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MANCINI: "Vicini?
Un cieco in panchina"

Arrivò quindi l'Europeo dell'88 (nel quale, per la verità, Vicini fece non poco per imporre e difendere la scelta di Mancini), ma finalmente - soprattutto - Italia '90: la prima, vera, attesa occasione di scendere in campo in un Mondiale. Ma non fu così.
«Fui inserito nei ventidue, ma non sapevo se sarei partito titolare: tanto più che per l'attacco erano state fatte anche alcune convocazioni impreviste (Carnevale, Schillaci, Baggio). Però proprio Vicini - alla vigilia - mi aprì il cuore: 'La sorpresa del Mondiale - dichiarò - sarà Roberto Mancini' . Fu davvero di parola: di sette partite, non ne giocai neanche una. Neanche mezza!».

E pensare che, sulla sua strada, non era ancora apparso - se non come timida alternativa - l'allora giovanissimo Roberto Baggio, la sua futura dannazione.
«So benissimo perché Baggio giocò e io no: ma so anche che avremmo potuto tranquillamente giocare assieme essendo le nostre caratteristiche fondamentalmente diverse. Peccato che nessuno lo abbia mai capito: né in quell'occasione, né più tardi».

Erano, lo ricorderete, le celebri «notti magiche» del calcio italiano. Il vento, per gli azzurri, sembrava spirare in una direzione sola: quella della vittoria. Ma mentre Schillaci trasformava in gol come Re Mida tutto quello che gli passava tra i piedi, mentre Vialli vedeva trasformare in calvario quello che doveva essere il «suo» Mondiale, Roberto Mancini schiumava di rabbia nelle retrovie.
«Settanta giorni di ritiro per fare lo spettatore. Pazzesco! Vicini si comportò malissimo con me: non ebbe neppure il coraggio di darmi una spiegazione».

E lei provò a darsene qualcuna?
«Probabilmente il mio torto, come il torto di Vialli o il torto di Vierchowod era solo quello di giocare nella Sampdoria e non in una società politicamente più forte. E Vicini, si sa, non è mai stato un cuor di leone. In quel Mondiale, purtroppo, non fu neanche un tecnico accorto: nella partita che ci costò la finale, quella contro l'Argentina, sarebbe bastato mettere Vierchowod su Maradona. Lo avrebbe annullato e tutto sarebbe cambiato. Lo avrebbe visto anche un cieco: ma, purtoppo, non Vicini».

Certo che il tempo non ha davvero stemperato quel rancore: forse Vicini fu chiamato a fare delle scelte, ora - da allenatore, da collega - lo potrebbe capire...
«Neanche per idea: anzi, adesso lo capisco ancora meno. Un regalo, però, ce lo fece. Ci fece talmente imbestialire, ferì così tanto il nostro orgoglio che noi della Samp vincemmo alla grande il successivo scudetto».

Delusione dimenticata dunque.
«Assolutamente no. Anche perché, tanto per cambiare... non giocai neppure il Mondiale successivo. Sacchi mi tenne con sé fino al marzo del '94: ma due mesi dopo partì per l'America senza di me. E allora sa cosa le dico? Che a questo punto solo una cosa potrebbe farmi dimenticare le delusioni che il Mondiale mi ha dato. Vincerlo! Vincerlo come allenatore. Non ho fretta: il 2010 potrebbe andare benissimo!».


http://www.storiedicalcio.altervista.or ... ncini.html

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".


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MessaggioInviato: sab 28 gen 2012, 18:51 
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golovko ha scritto:
Mad ha scritto:
Forse da "Selezione Terrestre" no, (anche se su Vierchowod avrei da discuterne), ma c'erano comunque altri grandissimi giocatori in quella squadra, lo stesso Zar, Pagliuca, Cerezo e Vialli su tutti, parlando degli anni a cavallo fra '80 e '90, e negli anni alla Samp ha giocato comunque con gente come Gullit (di cui hai già detto, lui sì da Selezione, ovviamente), Platt, Katanec, Mihajlovic, Lombardo, Mannini, Mychajlychenko, Pari, Pellegrini, Chiesa, Munoz, Briegel, Souness (*_*), Francis, Dossena, Walker (che alla Samp non avrà lasciato un segno indelebile, ma è pur sempre un nazionale inglese con oltre 50 presenze), Bordon, Chiorri, Evani, Brady, Ferri, Zenga, Karembeu, Montella, Veron, Klinsmann e Signori (per i quali vale il discorso di Walker), tutti, chi più, chi meno, dei signori giocatori.

Però capisco il tuo discorso, ovvio che non ci fosse, nel complesso, tutti gli anni, alle spalle una formazione, nei nomi, al livello del Milan. Era solo per dire che, più o meno saltuariamente, ha avuto degli ottimi compagni di squadra anche alla Samp.

Detto ciò: un grandissimo giocatore.

Anzitutto ti contesto alcuni giocatori di quella lista: Signori e Klinsmann non hanno mai giocato insieme a Mancini (sono arrivati quando bobby gol se ne è andato), altri ci hanno giocato solo prima o dopo il ciclo d'oro, che va dal 1985 (prima coppa Italia) al 1994 (l'ultima): Chiorri, Brady, Zenga, Ferri, Chiesa, Montella, Karembeu, Veron.
Poi, è innegabile che quella Samp fosse una grande squadra. Del resto, non si può arrivare costantemente tra le prime 5 in Italia in quegli anni con una squadraccia. Ma Mancini ne era il leader assoluto, sia in campo con le sue giocate che fuori con il suo carisma. Era un po' il capo lì dentro :asd , si dice che fosse lui a fare la formazione al posto di Boskov. Rumors simili a quelli che riguardano Totti alla Roma (che ha vinto il mondiale sì, e chiaramente fa la differenza, ma con i club ha ottenuto meno successi del Mancio...E non venitemi a dire che la sua Roma, almeno nella prima metà del decennio scorso, fosse una squadra più scarsa di quella Samp).

Ma soprattutto, quello che secondo me fa la differenza è che la Samp era una nullità assoluta. Prendi il Parma degli anni '90: non era una squadra come uomini così inferiore rispetto alla Samp del ciclo d'oro, però ha vinto meno. E non solo per colpa di Moggi. Questione di dna, una squadra tradizionalmente vincente, in un periodo di magra, avrà più facilità a vincere rispetto a una provinciale che in quel momento ha giocatori superiori.
Mancini ha portato una provinciale ad essere una potenza del calcio europeo, e indipendentemente dai compagni (fortissimi, ma in quel periodo storico in Italia c'era di meglio) è già un traguardo da fenomeno.

Con questo non voglio dire che sia un fuoriclasse epocale o ché, figurati che mi è sempre stato sull'anima :asd , però in questo forum ci si spippetta frequentemente su Zola, che a mio avviso gli è inferiore, da doriano mi sono sentito in dovere di celebrare anche Bobby Gol :sisi


Bravo, giusto, con Signori e Klinsmann già non c'era più :P il discorso del fuori ciclo l'ho capito, era solo per dire chi aveva avuto come compagni in blucerchiato, ciclo o non ciclo.

Però non era un mio modo di sminuire Mancini eh, volevo solo che non fossero sottovalutati tutti gli altri, riguardo quel che dici su Bobby Gol sono completamente d'accordo :)


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Cita:
Signori e Klinsmann



La Samp 97-98, che squadra un po' strana...ma regalò grandi partite.

C'era Veròn, c'era Montella, inizialmente Klinsmann e Tovalieri, poi Signori, c'era Matute Morales. Ma soprattutto Boghossian, che stagione pazzesca la sua.
Menotti prima e Boskov poi...Sinisa sempre.

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Il Grande Menotti alla Samp nel 97-98 i giocatori dissero di essere stati ammaliati dalla sua saccenza calcistica.
Per Maradona e' il piu' grande allenatore avuto in carriera.

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Menotti quando arrivò alla Samp disse "La Sampdoria tornerà grande quando batterà il Barcellona", io pensai qualcosa del tipo "grazie al piffero".


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ne sapeva Menotti , Klinsmann comunque scandaloso nella Sampdoria.

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epico ha scritto:
golovko ha scritto:
leader carismatico in campo. Anche troppo, come si vedrà per la sua esperienza in nazionale.


http://www.youtube.com/watch?v=KtyYzVefeRc



Questa non l'ho capita ! Mancini in nazionale deluse con le prestazioni , l'ultima partita Germania Italia ( assenti Baggio e Zola ) della primavera 94 prese 4 in pagella e siccome Sacchi lo riteneva la terza scelta del ruolo Bobby gol chiese di essere lasciato a casa.

Sì, sono d'accordo, non l'ho mai negato.
Intendevo dire che altri grandi giocatori, anche se hanno deluso sempre o quasi con la maglia dell'Italia, sono state date decine di possibilità.
Per esempio, Del Piero con l'Italia di chance ne ha avute 91, ma non è mai stato il leader che era nella Juventus. Ma a differenza di Mancini è un bravo ragazzo, educato, umile e disposto al sacrificio. Il Mancio invece, a causa del carattere che si ritrovava, non ha mai avuto le simpatie dei c.t. (e dei giornalisti), con le conseguenze che conosciamo tutti.
Poi è chiaro che se avesse sfruttato ogni occasione avuta in azzurro oggi parleremmo d'altro, non lo metto in discussione.
epico ha scritto:
Pagliuca
Mannini
Carboni
Katanec ( Pari )
Wiercowood
Pellegrini
Lombardo
Cerezo
Vialli
Mancini
Dossena


Questa non e' una grandissima squadra?.

Certo che lo e', chi lo ha messo in discussione ?.
Dico solo che in quegli anni il Napoli, il Milan e l'Inter erano ancor più forti :sisi

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Signori e signore Che giocatore Cristiano Ronaldo !!...che Giocatore Cristiano Ronaldo !!..io credo che non ci trovavamo davanti un giocatore simile dai tempi di Evaristo Beccalossi.


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Quoto su Mancini superiore a Zola e più giocatore di Baggio.

Su Mancini mi piace un sacco una frase di Sconcerti che paragonandolo a Baggio diceva che mentre Divin Codino, dava spettacolo, il Mancio costruiva aziende.

_________________
LASCIATO SENZA PAROLE DA QUESTO MERCATO E DA QUESTA SCELTA SOCIETARIA!

Cos'è tutto questo astio contro il calcio africano...càzzo ti hanno fatto di male, qualche cioccolatino si è concesso un bunga bunga con la tizia che tanto ti piaceva? ACM


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Reg. il: lun 9 gen 2006,
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epico ha scritto:
MANCINI: "Vicini?
Un cieco in panchina"

Arrivò quindi l'Europeo dell'88 (nel quale, per la verità, Vicini fece non poco per imporre e difendere la scelta di Mancini), ma finalmente - soprattutto - Italia '90: la prima, vera, attesa occasione di scendere in campo in un Mondiale. Ma non fu così.
«Fui inserito nei ventidue, ma non sapevo se sarei partito titolare: tanto più che per l'attacco erano state fatte anche alcune convocazioni impreviste (Carnevale, Schillaci, Baggio). Però proprio Vicini - alla vigilia - mi aprì il cuore: 'La sorpresa del Mondiale - dichiarò - sarà Roberto Mancini' . Fu davvero di parola: di sette partite, non ne giocai neanche una. Neanche mezza!».

E pensare che, sulla sua strada, non era ancora apparso - se non come timida alternativa - l'allora giovanissimo Roberto Baggio, la sua futura dannazione.
«So benissimo perché Baggio giocò e io no: ma so anche che avremmo potuto tranquillamente giocare assieme essendo le nostre caratteristiche fondamentalmente diverse. Peccato che nessuno lo abbia mai capito: né in quell'occasione, né più tardi».

Erano, lo ricorderete, le celebri «notti magiche» del calcio italiano. Il vento, per gli azzurri, sembrava spirare in una direzione sola: quella della vittoria. Ma mentre Schillaci trasformava in gol come Re Mida tutto quello che gli passava tra i piedi, mentre Vialli vedeva trasformare in calvario quello che doveva essere il «suo» Mondiale, Roberto Mancini schiumava di rabbia nelle retrovie.
«Settanta giorni di ritiro per fare lo spettatore. Pazzesco! Vicini si comportò malissimo con me: non ebbe neppure il coraggio di darmi una spiegazione».

E lei provò a darsene qualcuna?
«Probabilmente il mio torto, come il torto di Vialli o il torto di Vierchowod era solo quello di giocare nella Sampdoria e non in una società politicamente più forte. E Vicini, si sa, non è mai stato un cuor di leone. In quel Mondiale, purtroppo, non fu neanche un tecnico accorto: nella partita che ci costò la finale, quella contro l'Argentina, sarebbe bastato mettere Vierchowod su Maradona. Lo avrebbe annullato e tutto sarebbe cambiato. Lo avrebbe visto anche un cieco: ma, purtoppo, non Vicini».

Certo che il tempo non ha davvero stemperato quel rancore: forse Vicini fu chiamato a fare delle scelte, ora - da allenatore, da collega - lo potrebbe capire...
«Neanche per idea: anzi, adesso lo capisco ancora meno. Un regalo, però, ce lo fece. Ci fece talmente imbestialire, ferì così tanto il nostro orgoglio che noi della Samp vincemmo alla grande il successivo scudetto».

Delusione dimenticata dunque.
«Assolutamente no. Anche perché, tanto per cambiare... non giocai neppure il Mondiale successivo. Sacchi mi tenne con sé fino al marzo del '94: ma due mesi dopo partì per l'America senza di me. E allora sa cosa le dico? Che a questo punto solo una cosa potrebbe farmi dimenticare le delusioni che il Mondiale mi ha dato. Vincerlo! Vincerlo come allenatore. Non ho fretta: il 2010 potrebbe andare benissimo!».


http://www.storiedicalcio.altervista.or ... ncini.html





Non lo stimo come allenatore, ma come giocatore è stato un grande, e quoto tutto il discorso dell'intervista, in particolare il fatto che avrebbe potuto coesistere benissimo con Baggio, che avrebbe potuto giocate da 3 quartista puro (come del resto faceva nella Fiorentina) dietro Vialli e Mancini che, all'epoca, avrebbero potuto giocare bendati e ritrovarsi lo stesso sul campo... Avremmo vinto quel mondiale senza alcun problema... Non è un caso che non lo vincemmo, oltre che per i ricordati errori tattici (e la papera di Zenga...) con l'Argentina, anche per la scarso rendimento di Vialli in tutto il torneo proprio a causa dell'assenza del Mancio a suo fianco....
Giusto anche il discorso dei criteri "geopolitici" col quale era stata costruita quella squadra che DOVEVA vincere il mondiale: chi era capo del Governo quell'anno PRETENDEVA che un giocatore della Roma diventasse campione del mondo... fu così che un mediocre come Giannini aveva il posto fisso, togliendo pertanto costantemente il posto a uno davanti.....

P.S. qualche anno dopo (diciamo a metà degli anni 90) in Italia avevamo contemporaneamente Baggio, Mancini, Zola, Del Piero e Totti

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Non è un topic di confronti, ma io tutta questa superiorità di Mancini su Zola non ce la vedo.
Viceversa, la Samp dell'epoca era nettamente più forte del Parma di Zola, non scherziamo.

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Anche questa volta ci rialzeremo, non più a testa alta, ma con il cuore.
Ma di spirito, voi, miserrimo furfante,
mai non ne aveste un´oncia, e di lettere tante
quante occorrono a far la parola: cretino!


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