Allora se non lo sai non dire #@*§.
Stai zitto.

Marco Bode ha scritto:
Guardate, correre tanto nel calcio è spesso un falso mito. Chiaro, occorre essere dinamici. Ma la cosa importante è far correre il pallone. Vale anche nel calcio moderno: Xavi è un regista dal passo piuttosto felpato, non si muove tantissimo, non dà senz'altro l'idea che faccia la differenza sul piano del ritmo. Eppure, non ha eguali. Perché non sbaglia un passaggio, gioca ogni pallone nell'interesse dei compagni, fa girare il traffico con una maestria sconosciuta a tutti gli altri, vede il gioco con due mosse d'anticipo su compagni e avversari. Lo stesso qualche anno fa, forse a un livello leggermente inferiore, faceva uno come Pirlo. Nel calcio conta il cervello, prima di tutto il resto. In questo Didì era un maestro. Lo Xavi degli Anni '50 e '60. Il perno fisso e fondamentale su cui si poggiarono i due trionfi iridati del Brasile. Aveva un lancio d'esterno fantastico, un controllo del pallone e del gioco che non avevano pari ai suoi tempi nel Mondo. Sul fatto che fosse "lento" ci si fa anche influenzare dal giudizio che diede di lui Di Stefano, che lo attaccò soprattutto per mascherare i profondi screzi fuori dal campo che ci furono tra i due nel Real Madrid: Didì arrivò a Madrid dicendo che, essendo campione del Mondo, non avrebbe portato a nessuno la borraccia. Dichiarazioni che finirono con l'inimicarsi il vero padrone di quel Real, appunto Di Stefano. Avesse fatto come Puskas che arrivò e furbescamente si mise subito a disposizione di Don Alfredo, non sarebbe stato etichettato come lento o bollito e - chissà - avrebbe fatto vedere tutto il suo repertorio di intelligenza calcistica superiore anche sul suolo europeo. In ogni caso, che fosse o sia lento, cambia poco. Se uno ha un cervello superiore - ripeto, basta vedere Xavi o Pirlo ai giorni nostri - fa sempre la differenza, in ogni epoca e a ogni latitudine.


Marco Bode ha scritto:
Le due cose fondamentali per giocare a calcio sono la tecnica e l'intelligenza (calcistica, s'intende).
Poi si può lavorare sulla corsa e su tutto il resto. Ma questo viene dopo. Non lasciamoci influenzare dalle correnti iper-moderne che vogliono che un calciatore sia innanzitutto uno capace di fare corse e scatti ovunque. Sono questi concetti che hanno rovinato il gioco, influenzato negativamente le scuole calcio, portato a un abbassamento generale del livello. E poi ci si lamenta che in serie A oggi ci sono troppi giocatori con i ferri da stiro al posto dei piedi, che nei vivai non si insegna più la tecnica, che nessuno sa marcare più veramente (perché sotto la spinta della zona, si è abbandonata l'idea di marcare a uomo, ed è lì che si vede davvero la bravura di un difensore marcatore), che il gioco delle squadre è sceso a un piano infimo. Per fortuna che ci sono ancora oggi gli Xavi o i Pirlo, che vanno a scartamento ridotto, eppure fanno la differenza in mezzo al campo come nessuno perché hanno i migliori piedi e il miglior cervello (leggasi capacità di saper leggere il gioco collettivo con e senza palla) possibile. Lo stesso Messi, se facesse tutto alla stessa velocità, ma con due piedi di ghisa, non farebbe di sicuro la differenza come la fa ora... Prima di tutto, insegniamo ai ragazzini a usare i piedi e la testa. Dopo lavoriamo su tutto il resto.

Il positivismo per cui tutto migliora con il tempo e' gia' stato confutato e ritenuto gravemente errato.

Io seguo football in presa diretta dalla prima meta' degli anni 80, e di una cosa sono certo: il livello attuale del calcio e' il piu' basso che abbia vissuto.

Fino a un paio di anni fa facevano la differenza giocatori che giocavano nei primi anni 90, a 40 anni.

Abbiamo un Immobile capoccannoniere e un Pazzini pensionato che fa il fenomeno, lo ha detto pure Cassano che con i pipponi che giocano adesso e il livello imbarazzante che c'e lui potrebbe giocare fino a 45 anni e fare la differenza.

Mah in realtà le prestazioni in un sacco di sport sono cresciute rispetto agli anni '80: dall'atletica al nuoto (basta vedere i record mondiali di quando sono). Poi c'è il discorso asintoto del corpo umano per cui ormai rispetto a 20 anni fa le differenze sono quasi inesistenti.
Però non lo sono rispetto a 50 o 60 anni fa.



La media in una stagione è molto pertinente invece.
Posto che i ritmi agli apici fossero gli stessi (non so nemmeno come si possa dimostrare) con più partite e medie più elevate ci si stanca di più e si stressa di più il fisico per cui devi essere più preparato fisicamente.
Inoltre rispetto a un tempo i calciatori sono più scelti per capacità fisiche, prima che tecniche. Per cui un attaccante talentuoso si trova davanti difensori magari mediamente meno forti e che non possono picchiare, ma più prestanti, più strutturati, più potenti. Più tosti fisicamente in uno contro uno.
Prima la differenza la faceva più la natura, ora l'allenamento diffuso sapiente e sistematico appiana un po' molti parametri fisici di reattività e velocità in calciatori peraltro già scelti a monte solo se in grado di avere prestazioni fisiche di un certo livello.
Anche gli impatti a causa della maggiore massa dei calciatori sono mediamente più duri (più energia calcolabile come 0.5 per massa per velocità al quadrato e più quantità di moto calcolabile come massa per velocità).
È uno sport più stressante per il corpo rispetto a mezzo secolo fa.
Non parlo rispetto a fine anni '80 eh, che sia chiaro.


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Il positivismo è un ideologia fuffa che disgraziatamente non viene più riconosciuta manco come ideologia in Occidente, confuso e soprattutto venduto per dato di fatto.

Pur potendo contestare la questione della stagione ti dico subito che non lo faccio perche' non mi interessa.
Io ragiono in ottica selezione terrestre, ho studiato decenni, io ho gli strumenti per dare opinioni, non sono un asino patentato in materia come Tele' Santana, spero per lui che ci stia trollando tutti perche' se no sarebbe grave.
Non mi interessa la stagione perche' per la selezione terrestre mi interessa la partita singola, per la verita' neanche i 90 minuti, ma 45, essendoci poi nell'intervallo sostituzioni libere.
Quindi a me interessa quello, non e' di mio nessun interesse fare ragionamenti sulla stagione, pur se potrei controbbatere con argomenti.
Comunque Pele' faceva piu' di 100 partite all'anno con voli transoceanici.

Che i giocatori oggi siano scelti piu' per caratteristiche fisiche che tecniche e' un'altra grandissima #@*§.
O forse gli Insigne e i mertens hanno fisico? ti diro' che questo invece del privilegiare il fisico era molto piu' accentuato negli anni 80 e 90 che negli ultimi 10 anni, in cui si e' chiaramente andati alla ricerca di giocatori tecnici e piccoli.
Era assolutamente quotidiano negli anni 80 e 90 vedere giocatori bravi tecnicamente ma scartati per il fisico.
Quindi hai detto una gran boiata.

Maradona ha parlato di crisi globale del calcio attuale, di livello imbarazzante.