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Preso atto che la Serie A e' ormai morta e non vedo come possa rinascere stringiamoci a corte e con un salto nostalgico riviviamo i campionati degli anni d'oro , almeno la storia non ce la possono portare via gli sceicchi , il vero immortale e' il ricordo.




Antefatti

Nell'estate del 1985 i club si ritrovarono a far fronte ai dolorosi addii degli assi brasiliani che avevano vivacizzato i precedenti campionati (Zico, Sócrates e Falcão) e reagirono con un'imponente mole di scambi. L'Inter di Castagner si rinforzò acquistando dal Verona campione Fanna e Marangon, mentre la lunga trattativa imbastita col Torino per l'acquisto di Serena fallì dopo l'inserimento della Juventus[1]. Proprio la squadra bianconera, campione d'Europa, optò per un pesante rinnovamento dei ranghi, con le cessioni di Rossi (unico acquisto di un Milan in cerca di solidità finanziaria), Tardelli (Inter), Boniek (alla Roma) e Vignola (Verona) e gli inserimenti di Mauro e dei laziali Laudrup e Manfredonia[2]. Assai ringiovanita la Fiorentina, con gli innesti dei diciottenni Roberto Baggio e Nicola Berti; il Napoli si affidò agli esperti Pecci e Giordano per riscattare il flop dell'anno precedente[1].

Il campionato

Dopo l'inizio del campionato, sembrò inarrestabile netta la supremazia di una concreta Juventus, che nelle prime otto giornate subì appena tre reti ed eguagliò il proprio record delle vittorie iniziali consecutive (1930-1931)[3] scattando subito in testa. Con le milanesi in preda ad alti e bassi, a tentare un inseguimento fu il Napoli, che con una punizione di Maradona arrestò il 3 novembre la fuga dei bianconeri[1]; in realtà la capolista riprese presto la sua marcia spedita, non lasciandosi condizionare dall'importante impegno in Coppa Intercontinentale, e con il record di 26 punti sui 30 in palio nel girone d'andata[3], staccò nettamente le avversarie in difficoltà[2]: l'Inter aveva esonerato Castagner, il Milan attendeva notizie riguardanti l'interessamento dell'imprenditore Berlusconi alla società, in evidente calo era il Verona campione uscente, che per gran parte del girone d'andata rimase invischiato in una zona retrocessione ancora parecchio ampia, col debuttante Lecce unica compagine già staccata sul fondo.

Con l'inizio del girone di ritorno la Juventus cominciò a rallentare, mentre tra le inseguitrici si distingueva la Roma di Eriksson. Sei vittorie consecutive lanciarono i giallorossi[4], trascinati da un Pruzzo in grande spolvero: il 18 febbraio il centravanti affondò l'Avellino con cinque reti e portò la sua squadra a tre punti di distacco dalla traballante capolista, la quale riuscì comunque, tra febbraio e marzo, a riportare il suo vantaggio a 5 punti. Il 16 marzo, all'Olimpico, la Roma stese la Juventus, che il 6 aprile perse anche a Firenze e vide la rivale incombere a un solo punto di distacco: approfittando del pareggio bianconero del 13 aprile contro la Sampdoria, i giallorossi passarono a Pisa su rimonta, agganciarono la capolista e guardarono con fiducia ai non proibitivi impegni delle ultime due giornate[4].

Invece il 20 aprile accadde l'imprevedibile: una Juventus data ormai allo sbando, distratta dai nervosismi interni allo spogliatoio[4] e dalle voci che davano l'allenatore Trapattoni ormai in partenza[5], batté il Milan con un gol di Laudrup, mentre la favorita Roma, in un Olimpico gremito, fiducioso del buon esito (fiducia sottolineata in pre partita dalla "parata" sul campo dell'allora sindaco di Roma, il calabrese Nicola Signorello) crollò incredibilmente di fronte alla già retrocessa matricola Lecce (2-3). Nella giornata conclusiva, con una vittoria proprio a Lecce (con analogo risultato 2-3), la Juventus festeggiò il suo ventiduesimo scudetto, mentre una Roma amareggiata fu sconfitta anche da un Como rivitalizzato dall'allenatore Marchesi, ma ormai privo di obiettivi da raggiungere. C'è da dire che un successo giallorosso negli ultimi due fatidici incontri, avrebbe portato l'epilogo del campionato ad un annoso ed incerto spareggio con la rivale Juventus. Pruzzo, in un campionato amaro per la sua squadra, si laureò capocannoniere per la terza volta con 19 reti, 17 delle quali segnate nel girone di ritorno[6].

La messa al bando dell'Inghilterra dopo la strage dell'Heysel e i successi internazionali della Juventus avevano nel frattempo riportato la Serie A ai massimi livelli del ranking europeo, fatto che riassegnò all'Italia la totalità dei quattro posti per la partecipazione alla Coppa UEFA. La lotta in zona UEFA tornò quindi combattuta ed interessante, ed ebbe per protagoniste le milanesi, la Fiorentina ed il Torino. La peggior sorte toccò al Milan che, in netto vantaggio a cinque giornate dal termine, fu duramente scosso dalla fuga in Sudafrica del patron Giussy Farina e dal conseguente rischio di fallimento[7]: i rossoneri infilarono una serie di risultati negativi, totalizzando un solo punto nelle ultime cinque partite, che costarono loro una scottante eliminazione. Non riuscirono mai ad inserirsi le pur quotate Verona e Sampdoria.

Per la prima volta, retrocessero tutte e tre le squadre provenienti dalla Serie B. Oltre al Lecce, caddero infatti il Bari, alla prima e fugace esperienza in A dopo quindici anni, ed il Pisa[1]: i toscani, rimontati nel finale di campionato dall'Udinese, trovarono inizialmente un inatteso viatico nel declassamento a tavolino dei friuliani, declassati in seguito ad una nuova indagine sul Totonero, per poi andare incontro al loro destino quando, a pochi giorni dalla pubblicazione dei calendari della stagione 1986-87, la sentenza fu revocata e la pena venne ridotta a una comunque pesante penalizzazione[8].

Classifica finale

1. Juventus 45 30 18 9 3 43 17 +26
2. Roma 41 30 19 3 8 51 27 +24
3. Napoli 39 30 14 11 5 35 21 +14
4. Torino 33 30 11 11 8 31 26 +5
5. Fiorentina 33 30 10 13 7 29 23 +6
6. Inter 32 30 12 8 10 36 33 +3
7. Milan 31 30 10 11 9 26 24 +2
8. Atalanta 29 30 7 15 8 27 26 +1
9. Como 29 30 7 15 8 32 32 0
10. Verona 28 30 9 10 11 31 40 -9
11. Avellino 27 30 9 9 12 28 38 -10
12. Sampdoria 27 30 8 11 11 27 25 +2
13. Udinese 25 30 6 13 11 31 37 -6
14. Pisa 23 30 5 13 12 27 40 -13
15. Bari 22 30 5 12 13 18 31 -13
16. Lecce 16 30 5 6 19 23 55 -32


Classifica marcatori
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 495 gol (di cui 25 su autorete e 46 su calcio di rigore) da 149 diversi giocatori, per una media di 2,03 gol a partita.

Reti Rig. Calciatore Squadra
19 4 Roberto Pruzzo Roma
13 1 Karl-Heinz Rummenigge Inter
12 2 Michel Platini Juventus
11 3 Diego Armando Maradona Napoli
11 5 Daniel Passarella Fiorentina
11 – Aldo Serena Juventus
10 – Stefano Borgonovo Como


10 – Ramón Díaz Avellino
10 – Bruno Giordano Napoli
9 – Alessandro Altobelli Inter
9 – Aldo Cantarutti Atalanta
9 – Andrea Carnevale Udinese
9 – Preben Elkjær Larsen Verona
8 – Mark Hateley Milan

http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A_1985-1986

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


Ultima modifica di epico il gio 19 lug 2012, 17:20, modificato 2 volte in totale.

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Roma Vs Lecce

Video Sontuoso.

http://www.youtube.com/watch?v=maxtojfPuDQ

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Beh, penso che poche volte nella storia calcistica si è verificata la retrocessione contemporanea di tutte le neopromosse......

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La stagione dello storico duello tra Roma e Juventus disponibile integralmente sulle pagine del Guerin Sportivo dell'epoca:

https://fanpictures.ru/magazines/guerin ... /1985.html

https://fanpictures.ru/magazines/guerin ... /1986.html


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