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 Oggetto del messaggio: Tiki taka
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« Ricevo la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo. »
(Xavi)

Il telecronista spagnolo Andrés Montes è famoso per avere coniato l'espressione tiki-taka durante il suo commento sulla televisione LaSexta per il campionato del mondo 2006, anche se il termine era già utilizzato in maniera colloquiale nel calcio spagnolo per indicare il gioco dell'FC Barcellona.
Nel suo commento in diretta nella partita Spagna vs Tunisia, Andrés Montes usò il termine per descrivere il tipo di gioco della nazionale spagnola: "Estamos tocando tiki-taka tiki-taka". La frase è chiaramente originata da un suono onomatopeico. La caratteristica fisica di un giocatore che avvantaggia questo stile viene soprannominata dai media spagnoli Los Bajitos ("i bassi"), e la più importante squadra di club che utilizza questo tipo di gioco è il Barcellona che, grazie a giocatori fisicamente piccoli e molto agili come Xavi, Daniel Alves, Pedro, Andrés Iniesta, Lionel Messi, Cesc Fàbregas riesce a mantenere davvero a lungo il possesso del pallone con l'intento di monopolizzare il gioco e poi ripartire quando l'avversario si stanca di correre e di pressare commettendo di conseguenza il primo errore. L'artefice che disegnò e perfezionò i canoni di questo schema calcistico fu il catalano Josep Guardiola che, estremizzando il concetto di possesso palla, non lo sfruttò solo come un semplice modo per finalizzare, ma anzi lo utilizzò soprattutto come metodo per difendere; infatti l'essere sempre padroni del pallone, oltre a sfiancare gli avversari, è principalmente un modo per ridurre enormemente il numero di azioni che questi ultimi potrebbero avere.

Raphael Honigstein descrive il tiki-taka svolto dalla squadra nazionale spagnola nel campionato del mondo 2010 come "uno stile radicale che si è evoluto velocemente nel corso di soli quattro anni e che all'inizio derivava dalla decisione della Spagna nel 2006 di approfondire questo tipo di gioco poiché consapevoli di non avere il fisico sufficiente per competere contro gli avversari muscolari, così di conseguenza decisero di concentrarsi sulla monopolizzazione del pallone."

Differenze tra tiki-taka e calcio totale
Il tiki-taka viene spesso considerato l'evoluzione latina del calcio totale olandese sviluppato da Rinus Michels. La differenza più evidente di questi due schemi di gioco è che, mentre il "calcio totale" è basato su una completa mobilità e libertà dei giocatori in campo, grazie anche alla loro potenza fisica, il tiki-taka invece si adatta alla natura "fine" del calcio spagnolo, di conseguenza, per sopperire a questa carenza fisica, il gioco viene incentrato su transizioni lente, passaggi corti e possesso costante del pallone, tutto ciò per limitare il tempo a disposizione che può avere l'avversario per creare azioni, obbligando quindi quest'ultimo a fare pressing costante con conseguente dispendio di energia.

Secondo Raphael Honigstein, il tiki-taka è "un'importante evoluzione del calcio totale ma se ne differenzia principalmente perché si concentra sui continui movimenti rasoterra del pallone piuttosto che dei giocatori. Controllare la palla con calma per lungo tempo significa infatti controllare anche l'avversario, poiché quest'ultimo è impossibilitato a giocare."

Importanza nel calcio moderno
Segnato dai numerosi trionfi del Barcellona e della Nazionale spagnola, questo tipo di gioco rappresenta una svolta rispetto agli stili di gioco delle squadre che hanno dominato la scena negli anni novanta. Il tiki-taka segna infatti un ritorno al passato di questo sport, caratterizzato da meno fisicità sia nelle marcature difensive sia negli scontri a centrocampo. Dal momento che nel tiki-taka il modo principale di difendersi è il possesso palla, i difensori non vengono impiegati solo per marcare gli avversari ma devono possedere buona tecnica e visione di gioco (dato che l'azione inizia sempre dalle retrovie) qualità importanti anche nei centrocampisti, spesso utilizzati in difesa. Due esempi su tutti: Javier Mascherano e Sergio Busquets, quest'ultimo in grado di ricoprire più posizioni. Il centrocampo, in opposto alla fisicità tipica degli anni 90, presenta agilità e capacità di inserimento: Xavi, Andrés Iniesta e Thiago Alcântara sono esempi di giocatori integratisi perfettamente in questo meccanismo. Nel tiki-taka l'aspetto fisico ed agonistico del calcio viene ridimensionato, determinando un'inversione di tendenza rispetto alle mode del passato: il catenaccio italiano e il "calcio all'inglese" basato su lotta, palla lunga e contrasti. Il tiki-taka consente di difendersi semplicemente tenendo palla, e non marcando gli avversari, obbligando l'altra squadra a correre a vuoto per tentare di conquistare il pallone. L'avvento di questo tipo di gioco ha trovato un valido alleato nell'introduzione di nuove regole da parte della FIFA, con l'obiettivo di tutelare la salute fisica dei calciatori più talentuosi: tutto ciò, a differenza degli anni '90, ha portato ad una maggiore severità arbitrale nei confronti di falli e scorrettezze.
Queste nuove regole tendono a tutelare i giocatori più agili e tecnici, ed hanno favorito l'ascesa del tiki-taka.

Il calcio senza prime punte
« Il nostro unico attaccante è lo spazio. »
(Josep Guardiola)

Negli ultimi anni questo tipo di calcio ha portato ad una ulteriore evoluzione ed estremizzazione nel mondo di questo sport: ovvero la costante rinuncia a prime punte, sostituite dall'utilizzo, come principale fonte d'attacco, da giocatori sguscianti ed agili che sono così facilitati ad entrare negli spazi. Nasce quindi l'idea del cosiddetto falso nueve, ovvero di un centrocampista di ruolo che, partendo appunto da dietro, non dà nessun riferimento agli avversari. Egli, oltre ad esser in grado di finalizzare, è anche in grado di fornire assist grazie alla sua visione di gioco. Due esempi importanti possono essere Lionel Messi e Cesc Fabregas.

Il primo gioca nel Barcellona come attaccante, ma in realtà è completamente libero di muoversi in qualsiasi zona del campo e, evitando di dare riferimenti, parte spesso da dietro anche per prendere palla. Il catalano invece, regista di ruolo, nella Nazionale spagnola e nel Barcellona agisce come finto attaccante avendo funzioni simili a quelle che Lionel Messi ha nel Barcellona. Nonostante l'identico utilizzo che hanno entrambi come finti attaccanti, Fabregas rifiuta il paragone con l'argentino poiché considera quest'ultimo come il miglior giocatore al mondo.


Da Wikipedia


E schiaffiamogli un bel paio di video, già che ci siamo:


_________________
"Lascia che ti dica perché sono determinato a tirare da così lontano. Non è solo perché i miei tiri valgono tre punti. Non è raro che ci siano delle rimonte all'ultimo minuto. A volte sono il risultato di un tiro della disperazione. Non lascerò che sia la fortuna a decidere. È per questo che chiudo le partite con un tiro sulla sirena. È questo che significa fare tutto ciò che è umanamente possibile."


Ultima modifica di JFA il lun 2 giu 2014, 16:42, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 12:05 
Condivido l'analisi e gli stretti legami di sangue con il calcio totale olandese, pur rivisitato in chiave latina (in molte azioni ai mondiali di Germania si rivede, anzi si "prevede" la Spagna e il Barcellona: su tutte la "sinfonia" della finale, ovvero un minuto di controllo del pallone seguito da improvvisa accelerazione del giocatore più talentuoso; ma anche contro Uruguay e Argentina si vedono sprazzi di quello che sarà il tiki-taka, anche se i ritmi - per l'epoca - sono superiori e più aggressivi).
Di certo si tratta di un sistema di gioco che per un po' d tempo ha rimesso al centro la qualità individuale (canalizzata in un gioco collettivo), a discapito dell'agonismo e del difensivismo che hanno dominato per lungo tempo (specie negli anni '90).

Come tutti i sistemi di gioco, può piacere e non piacere, ha grandi pregi (bellezza di molte giocate, pulizia di controllo palla, scambi sul breve, precisione nei passaggi, ricerca un po' "artefatta" della perfezione stilistica: un commentatore inglese 2-3 anni fa disse qualcosa come "Fra un po' metteranno in campo dieci centrocampisti e cercheranno di traformare il calcio in un'arte astratta che sfiora l'onanismo", o qualcosa del genere) e grandi limiti (quando non trova spazi può diventare ripetitivo e noioso, se uno ama un calcio più aggressivo che non disdegna l'incornata di potenza etc... questi parametri diventano un limite; difficoltà sul gioco aereo per la presenza di pochi giocatori di peso).

Credo comunque che dopo la rivoluzione orange degli anni '70, il segno lasciato dal tiki-taka sia quello più pronfondo e importante per il calcio moderno.


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 Oggetto del messaggio: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 12:51 
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Dico solo che, con tutti i suoi pro e contro, il tiqui-taca nella sua massima espressione, che per me è quello del Barcellona del primo e terzo anno di Guardiola, non della Spagna, è il tipo di calcio piu' dominante e stilisticamente più appagante che abbia ammirato :sisi

Mai visto una squadra essere tendenzialmente tanto tirannica come quella, il problema è che parliamo di un metodo molto esigente, quando calano condizione e motivazioni, il rischio pizzone è alto :asd

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:vola


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 12:58 
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Il tiki taka è solo la punta di diamante di un vero e proprio risveglio calcistico della Spagna, iniziato all'inizio degli anni Novanta, per ripudio del sacchismo e che ha toccato le proprie vette più alte con il tiki taka.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 16:41 
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Francesco82 ha scritto:
Condivido l'analisi e gli stretti legami di sangue con il calcio totale olandese, pur rivisitato in chiave latina (in molte azioni ai mondiali di Germania si rivede, anzi si "prevede" la Spagna e il Barcellona: su tutte la "sinfonia" della finale, ovvero un minuto di controllo del pallone seguito da improvvisa accelerazione del giocatore più talentuoso; ma anche contro Uruguay e Argentina si vedono sprazzi di quello che sarà il tiki-taka, anche se i ritmi - per l'epoca - sono superiori e più aggressivi).
Di certo si tratta di un sistema di gioco che per un po' d tempo ha rimesso al centro la qualità individuale (canalizzata in un gioco collettivo), a discapito dell'agonismo e del difensivismo che hanno dominato per lungo tempo (specie negli anni '90).

Come tutti i sistemi di gioco, può piacere e non piacere, ha grandi pregi (bellezza di molte giocate, pulizia di controllo palla, scambi sul breve, precisione nei passaggi, ricerca un po' "artefatta" della perfezione stilistica: un commentatore inglese 2-3 anni fa disse qualcosa come "Fra un po' metteranno in campo dieci centrocampisti e cercheranno di traformare il calcio in un'arte astratta che sfiora l'onanismo", o qualcosa del genere) e grandi limiti (quando non trova spazi può diventare ripetitivo e noioso, se uno ama un calcio più aggressivo che non disdegna l'incornata di potenza etc... questi parametri diventano un limite; difficoltà sul gioco aereo per la presenza di pochi giocatori di peso).

Credo comunque che dopo la rivoluzione orange degli anni '70, il segno lasciato dal tiki-taka sia quello più pronfondo e importante per il calcio moderno.


Avevi ragione comunque, come sistema di gioco è molto esaltante da praticare, la ricerca della perfezione, di uno stile esteticamente impeccabile, la velocità anche in certe fasi dei passaggi e delle triangolazioni. Il problema è che servono determinate caratteristiche tecniche e atletiche, non è un gioco che tutti possono praticare e soprattutto ci vuole concentrazione.

Io penso che se arrivasse un tecnico in grado di propormi questo tipo di gioco con meno spocchia e con un po' più di flessibilità, con qualche alternativa magari (tipo cross e lanci lunghi) potrebbe anche diventare il mio sistema preferito.

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"Lascia che ti dica perché sono determinato a tirare da così lontano. Non è solo perché i miei tiri valgono tre punti. Non è raro che ci siano delle rimonte all'ultimo minuto. A volte sono il risultato di un tiro della disperazione. Non lascerò che sia la fortuna a decidere. È per questo che chiudo le partite con un tiro sulla sirena. È questo che significa fare tutto ciò che è umanamente possibile."


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 17:14 
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Per capire il fenomeno tiki taka bisogna tornare indietro alla metà degli anni Novanta quando il calcio era segnato dal sacchismo più estremo dove corsa, rugbisti prestati al calcio, agonismo estremo (e anche doping) la facevano da padrone. La Spagna ne risentì particolarmente perchè il calcio sacchiano mal si sposava con le caratteristiche fisiche dei giocatori iberici.

Dovete sempre pensare che dagli anni Venti agli anni Novanta il calcio era sempre stato attaccato alle sue radici, l'ondata sacchiana spazzò tutto via in un sol colpo decenni e decenni di tradizioni calcistiche. I tecnici iberici capirono che il calcio sacchiano, segnato dal 4-4-2 rigido con reparti stretti e sottili quasi come il calcio balilla, peccava di geometrie e di fantasia, questo perchè il 4-4-2, se interpretato in maniera rigida non consente grandi triangolazioni a centrocampo in quanto il modulo (di derivazione sistemista) si compone di coppie di due e non prevede i famosi triangoli a centrocampo.

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Così alcuni allenatori emendarono il 4-4-2 mantenendo la classica linea a quattro ma aggiungono un centrocampista in più e tolgono un'attaccante. Nacque così il 4-5-1 o il "modulo ad una punta", per la prima volta il centrocampo fu disposto su due linee, questo fu ideato apposta per creare superiorità numerica a centrocampo (3 giocatori contro i 2 del 4-4-2) e per dare più estro e variabilità alla fase difensiva, con gli esterni che potevano essere sgravati da compiti difensivi (vi ricordate Signori a USA 1994) e la prima punta che poteva creare scompiglio in mezzo ai due centrali. Il 4-5-1 fu fatto conoscere per la rima volta da Vicente Del Bosque, dopo di lui ci fu una pioggia di squadre e allenatori (Mourinho con il Porto, Benitez con il valencia, Irureta con il Deportivo) che salirono alla ribalta utilizzando il "modulo ad una punta".

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Il Barcellona, sotto la guida di Guardiola, ha estremizzato tutto questo percorso innestando sullo schema del 4-5-1 iberico il gioco totale che fu dell'Olanda, ma inteso sotto chiavi di letture prettamente latine (pressing offensivo meno esasperato, fisicità quasi del tutto assente). Quello che volevo farvi capire con questo mio lungo intervento è che il Tiki Taka non nasce d'incanto ma è solo la punta dell'iceberg di un movimento molto profondo e complesso che ha attraversato il calcio spagnolo e iberico dalla fine degli anni Novanta ai giorni nostri.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 17:33 
Condivido la tua analisi Cicco, anche se io credo che nel calcio la componente atletica sia sempre importante: pregio (o demerito, a seconda dei punti di vista) del Barcellona e della Spagna è stato riportare al centro il podismo degli olandesi (e anche del Milan di Sacchi, pure strepitoso anche come forza pura e stazza).
Cioè gli spagnoli correvano molto e sapevano giocare a ritmi molto alti, proprio come gli olandesi dell'epoca (forse un po' meno ma senza esagerare), e quindi erano e in parte ancora sono forti anche atleticamente, come è inevitabile che sia.
Diciamo però che disporre di molti giocatori tecnici e completi ha fatto sì che potesse esaspersi la qualità individuale, ossessione originaria di Cruijff che voleva terzini con piedi da trequartisti, portieri capaci di impostare etc... E che ha trovato terreno fertile in una terra da sempre attenta a questo aspetto del gioco.
Cioè, per passarsi il pallone senza sbagliare e per cercare il controllo negli spazi stretti devi avere giocatori agili, tendenzialmente non troppo di stazza, che sappiano muoversi sul breve e sbagliare poco nulla in termini di fondamentali. Di più: devi educarli perché crescano in questo modo, e selezionarli che già si adattino a questo tipo di gioco.

Come l'Ajax dei tempi, gli spagnoli hanno così quasi inevitabilmente incanalato la propria ricerca verso la creazione di centrocampisti adatti a ogni ruolo, pur senza raggiungere tutte le eccellenze dell'epoca: se ci pensiamo, l'Ajax metteva come laterali di difesa due ali aggiunte, in mezzo alla difesa giocavano anche veri e propri centrocampisti (Haan, a volte Neeskens) a il "libero" atipico Hulsfoff nella finale con la Juve avanza spesso ad ala sinistra, laddove il regista di centrocampo diventa centrale difensivo. Mancava un centravanti vero, essendo Rep e gli altri ali, al più attaccanti aggiunti, ed essendo di fatto Cruijff una mezzala a tutto campo.
Nel Barcellona si sono rivisti per la prima volta concetti simili, pur in ottica latina: in difesa giocano centrocampisti veri e propri come Busquets, Touré, Mascherano. Alves è un'ala aggiunta, in mezzo ci sono due registi/rifinitori, gli attaccanti sono simili e si scambiano spesso posizione, tanto che in avanti ci gioca Fabregas che è di fatto regista/mezzala etc..
Forse non si raggiunge le supreme vette di eclettismo dell'epoca, che presuppongono una maggiore completezza, ma si notano molte similitudini anche "concettuali".


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 17:40 
Le somiglanze generano pregi e difetti simili: come accadeva all'epoca, gli spagnoli non riescono a variare tipo di gioco, e quando sono in difficoltà spesso ci restano.
Capisco quindi le perplessità di JFA: a volte si avvertiva e si avverte a maggior ragione oggi l'esigenza di introdurre un qualche elemento di rottura, uno che si piazzi in mezzo all'area e sia capace di smistare palloni di testa, o anche solo di tenere la palla per far salire la squadra...Ogni tanto si avverte l'esigenza di vedere un lancio lungo, fatto come dio comanda, che sappia spiazzare la difesa altrui, o anche solo un pallone buttato in tribuna.
Invece questi masochisticamente la giocano sempre, e proseguono imperterriti sulla propria strada, il che da certi punti di vista è un pregio (sai che proveranno sempre a giocare) ma da altri un difetto.

In questa prospettiva, il Real Madrid ha mostrato maggiore eclettismo e capacità di adattamento: dispone di fenomeni superiori a tutti eppure quando serve attacca e ti pressa come un pugile all'angolo, quando non serve si chiude a catenaccio senza lasciare spazi.
E' una squadra meno "improntata" e più agile, più maneggevole, in quanto da sempre cerca e valorizza il fenomeno, e non il gioco.

Punti di vista e scelte societarie anche "filosofiche", si può apprezzare l'una o l'altra (o nessuna), non credo esista un meglio "oggettivo".


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 17:53 
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Francesco82 ha scritto:

Come l'Ajax dei tempi, gli spagnoli hanno così quasi inevitabilmente incanalato la propria ricerca verso la creazione di centrocampisti adatti a ogni ruolo, pur senza raggiungere tutte le eccellenze dell'epoca: se ci pensiamo, l'Ajax metteva come laterali di difesa due ali aggiunte, in mezzo alla difesa giocavano anche veri e propri centrocampisti (Haan, a volte Neeskens) a il "libero" atipico Hulsfoff nella finale con la Juve avanza spesso ad ala sinistra, laddove il regista di centrocampo diventa centrale difensivo. Mancava un centravanti vero, essendo Rep e gli altri ali, al più attaccanti aggiunti, ed essendo di fatto Cruijff una mezzala a tutto campo.
Nel Barcellona si sono rivisti per la prima volta concetti simili, pur in ottica latina: in difesa giocano centrocampisti veri e propri come Busquets, Touré, Mascherano. Alves è un'ala aggiunta, in mezzo ci sono due registi/rifinitori, gli attaccanti sono simili e si scambiano spesso posizione, tanto che in avanti ci gioca Fabregas che è di fatto regista/mezzala etc..
Forse non si raggiunge le supreme vette di eclettismo dell'epoca, che presuppongono una maggiore completezza, ma si notano molte similitudini anche "concettuali".


Per me nel Barcellona i movimenti "totali" riguardano principalmente la fase offensiva dove Xavi, Iniesta, messi, Pedro, Sanchez e compagnia si scambiano posizione fino a formare un vero e proprio "vortice" un po' secondo i dettami tattici del vecchio Wunderteam. I movimenti dell'Ajax e dell'Olanda erano totali in tutti i sensi perchè gli interscambi avvenivano anche orizzontalmente (es. il difensore sale e il terzino stringe al centro e viceversa), cosa mai fatta da altre squadre, nemmeno dall'Ungheria.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tiki taka
MessaggioInviato: lun 2 giu 2014, 21:06 
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ciccio graziani ha scritto:
Per capire il fenomeno tiki taka bisogna tornare indietro alla metà degli anni Novanta quando il calcio era segnato dal sacchismo più estremo dove corsa, rugbisti prestati al calcio, agonismo estremo (e anche doping) la facevano da padrone. La Spagna ne risentì particolarmente perchè il calcio sacchiano mal si sposava con le caratteristiche fisiche dei giocatori iberici.

Dovete sempre pensare che dagli anni Venti agli anni Novanta il calcio era sempre stato attaccato alle sue radici, l'ondata sacchiana spazzò tutto via in un sol colpo decenni e decenni di tradizioni calcistiche. I tecnici iberici capirono che il calcio sacchiano, segnato dal 4-4-2 rigido con reparti stretti e sottili quasi come il calcio balilla, peccava di geometrie e di fantasia, questo perchè il 4-4-2, se interpretato in maniera rigida non consente grandi triangolazioni a centrocampo in quanto il modulo (di derivazione sistemista) si compone di coppie di due e non prevede i famosi triangoli a centrocampo.

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Così alcuni allenatori emendarono il 4-4-2 mantenendo la classica linea a quattro ma aggiungono un centrocampista in più e tolgono un'attaccante. Nacque così il 4-5-1 o il "modulo ad una punta", per la prima volta il centrocampo fu disposto su due linee, questo fu ideato apposta per creare superiorità numerica a centrocampo (3 giocatori contro i 2 del 4-4-2) e per dare più estro e variabilità alla fase difensiva, con gli esterni che potevano essere sgravati da compiti difensivi (vi ricordate Signori a USA 1994) e la prima punta che poteva creare scompiglio in mezzo ai due centrali. Il 4-5-1 fu fatto conoscere per la rima volta da Vicente Del Bosque, dopo di lui ci fu una pioggia di squadre e allenatori (Mourinho con il Porto, Benitez con il valencia, Irureta con il Deportivo) che salirono alla ribalta utilizzando il "modulo ad una punta".

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Il Barcellona, sotto la guida di Guardiola, ha estremizzato tutto questo percorso innestando sullo schema del 4-5-1 iberico il gioco totale che fu dell'Olanda, ma inteso sotto chiavi di letture prettamente latine (pressing offensivo meno esasperato, fisicità quasi del tutto assente). Quello che volevo farvi capire con questo mio lungo intervento è che il Tiki Taka non nasce d'incanto ma è solo la punta dell'iceberg di un movimento molto profondo e complesso che ha attraversato il calcio spagnolo e iberico dalla fine degli anni Novanta ai giorni nostri.


Scusa ma il Barcellona di Cruijff 1989-1994 non praticava lo stesso tipo di gioco?

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"Lascia che ti dica perché sono determinato a tirare da così lontano. Non è solo perché i miei tiri valgono tre punti. Non è raro che ci siano delle rimonte all'ultimo minuto. A volte sono il risultato di un tiro della disperazione. Non lascerò che sia la fortuna a decidere. È per questo che chiudo le partite con un tiro sulla sirena. È questo che significa fare tutto ciò che è umanamente possibile."


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