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 Oggetto del messaggio: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 13:03 
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Io credo che sia una tattica molto bella e per certi versi anche spettacolare, che richiede doti fisiche, atletiche, tecniche e psicologiche. E' un sistema di gioco come gli altri e non capisco il razzismo di alcune persone verso questo tipo di gioco. Voi cosa ne pensate? Dovrebbe essere motivo di vergogna per una squadra?

Metto sotto spoiler alcune informazioni tratte da wikipedia sulla storia e sulle caratteristiche tecniche del Catenaccio. Se è già stato aperto un topic simile, chiedo scusa ma non l'ho visto.

Origini

Nonostante il nome italiano con cui è ormai noto anche nelle altre lingue, il catenaccio ebbe le sue origini negli anni trenta in Svizzera, per iniziativa del tecnico austriaco Karl Rappan (1905-1996). Egli propose per la prima volta il catenaccio nel 1932 quando sedeva sulla panchina del Servette. Nel modulo cosiddetto del "sistema", in auge nel calcio di allora, i difensori erano tre (due terzini ed un difensore centrale, detto stopper), generalmente impegnati in una marcatura a uomo. Per ottenere maggiore copertura difensiva Rappan ebbe l'idea di togliere un mediano da centrocampo che veniva arretrato dietro la linea dei difensori, rendendolo "libero" da qualsiasi compito di marcatura fissa. Il libero era infatti destinato a eventuali raddoppi di marcatura e a recuperare i palloni sfuggiti ai compagni di reparto. Rappan ripropose il catenaccio allorché si trovò a guidare la nazionale elvetica al campionato del mondo del 1938 in Francia. Con questa variazione del sistema, che fu battezzata in francese, verrou cioè, appunto, "catenaccio", la modesta nazionale Svizzera ben figurò nel torneo, eliminando la Germania al primo turno e arrivando fino ai quarti di finale, nei quali cedette all’Ungheria, futura finalista.

Il catenaccio in Italia

Il catenaccio si affaccia nel nostro paese nel campionato di Serie A 1941-42 con Mario Villini, allenatore della Triestina[1]. Nel Campionato Alta Italia del 1944, non riconosciuto ufficialmente dalla FIGC, Ottavio Barbieri fa adottare il catenaccio alla sua squadra, VV. FF. La Spezia, che sorprendentemente vincerà la competizione, imponendosi sul Torino di Valentino Mazzola[1]. Giuseppe "Gipo" Viani, nel torneo di Serie B del 1946-47 schiera la sua Salernitana con il catenaccio, ottenendo una lusinghiera promozione in Serie A[1]. La stampa sportiva conia il nome di "Vianema" per indicare la tattica della squadra campana. Alfredo Foni sarà il primo tecnico a vincere uno scudetto utilizzando il catenaccio. Nel campionato di Serie A 1952-53 applica questa tattica all'Internazionale, schierando il terzino destro Blason nel ruolo di libero ed arretrando l'ala destra Armano a terzino[1]. Ma i più grandi interpreti del catenaccio in Italia furono Nereo Rocco ed Helenio Herrera.

Nereo Rocco fu tra i primi ad applicare il catenaccio in Italia, fin dal 1946-47, sua prima stagione come tecnico della Triestina. Il modulo di Rocco, cui talora ci si riferisce come il "vero" catenaccio, prevedeva comunemente una formazione del tipo 1-3-3-3 con un atteggiamento rigidamente difensivo. Alcune variazioni sul tema prevedevano schemi come l'1-4-4-1 e 1-4-3-2. Valendosi di questo schema Rocco riuscì addirittura a portare la squadra giuliana ad un sorprendente secondo posto finale nel campionato 1947-48, ripetendosi dieci anni dopo col Padova, giunto terzo nella stagione 1957-58. Una volta passato sulla panchina del Milan, riuscì a vincere nel decennio dei sessanta due titoli italiani, due Coppe dei Campioni, una Coppa intercontinentale ed una Coppa delle Coppe.

Negli anni sessanta Helenio Herrera vinse tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali con l'Internazionale. Il modulo di Herrera prevedeva lo schieramento di tre difensori cui erano assegnati compiti di stretta marcatura sull'uomo con un libero alle loro spalle. Davanti al pacchetto arretrato si posizionava un regista capace di lunghi e precisi passaggi per superare il centrocampo avversario e servire i centrocampisti avanzati e le punte.

Evoluzione schematica

Come accennato in precedenza, il Catenaccio derivava direttamente dal Sistema, mutuandone le rigide marcature ad uomo. Tuttavia differiva da esso per l'aggiunta di un quarto difensore, generalmente prelevato dal centrocampo che pertanto passava da quattro uomini a tre.
Questo spostamento poneva in inferiorità numerica a centrocampo le squadre che giocavano col Catenaccio, soprattutto contro quelle che adottavano il Sistema. Pertanto, alla fine degli anni 50, si iniziò ad arretrare la posizione di una delle due ali, in genere quella destra, allo scopo di riequilibrare le forze e la densità in mezzo al campo. Iniziava così l'era dell'"ala tattica" o "ala tornante" e gli attaccanti veri e propri da tre passavano a due. L'arretramento dell'ala destra provocò conseguentemente l'avanzamento del terzino che l'aveva in marcatura. Il terzino sinistro diventava quindi "fluidificante" e sempre più propenso alle scorribande verso l'area avversaria. Massime esponenti di questa evoluzione furono l'Inter di Helenio Herrera ed il Milan di Nereo Rocco nei primi anni 60.
Nella seconda metà degli anni 70 inizia ad affermarsi la tattica della marcatura a zona. Tuttavia il Catenaccio resiste seppure con la contaminazione della marcatura a zona nel solo settore del centrocampo. Questa evoluzione del catenaccio prenderà nome di Zona mista e verrà praticata con molto successo principalmente dalla Juventus di Giovanni Trapattoni e dalla Nazionale Italiana di Enzo Bearzot e di Azeglio Vicini.

Immagine (Il Catenaccio di Karl Rappan)

Immagine (Catenaccio anni '60)

Immagine (Zona mista)

Nell'attualità

Oggi il catenaccio, almeno nella sua forma più rigidamente difensivistica, è caduto in disuso, sebbene venga adottato da un discreto numero di squadre più deboli per mascherare il divario tecnico che le separa dai grandi club. Al catenaccio possono però ricorrere squadre che nel corso della partita vengano a trovarsi in inferiorità numerica per infortuni o espulsioni. L'utilizzo del catenaccio può essere limitato a una particolare fase della partita o a tutto il corso della gara. In questo caso le possibilità offensive della squadra si riducono alla tattica di contropiede. L'adozione prolungata del catenaccio, tuttavia, richiede particolari doti tecniche di tutto il reparto difensivo, in particolare ottimi colpitori di testa, un affiatamento delle linee difensive per raddoppi di marcatura e per l'uso tattico del fuorigioco e pulizia e correttezza di gioco assoluta svolgendosi il gioco prevalentemente in area di rigore o nelle immediate vicinanze. Una visione stereotipata ma ancora molto diffusa internazionalmente attribuisce alle squadre italiane l'utilizzo del catenaccio[3], sebbene oramai molti club italiani preferiscano adottare moduli più moderni come il 4-4-2, con i difensori liberi di spostarsi in tutte le zone del campo. Lo schieramento del modulo completamente difensivo è estremamente raro tra squadre di pari livello tecnico e il ricorso allo schema difensivo puro può essere richiesto da particolari situazioni di gioco.

Il termine catenaccio è stato recentemente ripreso dai mass media per indicare l'atteggiamento adottato dall'Inter nella gara dell'aprile 2010, disputata contro gli spagnoli del Barcellona al Camp Nou e valevole per la semifinale di ritorno della vittoriosa edizione 2009-2010 della UEFA Champions League. Nel corso della sfida, infatti, per l'espulsione del centrocampista Thiago Motta, l'allenatore della formazione nerazzurra José Mourinho avrebbe adottato un catenaccio alla Herrera, volto a conservare il vantaggio acquisito nella gara d'andata conclusasi sul risultato di 3-1 in favore dell'Inter.[4][5] Curiosamente, è stato utilizzato lo stesso termine per definire l'atteggiamento utilizzato dal Chelsea sempre contro il Barcellona nelle semifinali della vittoriosa edizione 2011-2012 della UEFA Champions League.

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Io devo scrivere perché sennò sclero/non mi interessa che tu condivida il mio pensiero/non cammino sulle nubi come Wonder Boy/Mi credi il messia? Sono problemi tuoi!/Io voglio passare ad un livello successivo/voglio dare vita a ciò che scrivo/Sono paranoioco ed ossessivo/fino all'abiura di me/vado ad un livello successivo/dove dare vita a ciò che scrivo/Sono paranoioco ed ossessivo/fino all'abiura di me

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 13:57 
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Reg. il: ven 23 nov 2012
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Un modulo molto intrigante, complesso e per certi versi affascinante se si dispongono di giocatori di qualità come un libero dai piedi buoni, un fluidificante come si deve, un regista e un'ala pura. Poi è un luogo comune che fosse un modulo difensivo e votato all'anticalcio perché la fase offensiva era sempre portata da almeno sei giocatori (terzino fluidificante, mezzala, trequartista, ala tornate e due punte)... Il catenaccio è sì un modulo che è nato per proteggere la difesa, nel corso del tempo si è evoluto in un modulo flessibile e adatto a giocatori tecnici e poco prestanti dal punto di vista fisico (parlo degli italiani) ma anche a giocatori come i tedeschi, più fisici ed essenziali nei fondamentali di base.

P.S.: il Verrou di Rappan più che un precursore del Catenaccio può essere considerato come un precursore del difensivismo zonista


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:09 
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Reg. il: ven 11 gen 2013
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Il catenaccio è usato in forma dispregiativa, ma è il modulo insieme al vecchio Metodo che più di ogni altro ha esaltato le caratteristiche del calcio all'italiana e dei giocatori italiani.

Prende spunto dal Sistema, inventato dall'inglese Chapman e poi introdotto in Italia da William Garbutt e portato alla sua massima espressione dal Grande Torino. Era un 3-2-2-3 in cui un difensore veniva aggiunto ai due terzini del Metodo, generalmente il centromediano metodista che diventava stopper. Purtroppo però era molto fisico e poco adatto ai calciatori italiani e poteva portare a subire valanghe di gol ed è per questo che nacque il Mezzo Sistema o per l'appunto Catenaccio. Qui uno dei due mediani veniva arretrato dietro lo stopper, privo di compiti tattici col compito di ultimo difensore e spesso primo regista della squadra. Era il libero.

Modulo più equilibrato il cui punto nevralgico era l'uomo davanti alla difesa che aveva il compito di fare da collante con il reparto avanzato. Esempio su tutti: Dino Sani nel primo Milan di Rocco.

Si diffuse negli anni 50 e già allora fu etichettato in modo dispregiativo. L'Inter con Foni in panchina vinse due scudetti e fu dileggiata all'epoca dai più grandi giornalisti sportivi.

Ma il catenaccio non era solo difesa sapeva anche essere una macchina da goal. L'Inter di Herrera nel suo momento migliore e il Milan di Rocco lo erano, ma sapevano anche attuare una grande fase difensiva che poi dava il là a ripartenze devastanti per le squadre avversario e su cui queste squadre hanno costruito la loro più grande fortuna negli anni 60.

Il catenaccio declinò negli anni 70 con la nascita del calcio totale in cui tutti gli 11 si scambiavano ruoli e non davano punti di riferimento agli avversari, mettendo in crisi il rigido Catenaccio.

Dal Catenaccio però deriva la zona mista di Bearzot e anche oggi seppur con molte sfumature è praticato sui campi di calcio.

Spero di non avere scritto castronerie, in tal caso chiedo scusa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:11 
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Reg. il: dom 10 apr 2005
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Sono per mia natura più portato ad apprezzare il calcio offensivo, ma ho massimo rispetto per il catenaccio e per tutto quello che ha generato. Tattica molto sottostimata e ingiustamente bistrattata. In origine era un sistema di gioco, con un libero, uno stopper, un terzino marcatore (tendenzialmente il destro) e un terzino fluidificante (tendenzialmente il sinistro); un mediano, un centrocampista di inserimento, un regista; un'ala destra, una prima e una seconda punta. Ma ci sono piccole differenze tra le diverse squadre. Il catenaccio si completava con la marcatura a uomo e un atteggiamento in campo prudente, che per prima cosa cercasse di preservare la difesa. Questo però non significava rimanese insensibili alle istanze dell'attacco, e infatti le grandi squadre che scelsero di schierarsi con questo sistema di gioco, spesso sviluppavano grandiose manovre offensive, artcicolate tramite verticalità e contropiede. Vedasi l'Inter di Herrera, il Milan di Rocco, la Juve del Trap per restare in Italia. Ma anche l'Italia di Bearzot, in tema di nazionali. In epoca moderna, con catenaccio si intende erroneamente indicare solo la mentalità di una squadra o di un allenatore.


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 Oggetto del messaggio: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:20 
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Reg. il: lun 6 set 2004,
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Ricordo il grande cateMancio.


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MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:20 
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Reg. il: lun 20 feb 2012
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massimo rispetto per il modulo in sè , che non prescinde certo da una fase offensiva ben fatta
è vero che oggi lo si intende in un altra maniera , come una mentalità fortemente remissiva, ecco per quella ho gia meno stima , ma quello non è il catenaccio


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:26 
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Reg. il: ven 23 nov 2012
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Già la Nazionale di Pozzo bicampione giocava con una sorta di Catenaccio primitivo. Se prendiamo la formazione del 1938 i due terzini metodisti (Rava e Foni) giocavano a zona ma con compiti diversi: Rava essendo più robusto e scattante andava a marcare l'attaccante in possesso di palla e Foni, essendo più tecnico e compassato staccava davanti al portiere Olivieri intervenendo in seconda battuta. I due laterali (Serantoni e Locatelli) avevano compiti semplici: contrastare le ali e sostenere l'azione offensiva, non disdegnando l'incursione in attacco. veniamo alle mezzeali: Ferrari agiva come cucitore di gioco e Meazza era libero di svariare su tutto il fronte offensivo. Nel tridente d'attacco Biavati agiva da ala pura preferendo il cross e raramente il taglio in diagonale mentre l'ala sinistra Colaussi tagliava in diagonale destrorsa sfruttando gli inviti del bolognese e di Meazza (molte azioni dell'Italia furono costruite proprio su questo schema) per giocare da secondo attaccante a fianco di Piola.

----------------Olivieri

-----------------Foni

Serantoni--------Rava--------Locatelli

----------------Andreolo

---------Ferrari

Biavati-----------Meazza

----------------Piola--------Colaussi

L'unica grossa differenza tra Metodo e Catenaccio fu rappresentato dal ruolo del centromediano che nel Catenaccio fu surrogato dalla presenza di un libero con compiti di costruzione...


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MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:28 
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Reg. il: mer 6 apr 2005,
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Sul catenaccio in senso proprio (modulo tattico come lo sonno 4-3-3 e compagnia) lascio la parola agli storici.

Sul catenaccio come oggi viene inteso (cioè calcio principalmente votato alla fase difensiva) dipende. Se a una fase difensiva tignosa si unisce una grande capacità di ripartire in contropiede e anche di proporre gioco se necessario (come l'Atletico Madrid, ad esempio) è lodevole e penso sia un luogo comune che sia facile da attuare, perché i movimenti di squadra devono essere molto ben rodati, non basta mettere 11 uomini in difesa, altrimenti prima o poi qualche buco si crea.
Se è una tattica ostruzionistica e basta, con lancio dell'Ave Maria al centravanti e speriamo che riesca a prendere fallo per puntare sui calci da fermo, allora tende a essere disprezzabile, con eccezione quelle situazioni in cui una squadra deve difendere un vantaggio maturato nella partita d'andata e per cause contingenti (inferiorità numerica, qualche big infortunato) non ha alternative migliori (vedi Barcellona-Inter 2010 o Barcellona-Chelsea 2012...Mentre Atletico Madrid-Chelsea 2014 è disprezzabile).

_________________
Signori e signore Che giocatore Cristiano Ronaldo !!...che Giocatore Cristiano Ronaldo !!..io credo che non ci trovavamo davanti un giocatore simile dai tempi di Evaristo Beccalossi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:33 
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Campione Olimpico
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Reg. il: ven 23 nov 2012
Alle ore: 11:00
Messaggi: 7439
Credo che il Sistema attecchì solo con il Grande Torino perchè quella squadra era composta da interpreti, oltre che molto forti dal punto di vista qualitativo, molto duttili e che sapevano ricoprire più ruoli, inoltre le chiavi di lettura del "sistema granata" erano più danubiane o latine che nordiche: spesso i quattro componenti del quadrilatero di centrocampo si scambiavano di posizione, così come gli attaccanti con le ali che tagliavano sempre in diagonale e non cercavano mai la bandierina e il cross per la classica torre al centro dell'area...


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Catenaccio: cosa ne pensate?
MessaggioInviato: mer 7 mag 2014, 14:37 
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L'eterno secondo
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Reg. il: mar 12 set 2006
Alle ore: 15:38
Messaggi: 46632
Località: Civitavecchia (RM)
Anch'io amo il calcio offensivo, ma c'è catenaccio e catenaccio: quello finalizzato ad avere una solida tenuta difensiva pronta a ripartire con + uomini una volta venuti in possesso di palla è una tattica di tutto rispetto, la utilizzano tanti tecnici di valore ed ha portato spesso a risultati concreti. Il catenaccio che predilige però il "prima non prenderle poi qualcosa succede" col famoso pullman parcheggiato in area di rigore è un abominio, non è calcio, e molte volte non ha dato i frutti sperati.

_________________
Più le cose cambiano, più restano le stesse.

LIBERA LA ROMA!


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