ciccio graziani ha scritto:
Schiavio era un centravanti completo (come richiedeva il calcio di allora), un centravanti più i lotta che di governo, un vero nueve più che un falso nueve alla Sindelar, che però sapeva anche giocare per i compagni e far segnare gli altri. Ha segnato 242 reti, un'enormità se si pensa che a trent'anni smesse di fatto di giocare.
Schiavio era di famiglia nobile di origine lecchese (il suo cognome per esteso era Schiavio-Stoppani) e non ricevette mai un compenso in tutta la sua carriera, essendo già ricco di suo, i soldi non gli servivano.
Aggiungo che saltava molte trasferte europee, proprio perché gestiva insieme ai suoi un negozio di abbigliamento, che considerava il suo vero lavoro.
Inoltre ha raccontato spesso che nessuno della sua famiglia gli fece i complimenti dopo il gol che segno' alla Cecoslovacchia nella finale dei Mondiali, perché erano completamente disinteressati al calcio.
Disse che per la Nazione era un eroe, ma i suoi familiari non si erano nemmeno resi conto dell'impresa sportiva che aveva compiuto.