oligaraca ha scritto:
L'articolo è chiaramente di parte ma ha alcuni spunti interessanti. È vero che uno dei grandi problemi dell'Italia proviene dalla caduta della domanda aggregata ma i motivi principali per cui questo sta accadendo sono da ricercare nella grande tassazione, specie alle imprese, che di conseguenza o chiudono o delocalizzano oppure pagano al minimo e/o in nero gli operai. La mancanza di lavoro e lo sfruttamento creano scarsi consumi ed evasione fiscale. Lo stato perdendo i soldi non derivati dalle tasse diminuisce gli investimenti ed è costretto per finanziarsi ad aumentare le tasse. Come vedi è un circolo vizioso che, specie negli ultimi 25 anni, ristagna l'economia italiana. Ora per uscire da questa impasse ci sono due soluzioni, o si taglia nettamente la spesa pubblica diminuendo la pressione fiscale oppure si accumula altro debito per rilanciare gli investimenti e sperare che l'eventuale crescita sia più alta del debito da noi accumulatori. L'articolo diventa fazioso quando dice che i tagli sarebbero sugli stipendi, cosa falsa bensì i possibili tagli si dovrebbero fare su tutti quegli enti assolutamente inutili presenti in Italia,il qui citato Cottarelli avevo trovato 50 miliardi di tagli nella spesa pubblica senza tagliare neanche un posto di lavoro, sfortunatamente per noi i poteri forti realmente presenti in Italia non hanno permesso ciò. E soprattutto il disastro greco non è stato portato dall'austerità bensì da delle politiche economiche scellerate, addirittura erano stati taroccati i conti pubblici, ormai la situazione era disperata e come sempre in questi casi chi ci va di mezzo è la popolazione più debole,ma dare la colpa all'Europa è assurdo, i politici greci sono stati i principali artefici di tutto ciò, e soprattutto bisogna anche dire che adesso l'economia greca pian piano si sta riprendendo, grazie anche a quelle norme lacrime e sangue che erano state precedentemente emanate. L'articolo giustamente sottolinea come l'Italia abbia un saldo primario positivo e che sia costretto a mantenere questo bilancio in positivo per via della poca fiducia che hanno i mercati nei confronti del nostro Paese,e qui lancio una frecciatina a questo governo

. Ora per risolvere questo problema ci sono due strade, o tagli la spesa pubblica e aumenti gli investimenti oppure tagli le tasse e speri che in questo modo si alzi la domanda interna, anche se è parecchio rischioso questo metodo, oppure come suggerisce l'articolo, l'emissione di titoli/moneta convertibili in Euro. Idea che prende spunto dal libro di Grazzini. È un idea interessante ma che ha in sé tanto contro, prima di tutto non è stata mai applicata quindi molte sue dinamiche sono imprevedibili, ma soprattutto attraverso l'emissione di questi titoli si correrebbe però il rischio di creare buchi fiscali e di rilanciare l'inflazione, guardacaso però i rischi nell'articolo non vengono citati. È un idea che può avere dei risvolti interessanti ma che al momento è difficilmente applicabile anche perché se mal fatta distruggerebbe il nostro paese. Io personalmente seguirei la via già intrapresa da stati come l'Irlanda ma soprattutto il Portogallo, che partendo da una base molto peggiore della nostra stanno avendo ottimi risultati.
Concordo pienamente. Ho stima di Grazzini, circa 9 anni fa lessi il suo piano B per l'Europa, che prevedeva l'uso dell'euro per le transazioni fuori UE ma la sua coesistenza con le valute nazionali ed era sicuramente la strada che l'UE avrebbe dovuto adottare nel 1998, invece di imbarcare tante economie nella valuta non comune ma unica. Ora chiaramente è tutto più difficile.
Meno convincente è ciò che dice sull'emissioni di titoli/moneta, sono cose che può fare-in teoria-la Danimarca ma non noi, indebitati fino al collo, con un'economia certamente non rampante e con una credibilità sui mercati internazionali limitata(v. rating simile al Brasile e non troppo diverso dalla Turchia).
Anche l'invito ad emulare il Giappone è illusorio, loro hanno asset statali n volte superiori ai nostri, che rassicurano gli investitori, bassa pressione fiscale, un know how tecnologico di prim'ordine(nonostante siano un Paese molto anziano e che dal 1990 ha perso tantissimo smalto, a vantaggio dei vicini sudcoreani), un'industria automobilistica eccellente ecc. Tanto è vero che il rating del loro debito sovrano è simile a quello degli USA, non al Brasile.
Poi, è innegabile che la moneta unica sia stata fatta prematuramente ed improvvidamente, che la CEE(e l'attuale Spazio economico europeo, suo parziale erede) funzionasse meglio dell'UE e non avrebbe dovuto essere abbandonata già nel 1991, che un'Unione a 27 Stati può funzionare solo a livelli di integrazione diversi ma la ricchezza non si crea dal nulla, noi siamo simili a Spagna e Francia, non al Giappone.