Migranti, cifre alla mano il problema è molto ridimensionatodi
Andrea Spinelli Barrile @spinellibarrile
a.spinelli@ibtimes.com 19.05.2016 10:30 CEST
Migranti sicilia
Migranti in attesa di essere trasferiti nel centro d'immigrazione di Lampedusa. 20 febbraio 2015. REUTERS /Alessandro Bianchi
Uno degli elementi essenziali per avere un'idea sulla portata delle migrazioni nel mondo è comprendere esattamente la dimensione del fenomeno: fino ad oggi la percezione che abbiamo avuto dello stesso è prima di tutto mediatica e solo in secondo luogo personale. Ma in nessun modo si è cercato di comprendere il fenomeno nella realtà effettiva, forse per eccessiva complessità o forse per pigrizia.
Secondo Guy J. Abel, ricercatore del Wittgenstein Center for Demography di Vienna citato dallo Spiegel online, sono i numeri a rivelare la dimensione del fenomeno delle migrazioni: oggi convivono sullo stesso pianeta 7,3 miliardi di persone ci cui “solo” 36,5 milioni, negli ultimi cinque anni, sono effettivamente dei migranti. Lo 0,5 per cento del totale della popolazione mondiale.
Secondo invece il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni il numero dei migranti nel mondo è 60 milioni di persone. Alla prima Conferenza Italia-Africa organizzata dal governo italiano a Roma il 18 maggio 2016 sono emersi i numeri relativi al fenomeno migratorio dal continente africano negli ultimi 5 anni: 2 milioni di africani hanno raggiunto l'Europa ma anche in questo caso sono solo una minima parte sia della popolazione totale nell'Unione Europea sia relativamente al numero di migranti interni al continente africano.
Sicuramente è impossibile stabilire con certezza cifre attendibili del fenomeno. Ma altrettanto sicuro è che questo non può essere derubricato alle “invasioni” di cui si riempie la bocca qualcuno. I numeri assoluti possono spesso trarre in inganno: le Nazioni Unite infatti tendono a raccogliere nello stesso dato migranti e rifugiati. I primi sono definiti “persone che vivono in un Paese diverso da quello in cui sono nate” e quantifica in 244 milioni di persone il totale dei migranti nel 2015. Ma, ha spiegato Abel allo Spiegel, sostenere che dal 2000 i migranti sono cresciuti del 41 per cento come scritto in un recente comunicato stampa delle Nazioni Unite è fuorviante.
Non solo, a parere di chi scrive sottolinea una realtà che non è assolutamente quella effettiva: nel 2000 la popolazione mondiale era 1,2 miliardi di persone più bassa rispetto a oggi e, è vero, in termini assoluti i migranti erano meno. 173 milioni di persone. Ma questo significa, se consideriamo l'aumento della popolazione mondiale, che oggi i migranti sono cresciuti del 3,3 per cento e non del 41 come sostengono le Nazioni Unite: una bella differenza.
Inoltre il dato delle Nazioni Unite arriva massimo a luglio 2015 e quindi è anche incompleto.
Il problema è giornalistico, ha spiegato il ricercatore: le Nazioni Unite sono diffusamente valutate come una fonte più che autorevole per le notizie e nessuno si è mai preso la briga di controllare la composizione dei numeri snocciolati da Palazzo di Vetro. Tra i 244 milioni di migranti c'è il kebabbaro che ha aperto 20 anni fa sotto casa e oggi ha 10 punti vendita, c'è Claudio Ranieri che ha vinto la Premier League e c'è anche il povero disperato arrivato fortunosamente a Pozzallo a bordo di un gommone sgonfio.
I numeri del Wittgenstein Center for Demography di Vienna, c'è da scommetterci, non sono certamente “la verità assoluta” per come la vorremmo intendere noi ma essendo cifre da fonte autorevole che ridimensionano quelle di un'altra fonte autorevole allora c'è da sedersi un attimo e capire di cosa, e sopratutto di quanto, stiamo parlando.
Un altro aspetto fortemente problematico nella percezione del fenomeno delle migrazioni è la tipica cultura occidentale egoriferita: si pensa che “tutto il mondo vuole venire in Europa” una frase da bar che non significa assolutamente nulla. 2 milioni di africani hanno raggiunto l'Europa negli ultimi cinque anni mentre altri 18 milioni si sono mossi all'interno del continente: gli africani vogliono restare in Africa. E come biasimarli?
Ciò non significa assolutamente che il problema non esiste, che non incida in modo determinante sull'Europa e la sua società e che non vada affrontato con ogni mezzo possibile sin da subito, per evitare che altre migliaia di persone muoiano affogate o di malattie nei campi profughi. La soluzione-Alfano è, in questo senso, un precedente pericoloso: creare “hotspot galleggianti” per l'identificazione e l'eventuale accoglienza è come sparare con un cannone a un nugolo di moscerini.
Occorre sempre contestualizzare un dato quando questo viene fornito: dire che “ci sono più migranti oggi che dopo la II guerra mondiale” non significa nulla. Parliamo in termini assoluti? In termini percentuali? In questo senso occorre sempre prendere con le dovute misure le sparate e gli allarmi lanciati a livello internazionale, riflettere, ragionare sulle cifre e sui claim utilizzati per renderle pubbliche e farsi sempre la domanda chiave: da dove arrivano quei numeri?
http://it.ibtimes.com/migranti-cifre-al ... to-1451933Spero che in Italia si é capito il falso problema dell'immigrazione, il male di tutti i mali finalemente é una balla...