termopiliano ha scritto:
Detto ciò e andando nello specifico secondo me l'errore più grande è stato quello di far diventare questo referendum un confronto tra destra e sinistra (e a ciò ha purtroppo contribuito in maniera determinante l'averci infilato il quesito sulla cittadinanza). In realtà andava il più possibile slegato da logiche di parte.
La degenerazione del modo di fare politica in Italia (e non solo) è quello di vivere in una perenne campagna elettorale. Per cui tutto viene interpretato e spiegato in una continua logica di contrapposizione "tra noi e loro", purtroppo anche da chi occupa cariche istituzionali e dovrebbe rappresentare tutti i cittadini.
In tal modo si fa politica non tanto per cercare l'effettivo benessere della popolazione, ma soprattutto per ottenere risultati immediati, perché devono essere esibiti come trofei in faccia agli avversari. In questo modo però svaniscono completamente le politiche del lungo periodo, quelle che davvero sono responsabili della crescita economica e culturale di una nazione.
Va' da sé che in questo imbarbarimento della politica, ridotta ormai ad una sguaiata competizione tra destra e sinistra, non solo si rimane in silenzio di fronte al sempre maggiore astensionismo dalle urne, segno nefasto purtroppo di un popolo che non esercita più la sovranità che gli viene attribuita dalla Costituzione, ma, come in quest'ultimo caso del referendum, si saluti il mancato raggiungimento del quorum anche come una vittoria.