In una bella intervista rilasciata a Carlo Suma di Milan Channel, Giovanni Galli parla del suo passato in rossonero: "Arrigo Sacchi è stato il più grande allenatore che abbia mai incontrato. Ancora oggi ho difficilotà a trovare uno che abbia inciso così tanto su una squadra di calcio in Italia. Noi dovevamo pensare solo a noi stessi, chiunque avessimo di fronte erano solo 11 giocatori, noi dovevamo giocare il nostro calcio e fare in campo quello che avevamo fatto in allenamento. Non davamo spazio a negatività, non avevamo 'scorciatoie', dovevamo sempre fare il miglior calcio. I primi mesi sono stati difficili, poi tutto è diventato automatico, facevamo tutto a mente. La prova il 30 ottobre '97, addio al calcio di Franco Baresi, lì dopo 10 anni giocavamo a memoria ancora come allora... I motivi per cui ho lasciato il Milan per Napoli sono dipesi dalla mancanza di avere il posto fisso, non capivo l'alternanza con Pazzagli e mi ero fatto l'idea che fosse stato Berlusconi a chiedere di far giocare Pazzagli. Non è una cosa appurata, me lo ero messo in testa io, e dopo la sconfitta contro la Juventus in cui perdemmo 3-0 c'era il derby, giocarono gli unici 10 giocatori meno il portiere, cioé io. Fu allora che decisi di andarmene. Devo dire che oggi ho un po' di rimorso per aver lasciato il Milan, e il presidente Berlusconi, ogni volta che mi incontra mi punta il dito e mi dice: "Tu sei l'unico giocatore cha ha deciso di lasciare il Milan di sua volontà...".

Poi sulla sua esperienza a Napoli:
"A Napoli mancava la cultura del lavoro e lì c'era solo la speranza che Diego inventasse qualcosa. Io che venivo dal Milan dove tutto era organizzato, nulla era lasciato al caso soffrivo di questa situazione , Lo schema era dare la palla a Maradona.
Al tecnico chiedevo di darci un'organizzazione, perché se poi Diego non c'era che si faceva? In quel trasferimento non fui aiutato dal mio procuratore".

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".

Esigo Commenti.

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GULLIT:"Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe".

Il mio parere su come si dovrebbero comportare gli allenatori lo trovi nell'altro topic

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wlf

Bella intervista
In effetti al Milan, anche prima di Sacchi, dai tempi di Albertosi, non si ricordano portieri leggendari. Giovanni Galli, insieme a Seba Rossi, è stato probabilmente il migliore degli ultimi 30 anni di Milan. Purtroppo per lui è stato anche penalizzato dalla concezione che Sacchi aveva del ruolo del portiere, soprattutto un libero aggiunto, pronto alle uscite per coprire una difesa sempre molto alta. Sacchi pensava che il portiere fosse il meno decisivo degli undici giocatori in campo e questo comportava spesso l'alternanza tra primo e riserva a seconda della competizione da giocare, cosa che il più delle volte finiva invece per generare insicurezza nel titolare (cosa che accadde a Galli).
Se Giovanni avesse avuto la pazienza di restare a Milanello, probabilmente con Capello avrebbe giocato da titolare anche le successive stagioni.

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C'è da dire che già all'inizio di febbraio 1991, durante una puntata del "Processo del Lunedì", Giovanni Galli affermò le stesse identiche cose. Disse di voler lasciare il Napoli a fine stagione perché, a suo dire, mancava la cultura del lavoro e c'era poca serietà. Non so se esiste il video di quella puntata, ma la notizia venne riportata dalle principali testate giornalistiche sportive dell'epoca, e ciò suscitò parecchio clamore.