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Giorgia Meloni sulle critiche per la figlia con lei in Cina: «È sfida per tutte le donne: così rispondo a chi frena la carriera di chi fa figli»«Niente più scuse per chi usa la maternità per frenare le carriere» Nell’intervista al settimanale, la premier rivendica la scelta di non aver lasciato a casa sua figlia. Secondo Meloni è una «sfida culturale che riguarda tutte le donne: penso che, se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro. Sulla carta, fare un lavoro importante e dimostrare che si possono anche crescere dei figli non dovrebbe essere una rivoluzione, ma in questa società che spesso usa i figli per impedirti di raggiungere i tuoi traguardi probabilmente lo è…».https://www.open.online/2024/08/06/giorgia-meloni-figlia-ginevra-cina-sfida-culturale-donne-lavoro/Il paragone con i comuni mortali mi sembra un tantinello forzato e anzi appare anche pretestuoso Poi vabbè a livello di politiche concrete devo ancora capire cosa stia facendo questo governo per incentivare la natalità e la genitorialità. Invece, sul fronte della tutela dei lavoratori, parlerei di questa... LAVORO NERO(COME PER LE INDAGINI), PER CONTROLLARE SI “PREVEDE IL PREAVVISO” da IL FATTO e IL MANIFESTOLavoro nero, adesso per fare i controlli servirà il preavviso
la riforma – Le ispezioni andranno notificate 10 giorni prima. L’allarme: “Così saranno inutili”
Roberto Rotunno 3 Agosto 2024
Se gli ispettori decideranno di effettuare un controllo in un’azienda, per verificare se questa utilizza lavoratori in nero, dovranno avvisare l’imprenditore dieci giorni prima. E se l’ispezione – guarda caso – finirà senza violazioni riscontrate, quell’impresa non subirà altri accessi per la bellezza di dieci mesi. Il cortocircuito logico è scritto nella riforma del governo Meloni: mentre la drammaticità della cronaca, le morti nei cantieri e le irregolarità da parte dei datori suggerirebbero di rendere più severe e pervasive le ispezioni, l’esecutivo approva norme che le riducono per molte aziende e, soprattutto, le fanno diventare inutili poiché – a determinate condizioni – impone di svolgerle con preavviso.
Questo è il contenuto del decreto Semplificazioni, presentato dal ministro della Pubblica amministrazione due settimane fa e che in questi giorni è stato “recepito” nelle prime indicazioni fornite dall’Ispettorato del lavoro. Per completezza, va detto che l’obbligo di preavviso è escluso per le verifiche sulla sicurezza – sarebbe stato clamoroso il contrario –, nei casi di ordine dell’autorità giudiziaria o quando vi è una denuncia da parte di soggetti pubblici o privati. Ma al di fuori di queste ipotesi, vigerà sia la preventiva chiamata sia l’esclusione dai controlli per dieci mesi. Per giustificare la scelta, il governo scomoda il concetto di “trasparenza”. Più nello specifico, la norma ha un obiettivo di semplificazione. In buona sostanza, si ritiene che oggi le ispezioni siano troppo concentrate sulla parte documentale, quindi il preavviso servirebbe a permettere alle imprese di preparare i documenti da mostrare. Lo scudo di dieci mesi, poi, serve a premiare le imprese più virtuose che superano indenni i controlli. Nella pratica, però, è un meccanismo che tarperà le ali agli organi di vigilanza, tanto che i sindacati hanno molto contestato il decreto, sia quelli del pubblico impiego, che rappresentano gli ispettori, sia quelli degli edili. L’efficacia dei controlli, infatti, si misura anche attraverso la capacità di permettere allo Stato di incassare risorse, attraverso le sanzioni e il recupero dei contributi e i premi evasi. Se la visita viene effettuata presso un imprenditore che è stato già avvertito, il costo dell’accesso ispettivo con ogni probabilità non sarà compensato da alcun recupero, perché difficilmente troverà irregolarità. Quindi, al netto di ogni considerazione etica, rischia di trasformarsi in uno spreco in nome della semplificazione. Inoltre, ha fatto notare la Fillea Cgil, almeno per il primo anno e mezzo queste norme rischiano addirittura di ingolfare la macchina dell’Ispettorato, poiché dovranno creare e tenere aggiornati gli elenchi delle imprese già ispezionate per non ripetere gli accessi. Insomma, quantomeno nell’immediato, la burocrazia aumenterà anziché diminuire. Con il certificato di “basso rischio”, la moratoria sulle verifiche sarà anche superiore a un anno, quindi anche superiore ai dieci mesi di premio per il controllo superato con successo. Con l’errore “scusabile”, sarà poi possibile sanare le violazioni senza sanzioni. Insomma, viene alleggerito il sistema di controllo sulle imprese.
Tra i più decisi critici di queste nuove norme, il magistrato ed ex direttore dell’Ispettorato Bruno Giordano, intervenuto il 24 luglio al convegno “Una Repubblica fondata sul lavoro sicuro”, organizzato dal Movimento 5 Stelle. “Chi è quell’imprenditore – ha detto – che dopo dieci giorni fa trovare all’ispettore dei lavoratori in nero?”. Giordano ha anche ricordato che, in caso di violazioni, viene inviata una diffida che permette di regolarizzare in 20 giorni. Queste novità si sommano alla patente a punti nell’edilizia, per cui solo la Cisl ha espresso apprezzamenti mentre è stata molto criticata da Cgil, Uil e Usb perché ritenuta troppo morbida. Sarà concessa a tutte le imprese senza alcuna selezione all’ingresso – i requisiti da rispettare sono già previsti dalla legge –, partirà da un minimo di 30 punti e permetterà di ottenere fino a 100 punti (nella pratica potranno essere un po’ meno perché alcuni requisiti si sovrappongono). Ogni morto in cantiere, al termine della trafila giudiziaria, comporterà la perdita di 20 punti; le imprese non potranno essere operative se scendono sotto i 15 punti. Un sistema troppo generoso secondo i sindacati, anche perché per recuperare punti sarà sufficiente partecipare a corsi di formazione.
«Errore scusabile»: il governo aiuta le aziende senza sicurezza
Strage Infinita. Decreto Semplificazioni: basterà pagare pochi euro per sanare le inadempienze contrattuali. La denuncia di un ispettore: «Una vera porcata, il nostro lavoro diventa inutile»https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/lavoro-nerocome-per-le-indagini-per-controllare-si-prevede-il-preavviso-da-il-fatto-e-il-manifesto/Di questa scandalosa norma ne hanno parlato solo "Il fatto quotidiano" e "il manifesto". Per il resto silenzio totale. Se la saranno inventata loro o e l'ennesima dimostrazione di un informazione tutt'altro che ostile all'attuale governo (a differenza del teorema di Pigio e co. bella).
_________________ Di Lazio ci si ammala inguaribilmente.
Giorgio Chinaglia
Allez les Verts!
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