dovere civico.

Questa cosa che il popolo non debba poter decidere perchè troppo stupido mi fa #@*§....


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 16:08 
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Il salumiere non può decidere di alta ingegneria e la sua opinione non conta una mazza. Io non detto linee sulla ricerca in astrofisica e la mia opinione non conta una mazza essendo ignorante.
La maggior parte della popolazione è ignorante in alcune materie per cui, come per Brexit, la sua opinione non deve aver valenza decisionale. Lasciarla all'opionione popolare è folle. Non si parla di chi votare, qua si sta parlando di ben altro.
Cosa facciamo stabiliamo come si cura un paziente a maggioranza ora??

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 Oggetto del messaggio: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 16:24 
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Già, infatti la svizzera che fa cosi è un paese del terzo mondo e lo zimbabwe un modello di sviluppo :asd

Nei referendum si vota sempre dopo ampio dibattito dove vengono ascoltati i maggiori esperti di settore, non certo il salumiere. La cui decisione riguarda però riguarda lui direttamente e, dopo essersi informato, ha tutto il diritto di scegliere per se, al pari degli altri concittadini.

Voi confondete legislativo, dove conta la rappresentanza, con esecutivo, dove serve effettivamente la competenza. Il tubo lo ripara l'idraulico, ma sei te che scegli se farglielo fare o meno


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
MessaggioInviato: lun 30 ott 2017, 16:31 
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Reg. il: sab 18 ago 2007
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odisseo ha scritto:
Enri ha scritto:
Chi si astiene conta 0. Se vale alle politiche deve valere ai referendum.
Persino nella sede della soka gakkai, l'associazione più inclusiva e mondialista che ci sia, aveva scritte solo in catalano. Mi sembra emblematico

La gente vuole chiaramente l'indipendenza, e in una democrazia seria il volere popolare non può che essere assecondato


Ma che ne sai!? sei ripartito con la tuttologia?
Chi si astiene conta 0, ma quando in Italia la gente sta casa è un chiaro sintomo del distacco dalla politica. Bah...

Un referendum in cui la gente ha votato anche più volte e che non raggiunge il quorum come fa ad essere rappresentativo della volontà popolare? Lo è perché lo dici tu o perché continuano a ripeterlo i separatisti?

Agli atti cè solo una cosa: meno delle metà della popolazione ha votato, perciò non vedo quale diritto abbiano di dichiarare l'indipendenza.

Poi sui diritti storici della Catalogna di staccarsi o meno, non mi esprimo. Mi limito a dire che tu parli di stato nazionale e lingua, come se il Veneto, o il Regno delle Due Sicilie non fossero stati indipendenti, tra l'altro con storie più lunghe e gloriose di quelle catalane, e non avessero proprie realtà linguistiche (Sia il Veneto che il Siciliano, o il Napoletano hanno proprie tradizioni letterarie, anche più nobili di quelle del catalano). Quindi non esiste 500 o Ferrari, esistono solo diverse rappresentazioni della realtà.

La vera differenza è che in Catalogna hanno da secoli qualcuno con cui prendersela - la monarchia spagnola e il franchismo - mentre da noi lo Stato è sempre stato un'entità astratta in cui i Savoia hanno rappresentato poco e nulla e Roma sarà anche ladrona, ma non rappresenta un potere centrale oppressivo (forse giusto durante il fascismo).

Concordo con l'ottima analisi di Visitor che come sempre è molto lucido sulle questioni internazionali.

Ok, quindi se alle politiche l'affluenza non supera il 50% le elezioni non sono valide perchè non c'è quorum?
Hanno la stessa valenza, chi è stato a casa peggio per lui, votare è un dovere civico.

Questa cosa che il popolo non debba poter decidere perchè troppo stupido mi fa #@*§....



Ma chi ha detto che il popolo è stupido? Lo penso, ma non l'ho scritto :asd

Dico che una cosa come l'indipendenza dovrebbe essere decisa almeno dalla maggioranza degli aventi diritto.

Il paragone che fai tu non regge, perché anche chi non vota accetta le regole del gioco in caso di elezioni politiche, mentre in questo caso si tratta proprio di cambiarle le regole del gioco e soprattutto gli indipendentisti si fanno forti di un'autorità che il referendum non sancisce.
Se uno il giorno in cui si vota per l'indipendenza sta a casa significa che dell'indipendenza non gli importa nulla, mi pare una deduzione abbastanza coerente no? Quindi siamo di fronte alla classica "minoranza dominante", una minoranza molto forte, coesa e organizzata, ma comunque una minoranza.
Tutte le altre deduzioni derivate dal numero di scritte che hai trovato nei cessi delle stazioni di servizio di Tarragona lasciano il tempo che trovano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Catalogna: quale destino?
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Persino nella sede della soka gakkai, l'associazione più inclusiva e mondialista che ci sia, aveva scritte solo in catalano. Mi sembra emblematico

La gente vuole chiaramente l'indipendenza, e in una democrazia seria il volere popolare non può che essere assecondato


Ma che ne sai!? sei ripartito con la tuttologia?
Chi si astiene conta 0, ma quando in Italia la gente sta casa è un chiaro sintomo del distacco dalla politica. Bah...

Un referendum in cui la gente ha votato anche più volte e che non raggiunge il quorum come fa ad essere rappresentativo della volontà popolare? Lo è perché lo dici tu o perché continuano a ripeterlo i separatisti?

Agli atti cè solo una cosa: meno delle metà della popolazione ha votato, perciò non vedo quale diritto abbiano di dichiarare l'indipendenza.

Poi sui diritti storici della Catalogna di staccarsi o meno, non mi esprimo. Mi limito a dire che tu parli di stato nazionale e lingua, come se il Veneto, o il Regno delle Due Sicilie non fossero stati indipendenti, tra l'altro con storie più lunghe e gloriose di quelle catalane, e non avessero proprie realtà linguistiche (Sia il Veneto che il Siciliano, o il Napoletano hanno proprie tradizioni letterarie, anche più nobili di quelle del catalano). Quindi non esiste 500 o Ferrari, esistono solo diverse rappresentazioni della realtà.

La vera differenza è che in Catalogna hanno da secoli qualcuno con cui prendersela - la monarchia spagnola e il franchismo - mentre da noi lo Stato è sempre stato un'entità astratta in cui i Savoia hanno rappresentato poco e nulla e Roma sarà anche ladrona, ma non rappresenta un potere centrale oppressivo (forse giusto durante il fascismo).

Concordo con l'ottima analisi di Visitor che come sempre è molto lucido sulle questioni internazionali.


Ma il fatto che ci siano stati un sacco di indipendentisti che non hanno votato perché avevano paura di essere massacrati di botte dalla polizia l'hai ignorato di proposito?
La verità è che finché la Spagna non permette un referendum legale nessuno potrà mai sapere se gli indipendentisti sono in minoranza o maggioranza rispetto al totale della popolazione. Il fatto però che il governo centrale abbia deciso di mandare la polizia per impedire a tutti i costi ai cittadini di votare mi fa dubitare fortemente di chi dice che chi vuole l'indipendenza è una piccola minoranza come ho letto su molti giornali.


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