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Questa descrizione gli calza a pennello: "Osservando Ronaldo in azione, si riscoprono a tratti la mobilità di Dl Stefano, l'esplosività e la forza atletica di Pelé, lo scatto di Cruijff, il dominio del pallone di Maradona e l'eleganza di Van Basten. Ma pure l'elasticità di Eusebio e il dribbling di Romario. Per ora, comunque, Ronaldo [che non ha ancora vinto nulla d'importante] ha qualcosa in più: soltanto 20 anni. E sarà il tempo a dire se siamo davanti al migliore di sempre, ammesso che certi paragoni abbiano un senso. Ronaldo possiede comunque tutto per marcare un'epoca, esemplificando quel che dovrebbe essere il prototipo del Duemila: una simbiosi tra un prestigiatore e un Rambo, un calciatore che con la magia è ancora in grado di decidere da solo un gioco trasformatosi in esercizio di pura forza fisica. Alto 1,83 per 75 kg, ha guadagnato 3 centimetri negli ultimi 12 mesi e soltanto fra due anni, secondo gli specialisti, avrà completato il suo sviluppo. Di brasiliano, Ronaldo possiede tecnica, fantasia, naturalezza del gesto e soprattutto coordinazione neuromuscolare, cioè la rapidità nel trasmettere alle gambe quel che gli detta il cervello. Ma per il resto, in quanto a polmoni e generosità nel liberare energie, sembra un tedesco. Vedendolo muoversi, insomma, si pensa a un panzer che avanza al ritmo di un samba. Sinuoso e devastante. Un inebriante cocktail di calcio. Diciamo allora che è un decathleta del pallone, con lo scatto del velocista, la potenza del quattrocentista e la resistenza del maratoneta. La sua genetica particolare ne avrebbe fatto probabilmente un campione anche in altre discipline sportive. Tatticamente, non è affatto il tipico centravanti da area di rigore, pur viaggiando a una media di un gol a partita.
Approfitta dello sprint e della progressione per partire da lontano e sorprendere i difensori. Straordinariamente coordinato e abile con entrambi i piedi, sfugge indifferentemente a destra o a sinistra degli avversari, oppure li semina in verticale utilizzando il cambio di ritmo nella sua corsa. Vola, con la palla che resta incollata ai piedi: è questa la sua dote migliore. E sa concludere di forza, di finezza o di precisione, anche se quel che adora è dribblare pure il portiere per accompagnare il pallone nella porta vuota. La sola carenza, per ora, è nel gioco di testa. Ma nessuno è perfetto, nemmeno Ronaldo."
Tutte belle parole, ma erano discorsi teorici su ciò che sarebbe potuto diventare Ronaldo.
Prometteva di diventare uno dei migliori di sempre, ma dopo i 22 anni, dopo il 98, è sceso di almeno un paio di gradini rispetto al potenziale che aveva.