4a (e ultima) PARTE:
Il prode Galliani oltre che titoli colleziona anche qualche guai giudiziario inoltre nel pentolone di calciopoli ci entra fino al collo
FALSO IN BILANCIO:
Primavera 2005,un mese prima della disfatta di Istanbul Galliani (Milan) assieme al morattiano Rinaldo Ghelfi (Inter) riceve un avviso di garanzia per falso in bilancio in seguito alle denuncie del presidente del Bologna Gazzoni Frascara. Sotto la lente degli investigatori ci sono per il Milan i bilanci che vanno dal 29 ottobre 2003 al 28 aprile 2005. Come finisce la storia? In una bolla di sapone naturalmente: con la sentenza del 31 gennaio 2008 il GUP di Milano, Paola Di Lorenzo, ha prosciolto sia Galliani, sia la società A.C. Milan da ogni addebito perché il fatto non costituisce reato. “Non ho ucciso nessuno!” questa la replica di Galliani al fine della vicenda che finsice presto nel dimenticatoio.
CALCIOPOLI E DINTORNI:
L’estate 2006 è una delle più calde della secolare storia rossonera, a maggio scoppia il bubbone Calciopoli che travolge come un ciclone mezza serie A. Poteva mancare nella faccenda l’apporto di Galliani, noto amico e alleato della Triade? Le partite sotto inchiesta riguardanti il Milan sono due: Milan-Brescia 1 a 1 del 9 aprile 2005 e Milan Chievo 1 a 0 del 20 aprile 2005, sospetti si concentrano anche su Reggina-Milan del 2003/04 (penultima giornata), quello dello scudetto. Il vero mattatore nelle intercettazioni è un ristoratore lodigiano che nel Milan berlusconiano ricopre il ruolo di addetto agli arbitri: Leonardo Meani. Interessante è una conversazione Meani-Collina dopo la partita Siena-Milan (stagione 2004-05). Meani con aria da lecca#@*§ fa i complimenti a Collina “ti ho visto in grande forma” e poi si lascia andare: “Ancelotti mi ha raccontato che quello lì il giovedì già conosceva il nome dell'arbitro sorteggiato per la domenica…Ma quello lì, Moggi, arrivava a condizionare il calendario, ma tu pensa quali entrature deve avere in federazione?". Collina, però, su questo punto è scettico: “Le variabili del computer sono messe in modo pubblico”. Il clou della telefonata è l'organizzazione di quest'incontro, “perché - dice Meani - Galliani vuole conoscere il Collina-pensiero”. Dove allora? A Milano in un ristorante? Escluso, ci può essere un fotografo dilettante che ti becca. In albergo, magari al Palace? “Meglio evitare — spiega Collina — perché con tutto quel viavai..”. A casa di Galliani? “No - fa Collina -, io e lui siamo riconoscibili”. Alla fine, l'illuminazione: Lodi, il ristorante di Meani. Collina può arrivare a Lodi e parcheggiare nel retro del ristorante. Poi arriva Galliani: con le serrande abbassate, in pieno stile carbonaro, si può fare. Altra intercettazione scottante è quella tra Moggi e Giraudo che discutono con molti sottintesi di Reggina-Milan (stagione 2003-04), penultima di campionato. Inizia Lucianone: «Comunque sai quando te mi chiamasti e mi dicesti ‘‘sai che mi ha detto Galliani''», Giraudo risponde interdetto: “Ah, e lui cosa dice?” Moggi: “È stato lui che gliel'ha detto – riprende Big Luciano – “È stato lui che gliel'ha detto ma non a lui, a Berlusconi eh” e qui arriva la parte migliore: “Poi ti spiego anche il meccanismo, oh ma hai sentito l'avvocato e il difensore dei…Meno male che noi non abbiamo l'abitudine né di comprare né di vendere cose a nessuno” Alla fine, come da buona tradizione italica, finisce tutto a tarallucci e vino e il Milan in appello strappa 30 punti di penalizzazione nel Campionato 2005-2006, 8 punti di penalizzazione nel Campionato 2006-2007, 100.000 euro di multa, una giornata di squalifica del proprio campo. L’amministratore delegato Galliani se la cava con cinque mesi di squalifica, il povero Meani con due anni e sei mesi. Col tempo emergeranno nuove intercettazioni che tirano più direttamente in ballo l’amministratore delegato del Milan e vicepresidente vicario. Il 3 aprile 2005 Silvano Ramaccioni, Leonardo Meani e Adriano Galliani parlano dello slittamento per la morte del Papa, apre le danze Meani: "Ciao Silvano sono Leonardo. Allora cosa han fatto? Hanno fatto slittare il campionato, allora, praticamente", Ramaccioni ribatte: "Sì, Sì Se vuoi ti passo il presidente, te lo passo. E’ slittato". Interviene nella discussione Galliani che dice al telefono a Meani: "Allora abbiamo slittato, giochiamo sabato alle 20.30, anzi alle 18 col Brescia, poi domenica andiamo Siena". Poi rincara la dose: "Lei pensa che io dormo, ma porca #@*§. Anche perché quel figlio di #@*§ di Moggi, le racconto: Moggi, che è un figlio di #@*§, faccio sentire anche a Costacurta così si carica. Ha pure chiamato Preziosi (e gli ha detto) Adriano l’ha fatto apposta così recupera i sudamericani, c’hanno Shevchenko che sta meglio, hanno spostato di una settimana. Con l’Inter ce l’abbiamo già. Dopo pensiamo a quelli di Torino l’abbiamo già sistemata perché l’accoppiata Moggi- Capello è... Come Capello- Sensi, via Capello, Sensi è tornato amico. L’abbiamo purgato già l’anno scorso, lo purghiamo anche quest’anno" In un'altra telefonata, datata 27 aprile 2005 Meani e Galliani parlano di un "dossier" che è all'attenzione "del sottosegretario Gianni Letta" e l'ad del Milan dice a Meani di riferire la notizia all’arbitro pugliese. Inizia Galliani: "Dica a Paparesta che il dossier è nelle mani di Letta... del dottor Letta, che questa mattina mi ha chiamato, che conosce la vicenda e che interverrà... quindi se lui ha anche le sue persone eccetera, può dirgli che il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta...". Meani, colto dal solito impeto di servilismo ogni volta che sente la voce del suo superiore replica: "Benissimo dottore, lo chiamo subito..."
ULTIMI BOTTI:
L’estate 2006 è segnata anche dalla telenovela Shevchenko. Sheva viene venduto in Inghilterra, ed è costretto dalla società ad inscenare una pantomina mercenaria: prima va in curva con tanto di bandiera rossonera, poi dice che va al Chelsea perché “vuole imparare l’inglese ai suoi figli”. La sceneggiata sarà replicata qualche anno dopo con Kakà. Nonostante l’illustre cessione, il Milan è sempre competitivo: la vittoria in Champions contro il Liverpool ad Atene è il canto del cigno di una formazione piuttosto anzianotta, inoltre c’è la politica: Berlusconi per la terza volta si ricandida vincendo le elezioni, ormai per il cavaliere il Milan è solo un giocattolo e come da tradizione, quando le cose vanno male, a metterci la faccia (e che faccia!) è il povero Galliani: “siamo il club più titolato al mondo” ripete ossessivamente il calvo brianzolo forse per nascondere gli impietosi bolliti Ronaldo, Emerson, Ronaldinho, acquistati e spacciati come grandissimi colpi (alla fine gli unici a guadagnarci qualcosa sono i gestori dei locali notturni!). Con il passare del tempo Galliani sembra essere diventato una sorta di Richelieu con poteri sempre più ampi. La prova sta nei dissidi avuti con bandiere come Costacurta e Paolo Maldini. Una personalità camaleontica quella dell’ex antennista, un uomo dal doppio volto dunque: solare e sorridente in pubblico, ombroso e tignoso in privato, sempre pronto con bastone e carota a risolvere le controversie interne per evitare qualsiasi scalata al potere. Significativo in tal senso un famoso siparietto televisivo con Alciato di Sky: il giornalista che con molta deferenza lo chiama “Dottor Galliani!” e lui che lo cazzia con un arroganza mai affiorata davanti alle telecamere. Insomma, l’ex antennista brianzolo zitto zitto ne ha fatta di strada: l’uomo partito con le antenne e che è finito per diventare, con tanto di benedizione berlusconiana, il plenipotenziario del club “più titolato al mondo”.
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