esser ha scritto:
come ho gia detto altre volte, se uno ha barato deve perdere il titolo a prescindere, anche se fossero passati 50 anni. in questi casi non deve esistere la prescrizione perche avere un albo d'oro con iscritti dei truffatori conclamati è un incitamento a continuare a farlo anche per gli altri. a quel punto passa il messaggio che vale sempre la pena doparsi perche tanto, anche se vieni beccato a distanza di anni, nessuno ti toglie titoli, medaglie e trofei vari quindi meglio imbrogliare perche c'è solo da guadagnarci e niente da perdere...
Ma è chiaro che se si fanno degli esami retroattivi, sfruttando le tecniche più moderne, e poi emergono delle positività non prima rintracciate non si può fare finta di nulla, altrimenti ci si chiederebbe "che cosa le facciamo fare" ?
Io dico che non ha proprio alcun senso farle. Oppure le si potrebbe fare con sole finalità scientifiche, senza divulgare i risultati (anche se qualche talpa sicuramente riuscirebbe prima o poi a farle emergere) giusto perché i tecnici possano fare delle verifiche che servano per delle verifiche statistiche.
I risultati sportivi non possono essere riscritti in questo modo, dopo tanti anni.
Non ne vale la pena proprio, tanto più se lo vuol fare chi sostiene che anche il secondo ed il terzo classificato avessero imbrogliato. Ed anche se il secondo classificato fosse pulito, la pratica sportiva si caratterizza per la sua immediatezza nel conferire il titolo ai vincitori. Alla gente rimane impresso chi sale sul gradino più alto del podio e non è serio pensare di realizzare delle cerimonie di premiazione "postume", corrette alla luce dei risultati di un anti-doping anch'esso postumo, perché comunque ciò non potrebbe ripagare chi è onesto del maltorto, di non aver potuto esultare quando era il momento.
Non è cinismo il mio, non sono assolutamente a favore della liberalizzazione del doping.