A 22 anni era già considerato più che una promessa. Nevin Spence, astro nascente dell’Ulster e del rugby irlandese, è morto sabato sera a Hillsborough, contea orientale dell’Irlanda del Nord, dopo essere caduto, con il padre e il figlio, in un pozzo di liquami all’interno dell’azienda agricola della famiglia.


Secondo i servizi di soccorso nordirlandesi, la sorella del giocatore, Nias Spence, sarebbe l’unica superstite dell’incidente: è stata trasportata all’ospedale dopo aver inalato vapori tossici della fossa chimica. La dinamica è ancora da chiarire: la polizia ritiene che le tre vittime abbiano respirato inavvertitamente i miasmi tanto da stordirsi e perdere la vita nel pozzo nero.

Spence (1,83 per 95 chili) giocava centro o meno frequentemente ala ed era stato un punto di forza della nazionale irlandese Under 20 (il rugby è l’unico sport in cui gli irlandesi, tanto della provincia dell’Ulster quanto dell’Eire, giocano per la stessa maglia), con 11 presenza e 4 mete. Aveva giocato due volte il mondiale di rugby Under 20 ed era stato più violte convocato nella rappresentativa maggiore, pur non avendo ancora collezionato un “cap”. Lo scorso anno era tra i 30 prescelti chiamati a preparare il Sei Nazioni, mentre a giugno era stato convocato per la partita tra Irlanda e Barbarians.

Con l’Ulster, una delle quattro province irlandesi che disputano la “Celtic League” (ora Pro12), aveva esordito nell’aprile del 2010. Nel torneo, oltre a team irlandesi, scozzesi e gallesi militano anche le franchigie italiane Benetton Treviso e Zebre. Lo scorso anno l’Ulster arrivò a un passo dalla conquista della Heineken Cup, la Champions del rugby (peraltro vinta nel 1999): nel maggio scorso il XV di Belfast fu piegato dai “cugini” del Leinster, 42-14 nella finalissimi di Twickenham.

I giocatori di rugby e il primo ministro nordirlandese, Peter Robinson, hanno espresso il loro dolore per la tragedia, che ha portato alla morte di un giocatore destinato ” una brillante carriera internazionale”.

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