Un Po' di storia del doping a partire da quando si e' riusciti ad avere I primi test antidoping adeguati per smascherare chi barava , prima degli anni 60 non c'erano molti metodi attendibili .
Dagli anni Venti alla metà del secolo
Così, sul finire degli anni Venti, arrivano il biasimo e i primi stop alle pratiche dopanti: l’International Association of Athletics Federations, IAAF, è stata infatti la prima federazione sportiva a mettere al bando il doping, esattamente ottanta anni fa4
Tuttavia, in mancanza di una prova che smascheri il trucco, i sospetti sono destinati a rimanere tali. Anzi, nel decennio che precede e nei due che seguono il secondo conflitto bellico mondiale si è spettatori inermi del dilagare delle amfetamine, utilizzate per ridurre la sensazione di fatica, aumentare la competitività e diminuire il peso corporeo.
Le prime voci su un loro impiego si hanno ai Giochi di Berlino nel 19365; tredici anni più tardi è a causa di questo prodotto che un ciclista italiano muore al termine di una nota competizione7; tracce di stimolanti sono riscontrate nel corpo senza vita dell’atleta danese Knud Enemark Jensen, ancora un ciclista, crollato a terra durante la cronometro a squadre nel primo giorno di gare ai Giochi olimpici di Roma (1960)3,4,6; infine, di metamfetamine si parla nel luglio del 1967, quando il britannico Tommy Simpson muore lungo i tornanti assolati del mont Ventoux nel corso della cinquantaquattresima Grande Boucle3,4
Episodi assordanti, sconfitte indelebili per lo sport ma, innanzitutto, per la vita. E solo il caso, ricordando come “l’assunzione di droghe fosse anche considerata comune nella boxe professionistica e alcuni velocisti nel pattinaggio si fossero ammalati per iper-assunzione di amfetamina durante le Olimpiadi di Helsinki”3, vuole che accadano per la gran parte fra la popolazione degli atleti in bicicletta.
D’altronde anche il mondo del calcio non pare essere senza macchia: dalle amfetamine sono, infatti, causate le prime squalifiche nella Serie A italiana d’inizio anni Sessanta8, mentre in Francia questo prodotto trova menzione in un articolo sulla morte del diciottenne Jean-Louis Quadri durante un match (1968)5.
I primi test antidoping
Nel corso degli anni Sessanta fanno il loro esordio anche nelle più importanti competizioni sportive internazionali i controlli per rilevare l’uso di sostanze proibite.
Nel 1966 è la volta dei Campionati mondiali di calcio in Inghilterra e dei Mondiali di ciclismo in Germania4. Nel 1967, il Comité International Olympique (CIO) stila per la prima volta la lista delle sostanze proibite4. Infine, nell’anno della contestazione e della ribellione giovanile, la ‘rivoluzione’ tocca anche le manifestazioni a cinque cerchi di Grenoble e Città del Messico, dove il pentatleta svedese Hans Gunnar Liljenwall “viene trovato positivo per alcool (un tasso di 0,81 grammi per litro [...])”6. A nulla valgono i tentativi di discolparsi additando le due birre bevute prima della gara di tiro come la causa della sua positività al controllo. “Liljenwall otterrà il dubbio primato d’essere il primo squalificato per doping nella storia olimpica”6.
Manca però un metodo per scoprire l’impiego di steroidi anabolizzanti (utilizzati soprattutto negli sport di potenza per accrescere la forza), entrati nelle borse degli atleti fin dagli anni Cinquanta e nella lista delle sostanze proibite dal CIO a partire dal 1974.
Il test arriverà a Montreal due anni più tardi e, pur se sospendendo la ‘cura’ 15 giorni prima della gara un atleta poteva sperare di superare indenne i controlli5, si assisterà ad una crescita del numero degli sportivi dopati (su 11 ben 9 possono essere associati all’uso di anabolizzanti)5.
Ciononostante, come in una sorta di corsa a handicap, i ‘maghi’ del doping sono sempre due passi avanti rispetto a chi li insegue e, mentre nei laboratori si cercano le tracce lasciate dagli steroidi anabolizzanti, c’è già chi è passato all’autoemotrasfusione (pratica utilizzata per aumentare la disponibilità di ossigeno e quindi la resistenza fisica alla fatica)3.
Il doping di Stato e gli anni Ottanta
Gli anni Ottanta si aprono con le boicottate Olimpiadi di Mosca. Ai ‘Giochi del farmacista’, come qualcuno le ribattezza, non un atleta cade nella rete dei controlli5 e le voci sull’esistenza di un doping di Stato “che alcuni paesi erano sospettati di praticare, sospetti che si sono dimostrati largamente fondati nel caso della Repubblica Democratica Tedesca”4, si fanno sempre più insistenti.
Nel 1986 il CIO mette al bando anche il doping ematico4.
Ma la battaglia è ancora lunga. Tanto è vero che nel marzo di due anni dopo si registra il primo caso di positività all’antidoping durante una competizione per club dell’Union of European Football Associations (UEFA); il governo europeo del calcio aveva introdotto i controlli nelle fasi finali delle sue manifestazioni otto anni prima. E, come se tutto ciò non bastasse, ai Giochi di Seoul, in Corea del Sud, si registra quello che mediaticamente è forse il più famoso caso di doping fino ad oggi vissuto. Al termine di una finale dei cento metri maschili corsa in nove secondi e settantanove centesimi lo sprinter canadese Ben Johnson è trovato positivo allo stanozololo, uno steroide anabolizzante3-5,9
False illusioni e nuove ‘invisibili’ sostanze
Alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 solo 2 atlete furono trovate positive ad anabolizzanti5 e poi squalificate, mentre non furono resi pubblici i risultati positivi al test antidoping di altri 4 sportivi3.
Inoltre, com’è facile apprendere dalle cronache, non solo sportive, dei maggiori quotidiani italiani e stranieri, da un paio di lustri l’eritropoietina (EPO) e l’ormone della crescita (GH) hanno fatto il loro ingresso fra le sostanze utilizzate per scrivere nuovi record. La prima è utilizzata soprattutto da chi deve affrontare gare che richiedono sforzi prolungati, per aumentare il trasporto di ossigeno ai tessuti. La seconda è utilizzata a scopo anabolizzante e quindi per potenziare la forza muscolare il Gh e' un ormone anabolizzante che non fa parte della categoria degli steroidi anabolizzanti che sono tutti derivati del testosterone , viceversa il Gh e' un ormone prodotto dall'ipofisi con struttura proteica . Attualmente a differenza degli steroidi anabolizzanti conosciuti e' invece impossibile scoprire l'uso di GH non essendoci un metodo valido per tale ricerca.
Gli ultimi anni del Novecento e la nascita della WADA
Difficile dimenticare l’estate del 1998. Di qua dalle Alpi tengono banco le dichiarazioni dell’allenatore di calcio Zdenek Zeman10, di là, in Francia, il mondo delle due ruote finisce nuovamente nel mezzo della tempesta. Alla frontiera franco-belga, infatti, la vettura di una squadra partecipante al Tour viene trovata piena di prodotti dopanti durante un controllo di routine.
È allora che il CIO prende l’iniziativa di convocare la Conferenza Mondiale sul Doping nello Sport, svoltasi a Losanna nel febbraio del 1999. “L’Agenzia mondiale antidoping (WADA), la cui creazione è stata proposta in occasione di questa Conferenza, è stata istituita a Losanna il 10 novembre 1999”4.
http://www.nove.firenze.it/vediarticolo ... 2.25.11.05