così ragionando la squadra è rimasta ben poche volte nella storia, e in Europa anche nei tabellini dei vincitori a dire il vero.

Però questo cosa c'entra con "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta"? Nulla.
Cos'è? Per vincere bisogna partecipare senza l'assillo della vittoria? È un controsenso.

Non solo vincere ma conta soprattutto il percorso. O comunque anche il percorso, l'idea di gioco che imponi, quello che riesci a ideare e a costruire. Ovviamente la tensione verso il risultato è componente essenziale, altrimenti sarebbe come giustamente dici un'esibizione.
Ma non è tutto è più interessante vedere come si arriva al risultato.

Tant'è vero che citiamo ancora squadre che hanno emozionato e coinvolto anche i neutrali per come hanno approcciato questo sport, naturalmente ottenendo anche grandi risultati (almeno in una certa misura), mentre nessuno ricorda e celebra squadre che sono rimaste sul tabellino senza però "dire" molto altro (non citiamo mai l'Aston Villa del 1982: perché? Come mai la Germania del 1996 per nessuno vale l'Olanda del 1974? etc...).

Mister, ti faccio un esempio: Cruijff dice che per la concezione del calcio sua e dei suoi team il risultato non era così centrale, il loro genoma impone prima di costruire un'idea di gioco e poi di utilizzarla per vincere, tanto che non hanno vissuto come una tragedia epocale la sconfitta di Monaco. Prima di molte finali lui diceva ai suoi "Entriamo in campo e divertiamoci".
Paradossalmente, con questo approccio in Europa ha vinto molto più di squadre come Inter e Juventus, per le quali invece il risultato è l'unica cosa che conta.

Ma scusa ma come fai a sapere che non hanno preso male la sconfitta?
Cruyff poi non era quello che nel 1994 si diceva sicuro di asfaltare il Milan?
Io sono sicuro che gli olandesi ora come ora baratterebbero volentieri un po' meno di mito attorno a quella nazionale per un titolo mondiale.
Non diciamo fesserie.
Conta vincere. Se poi lo si fa giocando bene, meglio. Se poi si rimane anche nella storia, ottimo.

Ovviamente non erano felici, ma per la loro concezione del gioco non fu una tragedia come lo sarebbe stato per noi, tutto qua (lo so perché ho letto un'intervista di Cruijff dove la cosa veniva rimarcata): per loro fu molto importante anche esprimere quel calcio e imporre un modello di gioco in sintonia con tempi rivoluzionari. Paradossalmente, se la squadra orange del 2010 avesse vinto nessuno la ricorderebbe allo stesso modo di quella di 36 anni prima.

Sul resto: conta vincere. E quindi quando ricostruire la grandezza europea della Juve citando le finali di Coppa perse la cosa stona un po'. Dovreste aggiungere: conta vincere quando vinciamo noi, sennò conta arrivare in fondo

Scherzi a parte, per me conta tutto, altrimenti limitiamoci a guardare l'albo d'oro: chi ha vinto di più è più forte, non c'è altro. Naturale che il risultato sia una componente essenziale, ma tutti sappiamo che non è tutto dai.

Bruttissima notizia,mi dispiace molto

attaccante assurdo...sotto porta credo il n°1 all time...

Su France Football n° 1570 dell'11 maggio 1976, così lo descrive il suo allenatore nel Bayern Monaco, Dettmar Cramer:

«Nel corso della partita Gerd riesce a farsi dimenticare, riesce cioè ad estraniarsi dal gioco magari trotterellando per il campo. Ma con la sua sola presenza ha il dono di seminare la paura negli avversari. E poi con un banale colpo di testa riesce a fare la differenza. Cosa posso dunque pretendere di più da un giocatore il cui ruolo essenziale, per non dire unico, consiste nel segnare gol, cioè vincere, piuttosto che convincere e sedurre...?»