Per la verità Renato partì anche bene: ricordo una sua prestazione superlativa (con tanto di gol della vittoria) in una trasferta di UEFA a Norimberga vinta per 3-1 dalla Roma ai supplementari (la Roma aveva perso 2-1 in casa all'andata) e un'altra grande partita in casa col Partizan belgrado (2-0 per la Roma dopo il 2-4 dell'andata). Poi ebbe un grave infortunio e stette 3 mesi fermo. Rientrò a Marzo che era letteralmente IMPRESENTABILE (ingrassato di non meno di 7-8 kg) e ormai con la testa più alla bella vita che al calcio. Per di più era malvisto dai compagni per via di alcune dichiarazioni, tipo quando gli chiesero la differenza tra il campionato italiano e quello brasiliano e lui rispose "da noi uno come Giannini non giocherebbe nemmeno tra i dilettanti"... dichiarazione "forte" per uno che si era AUTOproclamato "er principe" ma secondo me aveva perfettamente ragione.....

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Forse il più deludente, in relazione con la popolarità, il curriculum ed il talento, direi che è stato Socrates. Ricordo che all'epoca ero bambino e ogni volta che vedevo la sua foto sul giornale mi spaventavo alla vista di quella folta barba nera. Poi mio padre mi disse pure che era una che beveva e fumava. Insomma, mi inquietava parecchio...

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Traduzione che non sta né in cielo né in terra. “Turquito” significa “piccolo turco” per via della carnagione olivastra. Non “azzurrino” perché vestì la maglia della Nazionale giovanile.

Il soppranome deriva appunto da sembianze fisionomiche turche.
Ma l'errore non e' mio, avevo solo fatto un copia incolla di un articolo sui bidoni.

ma claudio borghi?? era l'idolo di zio silvio e gia questo fa capire quanto davvero se ne intendesse di calcio il berlusca...

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"Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita". Avv. Prisco

e poi impossibile non citare il bidone per eccellenza degli anni '80...

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"Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita". Avv. Prisco

Aleksandr Zavarov non fu il primo sovietico a trasferirsi all'estero. Prima di lui, nel 1987/88, Oleg Blokhin era approdato in Austria al Vorwärts Steyr.