Altro mio pallino
Zizinho in Europa non è molto conosciuto, difficile che venga nominato quando si parla dei grandi della Seleçao, discorso che vale certamente anche per altri grandissimi del passato, Leonidas, Friedenreich, da Guia, ma lui, per quanto è stato grande lì è davvero poco conosciuto qui.
Nelle varie selezioni all-time a volte paga il fatto di aver giocato in ruoli dove il Brasile ha dato il meglio all'intera storia del calcio, e dando per scontati Pelé, e Garrincha, con tutti gli altri ha da giocarsela, quindi spesso paga nei confronti dei più noti Zico, Didì, Rivaldo, Ronaldinho e compagnia bella. Il punto è che per chi ha avuto la fortuna di vederlo il confronto nemmeno si pone, se non, forse, giusto coi primi due.
Uno il cui modo di giocare viene paragonato ad un'opera d'arte di Leonardo da Vinci, stesa sulla grande tela del campo del Maracanà, direi che si presenta già discretamente.
Il vero nome sarebbe Tomas Soares da Silva, ma Zizinho suona meglio no? E' nato nel 1922, ed ha 17 anni quando viene provato dal Flamengo, sostituendo in amichevole nientemeno che Leonidas, infortunato.
In realtà lui avrebbe voluto giocare per l'America FC di Rio, ma fu scartato perchè "fisicamente fragile" (storia che per altro si è ripetuta numerose altre volte per altri grandi campioni in futuro).
Ovviamente convince i dirigenti del club a trattenerlo, l'allenatore Flavio Costa gli dirà a fine partita (dopo che il ragazzo segnò due gol): "tagliati i capelli e torna domani", e da lì non se ne andrà prima di parecchi anni, diventando simbolo e stella della squadra di Rio.
3 campionati di fila col Flamengo, e 146 reti in 329 partite. Resta qui fino al 1950, l'anno che segnò la sua carriera. Con lui, da Guia e Leonidas il Flamengo iniziò a muovere i passi da protagonista nel campionato brasiliano, diventando uno dei clubs più importanti, e quel che faceva specie, era che si trattava di tre giocatori di colore.
Nonostante un'ottima Coppa del Mondo (sarà decretato miglior giocatore della competizione), nel 1950 non riesce ad evitare che il suo Brasile venga sconfitto davanti a 200 mila persone nella partita decisiva con l'Uruguay. Per questo forse il suo nome rimarrà sempre, in parte, legato a quell'esperienza, per i brasiliani così tragica. Di certo gli andò meglio che al portiere Moacir Barbosa, ma questa è un'altra storia.
Dopo la partita con la Spagna (conclusa per 6 a 1 a favore della Seleçao), un giornalista inglese disse di Zizinho: "Non stiamo parlando semplicemente di un grande giocatore, uno dei tanti grandi giocatori trovati in diverse parti del mondo. Questo è un genio! Un uomo che possiede tutte le qualità che dovrebbe avere un professionista per potersi avvicinare alla perfezione."
A seguito della sconfitta con l'Uruguay pare che Zizinho cadde per qualche tempo in depressione, pensando addirittura di lasciare il calcio. Quando poi si decise a riprendere, tornò sulla gara a difesa di Barbosa, commentando: "è assurdo dare la colpa di quella sconfitta a qualcuno dei miei compagni di squadra, come hanno fatto con Barbosa, nessuno dovrebbe essere mai incolpato individualmente per quella partita."
Facciamo ordine comunque: Zizinho poteva essere impiegato un po' in tutto il reparto offensivo del campo, diciamo che il meglio lo dava, forse, come mezzala. Oggi potrebbe giocare come trequartista, seconda punta, ma anche regista, e ala.
Dotato di enorme tecnica, sia nel controllo di palla, nel tocco della stessa, che nel passaggio, nel servire il compagno. Ambidestro, un dribbling formidabile, come, si dice, pochi altri, ed una visione di gioco non comune, come, si dice, altri meno ancora.
Si distingueva per la sua completezza, Pelé, il cui idolo da ragazzino era proprio Zizinho, lo ha descritto così: "Era un giocatore completo. Giocava a centrocampo, in attacco, faceva gol, sapeva marcare, colpire di testa e crossare".
Dopo il 1950, oltre alla già, sopraccitata disfatta del Maracanà, Zizinho affronta la nuova dirigenza del Flamengo, rapporto non idilliaco a quanto pare, difatti verrà poi ceduto per una grossa cifra, senza essere nemmeno consultato, al Bangu.
Nel Bangu (altra squadra di Rio, per la cronaca), segna comunque 120 reti.
Sembra che al momento di firmare il contratto Zizinho non volle nemmeno leggerlo, dicendo al Presidente: "se lei, signore, ha speso una cifra del genere per me, significa che apprezza il mio modo di giocare". Per la cronaca, la prima successiva partita in cui si incontrarono Flamengo e Bangu il risultato fu di 0 a 6 per la nuova squadra di Zizinho (la più larga sconfitta nella storia del Flamengo).
Partecipa a sei edizioni della Coppa America, vincendo quella del 1949, e della storia della Coppa America è assoluto protagonista, in quanto giocatore con più marcature della competizione (17 assieme all'argentino Norberto Mendez) e giocatore con più presenze (34 assieme al cileno Sergio Livingstone).
Durante la Coppa America 1953, ha delle discussioni con uno dei membri della delegazione Brasiliana, l'apice fu quando questo Jose Lins do Rego, gli intimò di farsi fare una puntura prima della finale (per la quale Zizinho si era infortunato). Il giocatore rispose che piuttosto avrebbe giocato zoppo, ma non si sarebbe mai fatto fare delle punture. Il Brasile in finale perse, e Jose Lins do Rego accusò pubblicamente i giocatori di essere dei mercenari e dei deboli; a quel punto Zizinho replicò pubblicamente dicendo di sapere un po' di cose riguardo a come funzionasse all'interno la Seleçao.
La polemica portò all'esclusione di Zizinho dai Mondiali del 1954, ufficialmente per far posto a Didì. Anche se mi sembra chiaro che non fosse proprio quello il motivo. Chissà che sarebbe successo in quel quarto di finale Brasile - Ungheria, finito 2 a 4 per i magiari, se in campo ci fosse stato anche Zizinho.
Nel '57 finisce al San Paolo, e riesce a conquistare un campionato Paulista.
Nel 1958 avrebbe ancora l'opportunità di partecipare ai Mondiali di Svezia, ma, alcune fonti dicono che lui, trentaseienne, venne alla fine escluso a favore del giovane Pelé, allora diciassettenne. Zizinho, invece, dichiarerà in futuro che venne avvertito della convocazione solo quattro giorni prima di partire, e che non se la sentì di rubare il posto a gente che già si stava allenando, che non era più un ragazzino e che quindi rifiutò. Disse, però, anche di essersi, successivamente, enormemente dispiaciuto di non aver mai potuto giocare accanto a Pelé.
Nel 1959 va a giocare per l'Uberaba, formazione dello stato di Minas Geiras.
Dopo essersi già ritirato, nel '61 gli viene chiesto di fare una partita in Cile, per l'Audax Italiano, finì per giocare l'intera stagione realizzando anche 16 reti.
A fine carriera i gol in nazionale saranno 30 (o 31) su 53 partite.
Fu anche mentore di un altro grande giocatore della Seleçao: Gerson. Zizinho era amico del padre di Gerson, e così il ragazzo crebbe con i consigli del "Mestre Ziza", visti i risultati doveva essere un ottimo maestro
Un giornalista brasiliano disse di lui: "Gli dei hanno concesso a Zizinho la grazia del calcio, ma il tempo non l’ha voluto al momento giusto".