Deus84 ha scritto:
Sarosi...come direbbe mad "un mio pallino".
Scherzi a parte: parliamo di uno dei giocatori più famosi in assoluto, insieme a meazza, negli anni '30. Giocatore poliedrico ed eclettico, estremamente moderno dal punto di vista tattico e tecnico, incarna il prototipo del giocatore "a tutto campo", in netto anticipo sui tempi rispetto a gente come neeskens o di stefano.
Si tratta infatti, principalmente, di una mezzala metodista in grado di disimpegnarsi in ogni ruolo: è centromediano, è ala, è centrattacco. Quello che colpisce di lui è che, dovunque lo si piazza, fa sempre benissimo. Quando gioca nel cuore del campo diventa un playmaker classico: famosi sono suoi lanci millimetrici per i compagni di squadra, figli di una visione di gioco che solo i grandi hanno avuto.
Tra il 1932 e il 1941 aiutò il Ferencvaros a vincere 5 titoli, ma la sua miglior prestazione, non coincisa però con una vittoria, è quella ai mondiale del '38, dove segna ben 5 goal, compreso uno nella finale contro l'italia.
Sotto il profilo tecnico e tattico parliamo di un giocatore senza punti deboli: era forte fisicamente grazie ad un fisico imponente ma asciutto (alcune fonti lo danno alto 181 cm, non male per l'epoca!), 75 kg, il suo piede preferito è il destro ma calcia benissimo anche di sinistro; ha un'ottima resistenza, forza fisica, un'eccellente tecnica individuale e un eccezionale dribbling. Insomma, parliamo di un giocatore forte e completissimo.
Imre Schlosser è uno dei primissimi campioni della scuola Danubiana: raggiunse il picco tra il 1912 e il 1917 circa; era un centrattacco mancino né troppo rapido né forte fisicamente, ma leggeva benissimo l'azione offensiva grazie ad un ottimo senso della posizione; possedeva inoltre un tiro assai preciso, e non era raro vederlo colpire la palla di punta ( davvero !) lasciando il portiere in bambola. Addirittura si ritirò dal calcio a 23 anni di età, ma decise poco dopo di tornare a giocare, ritirandosi definitivamente dalle scene a ben 39 anni di età. Sic! Parliamo comunque, probabilmente, del più grande bomber europeo dell'epoca, un vero e proprio finalizzatore micidiale.
Zsengellér era un'altro tipo di giocatore: nasce come mezzala, ma non è raro vederlo giocare proprio come centrattacco, specialmente per il club. Prima di approdare in Italia segnò vagonate di goal nell'Ujpest, oltre 360 in 300 gare. Nella coppa Mitropa del '39 fu vicecaponnoniere con 9 reti. DAl punto di vista tecnico e tattico parliamo di un giocatore completo sotto ogni punto di vista: fisicamente snello (177 x 70 kg circa), possedeva buona velocità, agilità, era assai reattivo sotto porta, aveva un ottimo dribbling e una tecnica di calcio assai pulita; svariava poi assai sul fronte offensivo, non rimanendo "ancorato" ad una posizione. Arrivò in Italia assai tardi; a 32 anni suonati, ed era ormai l'ombra del giocatore di un epoca. Il suo arrivo alla Roma coincise con l'addio alla nazionale ('47), ciònonostante chi ebbe la fortuna di vederlo ne parla come di un giocatore eccezionale sotto il profilo tattico e tecnico, una sorta di "corridore" (alla perrotta) però munito di un bel piede. Insomma, non male direi!
Aggiungo su Sarosi, come semplice curiosità, che in realtà non si chiamava Sarosi, il cognome era un qualcosa di impronunciabile, e per questo ringraziamo chi in famiglia decise di utilizzare qualcosa di più accessibile ai non ungheresi. Sarà un buon allenatore, in Italia per altro (vincerà anche uno scudetto alla guida della Juve nei primi anni '50), a dimostrazione dell'intelligenza tattica che già dimostrava da giocatore.
Altra curiosità, nel 1937, in Ungheria - Cecoslovacchia 8 a 3, con Planicka in porta per i cechi (quindi non proprio l'ultimo degli sfigati), Sarosi ne mette dentro ben 7, l'altro lo lascia segnare proprio a Zsengeller (il gol dell'uno a zero per altro, e dirò di più, la Cecoslovacchia pareggiò e passò in vantaggio, poi Gyorgy decise che la partita avrebbe dovuto prendere un'altra piega).
Su Schlosser posso dire, in più, che è uno di quei pochi giocatori che hanno segnato in carriera più gol di quante partite hanno giocato. A mio modesto parere, a quei tempi di attaccanti del suo livello c'erano giusto Ohaco e Piendibene, e successivamente Friedenreich e Libonatti in Sud America, Bloomer e Woodward, e dopo Aranzadi e Patsy Gallacher in Europa. Dopo arrivarono anche altri grandi centrali d'attacco, ma durante il suo picco, quello citato da Deus, era considerato da molti l'attaccante più forte del pianeta.
Curiosità, segna ben tre gol alla nazionale italiana, nelle due prime sconfitte in assoluto nella storia degli azzurri (precisamente la seconda e la terza partita della storia della nostra nazionale, dopo la vittoria all'esordio contro la Francia). In un Ungheria - Svizzera del 1911 ne mette dentro 6.
Dunque, dunque, Gyula Zsengeller.
Uno che in campionato segna più di 400 reti, in particolare nel '38-39 di gol ne fa 56 secondo nella classifica cannonieri del Mondiale del '38 (con lo stesso Sarosi e Piola). Giramondo, da giocatore dall'Ungheria viene in Italia, poi vola in Colombia, da allenatore gira Cipro, Grecia, Italia e ancora la Colombia.
"Il Paganini del calcio" lo definì un giornale turco.
In nazionale ha la bestia nera Italia, tre partite, tra le quali la finale del Mondiale del '38, mai un gol agli azzurri, e tre sconfitte su tre. In compenso segna tre pere nel '39 in un roboante 5 a 1 alla Germania Nazista.
