aladestra ha scritto:
Io oramai trovo così noiose queste dispute sul fascismo e il comunismo, peraltro spessissimo portate avanti dall'intellighenzia di certa """"""""sinistra""""""""""" e dai suoi giornali. Noi italioti ci sguazziamo e siamo capaci di parlarne fino allo sfinimento, quando in realtà siamo nella #@*§ fino al collo su problematiche ben più attuali e stringenti che volutamente ignoriamo. Il deficit di democraticità nell'U.E., il nostro astronomico debito pubblico, la disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli inaccettabili, il processo civile che non funziona manco per un #@*§, una politica fiscale al di fuori di ogni canone di ragionevolezza, l'immigrazione di disperati a cui non possiamo dare risposte concrete perchè la nostra crescita è di fatto ferma da anni, la corruzione endemica anche nelle piccole cose...
Insomma ci sarebbe ben altro da mettere sul tavolo del dibattito pubblico, e questi dopo 70 anni stanno ancora pensando all'apologia del fascismo.
Ma quello significherebbe discutere di problemi veri e complessi in maniera onesta, circostanziata ed approfondita. I politici non vogliono questo e la popolazione ora come ora nemmeno ne sarebbe troppo convinta.
Più o meno qualsiasi problema in un paese immobilista come il nostro non può essere certo risolto in maniera fondamentalmente liberticida, alla fine il revival del fascismo è dettato non altro che dalla presenza di certi problemi per i quali non vengono trovate soluzioni (difficili) e ne vengono ricercate altre di inutili (e semplici), tradendo un adesione a determinati valori teoricamente basilari per la nostra società che semmai c'è stata (non c'è stata) è stata solo perché si mangiava e tutto bene finché si mangia.
Alla fine ovunque vige il formalismo superficiale anche nel propugnare valori di giustizia ed uguaglianza di facciata però poi mai effettivamente perseguiti dallo stato né effettivamente perseguibili all'interno dello stato sempre se non si vuol passare per #@*§.
Non basta perseguire "ufficiosamente" dei valori per far sì che essi attecchiscano, il dibattito pubblico non mira a scovare ed approfondire le cause degli eventi nella loro gravità e particolarità attestandosi su un livello superficiale così come su un livello superficiale la capacità del pubblico di cogliere e discutere di queste cause, per questo sussiste lo spauracchio fascismo, perché la gente non riesce a cogliere né è invitata a cogliere né è nella condizione di cogliere la profondità e la giustezza di determinati valori ma l'adesione a questi è superficiale ed incoerente e temiamo il fascismo in quanto consci che un adesione superficiale ed incoerente è insufficiente e inagibile a contrastare qualsiasi altro valore; è un po' come se avessimo un edificio pericolante e noi piuttosto che ristrutturarlo mettessimo una recinzione per far sì che nessuno lo vandalizzi ulteriormente, ma l'edificio sempre schifo fa.
Non per niente il revival del fascismo si oggettiva in alcuni ragazzetti di destra che avendo letto un paio di libretti ed essendosi atteggiati a profondi pensatori pensano di essere giunti all'essenza dell'essere col loro puerile sapere convenzionale; ma la società gli dà diritto di pensare questo dato che in effetti il livello della loro riflessione ha raggiunto una profondità sconosciuta al dibattito pubblico, per opposizione credono di essere arrivati ad un elevato livello di coscienza e profondità che in realtà è ancora a valle, solo che il dibattito pubblico stagliandosi sull'orizzonte di aforismi retorici, dicotomie e spauracchi è proprio sott'acqua.
Se la gente avesse coscienza di determinati valori non ci sarebbe bisogno di leggi contro il fascismo perché di questo rideremmo, e non ci sarebbero utili leggi di facciata strumentali a perseguire partiti politici opposti ma questo è il livello di coscienza a cui sono arrivati i nostri cari leader.
L'adesione di facciata e la superficialità si palesa nel dibattito pubblico con la ridicolizzazione di opinioni contrarie ricondotte ad un etichetta ritenuta deprecabile. Del resto quando già noi stessi in primis ci vincoliamo pensando nella nostra riflessione "queste idee sono di destra" "queste di sinistra" (inserire etichette a scelta) replichiamo già dentro di noi i meccanismi superficiali del dibattito pubblico. Quasi sempre nella vita i problemi sono complessi ed esonerarci dal riflettere determinate cose quasi mai è la scelta giusta, e secondo me questo è molto evidente in dibattiti molto attuali.
Noi singoli non possiamo pretendere di avere la soluzione a tutti i problemi del mondo e dello stato ma possiamo contare sul fatto che qualcun'altro ce li abbia, ma io questa speranza finché vedrò che vince il candidato più famoso e strombazzato e con lo slogan più figo non ce l'avrò, finché il livello del dibattito politico sarà quello a cui ho assistito negli ultimi 25 anni sperare sarà difficile.