Tratti da gazzetta.it
Crono fino a Plan de Corones
E' un altra salita tremenda
Oggi si corre una cronoscalata di 12,9 km: gli ultimi 5 sono su sterrato con pendenza media del 20% e punte del 24%. Difficile che i distacchi siano ampi, ma per chi punta alla maglia rosa finale sarà un altro test fondamentale
SAN VIGILIO DI MAREBBE (Bolzano), 25 maggio 2010 - Un sentiero per aprire il cielo su uno scenario da favola. La strada che porta verso Kronplatz, Plan de Corones, è una espiazione. Talmente bello il premio da rendere meno illogico quel serpente di sterrato che nel 2008 si aprì per la prima volta al Giro d’Italia. Alle 10, Marco Frapporti, il primo corridore nella lista dei partenti, s’imbarcherà in un’avventura che lo porterà a quota 2.273 metri, nella zona degli impianti sciistici. Dove ci sarà anche Fernando Alonso, pilota della Ferrari, a godersi lo spettacolo.
ESTREMA — L’identikit del "mostro" da domare: terzo arrivo in quota, cronoscalata, 12,9 km di salita costante, negli ultimi 5 km - da Passo Furcia in avanti - è tutto uno sterrato con pendenza media del 20% e massima del 24% (fissa per 50 metri nel punto più difficile). La carreggiata è stretta. I meccanici seguiranno il corridore in moto tenendo in una mano due ruote di scorta. Niente ammiraglie. Tifosi ai bordi della strada, tanti.
TESTA A TESTA — I distacchi? Difficile che siano molto ampi considerata la brevità del tracciato. Due anni fa Pellizotti rifilò 6 secondi a Sella e 17 a Simoni. Alberto Contador, in maglia rosa, vide talmente tanta gente da chiedersi se quel 26 maggio fosse il giorno della festa nazionale. Non lo sarà nemmeno questa volta, ma potrebbe essere comunque un trionfo italiano (Nibali ha pronosticato Scarponi come vincitore). Così le partenze dei big: Evans 16.19, Sastre 16.22, Basso 16.25, Arroyo 16.31.
Sastre e il Giro pazzo
"Aspettate a tagliarmi fuori"
Lo spagnolo nonostante gli alti e bassi è ancora in classifica: "Mai visto una corsa così sorprendente e spettacolare, ogni giorno succede qualcosa. Ma io sono in grande crescita e davanti abbiamo ancora molte montagne"
GAIS (Bolzano), 24 maggio 2010 - "Pazzo, sorprendente, spettacolare. Una classica al giorno: Amstel, Freccia, Roubaix, Lombardia... Un Giro magnifico". Carlos Sastre, quarto in classifica, dietro a Basso, ma davanti agli altri favoriti: "Il mio Giro? Su e giù, anzi, prima giù e poi su".
Giù e su?
"Giù per due cadute. La prima volta in Olanda, in testa al gruppo, cade Henderson, mi fermo, ma vengo tamponato da Pozzato e finisco fuori strada. La seconda volta nella tappa di Montalcino, Scarponi scivola, quattro della Liquigas volano, io mi fermo, ma vengo travolto e finisco nel bosco. Poi cerco di recuperare, nell’intervallo fra due tratti di strade sterrate cambio la bici, non mangio e ho una crisi di fame. E il giorno del Terminillo foratura in un attimo cruciale, il gruppo si spezza, non rientro. Giro compromesso".
Invece?
"La tappa di L’Aquila. Fuga, sono l’ultimo a entrarci, tutti mi vedono, nessuno si muove, come se aspettassero un miracolo, il miracolo lo facciamo noi sotto una pioggia infernale. Giro recuperato".
Poi?
"Le prime due tappe di montagna. Asolo: quando Nibali attacca, cerco di andare su con il mio compagno Tondo, ma lui non sta bene, allora proseguo con il mio ritmo e riprendo Vinokourov, in discesa "Vino" rischia, io no, mangio e aspetto il gruppo con Arroyo, Wiggins e Tondo, non perdiamo e risparmiamo. Zoncolan: adatto a corridori più giovani, esplosivi e grintosi, non resistenti come me".
Adesso?
"Prima del Giro avevo detto che ero sotto condizione. Cinque mesi senza toccare la bici, se non la mountain bike per andare a spasso, la preparazione da fine dicembre con un inverno terribile, otto giorni di corsa... Ora sto molto meglio, la condizione è in crescita, la terza settimana do il meglio, e ci aspettano tante montagne".
I suoi favoriti?
"Basso e Evans. Vinokourov non ha detto l’ultima parola. Nibali, anche se sullo Zoncolan ha pagato l’impresa di Asolo. Scarponi non so: di solito ha una giornata storta in cui perde l’occasione".
Perché è un Giro così strano?
"Per i percorsi, adatti agli attacchi. Per i corridori, aperti alla fantasia. Per il diverso modo di correre rispetto a pochissimo tempo fa: tutti contro tutti e, in caso di caduta, mancanza di "fair play". Ma non c’è problema: basta saperlo. E scarsa strategia: alcuni direttori sportivi sono "taxi drivers", tassisti".
Sastre, farà il Tour?
"L’anno scorso sono partito che ero già stanco. Mai stato me stesso. Stavolta voglio pensarci bene: è un Giro duro e faticoso, poi staccherò e ci penserò".
E allora perché ha fatto il Giro?
"Perché è una corsa bellissima, perché i tifosi mi conoscono, mi riconoscono e mi rispettano, perché mi rende felice. E questo è più importante di tante altre cose".
E’ anche un Giro più pulito?
"Non lo so, non spreco energie per capirlo. Guardo me. Ma non sono stupido, e non sono neanche cieco. Guardo, considero, vado avanti per la mia strada. La perfezione non esiste: nella società, nel calcio, nel ciclismo... La trasgressione fa parte della vita. E non è detto che chi inganna sia solo sopra di te: nel 2006, quando ho vinto il Tour, il terzo (l’austriaco Kohl, ndr) è stato trovato positivo".
E allora?
"Il doping è un boomerang. Prima o poi torna indietro".
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Il colonnello Van Bommel 
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