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Tutto pronto per la Dakar
in versione sudamericana

Sabato la storica corsa africana oltrepassa l'Atlantico e sbarca tra le steppe e le montagne di Cile e Argentina. Venerdì il prologo, con una partenza simbolica nel centro di Buenos Aires per permettere agli sportivi di ammirare piloti e veicoli

BUENOS AIRES, 1 gennaio 2008 - È tutto pronto a Buenos Aires per la partenza sabato della prima Dakar in salsa sudamericana. Per la prima volta nei suoi trent'anni di storia, infatti, il rally più conosciuto e affascinante del mondo si svolgerà interamente fuori dall'Africa per spostarsi al di là dell'Atlantico.
PROGRAMMA - Quattordici tappe per un totale di 9.574 chilometri da percorrere tra il 3 e il 17 gennaio: è il Rally Dakar 2009, che avrà come scenario le steppe, le pianure e le montagne dell'Argentina e del Cile. E in attesa del via libera ufficiale, per domani è in programma una partenza simbolica all'ombra dell'Obelisco, in pieno centro: chi è rimasto a casa per le feste potrà così vedere da vicino i piloti e ammirare alcuni dei 531 veicoli -tra auto, moto, camion, quadricicli - iscritti al Rally per eccellenza.



Folla per la Dakar argentina
E un'auto investe una donna

La corsa rallystica più famosa al mondo si disputa quest'anno in Sud America. Al via il primo incidente, per fortuna senza conseguenze: un'automobile della squadra argentina 'Proto Monti 09', ha investito una spettatrice che stava guardando la sfilata per le strade di Buenos Aires, invase da oltre 500 mila persone

BUENOS AIRES, 3 gennaio 2009 - E' partita con un lieve incidente la Dakar 2009, che quest'anno si disputa tra le strade del Sudamerica. Un'automobile della squadra argentina 'Proto Monti 09', ha infatti investito una spettatrice che stava guardando la sfilata delle auto del rally per le strade di Buenos Aires. La prima giornata, in cui i veicoli della corsa hanno sfilato per il prologo della gara, ha visto per le strade oltre 500mila persone a salutare l'evento nella capitale argentina. Il transito in cittá nella mattinata è stato caotico in alcuni tratti, visto che la polizia aveva recintato la zona centrale di Buenos Aires per consentire il passaggio, senza problemi, delle auto tra due ali di folla. L'incidente si è poi registrò in serata, intorno alle 20 ora locale, all'intersezione dei viali Del Libertador e Sarmiento, nel quartiere Palermo, quando un veicolo condotto dall'argentino Francisco Otaño e con Leonardo Monti copilota, ha investito una donna che è stata ferita in modo non grave, subito trasportata in pronto soccorso ma solo per precauzione.
TRADIZIONE E NOVITA'- E' la prima volta dopo trent'anni che la corsa rallystica più famosa al mondo lascia Africa. Una decisione assunta dagli organizzatori dell'Aso dopo che l'anno scorso erano stati costretti ad annullare la gara in seguito alle minacce terroristiche avanzate da gruppi islamici legati ad Al Qaeda in Mauritania. Dopo l'uccisione di 4 turisti francesi, il 24 dicembre, era stato proprio il governo di Parigi a sconsigliare la partenza della gara. Etienne Lavigne, direttore della corsa, ha spiegato in un'intervista la decisione di mantenere il nome originario dell'evento, nonostate il nuovo scenario: "Legittimo che la gente se lo chieda ma non ci sono dubbi che noi abbiamo organizzato la Dakar e che i concorrenti siano consapevoli di affrontarla: un evento che fonde professionisti e amatori con l'endurance e condizioni estreme". Dakar, insomma, è diventato sinonimo di avventura. "Sarebbe come cambiare nome a una nave", ha concluso Lavigne.
ADRENALINA LUNGO LE ANDE - Anche il Sudamerica non risparmierà ai partecipanti il gusto dell'avvenura, con punti particolarmente difficili da percorrere: dalle pietraie della Patagonia al deserto dell'Atacama, il più arido al mondo, senza scordare le dune di sabbia e i passaggi andini a 4.700 metri di altitudine. In 15 giorni, compreso uno di riposo, i concorrenti percorreranno 9.578 km, 5.656 km dei quali di prove speciali, fino all'arrivo a Buenos Aires il 17 gennaio. Rispetto, all'Africa, come ovvio, ci saranno alcune differenze: ci sarà meno sabbia (35% del terreno delle speciali) e più terra e ghiaia (50%). A tutto ciò va aggiunto un 15% di pietraie. Non solo, la Dakar salirà sino ai 4.700 metri di altitudine dei passi andini. Immutato, invece, il fattore pericolo. In Africa hanno perso la vita 49 persone, incluso lo stesso Sabine che nel 1986 si schiantò a Gourma Rarhous (Mali) in elicottero. Poi bisogna aggiungere anche abitanti e tifosi. Va ricordato che esistono dei limiti di velocità: 50 km/h nei centri abitati, mentre nei trasferimenti è obbligatorio rispettare i limiti di velocità stabiliti dal codice. Sulle strade dell'Argentina poi quest'anno ci sono stati 22 morti al giorno, 5.427 da gennaio ad agosto. Un dato che fa riflettere.
CAROVANA - Nonostante i rischi, sono sempre numerosi gli iscritti alla gara. Quest'anno ben 505: 218 moto, 179 auto, 81 camion e 27 quad. A questi vanno aggiunti centinaia di veicoli di assistenza. Anche gli italiani sono presenti con venti equipaggi: 7 moto, 6 auto, 5 camion e 2 quad. Finire la corsa sarà già un successo. Più ambizioso il traguardo di Miki Biasion, due volte iridato nei rally, e Riccardo Garosci, entrambi su Mitsubishi, che sono tra i favoriti nella classe T2, cioè nelle auto derivate dalla produzione di serie. Categoria nella quale Garosci è campione del mondo in carica. Tra i favoriti la Mitsubishi, alla ricerca dell'ottavo successo di fila, e la Volkswagen, che non vince dal 1980. Prima guida dei giapponesi il francese Peterhansel, 9 Dakar vinte, tre delle ultime 4 edizioni auto e 6 in moto. Con la stessa vettura, la debuttante Racing Lancer, l'ex discesista francese Luc Alphand, vincitore nel 2006 e secondo nel 2005 e 2007. I tedeschi affidano le loro Touareg all'ex rallista Carlos Sainz e al giapponese Hiroshi Masuoka. Tra le moto si preannuncia invece l'ennesima sfida fratricida tra le Ktm di Cyril Despres (primo nel 2005 e 2007) e Marc Coma (vincitore nel 2006).
NON SOLO EROI - Chi crede che la Dakar sia una competizione solo maschile si sbaglia. Sono venti le donne, un bel gruppo. D'altronde nel 2001 la gara auto venne vinta dalla tedesca Jutta Kleinschmidt. Tra queste le nostre Luisa Trucco e Camelia Liparoti: la prima guida un camion Iveco, la seconda un quad Ktm. L'edizione 2009 vedrà in prima linea anche gli ambientalisti sostenuti dallo scrittore cileno Luis Sepúlveda: sotto accusa la contaminazione delle aree vergini come l'Atacama e la Patagonia. I concorrenti pagheranno un eco contributo di 50 euro per moto e quad, 100 per le auto e 150 per i camion, il ricavato andrà a organizzazioni ambientaliste.

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Dakar, guida la strana coppia

In Argentina è scattato il raid che ha lasciato l'Africa: prima tappa auto alla coppia Attiyah-Thorner (Bmw) mentre il successo tra le moto è andato a Coma (Ktm), con Despres in ritardo di 42'

SANTA ROSA (Argentina), 4 gennaio 2008 - La 31ª edizione della Dakar è partita con un record: circa mezzo milione di persone hanno assistito alla passerella promozionale per il centro di Buenos Aires. Poi, dopo la festa, i piloti hanno fatto i conti con la prima speciale che ha già allungato la classifica moto. I francesi Cyril Despres e David Casteu hanno accusato ritardi pesanti nei 371 km cronometrati. Quasi 42 minuti per il campione in carica che fino al terzo controllo orario, ai 248 km, lamentava solo 65 secondi di ritardo dal leader Marc Coma. Poi, complice un errore di navigazione e una foratura, Despres ha accumulato 40 minuti nei restanti 123 km. Addirittura un calvario la prova di Casteu, vittima della rottura del pneumatico posteriore, rimpiazzato dal generoso prestito del rumeno Emanuel Gyenes. Per Casteu, già attardato di un’ora, la gara sembra definitivamente compromessa.
IN SALITA - D’altra parte, non è la prima volta che i prologhi della Dakar mietono vittime illustri: nel 1981 Cyril Neveu pagò la rottura della catena della sua Honda, dopo soli 30 metri dalla partenza, con 25 minuti di ritardo. Nel 1993, Stéphane Peterhansel cadde nel prologo di 3,5 km e la sua Yamaha faticò a lungo prima di ripartire così da costringerlo all’ultima posizione assoluta. Tra le auto, invece, Ari Vatanen riuscì a cappottare nel prologo 1989, mentre Martine de Cortanze nel 1983 fu penalizzata di 15 ore in classifica per un problema elettrico alla sua Lada. Ma il primato della sfortuna va a Luc Alphand che nel 2007 subì una foratura che gli costò 11 minuti di ritardo, poi risultati decisivi perché a fine gara chiuse secondo con 7’26" di distacco da Peterhansel.
LEADER - Nelle auto c’è stato un autentico dominio delle Case tedesche, con la prima Mitsubishi relegata al 5° posto pur con ritardi contenuti. I primi 8 sono racchiusi in poco più di 5 minuti. Si è imposto Nasser Al Attiyah (Bmw), sportivo poliedrico che ha all’attivo anche un 4° posto ai Giochi Olimpici di Atene nel tiro. Il qatariano ha dominato la prima frazione a 142 km/h di media: alla Dakar aveva già vinto una tappa nel 2007.
ATMOSFERA - Qui Al Attiyah ha come navigatrice la svedese Tina Thorner che mentre scendeva dall’auto ha confidato ai meccanici: "E' stata una prova per persone coraggiose". Più degli sterrati argentini, è stato l’entusiasmo del pubblico a mettere i brividi a Tina: "C’era un’atmosfera magica con migliaia di persone nel trasferimento all’uscita da Buenos Aires. Ci aspettavano per sfiorare l’auto. Noi due siamo rimasti in silenzio per quasi 200 chilometri, poi ci siamo guardati negli occhi e ci siamo augurati buona fortuna. Nasser è una persona splendida, differente dai piloti occidentali. Un anno fa attraversavo un periodo molto brutto, per la fine di una relazione sentimentale con un uomo con cui convivevo da anni: sono rimasta incinta ma lui se ne è andato con un’altra, così ho scelto di abortire. Ma ora siamo nel 2009, non nel 2008, e per fortuna quest’anno è cominciato molto bene". Chissà se aveva ragione il poeta cileno Pablo Neruda, che in un suo celebre verso scrisse: "E' la verità del prologo".




Dakar, lo scatto di Sainz

Lo spagnolo della Volkswagen conquista seconda tappa e classifica generale, mentre Al Attiyah (Bmw) chiude nono. Tra le moto successo dell'olandese Verhoeven (Ktm), Coma resta leader

PUERTO MADRYN (Argentina), 4 gennaio 2009 - Il giorno di Carlos Sainz. La seconda tappa della Dakar, da questa edizione 2009 in scena in Sud America, ha visto lo spagnolo della Volkswagen conquistare tra le auto il successo di tappa e il comando della classifica generale. Mentre tra le moto a vincere la frazione è stato l'olandese Frank Verhoeven (ktm), con l'altro iberico Marc Coma sempre leader della graduatoria assoluta.
DISTACCHI - In programma c'era la Santa Rosa-Puerto Madryn, 837 km di cui 237 in speciale, al termine della quale l'ex-rallista Sainz ha preceduto con la sua Tuareg il francese Stéphan Peterhansel (Mitsubishi), staccato di 1'14", e il sudafricano Giniel De Villiers (anche lui con la Volkswagen), in ritardo di 1'56". Il vincitore del prologo, il qatariano Nasser Al-Attiyah (BMW), ha chiuso nono a 9'36" da Sainz.
SORPRESE - Tra le moto l'olandese Verhoeven ha chiuso invece in 2h14'48", precedendo il francese Cyril Despres (di 41") e la Yamaha dell'altro transalpino David Fretigne di 1'04". Marc Coma (anche lui Ktm) ha tagliato il traguardo al 17° posto con un ritardo di 12'27" ma ha conservato il primato in classifica generale sullo stesso Verhoeven. Domani terza tappa, da Puerto Madryn a Jacobacci per 694 km in totale (ben 616 dei quali in prova speciale).




Dakar, è una fuga spagnola

Terza tappa: tra le moto Coma (Ktm), già vincitore dell'edizione 2006, vince rifilando robusti distacchi a tutti, ora vanta quasi 40' su Fretigne. Doppietta nelle auto per la strana coppia Al Attiyah-Tina Thorner (Bmw). Ancora sfortunati i piloti francesi

JACOBACCI (Argentina), 5 gennaio 2009 - La solitudine (francese) dei numeri dispari alla 31ª Dakar. Nella prima tappa la sorte si era accanita sui motociclisti transalpini Cyril Despres e David Casteu, sotto forma di mousse rotte. Nella tappa odierna, la terza, da Puerto Madryn a Jacobacci di 695 km (616 di speciale), le gomme hanno colpito nuovamente Despres, mentre una perdita di carburante ha rallentato il connazionale Luc Alphand, giunto al traguardo con oltre mezz'ora di ritardo.
COME NEL MID-WEST - Su un terreno molto duro, simile per certi versi al Mid-West degli Stati Uniti, si sono imposti lo spagnolo Marc Coma (Ktm) e il qatariano Nasser Al Attiyah (Volkswagen) che bissano così il successo della tappa inaugurale di sabato. E proprio come all'esordio mentre nelle auto i primi sono arrivati separati di pochi minuti, tra le moto Coma, già vincitore della Dakar 2006, ha messo una seria seria ipoteca sul trionfo finale.
COMA LEADER INCONTRASTATO- Partito senza prendere rischi, al primo controllo orario (197 km) Coma era solo sesto, distanziato di 9'41'' dal francese Cyril Despres. Poi, complice l'ennesimo problema con le gomme di Despres, Coma è passato a condurre al secondo controllo (436 km) con 13'34'' sul cileno Francisco Lopez, 17'10'' sul norvegese Pal Anders Ullevalseter e addirittura 53'14'' su Despres. All'arrivo, Coma è transitato con 17'49'' su Ullevalseter e Jordi Viladoms, incredibilmente a pari merito, dopo 5h36'6'' di prova speciale. L'olandese Verhoeven ha accusato 27'27'' di ritardo e ora è sceso nella generale al terzo posto con 41'14'' da Coma, mentre la piazza d'onore è ora occupata dal francese David Frétigné (Yamaha), già distanziato dal leader di 39'11''. Impossibilitato a superare i 60 km/h, Despres ha chiuso 47° con un ritardo di 1h2'48'' che lo sprofondano al 22° posto della generale, a 1h32'50'' dal rivale. Mirco Miotto, 74° di tappa, a 1h26'48'', è stato il primo degli italiani, davanti a Ronconi, 84° a 1h33'49'', e a Ghitti, 121° a 2h2'56''.
LA STRANA COPPIA - Doppietta nelle auto per la strana coppia Al Attiyah-Tina Thorner (Bmw), che ha condotto per l'intera speciale, con un vantaggio mai inferiore ai 33'' e salito a 2'45'' al penultimo controllo. La coppia Qatar-Svezia ha chiuso davanti a 3 Volkswagen: Carlos Sainz secondo a 35'', poi Dieter Depping (1'40'') e Giniel De Villiers (4'01''). Solo quinto Stéphane Peterhansel, a 5'31'', mentre le altre Mitsubishi, per la prima volta in gara alla Dakar con il diesel, di Nani Roma e Luc Alphand hanno accusato un ritardo di 9'15'' e 33'01''. Meglio dell'ex discesista si é piazzato persino il brasiliano Spinelli (27'23'') che guida il modello precedente della Lancer, a benzina. Al momento (con 30 vetture all'arrivo) non figura ancora in classifica alcuna auto italiana: all'ultimo controllo orario il migliore era Biasion, 40°, mentre De Nora era 54°

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Dakar, Coma senza rivali
Ed è duello Sainz-Al Attiyah

Lo spagnolo conquista anche la quarta tappa con la Ktm e allunga nella generale: ora precede Street di 42'57". Tra le auto tappa alla VW del leader dell'assoluta, per soli 6" sul qatariano della Bmw

NEUQUEN (Argentina), 6 gennaio 2009 - Ennesima prova di forza di Marc Coma, nella quarta tappa della 31sima edizione della Dakar, la Jacobacci-Neuquen di 409 km, 380 dei quali di speciale. Lo spagnolo conquista la terza vittoria parziale e respinge il tentativo di rimonta di Cyril Despres, secondo a 1'17'' e ora 7° nella graduatoria assoluta, ma già distanziato di 1h34'7''.
DIFFICOLTA' - "E' stata una tappa molto complessa, la più difficile fra quelle affrontate finora - ha commentato Coma - perché c'erano diversi tipi di terreno, dalle pietre all'attraversamento di un fiume in secca, e con molta navigazione. Ma ero più tranquillo, malgrado l'uso della mousse, perché i miei compagni di squadra, grazie al risultato della terza tappa, partivano davanti a me o subito dietro: Jordi Viladoms 15'30'' avanti, Gerard Farres Guell 2' dietro".
SORPRESA - Terzo di tappa si è classificato Jonah Street, a 1'21''. Lo statunitense, ora secondo nella generale a 42'57'', è la sorpresa del primo quarto della Dakar. Street ha scavalcato nell'assoluta il francese David Frétigné (Yamaha), quarto a 4'31'' e unico non Ktm tra i primi 10 all'arrivo: ora è terzo a 43'42''. Primo degli italiani Alberto Ronconi, 66° a 1h14'43'', poi Federico Ghitti, 124°, e Antonio Cabini, 127°.
BATTAGLIA - Tra le auto Carlos Sainz (Volkswagen) ha ristabilito la parità con il qatariano Al Attivah (Bmw): ora le vittorie di tappa sono 2 a testa e ancora nessuna per la Mitsubishi, che pure è reduce da 7 trionfi consecutivi alla Dakar. Per un centinaio di km la battaglia tra Sainz e Al Attiyah è stata sul filo dei decimi di secondo, con il qatariano in testa dopo 58 km e scavalcato dopo 102 km, mentre alle loro spalle si insediava l'argentino Orlando Terranova a 22''. Al controllo dei 148 km Sainz allungava, portandosi a 43'' sul padrone di casa e a 1'09'' su Al Attiyah, con Luc Alphand quarto a 1'35'' e Robby Gordon a 1'55'', mentre Stéphane Peterhansel arrancava a 2'27''.
IMPREVISTO - Dopo 175 km Sainz conduceva con 54'' su Terranova e 1'17'' su Al Attiyah che addirittura veniva raggiunto e superato dallo spagnolo, partito 2 minuti dopo. "Ma quando ero a 40 km dall'arrivo, in un tratto fuori pista, ho bucato - racconta un corrucciato Sainz -. E per evitare di perdere troppo tempo abbiamo deciso di non sostituire la gomma ma solo di gonfiarla più che potevamo: arrivati a 3 atmosfere, siamo ripartiti. Peccato solo che al traguardo la pressione fosse di 0,5 atmosfere. Non ci voleva perché stavo andando proprio bene".
FINALE - Così è partita la rimonta di Al Attiyah, rimasta un'incompiuta per soli 6 secondi, mentre Alphand, favorito dai crolli di Terranova e Gordon, alla fine 7° e 10° conquistava l'ultimo gradino del podio a 2'24'' dal vincitore. Solo ottavo Peterhansel, con 6'54'' di ritardo dal vincitore. In classifica Sainz guida con 3'46'' su Al Attiyah e 11'33'' sul sudafricano Giniel De Villiers (Volkswagen), mentre il campione uscente è quarto a 15'41'' davanti al compagno di squadra Nani Roma, a 20' esatti.

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Dakar 2009: c'è la prima vittima

Trovato morto il francese Terry

Il motociclista francese Pascal Terry, 49 anni, partecipante alla Dakar 2009, è stato trovato morto durante la notte scorsa lungo il percorso della quarta tappa, da Jacobacci e Neuquen, in Argentina. Lo si e' appreso dall'organizzazione della gara, che ha abbandonato quest'anno il tradizionale percorso africano per spostarsi in Sudamerica. Il pilota risultava disperso dopo la seconda tappa, disputata domenica.

L'ultimo contatto di Terry con l'organizzazione risale al chilometro 197 della tappa, quando aveva segnalato di essere rimasto senza benzina, ma di avere rimediato grazie all'aiuto di un altro concorrente. Le ricerche erano scattate dopo i successivi e vani tentativi di contatto, ma il corpo è stato trovato solo questa notte.

La polizia di Las Pampas ha avviato un'indagine per determinare le cause del decesso che, sostengono gli organizzatori, è avvenuta per gli stenti e non per una caduta. "Dopo essersi fermato, si è tolto il casco e allontanato dalla moto per proteggersi all'ombra e rifocillarsi", spiegano. "Si è poi spinto in una zona dalla fitta vegetazione, a una quindicina di metri dalla moto, dove è stato trovato il corpo accanto a scorte di cibo a acqua".

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purtroppo ogni anno ci scappa il morto

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è pur vero che nessuno li costringe ad andare...sanno i rischi a cui vanno in contro. :roll

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Dakar, la tragedia di Terry
"Poteva essere salvato"

L'autopsia effettuata sul corpo del motociclista francese parla di edema polmonare. Gli organizzatori hanno perso tempo prezioso: Terry sarebbe stato confuso con un altro concorrente e le ricerche sono state avviate in ritardo

BUENOS AIRES, 8 gennaio 2009 - E' stata eseguita l'autopsia sul cadavere di Pascal Terry, il motociclista francese di 49 anni trovato morto alla nuova Dakar nella giornata di ieri. Il corpo si trovava a circa 190 a sud di santa Rosa in una zona isolata.
ASPETTI INSPIEGABILI - Il referto dell'autopsia parla di edema polomonare, che avrebbe causato un arresto cardiaco. Ma non tutto è stato chiarito. "Ci sono cose - ha dichiarato il direttore di corsa, Etienne Lavigne - che non riusciamo a spiegarci". Il cadavere del francese, che era accanto alle sue scorte di acqua e cibo, non presentava nessun tipo di trauma o disidratazione secondo le stime dei medici legali. Da segnalare l'anomala presenza di liquido nei polmoni.
EQUIVOCO - Terry sarebbe morto nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Quasi certamente si è perso del tempo prezioso: Terry già domenica aveva segnalato di aver finito il carburante, ma poi aveva proseguito grazie all'aiuto di un altro concorrente. Nessuno lo ha cercato prima di lunedì però, anche perchè secondo l'agenzia francese Afp sarebbe stato confuso con un altro concorrente. Inoltre la zona dove si trovava è particolarmente impervia. Il capo del dipartimento di polizia di La Pampa (centre-sud), Julio Acosta, ha spiegato all'agenzia Telam che "Terry avrebbe potuto essere salvato, se soccorso in tempo" e "se la polizia fosse stata avvertita in tempo per iniziare le ricerche".

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Il Califfo non placca più
Ora è in corsa alla Dakar

partecipano altri due grandi ex sportivi francesi, i rugbisti Bernat-Salles e Christian Califano. Dopo una vita da pilone tra Francia, Nuova Zelanda e Inghilterra, "le Calife" è saltato in sella per una nuova sfida

MILANO, 8 gennaio 2009 - Francia-Italia 3-0. Almeno nel conto degli sportivi che smessi gli abiti della carriera agonistica, hanno deciso di vestire quelli polverosi e pericolosi della Parigi-Dakar. L'ex campione del mondo di sci, il discesista Luc Alphand è alla quarta partecipazione: un successo, un secondo posto. Un fenomeno. Oggi si è dovuto ritirare per un incidente dov'è rimasto leggermente ferito il copilota Gilles Picard. Diversa la storia di Philippe Bernat-Salles e soprattutto di Christian Califano, per tutti "Il Califfo". Vent'anni da pilone - del Tolone, del Tolosa, dei Saracens, del Gloucester - prima di avventurarsi in una follia: l'Argentina in moto.
GIRAMONDO - Bernat-Salles, 38 anni, un altro di quelli che in Francia ha fatto la storia del rugby (41 caps, Cinque Nazioni 1998, finalista mondiale 1999) più cautamente ha scelto l'auto (una Bowler, la 412) senza sfidare gli dei della Pampa: "Questo non è il mio terreno, bisogna saper rimanere al proprio posto". Il Califfo no, non ha dato retta ai consigli (ammesso che li abbia sentiti, con quelle orecchie cavolfiorate da chissà quante mischie) ed è partito in questa nuova avventura come partì nel 2001 per la Nuova Zelanda, primo francese a vestire la maglia di un club del Super 12 (Auckland Blues): "A dream come true", un sogno che si avvera.
MOTO REPORTER - Non trovarlo tra i primi 100 dopo sei tappe non deve stupire: Califano è in Argentina per una sfida personale: "Ho affrontato gli All Blacks e il Sud Africa, ma qui la storia si fa più dura". Forte dei suoi 70 caps con la nazionale francese e un palmares anche più ricco di Bernat-Salles, da tempo collabora con la tv del quotidiano francese L'Equipe, e così anche la sua Dakar è on line sulla "Cali tv". "Io le moto le amo da sempre, da quando un mio compagno venne all'allenamento con un aggeggio fiammante". Chissà, magari un Califfone...

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forse c'è scritto nel primo post, ma non mi va di leggerlo :asd

giova perchè si corre in sudamerica?


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