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 Oggetto del messaggio: Hellas Verona 1984-85
MessaggioInviato: mer 6 mar 2013, 22:41 
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Reg. il: ven 11 gen 2013
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Per ragioni facilmente intuibili odio questa squadra. Uno dei più grandi misteri del calcio riguarda per me questo scudetto. Quella era una buona squadra, ma non certamente da titolo. Dove aveva i suoi punti di forza?


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MessaggioInviato: mer 6 mar 2013, 23:10 
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Reg. il: lun 27 ago 2007
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Per ragioni facilmente intuibili odio questa squadra.

Quali? Che hanno fatto al Pescara?

_________________
Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!


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MessaggioInviato: mer 6 mar 2013, 23:34 
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Reg. il: mar 28 ott 2008
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Punti di forza? il sorteggio arbitrale integrale :asd

Scherzi a parte, il gruppo sicuramente, forgiato dal suo allenatore, Osvaldo Bagnoli, milanese della Bovisa.
Tanti buoni giocatori cresciuti o passati nelle big che in provincia hanno trovato la loro dimensione ideale. Gente ad esempio come Fanna, Tricella, Di Gennaro, Galderisi, Garella a cui si aggiungono due grandi stranieri come Briegel, stopper reinventato da Bagnoli in uomo a tutto campo dalla debordante forza fisica, e il danese Elkjaer, forse il più grande giocatore che abbia mai vestito la maglia gialloblù.
Una squdra che aveva centrato la promozione in A solo un paio di stagioni prima. Un gruppo che si è cementato negli anni e la cui rosa è andata a migliorarsi progressivamente. Un modo di fare calcio in maniera oculata, secondo idee e programmazione.

Uno scudetto anacronistico, irripetibile ai giorni nostri.

_________________
...


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MessaggioInviato: mer 6 mar 2013, 23:46 
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Avercene di nuovo di Verona al giorno d'oggi.. ma attualmente scudetti che vanno a finire in città diverse da Milano e Torino restano solo un'utopia.

_________________
Più le cose cambiano, più restano le stesse.

LIBERA LA ROMA!


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 Oggetto del messaggio: Re: Hellas Verona 1984-85
MessaggioInviato: mer 6 mar 2013, 23:57 
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Pulcino
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Reg. il: lun 12 mar 2012
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accursio ha scritto:
Per ragioni facilmente intuibili odio questa squadra. Uno dei più grandi misteri del calcio riguarda per me questo scudetto. Quella era una buona squadra, ma non certamente da titolo. Dove aveva i suoi punti di forza?


Era una squadra che oggi vincerebbe lo scudetto con più facilità, visto l'attuale livello del nostro campionato.

I due stranieri, da soli, farebbero comodo a tutte le squadre del pianeta.

(Fino a due settimane fa avrei aggiunto: tranne il Barcellona... ;))

Però è giusto precisare che in quel campionato Juve e Roma non furono mai competitive per le prime posizioni.
Ed erano, in quel periodo, le squadre più forti.

Quindi quel Verona fu anche fortunato, perché non trovò come avversarie dirette squadre abituate a lottare per lo scudetto.

Dovette battere la concorrenza di Inter e Torino, per vincere il campionato.
Erano due buone squadre, ma non superiori al Verona (anche sul piano dell'esperienza e della personalità).


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MessaggioInviato: gio 7 mar 2013, 11:29 
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Reg. il: ven 11 gen 2013
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Quali? Che hanno fatto al Pescara?


Dal 2009, anno in cui eravamo insieme in Lega Pro a contenderci la promozione, iniziò una rivalità molto sentita soprattutto dai pescaresi.


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MessaggioInviato: gio 7 mar 2013, 12:50 
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Reg. il: ven 23 nov 2012
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Il segreto di quel Verona a mio avviso sta principlamente in Osvaldo Bagnoli, allenatore incredibilmente sottovalutato. Portò in A il Verona al primo colpo al termine della stagione 1981/82 poi portò i scaligeri a un quarto e ad un sesto posto con una finale di Coppa Italia persa contro la Juventus, il tutto con giocatori scartati dalle cosiddette big (Garella, Tricella, Marangon, Fanna, Galderisi).

Nel 1984/85 si aggiunsero ad un telaio che già funzionava alla grande i due panzer Briegel e Elkjaer e la squadra dominò il campionato incontrastata dalla prima all'ultima giornata. Il vero uomo più di quella squadra, oltre i due panzer nordici era Pierino Fanna, un giocatore che ricordava un po' il Robben di oggi (anche per le calvizie), capace di macinare chilometri su e giù per la fascia destra e di servire assist al bacio per i compagni.


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 Oggetto del messaggio: Re: Hellas Verona 1984-85
MessaggioInviato: lun 25 mar 2013, 20:17 
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Reg. il: lun 2 gen 2012,
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Articoli pubblicati su La Stampa il 13 Maggio 1985, all'indomani della conquista matematica dello scudetto da parte degli scaligeri

Cita:
UNO A UNO PER CHIUDERE FELICI E CONTENTI
Fra Atalanta e Verona un pareggio anti-incidenti (ma non sono mancate le bottiglie di spumante come clave)

dal nostro inviato Gian Paolo Ormezzano

Nell'intervallo di Atalanta-Verona il questore di Bergamo ha dato l'ordine di fare pari, e così è stato. Il Verona ha segnato subito il gol dell'1-1, cioè dello scudetto, ed è finita nella festa di quasi tutti la partita che, poco prima dell'intervallo, stava degenerando nella rissa di quasi tutti, e comunque di troppi. Alla fine il presidente dell'Atalanta ha fatto trovare dieci bottiglie di spumante (italiano, Ferrari) nello spogliatoio del Verona. Tricella ha portato un bottiglione ai giocatori nerazzurri, e fuori quasi tutti i tifosi matti hanno smesso di insultarsi, di picchiarsi.

Ovviamente la questura smentisce, l'ordine non c'è stato, e d'altronde come poteva essere dato? Ma si è trattato di un efficace e perentorio ordine parapsicologico perchè la festa fosse festosa. I giocatori, per esempio, hanno capito tutto, e nel secondo tempo la partita è parsa definibile con la frase che Giraudoux usò per il primo tennis: una danza triste per far arrivare l'ora del tè (cioè dello scudetto). L'arbitro (Alberto Boschi ndr) esordiente, ottimo, saggio, idem.
Perchè se non fosse stata festa, sarebbe stata forse tragedia, con pochi agenti allo stadio, visto che quasi tutti erano in servizio elettorale. E con troppa gente (12 mila i veronesi, quasi 30 mila i bergamaschi, alta la percentuale dei "caldi") decisa a picchiare see il match fosse andato così e non cosà, in sostanza se avesse avuto un vincitore ed un vinto.

E dunque adesso si può dire di festa, ed anche descriverla un po', pur non essendo stata colossale, pittoresca, travolgente, visto che non c'è stata invasione di campo e che il grosso della felicità ufficiale e ufficiosa è spostato a Verona, da oggi anzi da ieri notte in avanti. Festa addirittura intima per taluni giocatori: Tricella si è afflosciato in lacrime, uscendo dal pianto soltanto per fare lo sherpa dello spumante, e ritornandovi subito. Garella, in panchina a dieci minuti dalla fine per far giocare anche Spuri, ha eseguito una danza speciale scorgendo sua moglie tra il pubblico (e stamani è a Torino, la sua città, per votare).

Tutti si sono tolti le maglie gialloblù, gettandole al pubblico della curva veronese: e sono rimasti tutti, anche i due stranieri, i nordici Briegel ed Elkjaer che credevano dediti al culto della pelle in maglietta di salute, come i bravi ragazzi italiani che seguono i consigli di mammà.

Festa doveva essere, e festa giustamente è stata, e il finale ha cancellato, allo stadio almeno lo "sporco" di quella mischia a fine primo tempo. Però festa composta, con Fanna (3 scudetti nella Juventus) e Galderisi (due) a fare differenze sottili tra l'allora e l'adesso. E con dichiarazioni sagge. E con non-dichiarazioni alla domanda: ma davvero lascerete il Verona? Domanda per Fanna, Marangon, Fontolan, Garella...

Festa senza grafica speciale, però con fonetica nuova: quando, a cinque minuti dalla fine i tifosi veronesi hanno cominciato a cantare ogni nome della loro formazione, per ognuno un salmo, anche per le riserve, anche per il direttore sportivo Mascetti, e si capisce anche per Bagnoli. Il tutto dopo tanti inni complessi, difficili, da maestri cantori di Norimberga, non da tifosi sfiatati da un campionato teso e dalla trasferta dura, dentro Bergamo inospitale per via degli strascichi dell'andata, quando l'Atalanta pareggiò a Verona nel finale ed i tifosi nerazzurri ebbero botte.

Ieri i veronesi hanno dovuto conquistare la città, gente atalantina faceva siepe nelle strade verso lo stadio, dileggiando. E allo stadio le botte, appunto, però dai veronesi più date che prese. Precedute da altre botte fuori stadio, e seguite da cariche della (poca) polizia nel dopo-partita. Festa non tutta festosa, dunque, e bottiglie - tante, troppe forse portate da Verona, ci fosse un alcool-detector all'uscita dell'autostrada - usate non solo per bere.

Così che l'insieme di ieri si presta sia ai retori dell'entusiasmo scritto, descritto, sia ai moralisti che vorrebbero salassare, dissanguare il football di controlli, in nome di una violenza che esiste, sì, ma che sovente è sano western più che perfida aggressione. E dobbiamo dire che ieri, in fondo, molte botte sono apparse, come dire?, almeno chiare, oneste, la mischia allo stadio è stata da taverna, gagliarda ed aperta, e a mani nude.

E' tutto, il resto a Verona, se non già sulla striscia d'asfalto da Bergamo a Verona, un'ora di autostrada. La squadra Campione d'Italia ha posato prima del calcio d'inizio, per una foto commemorativa di un grande merito, di un grosso atto di giustizia, com'è appunto questo scudetto veronese. Poi, purtroppo, si è dovuto anche giocare la partita.





Cita:
LE SOLIDE BASI DI UN TRIONFO
di Bruno Perucca

La favola gialloblù è arrivata al gioioso epilogo, una settimana prima della fine del campionato, per garantire una festa vera, auguriamo genuina e priva di contrasti cittadini domenica al Bentegodi (ospite un Avellino anch'esso felice, fuori dai rischi). Scudetto, e che scudetto. Il primo sulle maglie di un club nato nel 1903 e vissuto sempre con serietà e dignità, dopo una stagione giocata sempre allo scoperto, in testa al gruppo dalla prima all'ultima giornata.

Se il trionfo così perentorio del Verona non presta il fianco al minimo dubbio, e vale doppio per quanto squadra e tecnico hanno fatto vedere sul campo, davvero eccezionale è il merito della società perchè ha costruito la formazione vincente tassello su tassello ed in tempi non lunghi. La commozione del presidente Guidotti, che ora potrà anche lasciare la guida del club all'azionista di maggioranza Chiampan dopo aver legato il suo nome alla storia del sodalizio, è più che giustificata.

Verona dice grazie a Bagnoli, ai dirigenti ed al direttore sportivo Emiliano Mascetti. Tecnico e manager la scorsa estate hanno propiziato l'ultimo salto di qualità puntando su Briegel ed Elkjaer (i programmi iniziali sul fronte stranieri erano diversi, ma è anche un pregio saper cambiare bersaglio in extremis).

Bagnoli e Mascetti restano per affrontare il dopo-trionfo, sempre difficile. Come crediamo, sarà difficile lasciare queste maglie con il tricolore sul petto a quei giocatori che pure sappiamo sul piede di partenza. Gli addii avranno un prezzo chiaro, quello dell'ingaggio. Subito la realtà del calcio e della vita intorbida una vicenda esemplare. Rassegnamoci tutti, i sogni finiscono presto. Anche in una città romantica come Verona.

Ma il "pratico" ha anche risvolti positivi. Può essere sfruttato per capire, attraverso cifre di massima ma non lontane dalla realtà, quale lavoro economicamente saggio ci sia dietro (o davanti?) questo scudetto. Ecco, giocatore per giocatore, anno per anno, il "costo" del Verona campione.

Roberto Tricella (Cernusco sul Naviglio, 18 Marzo '59) dal 79/80 al Verona, il più anziano come milizia in gialloblù, capitano. Dall'Inter per 250 milioni.
Claudio Garella (nato a Torino il 16 Maggio '55) al Verona dalla stagione 80/81 dalla Samp, Paolo Conti a conguaglio. spesa 450 milioni.
Antonio Di Gennaro (Firenze, 5 Ottobre '58) campionato 80/81. Dalla Fiorentina, costo 1 miliardo.
Luciano Marangon (Quinto di Treviso, 21 Ottobre '56) stagione 82/83. Dal Vicenza per 700 milioni.
Domenico Volpati (Novara, 19 Agosto '51) arrivato per la stagione 82/83. Dal Brescia, 150 milioni.
Pietro Fanna (Molmacco di Udine, 23 Giugno '58) veronese dall'82/83. Dalla Juventus per 1 miliardo e 300 milioni.
Mauro Ferroni (Roma, 10 Dicembre '55) in gialloblù dalla stagione 83/84. Dalla Sampdoria per 600 milioni.
Silvano Fontolan (Garbagnate, 24 Febbraio '55) arrivato per l'annata 83/84. Dal Como, costo 600 milioni.
Giuseppe Galderisi (Salerno, 22 Marzo '63) dalla Juventus per il campionato 83/84. Scambio con Penzo, costo 1 miliardo ed 800 milioni.
Hans Peter Briegel (Rodenbach, 11 Ottobre '55) acquistato l'estate scorsa dal Kaiserslautern: prezzo 1 miliardo e 600 milioni.
Preben Larsen Elkjaer (Copenhagen, 11 Settembre '57) arrivato per questo campionato dal Lokeren (Belgio). Costo 2 miliardi.

Dopo i titolari vediamo i rincalzi principali.
Luciano Bruni (Livorno, 24 Dicembre '60) al Verona dal 83/84 dalla Reggiana. Pagato 300 milioni.
Luigi Sacchetti (Reggio Calabria, 2 Marzo '58) arrivato per la stagione 82/83 dalla Fiorentina. Prezzo 600 milioni.
Franco Turchetta (Latina, 5 Luglio '61) in gialloblù da questo campionato. Dal Varese per 300 milioni.
Dario Donà (Vicenza, 17 Settembre '61) dal Bologna al Verona l'estate scorsa per 250 milioni.

Il Verona-titolari è costato quindi 10 miliardi e 450 milioni, i migliori rincalzi 1 miliardo e 450 milioni. Totale della "rosa scudetto" 11 miliardi e 900 milioni. Molto meno di Maradona da solo (acquistato dal Napoli per 13 miliardi l'estate precedente ndr). Al di là di considerazioni sin troppo facili, un esempio di sana ed intelligente amministrazione calcistica. Un doppio scudetto.



Cita:
GIOIA E LACRIME, CHAMPAGNE ED ADDII
dal nostro inviato Giorgio Gandolfi

L'hanno battezzato "lo scudetto del buonsenso", giocatori, dirigenti e tecnico, mentre negli spogliatoi del Verona c'era gente che piangeva e le bottiglie di champagne schioppettavano come petardi. E' stata una festa abbastanza contenuta, familiare, da parte di gente che merita tutto il rispetto conquistato. E' stata per alcuni anche la festa dell'addio: Fanna e Marangon hanno confermato la loro partenza, destinazione Inter, anche se non hanno specificato la squadra. Garella si è concesso una pausa di riflessione, ma anche lui partirà per Napoli. La squadra-scudetto dunque si sfascia proprio nel giorno del trionfo ma questo era abbastanza scontato.

Piange Guidotti, il presidente; sorride Chiampan, il "patron" della società, il futuro presidente. Dice in particolare: "Non capisco di calcio ma questo mi sembra lo scudetto del buonsenso. Ora cercheremo di confermare questa squadra, Fanna può prendersi con noi in Coppa dei Campioni quelle soddisfazioni che gli promettono altrove. Conti? Non posso promettere nulla, per ora lasciateci fare festa".

In uno spogliatoio nel quale ci si muove soltanto con le gomitate, Fanna conferma la sua partenza: "Effettivamente sono maggiori le possibilità che me ne vada ma per ora non voglio guastare questa atmosfera. Siamo cresciuti di domenica in domenica, la tappa determinante è stata quella di Torino contro la Juventus quando abbiamo capito che potevamo vincere".

Galderisi ringrazia un po' tutti in particolare: "Zoff, Furino, Tardelli e Bettega, mi hanno fatto capire tante cose, le malizie del calcio. Ringrazio Trapattoni che mi ha lanciato in Serie A; Bagnoli con me è stato eccezionale, mi ha preso che ero un ragazzino prodigio, mi ha fatto maturare dandomi la carica giusta". Garella lo abbraccia e poi si concede ai cronisti: "E' un sogno, torno ad essere bambino, dedico lo scudetto a mia moglie Laura. Il merito è di tutti, titolari e riserve: quando sono entrato qui dentro c'era Turchetta che piangeva dalla gioia, è davvero lo scudetto del buonsenso. In mezzo a noi ci sono grandi giocatori anche se non lo danno a vedere. Non voglio pensare al futuro, per ora lasciatemi fare festa".

Briegel, il tedescone: "Adesso ci credo anche io nello scudetto. Dovevo venire in Italia per conquistare un titolo". Di Gennaro è alquanto realista: "Lo dedico a me stesso. So benissimo che sarà difficile ripetere questa storia ma vale la pena di tentare". Infine Marangon: "Dopo tre secondi posti, ecco finalmente lo scudetto. Se dovessi andare via lascerei almeno un buon ricordo".

Ed ora sotto con Bagnoli, il primo fautore di questa eccezionale impresa in tandem con Emiliano Mascetti. Il tecnico esordisce con una battuta: "Speravo nella tradizione, ora ci credo. A Cesena erano passati due allenatori come Radice e Bersellini ed avevano vinto lo scudetto. Ci sono andato anch'io ed eccomi qua Campione d'Italia. Tanti auguri a Buffoni, l'attuale tecnico dei romagnoli".

Poi cento domande, tutte con esauriente risposta: "Festeggerò con gli amici, una serata a Verona, una a Milano, niente di particolare. Questo di Bergamo è stato il pareggio più bello della mia vita, ora posso sciogliermi. Il successo l'abbiamo costruito domenica dopo domenica, siamo stati capaci di superare grosse difficoltà anche perchè siamo partiti col piede giusto".




Cita:
I TECNICI RIVALI DICONO: "BRAVI!"
I commenti di Trapattoni, Radice, Castagner, Bersellini e Liedholm

di Angelo Caroli

Scudetto al Verona, il titolo di Campione d'Italia va in provincia. Un evento che inebria una città, una regione e fa piacere a tutti gli sportivi. Sui meriti e sul cammino di una squadra che ha fatto soprattutto leva sulla programmazione abbiamo interpellato un pokerissimo di allenatori: Trapattoni, Radice, Castagner, Bersellini e Liedholm.

Trapattoni, pluriscudettato tecnico della Juventus, nel momento dell'abdicazione, riconosce la virtù del verona "che raccoglie ciò che ha seminato negli ultimi 4 anni. Sono da elogiare la programmazione e la conduzione tecnico-dirigenziale. Il merito è inoltre di tutta la squadra, anche se Briegel ed Elkjaer hanno fatto sentire il loro peso in gol ed in esperienza. Senza dimenticare però l'apporto offerto dai Fanna, Tricella, Garella, Di Gennaro, Volpati e Fontolan. Il gioco del Verona è stato spumeggiante, ma io darei più importanza all'eclettismo dei singoli ed al collettivo".

Gigi Radice, che vinse un titolo nel '76 con il Torino e che ha riportato la squadra ai vertici dei valori nazionali, precisa che "questo scudetto arriva a Verona da lontano, da anni di progetti e di promozioni dalla Serie B. Dopo la scorsa stagione, in cui è un po' calata nel finale perdendo l'autobus per la Coppa Uefa, la squadra gialloblù ha posto rimedi con due innesti importanti come Briegel ed Elkjaer, i quali si sono amalgamati bene con elementi validi come Di Gennaro, Marangon, Fontolan, Fanna e Volpati, che in passato non erano stati capiti in altre piazze. Il successo di Bagnoli è perciò meritato. La forza della provincia, intesa non come culto della personalità ma come lavoro d'équipe, è stata molto importante".

Deluso ma sinceramente ammirato dalla prodezza della sua rivale è Ilario Castagner, a lungo illuso sulla possibilità di operare aggancio e sorpasso: "Poichè l'Inter ha più esperienza del Verona - puntualizza il trainer nerazzurro - ad un certo punto pensavo proprio di farcela. Ed invece i miei uomini non hanno reso in trasferta secondo le aspettative. Comunque lodiamo questo Verona, che ha dimostrato concentrazione, continuità ed anche autorità: Bagnoli, dal suo canto, ha conferito compattezza alla squadra ed oggi si trova in mano questo prezioso quanto meritato trofeo. Secondo me a parte Garella, che è stato uno degli artefici, gli uomini base sono risultati Tricella, Volpati e Fanna".

Anche Eugenio Bersellini conquistò uno scudetto con l'Inter nella stagione '78-79. Ed anche per il tecnico sampdoriano il segreto di questo scudetto sta "nella programmazione e nella espressione del gioco, formulata soprattutto nel girone d'andata" "Si è dimostrata pratica e brillante - prosegue Bersellini - al di là dei meriti di Bagnoli, va sottolineato l'apporto degli stranieri, soprattutto di Briegel che da un punto di vista tattico è risultato spesso determinante in area di rigore, grazie ai suoi appoggi di testa ed a certi gol risolutivi. La mia teoria sull'incidenza del lavoro di un tecnico sul rendimento di una squadra è per attribuire al tecnico soltanto un 20 per cento. Bagnoli ha però fatto di più, poichè molto spesso ha avuto l'abilità di concentrare su di sè le polemiche, lasciando che i giocatori se ne stessero in pace".

Nils Liedholm ha conosciuto "il giorno del trionfo" sia nel Milan che nella Roma. Nel prendere atto dell'exploit veronese, Liedholm è sbalordito per "il crescendo gialloblù, dopo una partenza in sordina. L'inserimento di Briegel ed Elkjaer in un collettivo già collaudato ha consentito a Bagnoli di ottenere risultati con lodevole continuità, anche quando gli sono venute a mancare pedine fondamentali".


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 Oggetto del messaggio: Re: Hellas Verona 1984-85
MessaggioInviato: mar 26 mar 2013, 10:40 
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Reg. il: ven 11 gen 2013
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In questo momento pensare che il Verona o altre provinciali possano vincere il campionato è pura follia. Invece è successo...
Questo probabilmente resterà l'ultimo scudetto ottenuto da una provinciale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Hellas Verona 1984-85
MessaggioInviato: mar 26 mar 2013, 10:52 
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Reg. il: lun 2 gen 2012,
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La penso anche io così. Accadesse oggi la squadra sarebbe già smembrata a Gennaio. L'ultima "impresa" della provincia italiana rimane dell'altra veronese, la prima stagione del Chievo delneriano in Serie A (2001/02), che resistette in cima alla classifica per gran parte del girone d'andata salvo poi afflosciarsi verso la fine mancando anche la qualificazione ai preliminari Champions, un premio imho meritato.

Sembra ieri, ma sono già passati 11 anni... :-(


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