Tratti da gazzetta.it
Bargnani schianta LeBron
Bene Gallo, ma Knicks k.o.
I Raptors inaugurano la stagione battendo 101-91 i Cavs. Andrea è strepitoso (28 punti, Belinelli si ferma a 10). New York invece cade a Miami (115-93) ma Gallinari chiude con il suo primato personale in Nba (22 punti)
TORONTO, 29 ottobre 2009 – I Toronto Raptors aprono la stagione 2009/10 nella maniera migliore, facendo lo sgambetto (101-91 il risultato finale) ai più quotati Cleveland Cavs e sfoggiando un Andrea Bargnani strepitoso e un Marco Belinelli utilissimo alla grande vittoria. Il Mago è un rebus impossibile da decifrare per Shaq e Ilgauskas (troppo lenti per stare al suo passo), ma anche quando ci prova LeBron James, più adatto a seguire il centro di Toronto lontano da canestro, Bargnani non rallenta e si procura altri punti andando via al prescelto dal post basso. King James viene pure mandato al bar da una finta del Mago che appoggia poi dolcemente a canestro. Bargnani è immarcabile nel primo tempo (è suo anche il primo canestro stagionale dei Raptors, una schiacciata che conclude un’entrata sulla linea di fondo) e si può soltanto fermare da solo: capita in un’occasione quando, dopo aver intercettato un passaggio, vola in contropiede solitario e sbaglia la più facile delle schiacciate.
il mago del successo — E a fine gara Bargnani è così soddisfatto che trova il modo di scherzare sull’errore grossolano. “Il Mago ha giocato una partita clamorosa, soprattutto in attacco. Contro giocatori un po’ più lenti, Shaq e l’altro lungo, ha proprio dominato - dice Belinelli -. In difesa ha lottato durissimo contro O’Neal e alla fine il duello l’ha vinto Andrea sicuramente”. Se Bargnani è diventato il protagonista indiscusso del match, anche per Marco Belinelli è stato un esordio estremamente positivo che avrà fatto aprire gli occhi a chi non era molto convinto dopo le gare di precampionato. Triano ha sempre ripetuto che Belinelli è importante perché garantisce punti nella ‘second-unit’, e infatti il Beli mette a referto 10 punti con 4/6 nel secondo quarto in cui gioca dall’inizio alla fine. Il suo primo canestro in maglia Raptors avviene in palleggio arresto e tiro al primo tentativo e porta Toronto avanti 33-28. Non può essere solo frutto del caso se, a partita terminata, tra le riserve di Toronto è Belinelli quello con più punti segnati. Dopo di lui c’è Jarret Jack con 6 punti e solo 2/9 al tiro. Punti a parte, Marco ha successo perché riesce a trovare un equilibrio perfetto tra soluzioni personali e gioco al servizio della squadra. È aggressivo, ma non forza. Calmo, ma mai passivo, ed è intenso in difesa. Il suo canestro più bello? Una schiacciata a due mani dopo un blocco da parte del Mago che gli apre un’autostrada in area.
super collettivo — Se Bargnani è la chiave del successo, i Raptors giocano comunque una grande gara collettiva, cancellando i dubbi della preseason (cattive percentuali e difesa incerta) con una performance che sottolinea il desiderio di giocare per la squadra da parte di tutti. Ognuno porta acqua al mulino come può: chi con sfondamenti presi come Antoine Wright, chi a rimbalzo (16 di Bosh), chi con gli assist come Calderon (lo spagnolo è impreciso al tiro, ma segna un gran canestro in contropiede evitando con furbizia la stoppata di LBJ che invece fa fallo e concede all’avversario un gioco da tre punti). E infine chi col mestiere come Nesterovic o con la freschezza atletica come DeRozan. Il rookie ha disputato un’ottima gara senza mai uscire dalle righe, e continua a raccogliere grandi consensi.
la gara — Toronto è a +19 all’intervallo e Cleveland troppo brutta per essere vera. I Cavs non ci capiscono nulla nella marcatura di Bargnani e per togliere dal campo il nemico numero uno mandano al lavoro il falegname Varejao, contro il quale Bargnani commette due falli per lo meno dubbi, provocati più che altro dalla recitazione da premio Oscar del brasiliano. Con il Mago in panchina Toronto soffre per il resto del terzo quarto, permettendo ai Cavs di riaprire la gara grazie al risveglio di Gibson e Williams. Il punteggio torna in parità sul 69-69 a 2’22” dalla fine della terza frazione, ma i Raptors domano la tempesta e tornano a +7 dopo tre quarti. Triano nell’ultimo quarto rimette in campo Bargnani, che non si fa pregare per tornare protagonista e mette subito a segno una tripla in transizione per dare ossigeno a Toronto (81-72). Belinelli è ancora in campo ed è un ottimo segnale. Coach Mike Brown torna inspiegabilmente a schierare O’Neal-Ilgauskas contro la coppia Bosh-Bargnani ed è un suicidio. Per due azioni consecutive Chris Bosh riconosce il vantaggio e va a portare due bei blocchi al Mago che semina il povero Ilgauskas ed esce libero per tirare. Sbaglia la prima volta (anche perché il lituano gli frana addosso) ma non perdona la seconda. Significativo vedere il giocatore franchigia sacrificarsi per liberare il compagno dalla mano caldissima. Bosh viene quindi ricompensato con una palla favolosa di Jack e segna in contropiede. LeBron James (tripla doppia per lui, ma anche tanti errori) va a sfondare contro Bosh, ma gli arbitri fischiano al contrario e il pubblico è inferocito. L’azione controversa frutta 4 punti al prescelto (-6 a 1’37”dalla fine). I Cavs devono però cedere per la seconda volta in due giorni. Certo possono solo migliorare, però Orlando e Boston sono decisamente più forti. Per i Raptors una partenza super che scaccia anche i fantasmi dal passato di una squadra che era abituata a perdere partite gettando via vantaggi cospicui. Toronto sta maturando.
Toronto: Bargnani 28 punti (9/12 da due, 2/3 da tre, 4/4 tl), 5 rimbalzi, 1 assist, 5 falli, 1 palla recuperata e 3 perse, 1 stoppata in 29’32”; Belinelli 10 punti (3/6 da due, 1/2 da tre, 1/2 tl), 1 rimbalzo, 1 assist in 19’21”; Bosh 21 (6/17), Turkoglu 12. Rimbalzi: Bosh 16. Assist: Calderon 11.
Cleveland: James 23 (7/19), Williams 16, O’Neal, Parker e Gibson 12. Rimbalzi: James 11. Assist: James 12.
MIAMI-KNICKS 115-93 — Gli occhi della Grande Mela sono puntati sul Bronx dove gli Yankees si fanno superare dai Phillies nel primo match della World Series. I Knicks, intanto, iniziano la loro stagione dalla trendy South Beach, rimediando però una brutta figura contro Dwyane Wade e compagni. Gli Heat scappano via a inizio ripresa e vincono in scioltezza 115-93. Danilo Gallinari, dopo un inizio difficile, cresce con l’andare dei minuti e chiude con 22 punti , firmando così il suo massimo in carriera nella Nba. Chi arriva tardi (e a Miami sono tanti i tifosi che si presentano all’American Airlines Arena non prima dell’intervallo) si perde le celebrazioni per il ritiro della maglia numero 10 di Tim Hardaway, il giocatore che ha gettato le fondamenta (insieme ad Alonzo Mourning) per il salto di qualità della franchigia D’Antoni come da previsto parte con il quintetto annunciato: Duhon, Chandler, Jeffries, Harrington e Lee e nei primi minuti la frontline di New York si fa sentire. Lee e Harrington segnano 14 dei primi 16 punti dei Knicks, ma gli Heat rispondono con i canestri di Chalmers.
il match — Danilo Gallinari inizia la sua seconda stagione da giocatore Nba a 6’18’’ dalla fine del primo quarto. D’Antoni mescola parecchio le carte nella seconda metà del primo periodo e i Knicks (a parte un paio di canestri in post di Milicic) perdono lucidità in attacco. Lo stesso Danilo ci mette un po’ a carburare. Il Gallo, infatti, prende le misure con il canestro (quattro errori dalla lunga distanza) prima di trovare i suoi primi punti della stagione (una bella tripla in transizione) nei secondi finali del primo quarto. Miami però, grazie soprattutto alla produzione di Cook, con le secondi linee sul parquet allunga. Lo “score keeper”, intanto, incredibilmente si “dimentica” uno degli errori dalla lunga distanza del Gallo che così va a referto con soltanto quattro conclusioni dal campo nel primo quarto. Meglio così per le percentuali dell’azzurro che torna in panchina dopo un minuto nel secondo quarto. Miami rimane davanti ma Lee riporta sotto i Knicks. Gallinari rientra a 5’32’’ dal riposo e finalmente rimane sul parquet con i titolari. Giocare con Duhon in campo è un’altra cosa e il Gallo lo dimostra subito trovano la tripla che riprende (40 pari) gli Heat. Beasley punisce in due occasioni l’azzurro nell’uno contro uno, in un paio di minuti, poi, Miami prova a fare il vuoto. Danilo fallisce un’altra tripla mentre i padroni di casa piazzano un parziale di 10-0 interrotto proprio dal Gallo che va in lunetta, dopo un bel movimento, e fa uno su due. Allo scadere l’azzurro, costretto dal cronometro, forza un’altra tripla così i Knicks vanno negli spogliatoi sotto 56-47. L’anemia degli ultimi minuti del primo tempo è solo il preludio del disastroso inizio della ripresa dei Knicks.
gallinari in controtendenza — New York, infatti, praticamente rimane negli spogliatoi nei primi minuti del terzo quarto. Wade e O’Neal fanno quello che vogliono in attacco e in difesa Miami alza le barricate. Così ne viene fuori un parziale di 25-8 che uccide la gara. Quando Danilo Gallinari torna sul parquet a 3’24’’ dalla fine del terzo quarto i Knicks sono oramai lontanissimi (-26) e il match è decisamente segnato. L’azzurro prova la penetrazione ma non è fortunato e in chiusura di frazione firma una tripla, ma alla fine del terzo quarto il tabellone è impietoso: 90-62. L’ultimo periodo si trasforma così in garbage time. Non per il Gallo però che, a differenza dei suoi compagni, sembra crederci ancora e avvicina i Knicks con tre triple consecutive (92-73). Il match è ormai compromesso ma il carattere si vede anche in questi momenti e Danilo oltre a essere l’ultimo ad arrendersi, continua a difendere con orgoglio e a giocare con disciplina in attacco. Alla fine l’azzurro chiude una gara molto positiva, almeno dal punto di vista personale, con 22 punti (0/1 da due, 7/13 da tre,1/2 ai liberi) sei rimbalzi e un recupero in 28’ di gioco. I Knicks però devono crescere parecchio, altrimenti sarà una stagione lunghissima per i tifosi della squadra della Grande Mela.
Miami: Wade 26 (9/18,1/4), O’Neal 22, Beasley 21, Cook 15. Rimbalzi: O’Neal 12. Assist: Wade 5.
New York: Gallinari e Lee 22, Chandler 21, Harrington 15. Rimbalzi: Lee 9. Assist: Duhon 5.
Celtics e Spurs, tutto facile
Boston e San Antonio cominciano con successi convincenti, così come Orlando, Detroit e Oklohoma City. Minnesota sorpassa in extremis New Jersey
NEW YORK, 29 ottobre 2009 – Tante emozioni in Nba. Vittorie convincenti per Orlando, Boston, San Antonio, Detroit e Oklahoma City. Minnesota sorpassa in extremis New Jersey, imitata da Phoenix in casa dei Clippers. Atlanta supera Indiana con un gran ultimo parziale. Houston e Denver costruiscono nella ripresa i successi su Golden State e Utah.
Orlando Magic-Philadelphia 76ers 120-106
La doppia doppia di Dwight Howard (21 punti e 15 rimbalzi) e il gran debutto di Vince Carter (15 punti davanti alla madre in tribuna) regalano ai Magic, privi per 10 gare di Rashard Lewis, la prima vittoria stagionale. 76ers in partita solo nel primo quarto grazie a Louis Williams (10 punti nel parziale inaugurale, 18 a fine gara, unico in doppia cifra di un quintetto che produce appena 51 punti), ma è nel secondo che i Magic costruiscono la voragine, demolendo gli ospiti con 41 punti (9 li firma Jason Williams) e andando al riposo sul +23 (70-47) nonostante Speights (26 punti per lui alla fine) uscito dalla panchina provi a tenere a galla gli ospiti. Ripresa senza storia, con Orlando anche a +31 (101-70 firmato da Howard alla terza sirena) e un garbage time lungo tutto l’ultimo quarto. “Abbiamo giocato contro una grandissima squadra – ha commentato il coach dei Sixers, Eddie Jordan -: nel terzo quarto ci hanno distrutto”.
Orlando: Howard 21 (9/11), Anderson 16, Carter 15, J. Williams 15. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Nelson 6.
Philadelphia: Speights 26 (10/11), L. Williams 18, Kapono 13. Rimbalzi: Brand 6. Assist: Igoudala 6
Atlanta Hawks-Indiana Pacers 120-109
L’ultimo parziale fa la differenza in un match dominato dagli attacchi. I padroni di casa recuperano 4 palloni, stoppano 3 volte e vincono 12-7 la sfida a rimbalzo. Indiana invece si inceppa, tirando col 5/15 dal campo (39/73 nella serata) e perdendo 6 palloni. Primo quarto equilibrato con due grandi protagonisti: Granger (14 punti, chiuderà con 31) e Josh Smith dall’altra (11, 18 alla sirena finale). Si segna ancora di più nel secondo, ma l’equilibrio rimane e il punteggio dice 66-65 Hawks al riposo. Stesso copione nel terzo e all’inizio del quarto, poi Bibby firma la tripla del 103-101 con 8’ da giocare, primo passo di un 10-0 che permette agli Hawks (a segno tutti e 10 i giocatori entrati) di costruire il break decisivo. “La vittoria è stata buona – ha detto Johnson, top scorer di Atlanta con 25 punti - ma abbiamo giocato veramente male, soprattutto in difesa”. Tra i Pacers bene Granger e Murphy (doppia doppia da 14 punti e 10 rimbalzi), ma gli altri tre titolari producono appena 15 punti.
Atlanta: Johnson 25 (8/16, 2/5), Horford 24, Josh Smith 18. Rimbalzi: Horford 16. Assist: Josh Smith 8
Indiana: Granger 31 (5/8, 5/10), Watson 20, D. Jones 17. Rimbalzi: Murphy 10. Assist: Murphy 7.
Boston Celtics-Charlotte Bobcats 92-59
Limitando Charlotte al 32% dal campo con 0/10 da tre, Boston dimostra di essere tornata grandissima. Non bastasse la facile vittoria sui Bobcats, che fa il paio con quella nella opening night in casa di Cleveland, ci pensa Paul Pierce a mettere in chiaro il traguardo a cui punta la truppa di Doc Rivers: “Ci aspettiamo grandi cose – dice al pubblico del Banknorth Garden -. Vedete lassù, ce ne sono solo 17 (di drappi che significano altrettanti titoli Nba, ndr): ne vogliamo un altro”. Boston scappa sull’8-0 in avvio e Charlotte è subito costretta a inseguire. Gli ospiti tornano a contatto (29-32) a 4’ dal riposo, ma i Celtics infilano un tremendo 31-4 tra la fine del secondo quarto e la prima metà del terzo che chiude definitivamente i conti, anche perché il solo Wallace, unico dei suoi in doppia cifra (10 punti, solo 2 nella ripresa), non può reggere tutto il peso dell’attacco dei Bobcats. Gli ospiti dopo il riposo segnano solo 28 punti consegnando ai Celtics la seconda vittoria stagionale.
Boston: Allen 18 (2/7, 4/10), Pierce 15, S. Williams 12. Rimbalzi: S. Williams 9. Assist: Rondo 11.
Charlotte: Wallace 10 (3/8, 0/1), Felton 9, Brown 9. Rimbalzi: Wallace 12. Assist: Augustin 4.
Memphis Grizzlies-Detroit Pistons 74-96
Le guardie fanno la differenza: Hamilton e Gordon mettono insieme 47 punti col 17/31 dal campo per Detroit, Conley e Mayo tirano appena 3/16 per Memphis causando il 9° k.o. dei fila dei Grizzlies nella prima gara stagionale, un record. Avrebbe dovuto essere la sfida di Allen Iverson col suo passato più recente e buio, ma The Answer manca l’appuntamento causa infortunio. Memphis tiene in avvio anche perché Hamilton sbaglia 5 dei suoi primi 6 tiri, poi nel secondo quarto la guardia dei Pistons si scatena (12 punti nel parziale) e aiutato dai 15 punti di Gordon manda i suoi al riposo sul 53-41. “Ci siamo dati una mano a vicenda" ha detto Hamilton, uscito dal match con una lieve distorsione alla caviglia, della convivenza con Gordon. Memphis fatica trovare il canestro (36,1% dal campo), con i soli Gasol, Gay e il debutante Randolph, unici in doppia cifra, a fare eccezione. Ma non basta a tenere testa agli scatenati ospiti, che già avanti di 14 (71-57) ad inizio ultimo parziale piazzano l’8-0 che chiude definitivamente i conti.
Memphis: Gasol 21 (6/9), Gay 16, Randolph 14. Rimbalzi: Gasol 15. Assist: Conley 3.
Detroit: Hamilton 25 (9/14, 1/5), Gordon 22, Prince 14. Rimbalzi: Wallace 9. Assist: Bynum 7.
Minnesota Timberwolves-New Jersey Nets 95-93
Ci vuole un super ultimo quarto della matricola Jonny Flynn per consentire a Minnesota di cancellare 21 punti di svantaggio (73-52 a metà terzo quarto) e battere New Jersey, continuando una serie che vede i Nets all’asciutto a Minneapolis dal 2002. Il play uscito da Syracuse, 6ª scelta all’ultimo draft, trascina la squadra di Kurt Rambis con 13 punti nel parziale conclusivo, in cui è il protagonista principale di un 24-6 nel finale che vale il successo. “Abbiamo chiuso con aggresività – ha detto il coach al debutto sulla panchina di Minnesota -. I ragazzi non hanno mollato mai”. In precedenza a far male a Minnesota era stato Brook Lopez, dominatore asoluto nel pitturato (con l’aiuto di Yi e della matricola Terrence Williams) e autore di 27 punti e 15 rimbalzi. Ma nell’ultimo quarto il centro resta all’asciutto (prendendo anche una stoppata a 25” dalla fine col punteggio sul 93 pari) e Minnesota rimonta: a metà parziale i TWolves hanno 16 punti da recuperare (87-71), poi si affidano alle magie del rookie e sorpassano con Wilkins a fil di sirena.
Minnesota: Flynn 18 (5/13), Wilkins 12, Gomes 10. Rimbalzi: Wilkins 10. Assist: Flynn, Ellington, Wilkins e Jefferson 2.
New Jersey: Lopez 27 (11/19), Yi 17, Williams 15. Rimbalzi: Lopez 15. Assist: Harris 8
Oklahoma City Thunder-Sacramento Kings 102-89
Basta un primo quarto da cineteca a Kevin Durant e compagni per sbarazzarsi di Sacramento e non deludere i 18.203 dell’esaurito Ford Center. I Thunder mandano a bersaglio 10 dei primi 13 tiri tentati, e al 6’ hanno già 10 punti di vantaggio. “E’ bello vincere la prima partita davanti al proprio pubblico”, ha detto Durant, in doppia doppia con 25 punti e 11 rimbalzi. Oklahoma tira col 67% nei primi 12’ (chiude col 51%), in cui segna 39 punti, traguardo ottenuto solo una volta in tutta la scorsa stagione. Oltre a Durant brillano Green, Kristic e i 13 assist di Westbrook, massimo in carriera. Martin prova a tenere a galla Sacramento con 24 punti prima del riposo, ma nella ripresa centra solo una tripla sbagliando 7 tiri. Oklahoma vola anche a +23 (81-58 a metà terzo quarto), poi i 15 punti dell’israeliano Casspi, primo pro del suo paese, riducono il divario.
Oklahoma City: Durant 25 (9/19, 1/5), Green 24, Krstic 20. Rimbalzi: Durant 11. Assist: Westbrook 13.
Sacramento: Martin 27 (2/11, 3/8), Casspi 15, Thompson 11. Rimbalzi: Thompson 9. Assist: Martin 4.
San Antonio Spurs-New Orleans Hornets 113-96
Il nuovo corso degli Spurs si apre con una facile vittoria sugli Hornets, funestata solo dallo spavento per Tony Parker. Il francese esce a 2’21” dalla fine del terzo, dopo aver sbattuto quasi orizzontalmente sul parquet: niente di grave, ma quanto basta per fargli chiudere in anticipo la gara. San Antonio intanto si gode le prodezze del rookie DeJuan Blair, 14 punti e 11 rimbalzi al debutto in Nba. “Sta dimostrando molta maturità” ha detto Popovich della 39ª scelta all’ultimo draft. “Devo tutto ai miei compagni che mi hanno preso sotto la loro ala mostrandomi quello che devo fare” ha risposto la matricola. Le sue imprese hanno oscurato i debutti in chiaroscuro di Jefferson (5 punti) e McDyess (9 dalla panchina) e il ritorno di Ginobili, le pietre miliari su cui San Antonio vuole costruire il riscatto. Sul 13 pari a 2’ dalla fine del primo quarto New Orleans sbaglia 10 tiri di fila, e quando ritrova la via del canestro gli Spurs hanno infilato una corsa lunga 16 punti. Agli ospiti non bastano il solito Paul (26 punti e 9 assist) e le buone prove di West e Okafor per risalire, tanto che nella ripresa il vantaggio non scende mai sotto i 15 punti.
San Antonio: Parker 17 (6/9), Ginobili 16, Blair 14. Rimbalzi: Duncan 12. Assist: Parker 6.
New Orleans: Paul 26 (9/14, 2/2), West 18, Okafor 18. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Paul 9.
Golden State Warriors-Houston Rockets 107-108
Stagione nuova, Don Nelson nuovo. Il coach tradizionalmente allergico alle matricole (chiedere per conferma a Marco Belinelli) decide di affidare le chiavi dei Warriors al rookie Stephen Curry, 7ª scelta all’ultimo draft che con 8 punti nel finale quasi regala a Golden State la prima vittoria stagionale. Il successo però va a Houston, trascinata dai 15 punti di Scola nel terzo parziale (saranno 21 a fine gara per l’argentino, conditi da 11 rimbalzi) che consentono ai texani di recuperare dieci punti di svantaggio prima dell’allungo definitivo. La matricola uscita Davidson ripaga la fiducia del coach con tre recuperi e tre assist nei primi sette minuti e mezzo di carriera (chiude con 14 punti, 7 assist e 4 recuperi) in un primo tempo equilibrato fino quasi alla sirena dell’intervallo. Negli ultimi 104”, però, i Warriors infilano un 14-2 che li manda al riposo sul 62-52. Scola e Brooks ricuciono lo strappo in avvio di terzo parziale, poi l’argentino dà il là a un 10-2 che consegna ai Rockets un cuscinetto su cui costruire gli ultimi 12’. Houston ha 9 punti di margine a 2’40” dalla fine ma non trova più il canestro: Curry però infila solo 8 punti consecutivi e i texani mantengono un punto di vantaggio buono per pareggiare la sconfitta patita a Portland nell’opening night.
Golden State: Ellis 26 (10/20), Jackson 17, Curry 14. Rimbalzi: Maggette 9. Assist: Curry 7.
Houston: Ariza 25 (5/12, 4/9), Scola 21, Brooks 18. Rimbalzi: Scola 11. Assist: Brooks 12.
Los Angeles Clippers-Phoenix Suns 107-109
Steve Nash si ricorda di avere due titoli di Mvp in carriera e nell’ultimo quarto si carica i Suns sulle spalle firmando 15 dei suoi 24 punti e regalando la vittoria alla franchigia dell’Arizona. “Questo successo ci dà molta fiducia – spiega il canadese - siamo ad inizio stagione e non siamo molto sicuri del nostro valore”. Ai Clippers non bastano Camby (doppia doppia da 23 punti, 18 prima del riposo, e 11 rimbalzi) e Kaman (22 di cui 16 nella ripresa) e il dominio nel pitturato (44 punti) per evitare la seconda sconfitta stagionale. La franchigia di Los Angeles precipita negli ultimi 6’, cominciati sul 96-89. Nash infila 11 punti in poco più di 4’, compresi i 7 che valgono il 104 pari. Barbosa trova una tripla a 23” dalla fine, imitato poco dopo da Butler per la nuova parità. Nash però centra l’ultimo canestro della sua gara e Phoenix può celebrare con una vittoria il ritorno in campo di Amare Stoudemire (16 punti) dopo l’intervento alla retina costatogli la seconda parte del 2008/2009.
LA Clippers: Camby 23 (10/14, 0/1), Kaman 22, Butler 19. Rimbalzi: Camby 11. Assist: B. Davis 12.
Phoenix: Nash 24 (8/12, 1/3), Hill 19, Barbosa 17. Rimbalzi: Hill 13. Assist: Nash 8.
Denver Nuggets-Utah Jazz 114-105
I 30 punti di Carmelo Anthony e l’esordiente Ty Lawson consentono a Denver di battere Utah, la rivale con cui negli ultimi anni i Nuggets hanno lottato per la Northwest Division. Coach George Karl non ha J.R. Smith, squalificato per 7 partite: in quintetto parte Carter, ma è l’ex North Carolina ad essere in campo nei momenti decisivi. “Giocare veloce e coinvolgere gli altri – ripete Lawson come un mantra - lo faccio da quando ho iniziato”. Anche Utah deve fare i conti con gli infortuni che privano Jerry Sloan di Miles e Korver, operato martedì al ginocchio sinistro. Denver parte 5-0 grazie a Nené, ma Utah corre 11-0 grazie agli assist di Williams e chiude avanti il primo quarto (30-23) I padroni di casa tornano sotto con i punti di Anthony e il match è equilibrato. Dall’80-77 di fine terzo quarto Denver infila un 14-0 a cui contribuisce per metà Lawson: è l’allungo decisivo, che Utah non riesce a ricucire, anche perché Williams (28 punti) tira due volte negli ultimi 7’ e Boozer è in giornata no (3/14 dal campo). “Ci hanno davvero schiacciato nell’ultimo quarto – ammette Williams - hanno preso un bel ritmo e non si sono più fermati”.
Denver: Anthony 30 (10/20, 1/2), Billups 25, Lawson 17. Rimbalzi: Martin 11. Assist: Lawson 6.
Utah: Williams 28 (7/12, 2/3), Brewer 16, Kirilenko 16. Rimbalzi: Boozer 11. Assist: Williams 13.
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Ovviamente contento per i nostri.
Il Mago l'ho visto attaccare molto bene a canestro... un pò meglio in difesa e anche se condizionato dai falli (mi sembra abbia giocato 28 minuti) ha fatto una gran bella gara, peccato non gli entri nel sangue di andare a rimbalzo.
Belinelli penso che sia la stagione giusta per dimostrare qualcosa... per ora sembra un buonissimo collante.
Gallinari ha tripelleggiato e basta... diamogli tempo.
Gli Spurs con Ginobili (sano) sono tutt'altra cosa c'è poco da dire
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Il colonnello Van Bommel 
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