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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 17:57 
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Reg. il: gio 22 nov 2012
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Dai non fatemi controllare, ovviamente se doppio chiudete :asd

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Anche se alla fine molto emerge dalle discussioni sul forum, mi pareva carino aprire un topic dove ognuno di noi poteva elencare il proprio modo di "godere" del calcio. Il vostro stile di gioco preferito in poche parole, che poi direttamente sfocia anche nelle caratteristiche degli interpreti.

Per quanto mi riguarda il mio ideale da vedere (se gioco invece sono l'esatto opposto: irritante, lento, lezioso e giocoliere :asd ) è un sistema di calcio offensivo che si sviluppa in velocità, azioni dove si va in porta con 3-4 tocchi, cross in mezzo all'aria da ovunque :asd e gente a centrocampo che si inserisce di continuo e non disdegna la castagna da fuori. Fossi un ct al settimo passaggio di fila partirei coi bestemmioni. La parte "artistica" per me dev'essere lasciata sempre solo ad una delle due ali e alla seconda punta, che deve arrivare a creare la superiorità numerica nel momento in cui non ci sia la possibilità di applicare un capovolgimento di fronte efficace. Al terzo dribbling inutile gli "artisti" finiscono in panchina :asd, In linea teorica la seconda punta agisce a sinistra in combinazioni con l'ala estrosa, ma questo non è un elemento fondamentale :grin La prima punta è il bomber, quello che quando il pallone sta volando in mezzo all'aria deve prenderla e buttarla dentro, anche se ne ha addosso due. Ovviamente può essere più o meno tecnico, ma l'importante è che sia bomber: ovvero che segni e che tenga in apprensione la difesa avversaria. E'obbligatorio che sappia tirare anche lui da fuori area (caratteristica fondamentale che deve condividere come detto con uno dei centrali di centrocampo, una delle due ali e anche con la seconda punta) perchè nel calcio non è necessario entrare in porta col pallone nei piedi, vero guardiola? :asd

Quindi tiri, tiri e ancora tiri... cross, cross e ancora cross, inserimenti, verticalizzazioni e velocità di pensiero. un gioco rapido dove il pallone deve stare tra i piedi il giusto indispensabile. La fantasia deve esserci ma deve rappresentare il plus, quel tassello che si accende per creare scompiglio e fare la differenza in alcuni frangenti specifici.

Nel lato calciatori prediligo l'atleta. Mi piace molto di più vedere muoversi su un campo da calcio gente come Ibra e Cristiano che non Messi per capirci. Il calciatore non può essere qualcosa di diverso da quello che significa in primis fare sport: ovvero essere dei formidabili atleti.
Il gesto tecnico abbinato all'atletismo (che raggiunge poi la sua sublimazione nel mio sport preferito che è il basket) è il massimo. Un controllo in cielo a gamba alzata usando la punta del piede vale 200 serpentine per i miei gusti. Così come un elegante volè stile Zidane in finale di Champions. Infatti parlando proprio di Zidane: il gesto anche più "maradoniano", ma eseguito da lui, è molto più bello da vedere :grin


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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 18:17 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
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Il mio ideale è forse il Brasile del 1970 o del 1982, con una spruzzata di Olanda del 1974 (indi un po' il Barcellona diciamo, che media fra le due filosofie, al meglio). Ma va benissimo anche la Stella Rossa di inizio anni '90, quella con il doppio 10 - questione di tempi, di mentalità e anche di gusti.

Per me il calcio è bello anche e soprattutto perché Baggio, Messi, Pirlo, Laudrup Iniesta o Savicevic possono risultare più importanti di gente che corre e che pesa il doppio di loro. Vedere il cervello e i piedi che vincono su stazza e muscoli per me è il calcio, è ciò che lo rende unico. Scambi sullo stretto, controllo-colla, velocità di pensiero, qualcuno che salta l'uomo di agilità, e poi adoro la capacità di verticalizzare, di vedere il gioco prima degli altri, di spiazzare gli avversari con un gesto. Nei giocatori nati negli anni '90 prevale in misura preponderante l'esplosività fisica - più grande velocità che stazza peraltro - e questa dote per me - pur potendo risultare determinante, anzi di regola è la più determinante - non è bella.

La storia dice che vincono sia gli atleti che gli artisti, anzi forse i primi vincono di più. Ma gli atleti non faranno mai ciò che fanno gli artisti. Ancora oggi citiamo l'Olanda del 1974 o il Brasile del 1982 fra le squadre migliori di sempre, mentre nessuno citerà mai la Germania del 1996 o il Portogallo del 2016, che pure hanno vinto.

Io non voglio solo vincere ma meravigliare, fare qualcosa di unico. Vincere una Champions come il Real del 2016 a me non interessa, si finisce solo sull'almanacco, quando è molto più importante finire dentro gli occhi delle persone.

Ciò detto, mi esaltano anche le squadre di cuore e di carattere che pratichino un calcio spregiudicato, stile Liverpool degli anni d'oro o Nottingham che fu: tecnicamente buone ma non eccellenti, esaltanti però per ritmi e cuore.
In determinate occasioni mi sono esaltato anche con una grande difesa, ma non farei mai giocare le mie squadre così.

Ecco, dato che non sono uno stratega né un furbo né uno che vince con la forza pura neanche nella vita, preferisco chi vince di puro talento, magari essendo inferiore agli altri su tutti gli altri aspetti. Brasile che fu e Barcellona mi piacciono proprio anche per questo approccio un po' naif: chissenefrega se non difendo bene, se non sono un colosso, se non sono organizzato al meglio. Gioco e vinco solo perché sono più bravo a usare i piedi, quantomeno ci provo. Vinco di pura luce, di pura e semplice bravura con i piedi. È un po' l'approccio che avevano gli slavi - che ragionavano in stile mettiamo in campo più talenti tecnici possibile e stop - anche se non vincevano quasi mai nulla.

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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 18:25 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
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In sostanza, sono contento quando la poesia vince sulla prosa, ma ahimè accade abbastanza raramente, la prosa è molto più efficace, affidabile, dà più garanzie (Germania e Real sono LA prosa e sono le formazioni migliori oggi nei rispettivi ambiti). Ma che bello quando vincono gli altri, quando tu ti preoccupi dell'equilibrio, di mettere in campo gente prestante, di difenderti bene, poi gli altri si limitano a usare i piedi e ti mettono sotto (vedi finale del 1970).

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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 18:30 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
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Ah, sono sicurissimo di essere in assoluta minoranza in Italia: il nostro modo di vedere il gioco è antitetico in media rispetto al mio, per mille ragioni.

Per noi il calcio è soprattutto difesa, tattica, forza fisica e concretezza, indi ci dà comprensibilmente sui nervi chi rovescia tale approccio. Per noi vincere e concretizzare è l'unica cosa che conta, indi che senso ha dribblare quando non ti porta un immediato vantaggio, che senso ha schierare 4-5 centrocampisti bravi con i piedi ma tatticamente non irreprensibili.

Ma ecco io mi sento molto più affine a uno stile del tutto diverso, che vinca o meno, con tutti i suoi limiti. Il bello di Savicevic è che dribblava con un'irriverenza tutta sua, sfidando le regole pragmatiche del calcio: dribblava come se il calcio fosse solo accidentalmente un gioco in cui si deve segnare e correre verso la porta avversaria. Per questo era pura magia.

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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 19:45 
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Allievo
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Reg. il: dom 28 giu 2015
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Come stile di gioco non ho particolari preferenze, anche se da spettatore ho un debole per lo stile di Conte: moto perpetuo, pressing, il non buttare mai via la palla, la profondità degli esterni e gli inserimenti delle mezzali, il tutto amalgato e dettato armoniosamente da un direttore d'orchestra.
Riguardo alla mia squadra invece "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta", certo vincere con un gioco spettacolare è godurioso, ma non mi permetterei mai di contestare due pragmatici come Capello o Allegri.

Per quanto riguarda il giocatore, odio i fronzoli, soprattutto se si risolvono con l'effetto contrario a quello voluto. Pogba mi faceva inca**are più volte per questo motivo, Neymar anche, Cristiano Ronaldo pochi anni fa idem. Mi piace la giocata "di qualità" utile, geniale e non fine a se stessa. Anche il mio centravanti ideale non deve essere mai fuori dal gioco: se non arrivano i palloni, deve cercare di arretrare, giocare di sponda, prendere calcioni per fare salire la squadra.


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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 20:30 
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Reg. il: lun 22 mag 2017
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Anche se i risultati in campo Europeo non sono stati dalla sua parte, il triennio di Guardiola al Bayern mi ha divertito un sacco. Soprattutto quello dell'ultimo anno, penso sia stato il calcio più bello che abbia visto con il suo 4-1-4-1 (2-3-5). La squadra tedesca rispetto al Barça mi è piaciuta maggiormente perché era una squadra che verticalizzava di più, crossava di più, calciava di più, pressava di più e se spesso ha fatto errori imbarazzanti a causa dell'ossessione di avere la difesa alta non mi interessa. Quindi rispondendo al post, questo è il calcio che mi piace, squadra alta, corta, pressing, possesso palla (ovviamente non fine a se stesso ma con un obiettivo). Preferirei perdere giocando bene che vincere annoiandomi a morte.


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MessaggioInviato: mer 14 giu 2017, 20:56 
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Reg. il: sab 21 gen 2017
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Simpatizzando solo le squadre e avendo in me il dna da fiero italico, punto principalmente al pragmatismo e alla vittoria. Punto.
Poi, se si vince in scioltezza meglio, se si vince giocando bene ancor di più.

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MessaggioInviato: gio 15 giu 2017, 10:16 
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Reg. il: ven 22 mag 2015
Alle ore: 20:02
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Sapevo di essere in minoranza, ma il calcio è bello perché è vario.

La cosa meravigliosa accade quando chi si preoccupa meno del "vincere a ogni costo e con ogni mezzo" vince più degli altri: il guerriero Ibra alla fine è stato meno decisivo dello svagato e Savicevic o del mansueto Laudrup, e questo per me è meraviglioso.

IL Barcellona che si preoccupava e si preoccupa soprattutto di giocare bene (Cruijff prima di entrare in campo nelle finali diceva "Divertitevi!", quasi la negazione del motto italo-juventino) alla fine ha portato a casa molti più di titoli di squadre pragmatiche, votate al puro risultato, più complete e forti fisicamente. Per me questa è magia pura, è proprio il trionfo della poesia sulla prosa.

Poi certo, può capitare il momento irripetibile in stile Brasile 1970 o Barcellona anni d'oro e può capitare anche il Brasile del 1982 (o il Barcellona attuale) che esce perché non sa difendersi né gestire i risultati, ma chissenefrega, è tipico dei grandi talenti essere un po' svagati e non sempre cattivi e "sul pezzo". Se questi fossero anche cattivi sarebbero ingiocabili, sarebbero una maledizione della natura: e invece la natura li ha puniti rendendoli più fragili, meno aggressivi in termini di puro agonismo.

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MessaggioInviato: gio 15 giu 2017, 11:02 
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Reg. il: sab 21 gen 2017
Alle ore: 20:53
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Francesco82 ha scritto:
Sapevo di essere in minoranza, ma il calcio è bello perché è vario.

La cosa meravigliosa accade quando chi si preoccupa meno del "vincere a ogni costo e con ogni mezzo" vince più degli altri: il guerriero Ibra alla fine è stato meno decisivo dello svagato e Savicevic o del mansueto Laudrup, e questo per me è meraviglioso.

IL Barcellona che si preoccupava e si preoccupa soprattutto di giocare bene (Cruijff prima di entrare in campo nelle finali diceva "Divertitevi!", quasi la negazione del motto italo-juventino) alla fine ha portato a casa molti più di titoli di squadre pragmatiche, votate al puro risultato, più complete e forti fisicamente. Per me questa è magia pura, è proprio il trionfo della poesia sulla prosa.

Poi certo, può capitare il momento irripetibile in stile Brasile 1970 o Barcellona anni d'oro e può capitare anche il Brasile del 1982 (o il Barcellona attuale) che esce perché non sa difendersi né gestire i risultati, ma chissenefrega, è tipico dei grandi talenti essere un po' svagati e non sempre cattivi e "sul pezzo". Se questi fossero anche cattivi sarebbero ingiocabili, sarebbero una maledizione della natura: e invece la natura li ha puniti rendendoli più fragili, meno aggressivi in termini di puro agonismo.



Diciamo che fra due squadre a me impalpabili prediligo quella con un buon gioco.
Poi dipende: Brasile 70 o il Barcellona di Guardiola hanno vinto perché era più forti. Punto. Al di là dei concetti di prosa e poesia. E così pure L'Ajax di Cruijff, e stava quasi per farcela pure l'Olanda.

Definire Ibra meno decisivo di Savicevic o Laudrup è quasi eresia però. E io definirei lo Svedese un giocatore quasi poetico, direi geniale. Un'anomalia, essendo tanto grosso.

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MessaggioInviato: gio 15 giu 2017, 11:45 
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Ok, ho esasperato il concetto, ma Dejo e Miki hanno tirato fuori prestazioni epocali soprattutto fra i grandi, Ibra meno, anche se come giocatore è più completo e continuo.

Diciamo che è paradossale che uno con il suo atteggiamento - da bullo grande e grosso, da capobanda, uno molto "mourinhano" che la mette sulla guerra, sullo scontro verbale e non, che vive il calcio come una battaglia - sui palcoscenici maggiori abbia fatto meno bene di uno che sembrava messo in campo per caso (Dejo) o di un mansueto tale da risultare a volte molle e inconsistente.

Il Brasile ha vinto perché era più forte, ma era più forte solo in determinati ambiti: qualità pura e coesione di giocatori molto offensivi ma compatibili. Ha vinto con armi antiitaliane, nessuna squadra italiana schiererebbe mai una formazione del genere, ritenendola forse "bella" ma non vincente.

Ecco, la cosa fantastica è quando si rovescia questo dogma e le sue certezze (i valori del nostro calcio, pragmatismo, difesa, concretezza e forza fisica su tutto).

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