Preso atto che la Serie A e' ormai morta e non vedo come possa rinascere stringiamoci a corte e con un salto nostalgico riviviamo i campionati degli anni d'oro , almeno la storia non ce la possono portare via gli sceicchi , il vero immortale e' il ricordo.
Antefatti
Fu istituita una nuova regola sui trasferimenti: da questa stagione, infatti, ogni squadra poté tesserare un terzo giocatore d'oltrefrontiera. Fu un'altra svolta, importante e decisiva. Ne approfittò il Milan che completò così il terzetto olandese ingaggiando dagli spagnoli del Saragozza il centrocampista Frank Rijkaard mentre il Napoli prese il mediano Alemão, sempre dalla Liga spagnola (Atletico Madrid). La Juventus voltò pagina: in panchina arrivarono Dino Zoff insieme all'amico Gaetano Scirea, ritiratosi dall'attività agonistica al termine della stagione precedente: una coppia di tecnici che piacque a critica e tifosi. Il colpo dell'estate comunque lo fece la Fiorentina assicurandosi dal Como il forte centravanti Stefano Borgonovo; la Roma acquistò dal Cesena il giovane attaccante Ruggiero Rizzitelli. Tra i tanti stranieri arrivarono, fra i più conosciuti: l'uruguaiano Ruben Sosa dal Saragozza (Spagna) alla Lazio, l'argentino Claudio Caniggia al Verona e il brasiliano Renato Portaluppi alla Roma.
Cambiamenti clamorosi anche sul fronte "bandiere": Alessandro Altobelli, dopo undici stagioni disputate con la maglia dell'Inter, passò alla Juventus, mentre Roberto Pruzzo dopo dieci campionati con la Roma, si avviò a chiudere la sua prolifica carriera nella Fiorentina la quale si assicurò dal Pisa anche il giovane regista brasiliano Carlos Caetano Bledorn Verri, meglio noto come Dunga, giocatore di sicuro avvenire. Grandi colpi anche per l'Inter: ceduti Passarella (tornato in Argentina al River Plate) e Scifo (ai francesi del Bordeaux), arrivarono i tedeschi Lothar Matthäus e Andreas Brehme, entrambi dal Bayern Monaco; a completare il terzetto straniero arrivò dalla Fiorentina la seconda punta Ramon Diaz.
Ma il vero colpo di mercato dei nerazzurri fu il giovane e promettente Nicola Berti, preso sempre dai viola, centrocampista dalla infaticabile corsa e dallo spiccato senso del gol. Dal Cesena arrivò inoltre l'ala destra Alessandro Bianchi. Altri acquisti: Tita dal Bayer Leverkusen (Germania) al Pescara, Milton al Como, Demol e Aaltonen al Bologna, Severeyns e Been al Pisa, Vincze dal Tatabanya (Ungheria) al Lecce, Skoro dallo Zeljeznicar (Bosnia-Erzegovina, allora Jugoslavia) e Müller al Torino, Cvetković e Arslanović dalla Stella Rossa di Belgrado (Serbia, allora Jugoslavia) all'Ascoli, Zavarov e Rui Barros alla Juventus.
Il campionato
È sufficiente questa frase pronunciata dall'allora centrocampista della Sampdoria Giuseppe Dossena in una intervista del dopo-partita, per sintetizzare l'intero campionato di calcio di Serie A 1988-89. A un anno dal trionfo del Milan, fece il suo ritorno al successo l'altra compagine milanese, l'Inter. A nove anni dall'ultimo scudetto, la squadra nerazzurra disputò un campionato eccezionale, battendo record su record e andando a vincere agevolmente uno dei tornei più a senso unico della storia: l'Inter conquistò 58 dei 68 punti disponibili, infatti delle diciassette avversarie ben dieci furono sconfitte sia all'andata che al ritorno, solo quattro (Napoli, Milan, Verona e Atalanta) riuscirono a strappare un punto, solo due (Torino e Fiorentina) riuscirono a battere i nerazzurri e soltanto la Juventus riusci a rimanere imbattuta pareggiando entrambe le gare di campionato.
Il torneo 1988-89, ritornato da 16 a 18 squadre dopo ventun anni e con quattro retrocessioni, partì il giorno 9 ottobre, a causa delle Olimpiadi di Seul svoltesi nel mese di settembre. All'avvio si presentarono da grandi favorite il rinnovato Napoli di Ottavio Bianchi e il Milan campione uscente, ma si capì ben presto che quello sarebbe stato l'anno dell'Inter di Giovanni Trapattoni. I nerazzurri, infatti, volarono già in testa solitari alla quinta giornata, distanziando il Milan di un punto e la Sampdoria di due. Nelle giornate successive il Milan, impegnato anche in un favorevole cammino verso la Coppa dei Campioni, accusò un brusco rallentamento: l'11 dicembre, la sconfitta nel derby infranse il sogno dei rossoneri di bissare il titolo. L'Inter mantenne un ritmo impressionante e soltanto il Napoli, traghettato da Maradona, riuscì a seguirne la scia, a tre punti di distacco. La situazione non cambiò dopo lo scontro diretto del San Paolo, il 15 gennaio; il 5 febbraio l'Inter diventò campione d'inverno ma, la domenica successiva, la rocambolesca sconfitta di Firenze permise al Napoli di ridurre il distacco a un punto.
In realtà fu questo l'unico brivido stagionale per l'Inter, che vinse tutte le prime otto gare del girone di ritorno e allungò nettamente sui partenopei; il 9 aprile i punti di vantaggio tra prima e seconda classificata furono sette. Nelle successive giornate l'Inter si limitò a gestire la situazione e, vincendo lo scontro diretto del 28 maggio grazie a una punizione della stella della Nazionale tedesca Lothar Matthaus, i milanesi conquistarono matematicamente il loro 13º scudetto, il più agevole, incoronando il bomber Aldo Serena tiratore scelto con 22 gol. Fu lo scudetto dei record: mai nessuna squadra sarebbe riuscita a toccare quota 58 con i due punti a vittoria.
Buon campionato quello della neopromossa Atalanta che concluse in zona Uefa, settore della classifica particolarmente ampliato in questa stagione per il successo del Milan in Coppa Campioni e per la, da tempo programmata, finale di Coppa Italia fra Napoli e Sampdoria, eventi che individuarono nel settimo gradino della graduatoria il termine ultimo per l'accesso in Europa. In tale contesto la Roma agganciò all'ultima giornata la Fiorentina sconfitta a San Siro, ma le speranze dei capitolini furono spazzate via nello spareggio disputato a Perugia il 30 giugno, quando i toscani li respinsero all'ottavo posto finale; ironia della sorte, il gol fu segnato dal grandissimo ex ed idolo giallorosso Roberto Pruzzo, trasferitosi sulle rive dell'Arno nella stagione conclusiva della propria carriera.
In coda, oltre al Como e al Pisa condannati da tempo, retrocessero il Pescara e, clamorosamente, il Torino, al ritorno tra i cadetti dopo 29 anni. A condannare i granata fu la sconfitta del 25 giugno, ultima giornata di campionato, contro il neopromosso Lecce, che così ottenne la salvezza e il 9º posto, miglior piazzamento di ogni epoca del club salentino. Anche Bologna (alla prima stagione in massima serie dopo sei anni d'assenza), Cesena e Verona ottennero la salvezza all'ultimo turno. A invischiare i veneti nella parte bassa della classifica fu una lunghissima serie di pareggi, sufficienti, comunque, per evitare il declassamento.
Classifica finale 1988-1989
1. Inter 58 34 26 6 2 67 19
2. Napoli 47 34 18 11 5 57 28
3. Milan 46 34 16 14 4 61 25
4. Juventus 43 34 15 13 6 51 36
5. Sampdoria 39 34 14 11 9 43 25
6. Atalanta 36 34 11 14 9 37 32
7. Fiorentina[2] 34 34 12 10 12 44 43
8. Roma 34 34 11 12 11 33 40
9. Lecce 31 34 8 15 11 25 35
10. Lazio 29 34 5 19 10 23 32
11. Verona 29 34 5 19 10 18 27
12. Ascoli 29 34 9 11 14 30 41
13. Cesena 29 34 8 13 13 24 39
14. Bologna 29 34 8 13 13 26 43
15. Torino 27 34 8 11 15 37 49
16. Pescara 27 34 5 17 12 28 43
17. Pisa 23 34 6 11 17 17 39
18. Como 22 34 6 10 18 24 49
Classifica dei marcatori
Giocatore Squadra Nazionalità Reti Rigori
1º Aldo Serena Inter 22 -
2º Careca Napoli 19 -
Marco Van Basten Milan 19 4
4º Roberto Baggio Fiorentina 15 6
5º Stefano Borgonovo Fiorentina 14 -
Gianluca Vialli Sampdoria 14 6
7º Andrea Carnevale Napoli 13 -
8º Ramón Díaz Inter 12 -
Rui Barros Juventus 12 -
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A_1988-1989