Quelli che muoiono presto

Da sempre la morte rende mitici i giovani che la incontrano lungo la strada dei propri sogni. Ma forse la tantissima Italia che si è innamorata post mortem di un motociclista che fino alla settimana scorsa era noto soltanto agli appassionati cerca di raccontarci qualcosa di più.

Il fenomeno Simoncelli ha colto di sorpresa persino i suoi amici, che continuano a ripetere: non immaginavamo fosse così amato. Infatti non lo era, prima della tragedia, se non nel cerchio magico che ieri si è stretto intorno alla sua bara, in uno dei funerali più coinvolgenti a cui mi sia capitato di assistere in televisione: confesso che quando Valentino Rossi ha fatto rombare la Honda numero 58 in mezzo alla navata centrale della chiesa, le lacrime sono franate a valle senza incontrare resistenza.

Da qualche giorno Simoncelli è il nome più ricercato sul Web e il titolo più letto sui giornali. Certo: è morto giovane come il Grande Torino, come James Dean. E in quel modo orribile, riproposto ossessivamente dalla tirannia delle immagini che governa le nostre emozioni. Però c’è dell’altro. C’è che Simoncelli non era un campione consacrato, ma una potenzialità. Era quel verbo futuro che non riusciamo a coniugare nelle nostre vite, appiattite in un eterno presente senza traguardi né desideri che non siano la difesa angosciata dell’esistente.

La sua fine ci commuove e ci spaventa. Perché è come se ci avessero ammazzato il futuro, dando forma a una nostra paura profonda. E mette i brividi, adesso, riascoltare i versi della sua canzone preferita, l’anacoluto più famoso e terribile di Vasco e dell’intera musica italiana: «Siamo solo noi. Quelli che poi muoiono presto. Quelli che però è lo stesso».

Pantani è stato forse il ciclista italiano più forte degli ultimi 30 anni,

Azz Alex sei il primo che scrive sul nuovo server e non dici niente ?

Ho vinto una bambola gonfiabile?

cmq a me va che è una scheggia...speriamo che col tempo tenga

opinabile...sicuramente è stato il più forte scalatore italiano (probabilmente tra i migliori di sempre in assoluto).

Altrettanto sicuramente è stato molto meno "completo" di un Bugno ; difatti al di fuori delle 2 grandi corse a tappe Pantani non solo non ha mai vinto niente ma non si è mai nemmeno avvicinato ad un successo di una "classica" o di una grande corsa di un giorno (al max è arrivato terzo nel campionato del mondo del '95).

Questo perchè , volenti o nolenti , nonostante la sua grandezza come scalatore era fortemente limitato sotto altri punti di vista.

3 reti televisive (Rai 2, SkySport, Italia 1), programmi televisivi che dovrebbero occuparsi d'altro e che si occupano di lui, telegiornali che danno piu risalto alla sua morte che a quella dell'alluvione in Liguria, gente che non c'entra niente (Fiorello and company) che intervengono sulla questione, pagnie di pubblicita' con la sua foto accanto ai suoi sponsor sulla Gazzetta ...
C'era un altro Marco che veniva da quelle parti, che ha dato molto di piu di questo Marco allo sport italiano e che quando e' morto non ha ricevuto la meta' dell'attenzione data dei media (guarda caso in piena crisi politica italiana e delle polemiche sui soccorsi per gli alluvionati)

lol.


ma io non ho capito, su alcuni morti si può fare ironia, mentre su altri no ?

davvero, strano, mi ricordo quando morì cossiga un sacco di utenti erano in prima fila a postare la satira che fa spinoza.it

sulla morte di alcuni personaggi si può ironizzare, mentre sull'altra no ?



detto da uno che non farebbe mai ironia sui morti.