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 Oggetto del messaggio: Un gigante dimenticato- Joao Saldanha
MessaggioInviato: lun 28 apr 2014, 12:06 
Mi stupisce il fatto che, quando si parla di allenatori storici, nessuno nomini mai Joao Saldanha, che invece a quanto ne so gode all'estero di stima enorme.

Sul sito del compianto Franco Rossi ho trovato un breve riassunto della sua carriera.

http://www.francorossi.com/2011/05/il-c ... eri-dieci/

Franco diceva che Joao è stato il miglior allenatore mai visto, almeno in Brasile, e che ha concepito la squadra più vincente di tutti i tempi, ovvero il Brasile che incantò il mondo ai mondiali messicani, l'unica formazione capace di vincere tutte le partite ufficiali disputate, nessuna esclusa. Qualcuno sa qualcosa di più?


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MessaggioInviato: lun 28 apr 2014, 13:07 
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Non sono un grandissimo esperto di calcio brasiliano, so solo che Zagalo raccolse i frutti da lui seminati. Il maestro epico ne sa più di me su queste cose...


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MessaggioInviato: mer 30 apr 2014, 17:51 
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e' lui e non Zagallo ad aver creato il Brasile 70 con i 5 numeri 10 , domino' in questo modo le qualificazioni , ma venne fatto fuori prima del Mondiale per motivi politici , dato che non era ben visto per le sue opinioni extracalcistiche dalla giunta militare che all'epoca dominava il Brasile.


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MessaggioInviato: gio 1 mag 2014, 9:34 
Vero, conosco poco il resto della carriera che però in Brasile viene molto celebrato, so che allenò Garrincha.
La storia di Franco è epica e ricca di aneddoti: nel 1968 Saldanha si siede davanti ai giornalisti e annuncia l'11 titolare dei mondiali (Zagalo osservò scrupolosamente le sue indicazioni), ostentando sicurezza.
Famose anche le sue considerazioni sui giocatori di colore, per lui intrinsecamente superori in certe doti, e sulle varie coppie gay presenti nel Brasile (magari c'era pure Pelé ghghgh). Di sicuro opporsi in quel modo brutale a una dittatura capace di ogni nefandezza è segno di personalità ultra-cubica e di coraggio da vendere, poco da ridire.

Quando parliamo del Brasile del 1970 dobbiamo ricordare sempre che si tratta dell'unica squadra che ha vinto ogni partita disputata e sempre con più di un gol di scarto, tolto Brasile-Inghilterra ai mondiali e forse una partita delle qualificazioni. Una roba mai vista e alluncinante, visto anche che era stata costruita in modo innaturale.
Saldanha pensava che se hai tanti giocatori bravi tutti devono giocare, in questo umilierà il nostro CT e le sue ossessioni per la staffetta fra Mazzola e Rivera: se hai due fuoriclasse di questo calibro devi schierare entrambi senza inventarti alternanze controproducenti, Saldanha ne metteva in campo cinque o quasi con queste caratteristiche.


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MessaggioInviato: sab 15 feb 2020, 12:16 
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Reg. il: sab 9 feb 2019,
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Però va anche detto che Mário Zagallo ebbe la brillante intuizione di far coesistere Clodoaldo e Piazza. Entrambi giocavano mediani nei rispettivi club e durante la gestione di João Saldanha essi venivano alternati in Nazionale. Zagallo arretrò Piazza al centro della difesa e mantenne Clodoaldo mediano. Fu una mossa che si sarebbe rivelata intelligente e vincente.


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MessaggioInviato: dom 28 ago 2022, 20:25 
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Reg. il: sab 9 feb 2019,
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Ho trovato una splendida intervista di João Saldanha su Placar del 20 marzo 1970, pochi mesi prima del Mundial.

Tra i passaggi principali:

"Devo ringraziare Aymoré Moreira, il mio predecessore. Ha avuto un'influenza determinante nelle mie convocazioni. Il suo lavoro effettuato nel 1968 è stato fantastico e mi ha facilitato enormemente".

"Non ho perso la fiducia in Tostão come molti dicono. Ultimamente ho convocato Claudomiro e Coutinho perché li apprezzo, ma Tostão tornerà protagonista".

"Non credo che il Brasile adotterà mai il libero. Con un libero dietro alla difesa, i quattro difensori dovrebbero marcare a uomo i rivali. Questo non è fattibile, poiché i difensori brasiliani non sanno marcare a uomo".

"Io ritengo che una Nazionale non rifletta lo spirito di chi la allena bensì rifletta il carattere nazionale del proprio Paese. Un esempio: se fossi tecnico della Danimarca o della Svizzera, anche per dieci anni, ritengo che non riuscirei mai a cambiare le caratteristiche dei loro giocatori".

"Non abbandonerei la Nazionale per nulla al mondo. La mentalità che voglio trasmetterle si sta vedendo già ora: cooperazione, unità, spirito di squadra, rispetto reciproco e volontà di vincere".


Pochi giorni dopo sarebbe stato esonerato...


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