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Valverde deferito dal Coni
Chiesti 2 anni di squalifica

Il ciclista spagnolo, indagato dal Coni per il suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto e di recente tornato al successo in Spagna, è stato deferito dalla Procura per violazione del codice Wada

ROMA, 1 aprile 2009 - Il capo della procura antidoping del Coni, Ettore Torri, ha deferito al Tribunale nazionale con richiesta di due anni di squalifica il ciclista spagnolo Alejandro Valverde. Il corridore iberico è stato deferito per violazione del codice Wada "accertata nelle indagini svolte dalla Procura di Roma".
Il sangue che fu prelevato al corridore spagnolo il 23 luglio scorso per un controllo antidoping durante una tappa del Tour de France in territorio italiano, a Prato Nevoso (Cuneo), al test del Dna è risultato della stessa persona il cui sangue era contenuto in una delle sacche sequestrate al dottor Eufemiano Fuentes, il medico spagnolo al centro dell'Operacion Puerto.

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MessaggioInviato: gio 2 apr 2009, 1:04 
Giusto cosi
Meno giusto che lui possa correre a Liegi e che Di Luca non possa farlo


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MessaggioInviato: mer 6 mag 2009, 19:10 
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Ciclismo: doping, Valverde fa causa al procuratore Torri

MADRID - Alejandro Valverde ha annunciato di aver intrapreso un'azione "giudiziaria penale" nei confronti del procuratore antidoping del Coni Ettore Torri; disobbedienza verso le autorita' giudiziarie spagnole e falsificazioni di documenti sono le due ipotesi di reato addotte dal ciclista spagnolo al procuratore italiano. Valverde era stato convocato lo scorso 11 febbraio da Torri, che gli contestava l'uso di sostanze dopanti sulla base degli esiti delle indagini della Procura di Roma. Lo stesso Torri aveva deferito il corridore, chiedendo per lui due anni di squalifica. La Spagna aveva rivendicato la competenza del caso, ma l'Unione Ciclistica Internazionale (Uci) e l'Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) si sono costituite presso il Coni contro Valverde.

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MessaggioInviato: lun 11 mag 2009, 16:03 
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Coni: Valverde inibito per due anni
Lo spagnolo non potrà correre in Italia

Per il Tribunale nazionale antidoping del Coni Alejandro Valverde è colpevole. Il Tna ha infatti stabilito l'inibizione per due anni, per quanto riguarda le corse che si svolgono in Italia, nei confronti del ciclista spagnolo, coinvolto secondo l'accusa nell'Operacion Puerto, la stessa che aveva portato alla squalifica di Ivan Basso. Ora Valverde rischia di saltare il Tour de France, visto che la Grande Boucle 2009 sconfina nel nostro Paese.

Contro il corridore della Caisse d'Epargne, che non si è presentato all'udienza di Roma, si erano costituite anche l'Unione ciclistica internazionale e la Wada (agenzia mondiale antidoping). Ecco perché la squalifica dello spagnolo potrebbe estendersi anche ad altri Paesi.

Valverde, che vanta fra i successi in carriera anche due Liegi-Bastogne-Liegi, si è sempre dichiarato estraneo all'inchiesta, che era partita in Spagna, per opera della Guardia Civil, contestando poi il diritto della Procura antidoping del Coni, guidata da Ettore Torri, a procedere nei suoi confronti, con tanto di esposto contro Torri presentato presso la magistratura iberica.

Fra i documenti dell'indagine spagnola ci sarebbero anche alcune sacche di sangue, che erano custodite nel laboratorio del medico Eufemiano Fuentes, idenfiticate con la scritta Valv-Piti (Piti sarebbe il nome del cane di Valverde, così come Basso era identificato con lo pseudonimo di Birillo, che è in realtà il nome del suo cane).

"Non si tratta di una squalifica, ma di una inibizione - ha precisato il procuratore Torri -. Una inibizione dal gareggiare, ma anche dal frequentare, l'ambiente sportivo italiano o dall'essere tesserato in Italia".

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MessaggioInviato: ven 29 mag 2009, 16:43 
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McQuaid frena su Valverde

Il presidente dell'Uci, arrivato oggi al Giro: "Aspettiamo la documentazione del Coni per capire chi sia competente in materia. E poi dobbiamo aspettare la sentenza del Tas prima di estendere la squalifica"

AVELLINO, 29 maggio 2009 - "Non ancora parlato con Armstrong, ma lo farò oggi". Pat McQuaid, presidente dell’Uci, è arrivato stamattina al Giro d’Italia e ci resterà fino a domenica. Un omaggio all’edizione del Centenario, che si conclude a Roma. Il primo incontro al vertice l’ha avuto con il patron Angelo Zomegnan. Però qui si occuperà anche del futuro dell’Astana, la squadra di Lance Armstrong, che entro la fine del Giro deve completare il pagamento degli stipendi arretrati.

caso astana — "Penso che pagheranno - dice McQuaid alla Gazzetta -. Nelle ultime due settimane, abbiamo avuto intensi colloqui con i dirigenti della federazione kazaka, a cui abbiamo chiesto rassicurazioni sulla copertura degli sponsor. La situazione evolve positivamente. Però l’Uci chiederà certezze anche per i prossimi mesi, affinché il problema non si ripresenti il 1° luglio al via del Tour. Se non ci saranno garanzie sufficienti, la licenza dell’Astana potrebbe anche essere ritirata". Si aprirebbe uno scenario imprevedibile, per la partecipazione di Armstrong al Tour de France. "Ma non voglio fare speculazioni in proposito", frena McQuaid.

Il presidente dell'Uci risponde, tuttavia, a un altro interrogativo pressante: quali provvedimenti saranno presi contro lo spagnolo Alejandro Valverde, che corre e vince nonostante sia squalificato per 2 anni dal Coni per il coinvolgimento nell’Operacion Puerto? "Entro trenta giorni dalla sentenza, il Coni è tenuto a trasmetterci i documenti. Aspettiamo quelli per esaminare la procedura tenuta, stabilire se il Coni fosse competente e leggere le conclusioni dell’inchiesta. Inoltre bisognerà attendere il pronunciamento del Tribunale arbitrale dello sport di Losanna. Solo da quel momento, potremo estendere la squalifica a livello mondiale in base al codice Wada".

caso menchov — E il caso della maglia rosa Menchov, chiamato a testimoniare nell’inchiesta austrica sul laboratorio Humanplasma? "Finora non abbiamo ricevuto informazioni dalla giustizia austriaca. Se fosse coinvolto, sarei molto deluso. Però capita troppo spesso che la stampa vada alla ricerca di uno scandalo, quando un atleta è in corsa per vincere un grande giro. Questo non è un atteggiamento corretto e andrebbe evitato in futuro".

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MessaggioInviato: mar 12 gen 2010, 2:03 
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Valverde al Tas
I giorni della verità

Arriva al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna il caso dello spagnolo, squalificato per due anni in Italia in seguito al coinvolgimento nell'Operacion Puerto.

LOSANNA (Svizzera), 11 gennaio 2010 - Domani mattina comincia la tre giorni a Losanna, davanti al Tribunale arbitrale dello sport (Tas), per l’appello presentato dal ciclista spagnolo Alejandro Valverde nei confronti del Coni. Il murciano della Caisse d'Epargne si oppone alla squalifica di due anni (valida solo sul territorio italiano) a seguito della scoperta che alcune sacche di sangue sequestrate in Spagna nell’ambito dell’Operacion Puerto (partita nel 2006), appartenevano proprio al campione spagnolo.

ACCUSA — La Procura del Coni aveva deferito Valverde al Tribunale nazionale antidoping (Tna) a seguito di una segnalazione della magistratura ordinaria: la Procura di Roma, infatti, aveva aperto un’inchiesta dopo che alcuni italiani erano stati coinvolti nell’inchiesta spagnola che aveva portato all’arresto del medico Eufemiano Fuentes. Molte sacche di sangue erano state trovate in Spagna a Madrid ed erano sacche di sangue di corridori che le usavano per autoemotrasfusione. I primi a cadere furono gli italiani Basso e Scarponi, che hanno già scontato la loro squalifica. In seguito la magistratura pensò di identificare la sacca contrassegnata dalla sigla Valv-Piti per quella di Valverde. Piti è il nome del suo cane, e visto che in quel periodo lui aveva corso in Italia scattò l’iscrizione nel registro degli indagati per violazione della legge antidoping e per frode sportiva. Per rogatoria vennero sequestrate le sacche in Spagna e dopo un esame del Dna (comparato con gli esami sul sangue di Valverde che la Procura della Repubblica aveva preso nel corso delle tappe italiane del Tour del France del 2008), fu fatta l'identificazione.

DIFESA — Il corridore spagnolo contesta che si possa procedere contro di lui da parte del Coni: difetto di giurisdizione. Proprio su questo domani si discuterà in apertura, mentre sul fatto che le sacche di sangue appartengano a Valverde non ci sarebbero dubbi. Lo spagnolo è stato squalificato dall’11 maggio 2009.

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MessaggioInviato: mer 13 gen 2010, 1:13 
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Caso Valverde, Uci e Wada
decideranno autonomamente

Primo giorno di udienze a Losanna e prima "vittoria" per la Procura del Coni: il Tas ha riconosciuto alle autorità italiane il diritto di giudizio sulla vicenda dello spagnolo, coinvolto nell'Operación Puerto e sospeso per 2 anni sul nostro territorio. Saranno dunque l'Unione ciclistica internazionale e l'agenzia mondiale antidoping ad esprimersi sull'estensione della squalifica

LOSANNA (Svizzera), 12 gennaio 2010 - Prima giornata di udienze al Tas di Losanna per l’appello di Alejandro Valverde contro la squalifica di due anni che gli ha inflitto il Tribunale nazionale antidoping (Tna) del Coni. La mattinata è vissuta sugli scontri relativi alle eccezioni preliminari con Uci e Wada a dare battaglia e a chiedere di “estendere” a tutto il mondo la squalifica che - per il momento - è solo per il territorio nazionale.

LA PRIMA DECISIONE — Il Tas ha innanzitutto stabilito un principio importante: la squalifica è per l’Italia e pertanto si applicano e si giudica con le leggi e i regolamenti italiani (questo per l’articolo 58 proprio del regolamento del Tas). Un passo importante perché questo apre la porta alla possibilità che le obiezioni dei legali di Valverde vengano respinte. Uci e Wada dunque dovranno aspettare, se vorranno estendere la squalifica sarà una decisione non del Tas, ma autonoma

DURA BATTAGLIA — Intanto la battaglia è stata dura sin dalle prime battute. La difesa di Valverde ha soprattutto ribadito come “sia stata estorta con l’inganno” la sacca alla Spagna; l'obiezione in risposta è giunta proprio dell’avvocato Uci: l’articolo 140 (e poi anche il 141) del codice penale spagnolo spiega che una volta concessa la rogatoria non può essere ritirata. Inoltre il procuratore antidoping Coni, Ettore Torri, ha spiegato che Serrano (il giudice spagnolo) aveva scritto nel 2006 alla Procura del Coni e successivamente alla Procura della Repubblica: “quindi conosceva sicuramente la differenza tra le due organizzazioni”. Torri ha poi anche duramente attaccato: “Valverde è un dopato. Anche la sola intenzione di fare uso delle sacche di sangue lo mette in questa posizione per le norme del codice Wada”. Inoltre ha anche aggiunto che “la legge deve essere uguale per tutti”, sottolineando come Serrano avesse "trasmesso tutta la documentazione per Basso e Scarponi e invece per Valverde ha opposto rifiuto”.

OPERACION PUERTO — Primo testimone il capitano della Guardia Civil Enrique Bastida, convocato dalla difesa di Valverde. Nessuna novità, anche perché dal 2007 è fuori dall’inchiesta e quindi non ha potuto fornire notizie sulla rogatoria. Nel pomeriggio è toccato ai vertici della Federazione ciclistica spagnola (in teleconferenza) e di un esperto di diritto spagnolo (tutti per la difesa Valverde). Poi è toccato alla dottoressa Tiziana Sansolini, esperta immunoematologa che ha materialmente prelevato le sacche di sangue nel laboratorio spagnolo di Barcellona della Wada. Infine hanno deposto i carabinieri del Nas, il capitano Lano in teleconferenza e il maresciallo Ferrante in aula: sono stati loro a curare il trasporto per conto della Procura della Repubblica. Si riprende domani. La sentenza probabilmente arriverà giovedì.

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Valverde nega tutto
Manzano: "Doping sistema"

Al Tas di Losanna seconda giornata di udienza per l'appello contro la squalifica per il suo coinvolgimento nell’Operacion Puerto. Il corridore smentisce la conoscenza con Fuentes, di avere avuto un cane Piti (il nome sulle sacche di sangue) e persino alcune affermazioni dei suoi legali. Ma il primo grande pentito conferma le accuse e la pratica

LOSANNA (Svizzera), Seconda intensa giornata di udienza davanti al Tas di Losanna per l’appello presentato da Alejandro Valverde contro la squalifica di due anni - sul solo territorio italiano - per il suo coinvolgimento nell’Operacion Puerto e il ritrovamento di una sacca con plasma tra quelle sequestrate al medico spagnolo Eufemiano Fuentes, da parte dell’autorità giudiziaria italiana. Giornata caratterizzata da due intensi momenti: uno prima della pausa pranzo e uno immediatamente dopo. Si tratta delle audizioni dello stesso Valverde (al telefono dall’Australia) e del primo grande pentito e accusatore dei mali del ciclismo Jesus Manzano.

VALVERDE — Il ciclista spagnolo ha negato tutto. La sua conoscenza con Fuentes ("era il fratello del mio medico sociale e basta"), il cane Piti ("mai avuto una cane con questo nome") e così per ogni atto, arrivando anche a negare quello che poco prima avevano detto i suoi stessi legali. Probabilmente scontata la sua linea difensiva, comunque impegnativa per il "panel", gli arbitri (il belga Subiotto che presiede, e i suoi colleghi il tedesco Haas e l’italiano Stincardini) reduci già da oltre dodici ore di impegno ieri e in prospettiva di altrettante oggi.

MANZANO — Ha confermato tutte le cose dette finora, ha spiegato come il doping era un "sistema" di vita per quel gruppo di corridori di cui faceva parte anche lui. Manzano non si è tirato indietro, ha risposto alle domande non si è fatto mettere in difficoltà dai difensori del ciclista. Lui che ha pagato anche con la squalifica le sue denunce del sistema doping.

GLI ALTRI — In mattinata c’era stata un’udienza di gruppo per "gli esperti". Il direttore del laboratorio antidoping di Roma Francesco Botré, i responsabili della polizia scientifica di Roma Renato Biondo (al telefono) e Alessandra Caglià, Jan della Wada, e de Boer consulente di Valverde (lo è stato anche di Landis). Sempre al telefono dovrebbero intervenire per Valverde Echavarrì, Unzue e Arrieta (ma probabilmente non saranno sentiti tutti). Infine il giornalista di As Quique Iglesias che pochi giorni prima che scoppiasse Operacion Puerto, aveva raccontato in un reportage ("una giornata con Valverde") del suo cane Piti. Lui è qui e ha confermato le cose che aveva scritto. Undici testi più Valverde, un altro tour de force per il panel che domani sentirà Marco Arpino e si ritirerà per decidere: la sentenza però sarà resa pubblica solo tra trenta giorni.

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Caso Valverde al Tas di Losanna
La perizia Coni dà ragione a Manzano

Nell'udienza di appello al Tribunale del Cio era di scena il perito del Coni che ha confermato le accuse del compagno di squadra: i rapporti tra il corridore allora alla Kelme e il dottor Fuentes sono documentati da una nota ritrovata dalla polizia spagnola

LOSANNA (Svizzera), 14 gennaio 2010 - Ultimi fuochi all’udienza odierna del Tas di Losanna per l’appello presentato dal ciclista spagnolo Alejandro Valverde contro la squalifica - sul solo territorio italiano - di due anni inflitta l’11 maggio 2009 dal Tribunale nazionale antidoping (Tna) del Coni.

COLPO A SORPRESA — Oggi era di scena un esperto del Coni (che le parti comunque vogliono mantenere anonimo). L’aspetto fondamentale era capire due cose: perché l'Italia stava indagando su atleti diversi dai già condannati dalla giustizia sportiva Basso e Scarponi. La novità è che, a precisa domanda del Tas e dei legali delle parti, l’esperto ha spiegato che la Guardia Civil, quando arrestò Fuentes, gli trovò nella perquisizione una targhetta dell'hotel Silken con annotazioni manoscritte di vari atleti, fra i quali vi era espressamente indicato il nominativo di Valverde (come quello di altri corridori, ma quello del murciano era anche senza codice). Tale atto della polizia giudiziaria spagnola era stato comunque acquisito dall'Autorità Giudiziaria italiana, per il caso Basso. Infatti dopo la condanna sportiva le carte passarono alla Procura della Repubblica di Roma che chiese in rogatoria la documentazione completa e il giudice Serrano in quell’occasione fu "prodigo" mandò infatti oltre seimila pagine di verbali.

CONFERMA — Vengono così confermate ulteriormente le accuse di ieri dell’ex compagno di squadra di Valverde, Manzano, ai tempi della Kelme circa il rapporto diretto tra Fuentes e Valverde, e vengono smentite le affermazioni rese ieri dall'atleta murciano che aveva negato ogni cosa.

DOPING — Il panel (il collegio del Tas presieduto da Subiotto con i colleghi Haas e Stincardini), inoltre, ha avuto modo di verificare che le obiezioni della difesa dello spagnolo in merito alle presunte irregolarità nei vari passaggi delle sacche ematiche sono prive di validità ai fini della determinazione dell’accusa di doping, in quanto la presenza di sangue è di per sé elemento di prova di doping ("doping ematico"), così come esplicitamente indicato nel codice Wada.

SENTENZA — Si chiude con le requisitorie dei legali della difesa e di Coni, Wada e Uci l’udienza di oggi. Gli arbitri si riuniranno subito dopo in camera di consiglio per una prima valutazione, la sentenza sarà comunicata entro trenta giorni.

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MessaggioInviato: gio 14 gen 2010, 20:48 
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Reg. il: sab 2 ago 2003,
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Si sapeva già tutto. Ora la Federazione spagnola deve iniziare a mostrare un minimo di onestà e squalificarlo.


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