Tratto da gazzetta.it
Vizzoni, martello d'argento
Il francese Lemaitre oro nei 100
Con la misura di 79,12 metri, l'azzurro è secondo agli Europei di Barcellona: "Altro che vecchio...". Emanuele Di Gregorio e Simone Collio in finale nei 100, vinti dal giovane transalpino. La Levorato invece finisce ultima nella sua batteria dei 100 con 11"80. Passano al turno successivo i tre ottocentisti azzurri (Benedetti, Rifesser e Scapini)
BARCELLONA, 28 luglio 2010 - Pizzo e basette brizzolate, classe 1973, anni di esperienza alle spalle, un argento olimpico in bacheca (Sydney 2000) non hanno affievolito la fame di medaglie di Nicola Vizzoni. Il gigante toscano, infatti, a dispetto dei suoi 37 anni e dei numerosi infortuni che ne hanno in parte limitato la carriera, con una serie impressionante e costante di lanci (75.72, 77.29, 78.03, 77.66, 77.95, 79.12) è salito sul secondo gradino del podio nel lancio del martello, vincendo la concorrenza di atleti ben più titolati e giovani. "E' una grande gioia - commenta il toscano - ho dimostrato di essere ancora competitivo 10 anni dopo Sydney. Altro che vecchio...". A lungo terzo è stato relegato al quarto posto dal bielorusso Sviatokha. Ma ha saputo mantenere calma e concentrazione per riprendersi l’argento proprio all’ultimo e decisivo lancio. Ex stopper nei pulcini del suo paese natale (Pietrasanta in provincia di Lucca), poi cintura blu nelle arti marziali, si è innamorato presto di questa sfera d’acciaio legata a una maniglia da un filo di ferro. Si è posto all’attenzione internazionale alle Olimpiadi di Sydney, quando su una pedana zuppa di pioggia, quindi scivolosa e infida, ha saputo sconfiggere uno stuolo di avversari che lo sopravanzavano nelle graduatorie internazionali. Particolare di Vizzoni è l’urlo che accompagna ogni suo lancio. Urlo che una agenzia di assicurazioni australiana usò (a sua insaputa) per una campagna pubblicitaria. Fidanzato con la giavellottista triestina Claudia Coslovich, negli ultimi tempi ha cominciato a fornire consigli tecnici ad alcuni promettenti e giovani lanciatori. Il titolo è andato allo slovacco Libor Charfreitag con 80.02 e il bronzo all’ungherese Pars con 79.06.
100 UOMINI — La rivincita dell’uomo bianco sulle gazzelle nere che da decenni affogano l’ambizione di correre veloce degli avversari con la pelle chiara. La finale dei 100, infatti, ha visto sfrecciare per primo il giovanissimo francese Christophe Lemaitre (10”11) davanti all’inglese Mark Lewis-Francis (10”18) e all’altro francese Martial Mband Jock (10”18). Settimo Emanuele Di Gregorio (10”34), mentre si è ritirato Simone Collio, vittima di un infortunio muscolare già nella semifinale disputata un’ora prima. Lemaitre non è certo un novellino. A dispetto dell’età vanta già il titolo di campione mondiale juniores nei 200 e quello europeo dei 100.
PROMOSSO — Promosso anche l’altoatesino Christian Obnrist nei 1.500 metri. Con 3’42”02 (quinto nella sua serie) accede alla finale con il primo tempo dei ripescati. La semifinale dei 400 con barriere è un ostacolo insormontabile per Manuela Gentili: nella sua serie non riesce a d andare oltre la settima piazza con settima nella sua serie e con 56”56 è inesorabilmente fuori.
LUNGO DONNE — Il titolo è andato alla lettone Ineta Redancia con 6.92 (record nazionale),mentre le restanti medaglie se le sono aggiudicate la portoghese Naide Gomes (6.92 e primato personale) e la russa Olga Kucherenko con 6.84. Male, anzi malissimo la svedese Cartolina Kluft due volte campionessa mondiale nell’epthathlon oltre che olimpionica ad Atene 2004: undicesima con un misero 6.33, lei che vanta un eccellente 6.97. Presentatasi solo nel lungo, tralasciando l’eptathlon ha suscitato un mare di polemiche in patria a cui la bionda atleta ha risposto per le rime affermando che “non ho commesso nessun reato, vivo in un paese libero quindi non devo respondere a nessuno delle mie scelte. Questo è un percorso che ho scelto per arrivare a vincere il titolo olimpico a Londra 2012”.
10.000 DONNE — Titolo e record nazionale eguagliato alla turca di origine etiope Elvan Abeylegesse con 31’10”23, seconda la russa Abitova (31’22”83) e terza la portoghese Augusto (31’25”77). Ritirata Federica Dal Ri.
LIBANIA E MARTA — Due azzurre in una finale europea dei 400: non era mai successo. Così venerdì vedremo in pista Libania Grenot e Marta Milani. La prima a passare il turno è la bergamasca. Aggressiva e veloce nella prima metà gara, regge bene nel finale e si batte come una tigre per mantenere la terza posizione. Il tempo finale (52”36), a pochi centesimi dal personale la premia con un insperato ingresso in finale. “E' successo, anche se sono una sguattera dell’atletica”. Più che soddisfatta anche l’italo cubana, seconda nella sua batteria. “Diciamo che ho corso al 95%, ma ho corso bene, anche se pensavo di scendere sotto i 51 secondi (51”03 il suo corno finale)”.
400 AMARI — Diversa la situazione nei 400 maschili. Barberi e Vistalli pur lottando ai limiti delle loro possibilità vengono respinti. Andrea Barberi per pochi minuti si riprende la leadership nazionale, fermando i cronometri a 45”63, primato stagionale. “Chiaramente sono contento di essere tornato a buoni livelli dopo due anni difficili. Non ho distribuito in modo ottimale lo sforzo. Ma questo è dovuto alla mancanza di gare”. Nella seconda serie Marco Vistalli, pur migliorandosi ulteriormente e piazzando un sorprende 45”38 (migliorandosi di 57 centesimi), non riesce ad accedere alla finale. “Stavo bene, sapevo di poter fare un buon tempo. Dopo il risultato di Barberi aumentano le ambizioni della staffetta 4x400. Marco si allena con la Milani nello stesso campo a Bergamo e dichiara “sono stato stimolato dalla sua gara”. Il miglior tempo delle semifinali del giro di pista è del belga Jonathan Borse (44”71), che eguaglia anche il record nazionale del fratello Kevin, puree lui approdato alla finale.
DISCO DONNE — Il titolo continentale prende la strada della Croazia, grazie alla ventenne Sandra Precoci che spara l’attrezzo da un chilo a 64.67 metri proprio all’ultimo lancio utile, quando la rumena Nicoleta Grasu pensava di avere l’oro in tasca, mentrer si è dovuta accontentare della seconda piazza (63.48). Terza la polacca Joanna Wisniewska con 62.37.
IN MATTINATA — La seconda giornata di gare si è aperta con la tripletta russa nella 20 km di marcia donne. Come prevedibile, titolo e medaglia sono andate alla campionessa olimpica e due volte iridata Olga Kaniskina, già eletta miglior atleta russa di tutti gli sport nel 2009. La Kaniskina sale sul trono europeo dopo 1 ora, 27 secondi di marcia. Seconda e terza le connazionali Anisya Kirdyapkina (1h28:55) e Vera Sokolova (1h29:32). Squalificata l’azzurra Sibilla Di Vincenzo.
Promossi — Più che ottima la prestazione di Silvia Salis nel martello. Al primo lancio del turno di qualificazione spara subito la palla di ferro a 70,33, un metro abbondante oltre il limite richiesto, dando l’arrivederci a tutte per la finale di venerdì. Particolare curioso: a intervistare la bionda genovese si sono presentati non meno di cinque giornalisti, mentre accanto la primatista del mondo, la polacca Wlodarcczyk (71,17), discorreva tranquillamente con un solo rappresentante dei media. Passano al turno successivo tutti e tre gli ottocentisti azzurri. Favoriti dal ritmo lento delle batterie sono passati agevolmente Giordano Benedetti (secondo in 1’50”00) e Lukas Rifesser (terzo in 1’50”40), mentre è stato ripescato, in base ai migliori tempi, Mario Scapini (sesto in 1’49”67).
Bocciate — Finisce male l’avventura europea anche per la velocista Manuela Levorato. La primatista italiana dei 100 e 200 termina ultima nella sua batteria con 11”80. “Non so proprio cosa sia successo, avevo la testa da un’altra parte”. Nei primi turni il miglior tempo è della tedesca Salire con 11”27. Fuori senza appello anche la saltatrice con l’asta Elena Scalpellini: tre nulli a 4.25.
panizza c'e' — Un altro giovane si aggiunge alla lista dei promossi nella mattinata di qualificazioni. E' il 21enne Giacomo Panizza, esordiente in maglia azzurra, che agguanta il pass per la semifinale dei 400 ostacoli con il quarto tempo di ripescaggio (51”11).
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Il colonnello Van Bommel 
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