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MessaggioInviato: sab 12 set 2020, 13:49 
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Campione d'Europa
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Reg. il: mer 28 dic 2016
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epico ha scritto:
Il pressing e' una tattica di giuoco, che oggi ci sia piu' pressing anche questo e' relativo, idem che oggi i giocatori hanno piu' tempo per pensare, dipende anche da partita a partita.
Nelle due gare che ho visto nei giorni scorsi della Spagna nel 1958 Di Stefano non faceva tempo a ricevere palla che aveva due uomini addosso.
Vero che il pressing sistemico di squadra si sviluppa soprattutto dall'Ajax e dall'olanda dei primi anni 70, anche non e' stato inventato da loro, ma questo non vuol dire che prima chi riceveva palla non aveva l'avversario addosso, non era un pressing sistemico di squadra strutturato ma indivuduale, ma se io vedo Di Stefano che riceve palla e ha subito due uomini addosso e li supera non vedo cosa cambi più di tanto come difficoltà, idem per Platini, il pressing lo soffre sopratutto chi e' scarso tecnicamente e non sa prendersi lo spazio, Pirlo era lento, idem Xavi o Iniesta ma la palla non gliela prendevi in nessun modo.
Ad ogni modo il pressing e' una tattica, la piu' facile da insegnare, l'ultima cosa che un allenatore deve allenare, e non lo dico io ma lo ha detto Arrigo Sacchi.
E non e' detto che una squadra che lo faccia in modo sistematico vince contro una squadra che attende l'avversario nella sua meta' campo, la Colombia nel 94 si attendeva che la Romania li pressasse, invece non li pressò, li attese, per poi ripartire in contropiede, risultato 3 a 1 per la sfavorita Romania.
L'ultima boiata è il pressing alto sul portiere, oggi attuabile solo perche' lo stesso portiere non puo' prenderla con la mano, come ha detto Gullit nel suo libro questo tipo di pressing cosi alto ai miei tempi non sarebbe stato utile, perche' i difensori pressati potevano darla al portiere e lui prenderla tranquillamente con le mani.
Ecco ancora una volta che il cambio di regole cambia il modo in cui si giuoca al football.
Il pressing sistematico é molto più complicato da eludere di quello casuale devoluto all'intelligenza ed alla volontà del singolo. Anche giocatori che di loro non sarebbero portati a farlo se fossero lasciati liberi si mettono a farlo raddoppiando l'avversario e riducendogli spazio e tempi di giocata. Poi ovvio che un Pirlo, uno Xavi o un Iniesta sanno eluderlo bene il più delle volte, ma dipende da quanto é intenso. Ad esempio contro quella macchina perfetta da pressing che é stata il Bayern nel 2013 tutti e tre sono stati travolti. Questa é stata anche la chiave spesso per intruppare Messi.
Saper fare un pressing organizzato non è una cosa banale, Bayern e Liverpool (ed anche il Barca di Pep) ci hanno costruito le loro fortune europee in questi 10 anni.
Poi può esserci la partita smorta, lenta e noiosa, ma mediamente gli undici in campo si muovono di più e in maniera più organizzata/ragionata. Anche la tecnica del singolo é più meccanica, eppure tra i difensori si vedono meno errori su controlli o cose banali perché c'è un lavoro più studiato dietro anche grazie alla tecnologia.
Insomma oggi è uno sport meno entropico di un tempo e questo va a discapito del genio puro. Di certo un Di Stefano (ma anche Crujiff) oggi non potrebbero interpretare il ruolo in quella maniera.
Ad esempio un Pastore 40/50 anni fa avrebbe avuto una carriera ben migliore per me.

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Romario era più forte di testa (di Cristiano Ronaldo) anche se era un nano.....
AHAHAHHAHAHAHAHA


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MessaggioInviato: ven 9 ott 2020, 21:30 
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Tifoso
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Reg. il: ven 6 feb 2015,
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A propos di velocita'.

- I campi sono cento volte migliori oggi, e il pallone e decisamente piu' veloce rispeto ad anni novanta e ottanta. Ricordate com'era San Siro tipo nell'anno 2000? Piu'fango che l'erba. Percio' i passi sono piu veloci e precisi, con meno rischio. I giocatori invece no, la velocita' di un uomo e piu' o meno una cosa innata.

- Ci sono piu' sostituzioni per partita. E' una cosa importantissima, quando un giocatore si stanca si puo' cambiare e la squadra puo' correre di piu'.

- Ci sono meno minuti giocati per partita oggi, questo e' un trend stabilito da molte statistiche. Tante interruzioni e tanti falli che prima non venivano fischiati, e percio' i ritmi delle partite sono piu' bassi.


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MessaggioInviato: ven 9 ott 2020, 21:33 
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Tifoso
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Reg. il: ven 6 feb 2015,
Alle ore: 23:56
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Quest'intensita' oggi semplicemente non si vede nel calcio.



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MessaggioInviato: sab 10 ott 2020, 10:48 
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Capitano
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Reg. il: sab 9 feb 2019,
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Beh, ma hai preso un video che mostra spezzoni di partite. Se guardi ad esempio la Premier League o le fasi ad eliminazione diretta della Champions League in questi anni e selezioni solo gli spezzoni di partite, puoi notare che l'intensità e i ritmi possono essere elevatissimi anche lì.


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MessaggioInviato: sab 10 ott 2020, 11:43 
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Tifoso
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Reg. il: ven 6 feb 2015,
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Certo, hai ragione. Un video non puo' dimostrare questo.

E' una sensazione che ho guardando le partite moderne, ma anche quelle del passato. Si', il pallone sembra ping pong oggi, i passi sono molto veloci, questo a mio parere da la falsa impressione che il calcio e' piu' rapido.

Ma guarda attentamente. I giocatori di oggi non sono piu' veloci. Si', le difese coprono gli spazi, ma non toccano piu gli adversari agressivamente e questi paradossalmente hanno piu spazio con il pallone, piu' liberta' e sicurezza. Se c'e' fisicita' la partita si ferma - questo significa che c'e' piu' tempo "morto" nella partita quando non succede nulla. I "ritmi" sono questo: la velocita' della partita stessa.


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MessaggioInviato: lun 9 nov 2020, 12:21 
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Raccattapalle
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Reg. il: dom 6 lug 2014,
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Twim92 ha scritto:
Messi e Cristiano Ronaldo non hanno bisogno di presentazioni. Record individuali sbriciolati, trofei, palloni d'oro, finali decise e vinte, tonnellate di reti segnate. Insomma, il loro decennio ha polarizzato come non mai il calcio in un eterno dualismo, superiore anche alle rispettive squadre d'appartenenza. Il duello Real Madrid-Barcellona era in realtà in duello tra i due fenomeni, che si sono spartiti tutto, in Spagna e in Europa. Un duello che si è rinnovato ogni tre giorni, tra campionati e coppe, per oltre dieci anni.
Nell'era di Internet, delle pay-tv, di YouTube, dove è possibile vedere ogni partita e scandagliarla pezzo per pezzo, abbiamo scannerizzato i due fenomeni, li abbiamo analizzati millimetro per millimetro nei loro successi e nei loro fallimenti. L'abbiamo fatto in maniera maniacale, facendo a loro le pulci su tutto.
Ancora oggi, quando sono avviati verso il tramonto delle loro straordinarie ed irripetibili carriere e nonostante non abbiano più nulla da dover dimostrare, affiliamo i coltelli e allestiamo i processi nel momento in cui escono dai mondiali e dalla Champions League, senza valutare le prestazioni, la squadra, il contesto. Messi esce in semifinale con il Liverpool? Si grida al fallimento e poco importa se il Barcellona prende imbarcate clamorose nelle trasferte calde da anni. Il Barcellona e i suoi miserabili resti vengono spazzati via dal Bayern con un punteggio tennistico? Male, Messi avrebbe dovuto trascinare i suoi alla vittoria. Idem accade a Cristiano Ronaldo.
Per quanto esagerato e sbagliato, si può persino capire: da due tra i migliori della storia ci si aspetta sempre l'impossibile, e anche oltre!

Eppure qui casca l'asino: il metodo che abbiamo usato per giudicare i due fenomeni si ripercuote verso la generazione dei campioni nati negli anni Novanta. Si leggono le feroci critiche a Neymar ("Eh, ma Messi e Cristiano alla sua età blablabla"), a Dybala ("Eh ma Messi alla sua età blablabla"), stanno prendendo corpo le prime critiche a Mbappè, nonostante abbia 22 anni e ci stia facendo vedere grandi cose già da tempo. Cerchiamo gli eredi di Messi e Cristiano in altri, ma non capiamo che sono due fenomeni irripetibili, due mostri che hanno giocato in compagni altrettanto mostruosi. E ci stupiamo pure, rimaniamo delusi, se vediamo che i giovani campioni di oggi non sono come loro. Ci sembra di vedere un livellamento verso il basso, che nella realtà non c'è.
Nel 2006 sbavavamo tutti per Ronaldinho, ma se per giudicarlo avessimo usato i criteri usati successivamente per l'argentino e il portoghese, Dinho ne sarebbe uscito letteralmente annichilito. Ronaldo e Zidane sarebbero stati ridimensionati, così come Baggio.
Quanti ne salveremmo, in questo modo?
E soprattutto, in ottica futura, quanti ne salveremo?


Riprendendo il discorso iniziale credo che si, abbiano cambiato il calcio, non quanto la Grande Ungheria o l'Arancia Meccanica, tuttavia... O meglio, abbiano cambiato il modo in cui l'appassionato percepisce il calcio.

Che ci piaccia o no (e ma non fa impazzire) da adesso in avanti prima di parlare di fenomeni assoluti si andrà a guardare quanti gol, trofei e palloni d'oro il giocatore avrà vinto e, aggiungo, per quanti anni è stato al vertice.

C'è solo una speranza, secondo me, che questo trend cambi, la speranza che arrivi un giocatore che, pur con una carriera inferiore, sia capace di far vincere la propria nazionale.
Ma ci sono due ma, il primo è che le nazionali conteranno sempre meno (salvo mutamenti) e il secondo è che la carriera inferiore non potrà essere troppo inferiore, ormai -temo- perchè un giocatore venga considerato nell'elite, bisognerà avere un palmares di altissimo livello.

Viceversa credo non abbia senso svalutare giocatori del passato perchè meno ricchi di record e trofei, nel passato i parametri per valutare un giocatore erano diversi, senza contare che per la stragrande maggioranza della storia del calcio era letteralmente impossibile vincere quello che hanno vinto quei due.

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Il Bridge è come il sesso; devi avere un buon compagno o un'ottima mano!


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